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Autore: delilahs    20/03/2014    0 recensioni
“Prima ancora di vederla, voi, una legione la sentite.”
Piccolo crossover AC-Storico.
Impero Romano, seconda campagna di Dacia.
“Signore?”
“Si?” rispose distratto l’imperatore.
“Voi siete consapevole che io ho dei codici da rispettare.”
“Certo.” Alzò appena gli occhi dalla sua lettera. “Non verrà torto capello ad innocente. Farò in modo che la vostra azione non appaia nella opere del mio architetto. Né lascerò che i soldati scoprano delle vostre particolari abilità.”
“Grazie signore.”
“Ora vada, Sura. Faccia in modo di trovarsi pronto per quando si scontreranno le lame.” E con questa frase lo congedò.
Genere: Avventura, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Trajan's column






 
“Duplicarius in ala secunda Pannoniorum edexplorator in bello Dacico et Parthico et ab eode(m) factus decurio in ala eade(m)quod cepisset Decebalu(m) et caput eius pertulisset ei Ranisstoro.”

-Dalla stele tombale di Tiberio Claudio Massimo, Filippi.

 
Cavaliere, esploratore e fregiato della corona militare,
vide il re dei Daci suicidarsi e ne tentò la cattura.
Riportò la sua testa all’imperatore, meritando doni ed onori.

















Ave! L’imperatore vi vuole nella tenda del comando.”
Il prefetto annuì, posando il calamaio nel suo contenitore. L’inchiostro fresco luccicò sulla pergamena, illuminata dalle scintille di una candela morente. Uscito dalla sua tenda, i pretoriani che facevano la guardia alla sua porta rimasero sull’attenti, le loriche ben lucidate che brillavano alla luce del tramonto. Attorno a lui i legionari lavoravano frenetici, i picconi in mano e gli scudi accanto, gli elmi poggiati sopra. Le caliga scricchiolavano sul selciato, e i lupi ululavano tetri.
Il legato entrò nella tenda del comandante supremo, Traiano stesso, a capo della XXX Ulpia Traianea. Era chino su delle mappe e borbottava tra sé.
“Mi avete fatto chiamare?”
“Si.” Si fermò, alzando lo sguardo dal suo tavolo “Ho bisogno che tu mi aiuti con una cosa.”
“Ai suoi ordini, imperator.”
Il generale sorrise impercettibilmente. Poi si alzò, dirigendosi verso una mappa appesa ad una parete. C’era odore di legna bruciata e di metallo nella tenda. Odore di guerra.
“I Daci sono schierati, Lucio.” Indicò Traiano “E Decebalo, nonostante l’umiliazione subita, rifiuta di arretrare. Sono certo che se la sua capitale andrà a fuoco non avrà molte altre scelte.” Annuì tra sé, corrucciandosi. “Tuttavia, abbiamo saputo da alcuni disertori che non ha intenzione di restare, ed ha già una scorta pronta sul versante opposto. Se Decebalo scappa, nulla gli impedirà di riformare un esercito.”
“Bisogna fermarlo.”
“Vedi, quando la tua, ecco, confraternita, ti ha assegnato a me per proteggermi da questi fantomatici attentatori, ero dubbioso.” Lo osservò, lo sguardo di ghiaccio che da solo aveva combattuto una guerra. “Ma sai bene quanto io adesso apprezzi il tuo operato.”
“Tuttavia?”
“Tuttavia capirai bene quanto me che un atto da parte tua sarebbe un oltraggio. L’onore di Roma sarebbe calpestato.” Fissò insistente il bracciale di cuoio spesso della sua guardia del corpo, che aveva imparato a distinguere tra le solite armature dei suoi commilitoni
“Ovviamente.”
“Quindi accompagnerai un uomo, che sarà lo schermo della tua operazione. Semplice, coraggioso e non troppo curioso. Il suo nome è Tiberius Claudius Maximus. Ufficiale di cavalleria ed esploratore. E’ un uomo di cui mi fido, non sarà stupido né farà domande inopportune.” Concluse il generale supremo, chiudendo di fatto la conversazione.
“Signore?”
“Si?” rispose distratto l’imperatore.
“Voi siete consapevole che io ho dei codici da rispettare.”
“Certo.” Alzò appena gli occhi dalla sua lettera. “Non verrà torto capello ad innocente. Farò in modo che la vostra azione non appaia nella opere del mio architetto. Né lascerò che i soldati scoprano delle vostre particolari abilità.”
“Grazie signore.”
“Ora vada, Sura. Faccia in modo di trovarsi pronto per quando si scontreranno le lame.” E con questa frase lo congedò.
 


 
   
 
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