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Autore: Nightingale1993    20/03/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo: “La carrozza è piena e l’unico posto libero è questo” disse sfidando con lo sguardo l’altra ragazza.
“E allora? Non è affar mio” disse sogghignando “Non puoi sederti”
“Non mi sembra di avertelo chiesto, Pansy, io mi ci siedo, senza il tuo o di qualcun altro permesso”
Si sedette facendosi mentalmente i complimenti, prese dalla borsa un libro e lo appoggiò sul tavolo. Con la coda dell’occhio notò Blaise fare diverse smorfie ai suoi compagni per far capir loro chi fosse la nuova arrivata al tavolo, Tiger e Goyle giocare a sparaschiocco, Pansy cercare di interpretare il messaggio di Blaise e Draco, avendo capito con chi aveva a che fare, tenerle lo sguardo addosso.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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L’estate stava ormai giungendo al termine. Le belle giornate correvano come ansiose di lasciare posto all’autunno e quindi alle foglie secche e ai colori caldi che tuttavia di caldo non avevano proprio niente.
In un’apparente normale casa di un più che normale quartiere nei pressi di Londra, una ragazza stava seduta composta su una sedia di fronte a un tavolo che dava sul giardino posteriore. Sul tavolo c’era un libro dal titolo “Mille piante e funghi magici Vol. III”. Era aperto, in attesa di sentire su di esso il calore di due occhi color nocciola che lo leggessero, ma quegli occhi erano impegnati a osservare un punto ben preciso del giardino. Dopo pochi istanti quel punto divenne un gufo con una lettera legata ad una zampa e un pezzo di carta piegato male nel becco.
La ragazza prese la sua posta e la posò sul libro ormai dimenticato, diede una carezza al gufo intimandogli di andare a fare un altro giro nei dintorni.
Prese a girarsi tra le mani il foglio piegato, sapeva benissimo cosa si sarebbe trovata davanti: un insulto o una vignetta di scherno da parte dei suoi compagni Serpeverde. Prese un gran respiro e lo aprì.
 
Peccato che i tuoi genitori non abbiano pensato di chiamarti ElizaBOTT, ma evidentemente nemmeno loro si aspettavano di avere una botte come figlia!
 
Ovviamente non era firmato, ma Elizabeth poteva solo immaginare il mittente. Accartocciò il biglietto, con un gesto della bacchetta lo fece levitare e infine gli diede fuoco creando una leggera cascata di cenere.
La sua attenzione fu attirata dalla lettera, la girò per aprirla e riconobbe il marchio della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
 
Cara signorina Stone,
Le ricordiamo che il nuovo anno scolastico comincerà il primo settembre. L’espresso per Hogwarts partirà dalla stazione di King’s Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.
Gli studenti del sesto anno, così come da due anni, hanno il permesso di visitare il villaggio di Hogsmeade in alcuni fine settimana stabiliti. La preghiamo di restituirci nuovamente l’autorizzazione allegata, firmata da un genitore o da un tutore.
Inoltre le allego la lista dei libri di testo per il prossimo anno.
Cordialmente,
Professoressa M. McGrannit
Vicepreside
 
Lesse velocemente la lista dei libri e ripose la lettera tra le pagine del libro che in pochi secondi si ritrovò chiuso nelle mani della sua padrona in viaggio verso la libreria per far compagnia ad altri volumi scolastici.
Ormai arrivata in camera, Elizabeth prese dal libro la lista e l’autorizzazione e scese nuovamente per andare in cucina dove trovò i suoi genitori intenti a godersi la cena in silenzio.
“Scusate se disturbo” disse avvicinandosi alla tavola “sono arrivati la lista per il prossimo anno e l’autorizzazione per andare a Hogsmeade”. Poggiò i fogli sul tavolo vicino al piatto della madre che con un colpo di bacchetta li fece alzare per poterli leggere meglio, firmò l’autorizzazione posandoci leggermente la bacchetta sopra e ridiede il tutto alla figlia.
“Dobbiamo parlarti Elizabeth” disse il padre indicandole una sedia. Con titubanza la ragazza si sedette a sguardo basso. “Sappiamo benissimo che a scuola sei oggetto di scherno da parte di tutti, persino la figlia dei Parkinson pensa di essere superiore a te! Ma dimmi..” sussurrò facendole alzare la testa con la bacchetta “..quest’anno non hai intenzione di disonorare la nostra famiglia, vero?”
Elizabeth scosse la testa mantenendo lo sguardo basso.
“Benissimo…ora capisci che la nostra decisione di renderti meno grassa e più…diciamo accettabile era più che giusta, in fondo era quello che volevi anche tu, giusto?”
Senza guardare il padre negli occhi, annuì ripensando all’estate appena passata. I suoi compagni di scuola la prendevano in giro perché aveva qualche chiletto in più e perché odiava esser troppo femminile, ma i suoi genitori presero questo comportamento come ribelle e nel giro di nemmeno un paio di mesi la trasformarono nella figlia perfetta. Ottimi voti a scuola, fisico perfetto e quel tocco di femminilità che sicuramente avrebbe fatto impazzire chiunque.
“Qualche settimana fa è arrivato un gufo da Hogwarts con i risultati dei tuoi G.U.F.O., tutti Eccezionali tranne babbanologia dove hai preso un Oltre ogni previsione…ci riteniamo soddisfatti dei tuoi risultati scolastici” disse la madre porgendole un altro foglio ben piegato.
Elizabeth lo prese e senza ulteriore indugio si rifugiò in camera sua.
 

Con il baule e la gabbia del suo gufo sul carrello, Elizabeth stava percorrendo il binario nove e tre quarti cercando lo scompartimento dei Serpeverde. La sua era l’unica casa che aveva preteso uno scompartimento unico e ovviamente ciò è stato possibile grazie al nome dei Malfoy. Lucius voleva solo il meglio per il figlio, forse non tanto per l’amore che provava nei suoi confronti, ma più che altro per la figura che ci avrebbe fatto. Draco usava i suoi desideri, o più capricci, per rendersi popolare a scuola e per far capire a tutti che lui era uno che contava sul serio.
Giunta alla carrozza fece per salire, ma qualcuno si infilò prima di lei e arrivato in cima alle scale le disse di evaporare perché quella era la carrozza dei purosangue.
“Idiota, sono Stone…più pura di me non esiste” rispose guardando il ragazzo con sguardo truce.
“Stone? Elizabeth Stone?”
“Sì, Zabini, sono io e ora se non ti dispiace vorrei salire sul treno”
Blaise rimase a guardarla come se avesse appena visto un babbano fare una magia. Elizabeth lo scansò e lasciando il baule con la gabbia vicino all’entrata della carrozza andò a cercarsi un posto.
 
Qualche posto più in là, un ragazzo dagl’occhi color tempesta stava facendo levitare annoiato una palla di vetro grande quanto una palla da tennis, mentre una ragazza dai capelli neri a caschetto gli stava raccontando la sua estate.
“Molto interessante Pansy, davvero una gioia sentire i tuoi racconti” disse Blaise sedendosi di fianco al suo amico “E quella? L’hai rubata ancora a quel perdente di Paciock?”
“Mh?” mugugnò Draco prendendo la palla con la mano e girandosi verso l’amico Serpeverde. “L’ho trovata per terra sui binari, ma sicuramente è la sua” rispose con un tono di voce pacato, ma annoiato.
“Avete visto la botte? Mi son stancata di scriverle insulti su carta, voglio divertirmi a vederla piangere” disse euforica Pansy.
“Io non sarei così ansiosa, vederla potrebbe crearti un trauma…non so come dire, è diventata forse la più carina della nostra casa”
Pansy lo guardò con occhi sbarrati, mentre Draco non si sorprese più di molto.
“Era anche ora che si desse una ripulita” disse il biondo mentre altri due ragazzi si sedevano con loro “alla buon’ora…Goyle, Tiger”
“Non trovavamo la carrozza, diamine a loro che l’hanno messa in fondo” disse Goyle.
“E’ sempre stata la prima carrozza, razza di Gargoyle” disse Pansy quasi schifata dall’avere quel ragazzo di fianco.
 
In un’altra carrozza, tre ragazzi avevano preso possesso di una cabina e si erano sistemati comodamente.
“Harry ti ripeto che non so cosa ho visto, magari si stava solo alzando la manica perché aveva caldo e io ho frainteso”
“Hermione, ma perché stai cercando delle scusanti? Quello che abbiamo visto è palese: Draco Malfoy è un Mangiamorte!”
“Non puoi essere marchiato se non hai compiuto i diciassette anni…” sussurrò Ronald Weasley grattandosi la testa.
“Cosa?” chiese Harry girandosi verso l’amico.
“L’ho sentito dire a papà durante una riunione dell’Ordine, Draco non può diventare un mangiamorte, almeno…non per ora”
Harry si zittì cominciando a guardare fuori dal finestrino, mentre Hermione, dopo avergli dato uno sguardo di comprensione, si mise a leggere il nuovo testo di Trasfigurazione.
Dopo qualche minuto la porta dello scompartimento si aprì.
“Ciao ragazzi, avete per caso trovato una ricordella? L’ho persa di nuovo…” disse Neville abbassando lo sguardo come un cane in pena.
“No, ci dispiace Neville…magari l’hai lasciata solamente a casa” provò a rassicurarlo Ron.
“Proverò a scrivere a mia nonna, magari hai proprio ragione!”
Sorridendo richiuse lo scompartimento che venne aperto quasi immediatamente.
“Eccovi qui, vi ho cercato ovunque…per caso sono pure finita nella carrozza dei Serpeverde, per poco non mi cacciavano con qualche maledizione”
Ginny Weasley, sorella di Ron, era una ragazza dal corpo minuto e dai lunghi capelli color rosso acceso. Si sedette di fianco a Harry che di rimando le fece un sorriso non tanto innocuo.
“Sapete chi non ho visto?” chiese Ginny mettendosi in bocca una gelatina tutti i gusti+1 e senza aspettare risposta disse “quella ragazza un po’ cicciottella di Serpeverde”.
“Quella odiata persino dalla Parkinson?” chiese Ron prendendo una manciata di gelatine dalla scatola della sorella che lo fulminò con lo sguardo.
“Sì lei…com’è che si chiamava?”
“Stone, Ginny, Stone…suo padre stava per fare a pezzi il nostro l’anno scorso nell’ufficio misteri”
“Ah…era suo padre quello?! Per la barba di Merlino, non l’avrei mai detto”
“Boh, magari oltre che brutta è pure stupida” disse Ron “Ahio!” urlò poco dopo. Hermione gli aveva tirato il libro sul braccio.
“E’ una ragazza molto intelligente, è stata solo smistata nella casa sbagliata” disse risistemando il libro sulle sue gambe con fare altezzoso.
 
Elizabeth aveva girato tutta la carrozza e l’unico posto libero era proprio al tavolo di Pansy Parkinson. Facendo un grosso sospiro si avvicinò con l’aria più decisa che poteva permettersi.
“La carrozza è piena e l’unico posto libero è questo” disse sfidando con lo sguardo l’altra ragazza.
“E allora? Non è affar mio” disse sogghignando “Non puoi sederti”
“Non mi sembra di avertelo chiesto, Pansy, io mi ci siedo, senza il tuo o di qualcun altro permesso”
Si sedette facendosi mentalmente i complimenti, prese dalla borsa un libro e lo appoggiò sul tavolo. Con la coda dell’occhio notò Blaise fare diverse smorfie ai suoi compagni per far capir loro chi fosse la nuova arrivata al tavolo, Tiger e Goyle giocare a sparaschiocco, Pansy cercare di interpretare il messaggio di Blaise e Draco, avendo capito con chi aveva a che fare, tenerle lo sguardo addosso.
Dopo diversi minuti, Elizabeth trovò difficile concentrarsi sulla lettura con lo sguardo di Malfoy puntato addosso. Chiuse il libro di botto e ricambiò lo sguardo.
“A cosa devo tutto questo interesse Malfoy?” chiese poggiando le mani sul suo libro.
“Mi chiedevo come mai tuo padre è stato uno dei pochi a non finire nemmeno una volta ad Azkaban”
“Forse perché fa il suo lavoro meglio degli altri, perfino meglio di tuo padre”
“O forse è talmente vigliacco che appena c’è da metterci la faccia, fugge”
Negli occhi del ragazzo si potevano vedere due piccoli uragani farsi sempre più intensi, mentre quelli della ragazza erano in fiamme. Senza pensarci un minuto di più impugnò la bacchetta e salì sul tavolo piegandosi su Draco per avvicinargli la bacchetta al petto.
“Prova a ripeterlo” sussurrò premendo la punta della bacchetta sul suo corpo.
Sul volto di Draco si disegnò un mezzo sorriso, con due dita prese la bacchetta della ragazza e la allontanò dal petto.
“Provaci ancora Stone e vedrai quanto io possa esser gentile”
Elizabeth si rimise seduta, lanciò uno sguardo d’odio verso il biondo e tornò a dedicarsi al libro, come se niente fosse successo.
“Stone?! ElizaBOTT Stone?!”
“Ci sei arrivata Pansy, vuoi una pacca sulla spalla?” rispose la ragazza senza staccare gli occhi dal libro.
“Te l’avevo detto che saresti rimasta traumatizzata” sussurrò Blaise a Pansy che continuava a guardare con occhi sbarrati la compagna Serpeverde.
 
Angolino terrestre:
Buooongiorno giovani maghi e streghe! Volevo solamente dire che avevo già pubblicato questa FF con un altro account che è andato perso, PUFF, scomparso...(in realtà non ricordo nè nome, nè password, nè email :D)
Comunque aggiornerò settimanalmente per quanto mi è possibile. Non fisso un giorno perchè sono sempre in ritardo, quindi quando esce...esce! :D
Un beso,
Nightingale1993
  
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