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Autore: aturiel    20/03/2014    10 recensioni
Mi presento, caro mio diario: il mio nome è Linda, ho 18 anni e abito nel Terzo Settore, l’antica Italia.
Sono alta 178 centimetri e peso 48 chili, la misura perfetta per la Grande Patria. Ho lunghi e lisci capelli rossi, occhi verdi che diventano grigi quando piove, carnagione bianco latte e una grossa voglia sulla coscia sinistra. Frequento l’Accademia e ho un problema, ricordo la mia vita passata.
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Prima classificata al contest "Caro Diario" indetto da Lady.EFP
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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29 Luglio 2118 – Cinquant’anni dalla nascita della Grande Patria.

Mi ricordo che una volta si soleva tenere dei diari segreti dove si appuntavano sogni, speranze, fatti, paure, sentimenti. Ho deciso quindi di scriverne uno anche io: ho sempre amato le abitudini vintage.
Mi presento, caro mio diario: il mio nome è Linda, ho 18 anni e abito nel Terzo Settore, l’antica Italia.
Sono alta 178 centimetri e peso 48 chili, la misura perfetta per la Grande Patria. Ho lunghi e lisci capelli rossi, occhi verdi che diventano grigi quando piove, carnagione bianco latte e una grossa voglia sulla coscia sinistra. Frequento l’Accademia e ho un problema: ricordo la mia vita passata.
So che potrebbe sembrare un’eresia (per questo ho ritenuto più prudente scrivere a mano questo diario), ma è così. Nella mia vecchia vita il mio nome era Gianna ed ero alta solo 164 centimetri per 60 chili di peso, per questo motivo ricordo di essermi suicidata con dei tagli troppo profondi nei polsi all’età di 16 anni; ricordo che le ultime parole rivolte a mia madre furono “ti odio”; ricordo il suo sguardo orripilato e i suoi occhi spalancati dalla sorpresa, dalla rabbia e dal dolore; ricordo anche un fratello più grande che mi odiava, credo; ricordo che prima di morire, con lo sguardo già appannato, lo vidi chinato sulla mia pozza di sangue per sussurrarmi:
-Finalmente muori, stronza. Finalmente io e mia madre saremo liberi dalla sporcizia, in questa casa.
Ricordo che mi sono sentita strana in quel momento, quasi come se una voragine si aprisse nel centro del mio cuore e risucchiasse tutto ciò che c’era stato fino ad allora.
Poi sono morta, ho passato un periodo lungo quanto un battito di ciglia, mi sono risvegliata in un corpo di bambina e ho rivisto la luce.
Sono diventata tutto ciò che sarei dovuta essere nella mia precedente vita: alta, magra, delicata, solare, accondiscendente, affabile, intelligente e completamente nella norma. Sarebbe tutto splendidamente perfetto se solo mi fossi dimenticata di ciò che sono stata, invece queste memorie mi rendono un pericolo per la Grande Patria e questo non è un bene.
Non sono preoccupata per la mia salute mentale, per me è una cosa naturale convivere con queste memorie le quali non provocano in me alcuna emozione se non preoccupazione per la stabilità dell’attuale ordinamento delle cose.

Ora attuale: 22:15, ora del sonno.
 


30 Luglio 2118 – Cinquant’anni dalla nascita della Grande Patria.

Sono appena rientrata dall’Accademia e mi è appena accaduto un fatto a dir poco disdicevole. Un mio compagno di classe di nome Andrea mi ha fermata nel corridoio durante l’uscita e mi ha toccata. Io mi sono subito ritratta ovviamente, ma ormai il danno era fatto! È uno degli obblighi della donna perfetta della Grande Patria quello di prestare ascolto a colui il quale ti sfiora.
Allora mi sono inginocchiata e gli ho chiesto cosa volesse da me e lui, evidentemente in imbarazzo, mi ha chiesto gli appunti di Storia. Io glieli ho subito prestati e mi sono affrettata ad uscire dall’Accademia, ma lui mi ha seguita e mi ha preso una mano. Sapevo che la situazione stava diventando piuttosto incresciosa, ma comunque mi sono fermata nuovamente e voltata per ascoltarlo.
Mi ha detto di seguirlo e io l’ho fatto.
Mi ha portata fino alla sua abitazione e fatta passare attraverso il Cancello che subito ha fatto uno scanner tridimensionale della mia persona.
Spero che i Controllori degli Archivi non prestino attenzione a me quando li sfoglieranno per catalogare gli spostamenti del Popolo.
Comunque sono entrata e mi ha detto di sdraiarmi e io l’ho fatto, poi ha iniziato a spogliarmi e lui ha fatto lo stesso e ha soddisfatto il suo bisogno.
Alla fine emanava uno sgradevole odore di sudore, aveva un’aria soddisfatta davvero poco opportuna e occhi languidi. Poi mi ha sussurrato:
-Sorridi.
E io l’ho fatto.

Ora attuale: 22:15, ora del sonno.
 


15 Agosto 2118 - Cinquant’anni dalla nascita della Grande Patria.

Perdonami, caro diario, se non ho potuto più aggiornarti, ma ho avuto alcuni problemi.
Innanzi tutto Andrea continua a toccarmi e a portarmi a casa sua e mi chiede di sorridere. Io lo faccio sempre quando sono in pubblico e quindi sono abituata ad indossare i panni di adolescente allegra e affabile, però mi dà comunque fastidio. Ha iniziato a definirmi come la “sua ragazza” e non sono sicura che questo dia una buona immagine di me e, inoltre, adesso mi ordina anche di procurargli piacere nei bagni dell’Accademia nonostante sia severamente vietato! Cosa posso fare? Non lo so proprio.
Mi chiede anche di parlargli dei miei sentimenti perché, dice, questo rende la nostra relazione più adatta ai canoni della Grande Patria e io non posso far altro che mentire perché, di sentimenti, io non ne ho.
Gli ho detto che ogni volta che mi bacia provo amore, che quando mi parla mi sento imbarazzata e felice e che ogni volta che mi tocca provo piacere. Sembrava felice dopo, quindi credo di aver fatto bene il mio dovere.
È però accaduto un altro fatto: stavo andando nella Grande Chiesa per pregare Dio alle 13:10, ora della Preghiera, quando, accanto a me, si è seduto mio fratello Iulianus, o meglio, quello di Gianna. Ho provato qualcosa, ma non sapevo come chiamare quella sensazione: ho sentito il mio cuore fermarsi, il sangue smettere di circolare e un freddo bollente invadermi completamente.
Ho chiesto ad Andrea se sapeva di cosa si trattasse e mi ha detto che il suo corretto nome è odio.

Ora attuale: 22:15, ora del sonno.
 


1 Settembre 2118 - Cinquant’anni dalla nascita della Grande Patria.

Ho paura.
Adesso so cosa vuol dire avere paura.
Ho fatto l’atto più terribile che potessi fare: ho ucciso mio fratello.
Non so nemmeno cosa io abbia pensato esattamente in quel momento, ma il mio corpo ha agito per me. Mentre stavo uscendo dalla Grande Chiesa mi sono affiancata a lui, mi sono sfilata una forcina d’argento dai capelli e gliel’ho piantata nel collo, proprio dove si trova la giugulare. Il sangue è subito schizzato fuori e mi ha macchiato il viso, il vestito bianco e i capelli. Tra i capelli però il sangue non si vedeva molto, per fortuna.
Tutti comunque sono corsi via e anche io l’ho fatto.
Allora ti ho subito preso e adesso sono qui con il fiato grosso e il battito del cuore accelerato che aspetto di venir ritirata dalla Guardia. Non so cosa fare.

Ora attuale: 22:05

Ho appena sentito la porta che si apriva, da sotto, e il consueto “bip” dello scanner tridimensionale. Chissà se nella prossima vita mi ricorderò delle mie due precedenti, di Iulianus, di Andrea, dell’Accademia, della rosa di sangue sparsa sul mio vestito bianco, di tutto ciò che mi è accaduto, anche se, adesso, mi rendo conto che è stato troppo poco. Avrei dovuto vivere di più, non sono soddisfatta della mia vita e credo che non lo sarò mai.
Non posso dare una svolta a ciò che sono perché probabilmente morirò prima.
E ho paura, una paura folle.
Vorrei porre fine alla mia vita come fece Annibale per non consegnarsi ai Romani (ho sempre ritenuto il suo gesto uno dei più nobili e coraggiosi mai compiuti, ma non l’ho mai confessato a nessuno: sarebbe potuto sembrare un’eresia): ha deciso lui come e quando morire, quando si sentiva pronto.
Io no, non mi sento pronta a chiudere gli occhi di nuovo e quindi resterò qui ad aspettare che mi vengano a prendere, in fondo sono sempre stata una codarda.
Addio, caro diario.

Ora attuale: 22:35.


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