Titolo: Silence and Words.
Autore: Rue
Meridian.
Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Hayate.
Disclaimer: Nessuno dei personaggi di
questa fanfiction mi appartiene: appartengono ad Hiromu
Arakawa.
Questa fanfiction non è stata scritta a
scopo di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico.
Rating:
Verde.
Avvertimenti: One-Shot, Lievi OOC (Secondo l’interpretazione)
Note:
A fine testo.
Introduzione:
La fanfiction è volutamente basata su
simmetrie e opposizioni nei contenuti, ma anche nella struttura stessa.
A
sinistra, i fatti e le riflessioni, a destra quei pensieri che sfuggono al
controllo dei due protagonisti.
Solo le parole al centro ad unire il
tutto.
Per
Riza il blu e per Roy il nero.
L’immagine ispiratrice di questa fanfiction è http://img233.imageshack.us/img233/5391/b081wz2.th.jpg.
Silence and Words
La nebbia
[1]
Diffondeva la luce in
modo così uguale,
Che si domandava se
sarebbe mai riuscita
A notare il baluginare di
un’arma.
Un pericolo.
I colori erano
scomparsi
Nel mare di un diffuso
biancore.
Il mondo era diventato
grigio.
Eppure,
Eppure
In quella guerra ormai
persa,
Persa in partenza
Vi erano ancora dei
sopravvissuti.
Il pelo nero e bianco di
Hayate,
Il suo cappotto color
sabbia,
Il nero dei suoi
capelli,
Dei suoi occhi.
Concentrazione.
Non doveva distrarsi.
Lo sguardo tornò a
controllare nuovamente
Il parco alla sua
sinistra.
Eventuali pericoli
potevano arrivare
Solo da quella direzione.
O da dentro.
Non era sicuro camminare
in quel modo.
Non era sicuro per
niente.
Lei almeno non era al
sicuro.
Hayate era tranquillo.
Diversamente da qualcun
altro.
Diversamente da lei.
La guardava solo
incuriosito.
Come se in lei ci fosse
qualcosa di strano.
Una qualche novità.
Tranquillo, Hayate: nulla
di nuovo.
E’ così da sempre.
La tua padrona ha la
strana
Tendenza al
masochismo.
I lampioni erano spenti.
Era appena pomeriggio.
Ma la nebbia aveva
annullato ogni sensazione del tempo.
Ogni rumore era
stranamente ovattato.
E fuori posto.
Tutto è fuori posto.
Oggi.
Sempre.
La pistola era nella
borsetta, sottobraccio,
Pronta ad essere
impugnata,
Contro ogni pericolo,
Tuttavia si
domandava:
Chi era veramente in
pericolo?
Per difendere lui.
Per difendere i suoi
sogni,
Le sue speranze.
Che, in fondo, erano
anche le sue.
Ma allora, perché sentiva
Che lei stessa era in
pericolo?
E perché sapeva che
Il pericolo era lui?
Lui camminava tranquillo.
E stupito.
Aveva gia percorso quella strada,
Da solo,
Sanguinando dentro.
La strada più triste,
Quella che portava da
lui.
Lui che riposava per
sempre.
La strada più triste,
Incredibilmente,
Poteva essere percorsa in serenità.
Incredibile.
Lo era davvero?
Era sereno.
Dopotutto, non c’erano pericoli.
Non con lei accanto:
Non era forse il miglior cecchino dell’esercito?
Era solo questo?
O forse era proprio
lei.
Indipendentemente dalla
sua arma,
Dalle sue capacità,
Dal suo grado.
A prescindere da tutto
...
… Ma non da lei.
Faceva freddo.
Le mani in tasca per evitare di gelarsi.
Dopotutto, i suoi guanti non erano fatti per
scaldare.
Strano vero?
Il Fuoco dovrebbe scaldare.
Eppure, passava il tempo
E gli sembrava che
Il fuoco
Più che altro
Uccidesse.
O era lui, quello?
Era lui quello che
uccideva,
Ma non scaldava.
Il suo cuore s’era
raffreddato da tempo.
Un attimo.
Era stato solo un
attimo.
I loro gomiti si erano
sfiorati.
Anche meno.
Un contatto rapido,
infinitesimale,
Non cercato.
Lui non se n’era neanche
accorto.
Lei sì.
Ma aveva ancora
abbastanza autocontrollo
Da non ritrarsi
irrigidita.
Almeno quello.
Un’occhiata di
soppiatto:
No, lui non se n’era
proprio accorto.
Un altro sospiro
trattenuto:
La cassa toracica che
sembrava scoppiare.
A volte, respirare è
veramente facoltativo.
Scegli tu se farlo o
meno.
Lei se l’era
concesso.
Ma solo alla fine.
Quando aveva ritenuto
indifferente vivere o morire.
Come poteva?
Come poteva un solo tocco,
No,
Uno sfiorarsi:
Perché per toccarsi
Uno dei due
Avrebbe dovuto
volerlo.
Un semplice sfiorarsi dargli tante emozioni?
Domande.
Roy Mustang non era un uomo complesso.
O almeno non
all’inizio:
Semmai lo era
diventato.
Era solo determinato.
Testardo avrebbe detto
qualcun altro.
Aveva deciso i suoi scopi e li aveva perseguiti.
Aveva desiderato diventare alchimista.
Lo era diventato.
L’Alchimista di
Fuoco.
Desiderava divenire Fuhrer.
Il nuovo Fuhrer.
Nuovo.
Perché
Tutto
Doveva essere
Rinnovato.
Lo sarebbe diventato.
Ne era certo.
Lo sapeva.
Dentro di sé il dubbio era svanito da tempo.
Quando aveva capito,
Aveva visto,
Che il suo sogno non era più suo.
Non più solamente
suo.
Era loro.
E lui, di colpo, non era
più solo.
Eppure,
C’erano altri desideri,
Più profondi,
Nascosti,
Nascosti agli altri.
Nascosti soprattutto a se
stesso.
Desideri che,
Quando
Raramente
Li ammetteva a se
stesso,
Non sapeva se avrebbe mai visto concretizzati.
Dubitava di vederli attuati.
Temeva di non vedere
realizzati.
Uno di quei desideri, era Lei.
Uno di quei desideri, era
Lei.
E tutti gli altri
giravano intorno a lei.
Il suo desiderio.
C’erano momenti in cui i suoi desideri toglievano a
Roy Mustang la voglia di vivere.
Perché temeva di saperli irrealizzabili.
C’erano momenti in cui i
suoi desideri spaventavano Riza Hawkeye.
Perché le sbattevano in
faccia la sua voglia di vivere.
La sua voglia di
cambiare.
Tutto.
Tutti.
Lei.
Il parco portava gli
evidenti segni dell’inverno.
Ma il freddo è dentro di
lei.
Alberi spogli.
Dove son finite le
speranze?
Son davvero volate via
come le foglie?
Nessuno in giro.
Chi c’era,
Alla fine,
Nella sua vita?
Per un attimo Riza ebbe
paura.
Paura perché i suoi
pensieri
L’avevano trascinata via
dal suo dovere.
Paura perché il suo
dovere
Non era più
Il centro della sua
vita.
Altro lo era
diventato.
Qualcun altro.
Era stato un processo
lento.
Solo adesso se
n’accorgeva.
Il suo dovere
Era proteggerlo,
Combattere per lui;
Sostenerlo in quel folle
volo,
In quel tentativo di
rendere realtà il suo sogno.
Un sogno che anche lei
cullava.
Anche lei curava e
proteggeva,
Come con una vita
nascente.
E poi,
L’inevitabile.
Il fulcro, intorno al
quale tutto girava,
Non era più il suo
sogno.
Era Lui.
Era Lui.
Ed il mondo prese a
vorticare.
Ogni certezza
infranta.
Riza svenne.
E le piacque abbandonarsi
alla tempesta
Che straziandole il
cuore
Lo aveva di nuovo portato
a battere.
Roy Mustang vide il suo mondo cadere.
Il suo mondo dai capelli color dell’oro.
Il suo mondo dagli occhi grandi ed
incoraggianti.
Panico.
Hayate abbaiò,
Il guinzaglio lasciato ricadere libero.
Non si allontanò dal corpo riverso della sua
padrona.
Neanche lui lo fece.
Con terrore, controllò che lei ancora
respirasse.
Ogni fiato di lei
Era un suo respiro.
Le sciolse la sciarpa
Per farla respirare più facilmente.
Le sollevò la testa sulle sue ginocchia.
Ed attese.
Che lei si svegliasse.
Che lui uscisse da
quell’incubo.
Che i suoi occhi s’aprissero.
Per trovare di nuovo i
suoi.
Attese.
Incurante del pericolo.
Della posizione esposta.
Perché l’unico vero
pericolo era perderla.
E lui l’aveva capito solo
ora.
Nonostante l’avesse
sempre saputo.
Riza batté gli occhi,
Trovando i suoi,
Ansiosi.
Il suo sorriso,
A sostituire la sua
preoccupazione.
E pregò
-Roy… sostienimi.-
Roy vide la sorpresa
Negli occhi di lei.
E la preoccupazione si
sciolse
Come il gelo che gli
attanagliava il cuore.
Si sciolse in un
sorriso.
La sua richiesta
Per lui un ordine.
-Sempre Riza.-
[1] Guardando l’immagine “ispiratrice” di questa fanfiction, si potrebbe dire che sia un classico pomeriggio invernale: nuvoloso, freddo. Io vi ho anche vista la nebbia: il parco, lo sfondo, la luminosità diffusa mi han dato l'impressione di una nebbia non densa, ma comunque presente.
Salve a tutti!
Con questa fanfiction ho partecipato al "Royai Contest" e mi sono (miracolosamente) classificata terza (il miracolo è ovviamente essere arrivata così in alto ^^).
Vi riporto i giudizi delle due giudici:
L'attinenza al tema: 9,8
La
caratterizzazione dei personaggi (IC): 8
L'originalità:
7,5
TOTALE: 8,8
Commento di Valy:
Definirei questa storia introspettiva. Si basa tutta sui
pensieri di due personaggi non certo facili da rappresentare. Penso che
l’atmosfera creatasi grazie all’immagine scelta e, ovviamente, alla fan fiction
stessa fa pensare ad un vero pomeriggio tra le strade di Central City. In questa
storia, sembra che ci siano solo loro due, tutto il resto si annulla se Roy e
Riza stanno insieme (anche solo per fare una passeggiata). Mi è piaciuto
particolarmente il momento in cui i loro gomiti si sfiorano, mi piace che Roy
non si accorge praticamente di nulla mentre Riza si, perché lei è attenta ad
ogni piccolo particolare, e questo la rende IC nella tua storia.
Grammaticalmente nulla da dire, non ci sono errori neanche
nella sintassi, il “votone” è più che meritato.
Ottima
anche l’impostazione, per la lettura, della storia; non ho fatto nessuna fatica
a interpretare i pensieri, ne a capire di chi fossero.
Tutta la storia si basa sull’immagine scelta, e questo ti
fa guadagnare sicuramente punti, l’interpretazione personale della nebbia, la
trovo adeguata.
La conclusione la definirei strana, non
è molto da Riza svenire, non è molto chiaro neanche il motivo per cui avviene,
però quel “Roy sostienimi” e il successivo “Sempre” mi hanno conquistata, perché
mentre leggevo queste ultime parole lo stomaco ha fatto qualche capriola,
pertanto davvero tanti complimenti per la tua storia.
Commento
di Shatzy:
Una storia introspettiva, uno spaccato
dei pensieri dei protagonisti e del legame che li unisce, e di come si sia
evoluto nel tempo, con un sottofondo di silenziosa malinconia. Il paesaggio
circostante sembra da una parte isolarli da tutto e da tutti, dall’altra è
fondamentale per il clima della storia, sembra infatti partecipare dei pensieri
dei due. Ma nonostante la staticità dell’ambiente esterno, all’interno dei
protagonisti si agitano sentimenti forti e contrastanti, non visibili da fuori,
producendo un dualismo realistico, che ho trovato particolarmente IC. E se
alcuni pensieri possono essere contrastanti, come la sensazione che provocano in
loro i loro veri desideri, alla fine si ha chiaro che la conclusione dei
ragionamenti di entrambi portano nello stesso punto: verso l’altro; e le due
brevi frasi finali, le uniche di tutta la storia, riassumono proprio la loro
capacità di comprensione reciproca.
L’immagine prescelta
viene descritta anche nei particolari, contribuendo alla trama della storia; i
personaggi sono ben sviluppati e mantengono le caratteristiche originali,
perfino Hayate non viene dimenticato, e inframmezza la narrazione. La scelta,
alla fine, di chiamarsi per nome può essere vista sotto l’ottica di chi, dopo un
lungo ragionamento, arriva a un soluzione a lungo cercata, in quel momento i
ranghi non contano, ma è la persona in quanto tale che è importante. Un punto
poco chiaro però non è tanto che alla fine sia Riza a chiedere aiuto a Roy, ma
la scelta di farla svenire, in seguito ai suoi pensieri. Forse andava motivata
meglio.
Niente da dire sull’uso grammaticale,
praticamente perfetto, né sulla sintassi, che preferisce frasi
corti.
Approfitterò di questo spazio non
tanto per giustificare, ma per spiegare il perchè Riza svenga, che è forse il
principale tratto OOC.
So che siamo abituate ad una Riza calma, seria (se non
addirittura severa) e riservata. E soprattutto
forte.
Vorrei che tutti ci ricordassimo, però, del suo comportamento nel capitolo del manga in cui Lust le dice, mentendo, che Roy è morto.
In quel momento, non è calma, non è severa, nè impassibile, nè riservata.
Allora com'è Riza veramente?
Non voglio dire che ho la
risposta, ma questa è la mia interpretazione: Riza non è la persona che si è
costruita addosso. E' una persona fragile, che per volontà, educazione o
abitudine, non vuole mostrarsi tale. Ha una maschera e per mantenerla non può
mostrarsi in realtà, nè può permettere a sè stessa di concedersi sentimenti
diversi da quello del dovere.
L'idea di quel punto della
FF è che, rendendosi Riza conto, che non agisce più per senso del dovere, ma per
ben altri motivi, la sua maschera, la sua corazza ed il suo mondo intero vengano
meno, provocando la sensazione (anche fisica) della terra che ti vien meno da
sotto i piedi. Sensazione cui, in quell'attimo di debolezza e smarrimento, si
concede di "indulgere", senza combatterla: da cui lo
svenimento.
So che tutto ciò può sembrare ARTIFICIOSO, IRREALE, OOC,ecc., ma io non l'ho trovato così assurdo.
Vediamo questi personaggi in ben determinate situazioni, ma in altre?
Ribadisco che tutto ciò è fatto per spiegare il "buco nero" della trama, non per invocare qualsiasi cambiamento di giudizio.
Detto ciò, siccome son stanca, sto male e son sotto esame, vi mando un grosso bacio e vi saluto.
Rue Meridian
PS Ah, se lasciate recensioni, la cosa è molto gradita XDD!!
PPS Un grazie alle giudici specialmente per l'idea del contest, i complimenti alle vincitrici ed alle partecipanti ed un abbraccio al forum (http://royriza.forumcommunity.net/)