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Autore: Aske96    20/03/2014    1 recensioni
"Sfigata" è il nome con cui venivo chiamata a scuola, fino a quando..
'Incontrai i suoi occhi verdi.(..) Un brivido mi percorse la spina dorsale. Il respiro mi si bloccò e il cuore inizio a battere talmente forte che credevo mi stesse per scoppiare. Mi sentivo le gambe molli mentre il suo sguardo mi penetrava l'anima.(..)
Fu' proprio in quel momento che mi innamorai di lui.'
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La scuola era iniziata da due mesi. Andava tutto per il verso giusto: i miei voti erano alti, non avevo ancora fatto assenze, me ne stavo per i fatti miei e non davo confidenza a nessuno se non al mio I-pod.
Lunedì 14 Novembre. Seconda ora. Inglese.
“Cristina, ho deciso di sfidarti.” La voce della professoressa interrompe i miei pensieri.
“Sfidarmi?” chiesi sbalordita. 
Sentivo la classe mormorare alle mie spalle mentre osservavo sconcertata lo strano sorrisino che mi stava facendo la prof.
“Hai capito bene. Voglio sfidarti. Anzi, più che sfidarti voglio metterti alla prova.” 
“Mi dica prof. Ascolto la sua proposta.” Risposi con un tono ironico.
“Devi riuscire a far prende minimo 8 a Mattia nella prossima verifica. Dovrai fargli lezioni private dalle 16.00 alle 19.00 in biblioteca tutte le sere a partire da oggi. Il bibliotecario non potrà farti entrare se Mattia non c’è. Quindi, che ci sia il sole, che piova o che nevichi, te devi stare fuori. Accetti o rifiuti?” 
“Sta.. sta parlando seriamente?” domandai molto perplessa. Dovrei fare lezione a quello scansafatiche?  Quello stronzo che non fa altro che insultarmi? 
La prof sa che amo le sfide.. ma questa è esagerata. Non riuscirei a sopportare di stare 3 ore da sola con quella ‘scimmia’.
Eppure.. eppure sento di potercela fare, pensai.
“Accetto.” Dissi a voce alta molto sicura di me, forse anche troppo. 
La classe sobbalzò. Cera chi sussurrava che sono pazza, chi che non ce l’avrei fatta e chi cercava di incoraggiarmi. 
Lo sguardo della prof si spostò su Mattia che la guardava incredulo. 
“Tanto non si presenterà a mezza lezione.” Disse uno dei suoi scagnozzi ridendo a crepapelle. 
Lo sguardo di Mattia incrociò il mio. Rimase immobile per qualche secondo guardandomi intensamente negli occhi. Un brivido mi percorse la spina dorsale. 
“Povera sfigata.” Disse alzandosi dalla sedia, “Per me puoi anche stare fuori a congelare, tanto non ci vengo neanche morto. E ora me ne vado in bagno.” Finì uscendo dalla classe sbattendo la porta.
“Buona fortuna.” Ridacchiò la prof, tornando alla cattedra.
Feci un respiro profondo e aspettai il suono della campanella. La mattinata passò lenta come sempre, tra matematica, scienze e italiano. I miei pensieri erano rivolti a Mattia ma non riguardo a quello che mi aspettava nei pomeriggi futuri ma al suo sguardo. Al brivido che ho sentito attraversarmi la schiena. Cosa mi stava succedendo?
La campanella delle 14.00 mi fece tornare alla realtà. Sistemai il diario e l’astuccio nel mio eastpack e uscii dalla classe. La notizia della sfida si era già diffusa in tutta la scuola. Non ero mai stata considerata tanto quanto in quel momento. 
“E’ lei.” Sussurrava la gente.  Mi guardavano tutti e devo dire che mi sentivo anche molto in imbarazzo. Mi misi le cuffie e iniziai a camminare a passo spedito fino al cancello, cercando di non far caso a quello che mi succedeva intorno, quando fui bloccata da quattro ragazzi. Alzai lo sguardo e davanti a me trovai Stefano e Luca, seguiti da Jo e Cristian. 
“Quindi oggi alle 16.00 sarai davanti alla biblioteca ad aspettare Mattia eh?” disse Stefano ridendo. “Tempo sprecato, non verrà. Fossi in te me ne starei a casa a dormire al posto che sprecare il pomeriggio in piedi al freddo.” Terminò, un po’ più serio. 
“Io lo aspetterò. Se verrà faremo lezione, altrimenti tornerò a casa.” Risposi guardando l’asfalto. Ero troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi.
“Povera sfigata!” disse lui voltando le spalle e allontanandosi da me.
Alzai lo sguardo e li vidi andare via. Solo allora mi accorsi che Mattia era con loro ed ha ascoltato la conversazione. 
Ma.. da quando mi interessa cosa fa Mattia? 
Mi avviai verso casa, pensando alle parole di Stefano. “E se ha ragione?” continuavo a chiedermi. “Se non si presenta? In fondo me lo ha detto anche lui: tanto non ci vengo neanche morto! Cosa devo fare? Vado o non vado?” 
La mia mente era invasa da mille pensieri, ma arrivai a una conclusione: dovevo farlo. Era una sfida e io non abbandono mai le sfide.
  
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