Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Lou Asakura    02/07/2008    12 recensioni
Jasper Hale aveva un problema.
Be’, probabilmente definirlo uno solo potrebbe risultare un errore.
Dunque, Jasper Hale aveva numerosi problemi.
Il primo, e probabilmente più importante, era senza dubbio la sua insofferenza al regime alimentare dei Cullen.
Il secondo, meno evidente ma altrettanto inevitabile, era il suo continuo sentirsi una creatura più indegna e terribile di quanto in realtà non fosse (era solito cadere in depressione per un nonnulla, rinchiudersi nella propria stanza ripetendo a volume inudibile “sonounmostrosonounmostrosonounmostrosonounmostro”. In quel caso, una sonora botta in testa era l’unico antidoto).
Comico, probabile OOC. [Perchè Jasper ha bisogno di affetto ù.ù]
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Troubles of Jasper Hale

Troubles of Jasper Hale

{ My favourite brother }

 

«Am I your favourite brother

 

 

 

 

 

 

 

Jasper Hale aveva un problema.

Be’, probabilmente definirlo uno solo potrebbe risultare un errore.

Dunque, Jasper Hale aveva numerosi problemi.

Il primo, e probabilmente più importante, era senza dubbio la sua insofferenza al regime alimentare dei Cullen.

Il secondo, meno evidente ma altrettanto inevitabile, era il suo continuo sentirsi una creatura più indegna e terribile di quanto in realtà non fosse (era solito cadere in depressione per un nonnulla, rinchiudersi nella propria stanza ripetendo a volume inudibilesonounmostrosonounmostrosonounmostrosonounmostro”. In quel caso, una sonora botta in testa era l’unico antidoto).

Il terzo problema era sua moglie, Alice Cullen, e le sue idee malate. Come quella di comprargli una camicia rosa, ad esempio. O quella di mandarlo a fare la fila alla posta centrale di Forks, seppur al corrente della sua insofferenza all’odore umano.

Il quarto problema erano i suoi capelli, tendenti spesso al -per niente piacevole- effetto Super Sayan.

Il quinto, più intimo ed inimmaginabile,  non l’avrebbe mai rivelato ad alcunché, neppure a sua moglie. Perché era piuttosto paradossale per un vampiro, soprattutto per lui, avere un problema del genere.

Lui era solito chiamarlo “leggera depressione da mancanza di sangue umano”, attribuendo al liquido rossastro quella sensazione di disagio causata in realtà da un banale, seppur illogico per un vampiro, bisogno di affetto.

 

Jasper Hale necessitava di continuo affetto e approvazione.

Di certezze solide, in pratica.

Cosi, se la famiglia decideva quell’anno di non festeggiare il Natale come al solito (gita in Alaska, vacanza sulla neve), immediatamente il piccolo Jasper (Jazz, come soprannominato da Alice) cadeva in stato di profonda isteria, pestando i piedi per terra, sradicando alberi, minacciando di distruggere l’amato pianoforte a coda di Edward.

Escludendo questi piccoli inconvenienti si comportava la maggior parte del tempo in modo completamente normale, nonostante a volte tendesse a fagocitare gli altri membri della famiglia con richieste che rasentavano l’assurdo.

Come quella volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

«Forks, Cullen House, sitting room. »

 

 

 

 

«Jasper, dammi il telecomando, devo guardare la partita di baseball!»

Emmett sprofondò sul divano, sedendosi a circa mezzo metro dal fratello, intento ad osservare con enorme interesse qualcosa dietro lo schermo della TV.

«Ehm, Jasper?» domandò, non ricevendo risposta.

«Sssh. Zitto» lo liquidò il biondo, tornando a concentrarsi sullo schermo. Sentìì l’enorme fratello sbuffare.

«Ma dico, poi, cosa starai guardando di più importante della partita di baseball?»

Un breve sorriso attraversò il viso di Jasper, per spegnersi subito dopo. «Una Soap».

La mascella di Emmett si allungò fino a raggiungere il pavimento.

«Una SOAP?!» sbuffò, alzandosi di scatto. «Da quando ti interessano?! Diamine, Jasper, pensavo che in questa casa fosse Esme l’unica interessata alle soap!».

L’altro sorrise ancora, stavolta con una punta di entusiasmo. «Anche Alice e Rosalie, se è per questo.»

«ROSE guarda questa roba?!».

Jasper gli fece segno di zittire, per poi rivolgere nuovamente gli occhi privi di tempo verso lo schermo colorato.

Aldilà del vetro, due ragazzi parlavano fra loro. Pareva stessero discutendo di qualcosa di estremamente importante, finchè uno di essi, il più giovane, si allontanò rapido gridando all’altro “Ti ringrazio per l’aiuto, sei il mio fratello preferito!”.

In quel momento Jasper pensò che sarebbe stato bello essere il fratello preferito di qualcuno.

Sentirsi dire “grazie mille, Jass, come farei senza di te!”.

«Emmett?» domandò, quasi senza pensarci. «Chi è il tuo fratello preferito?».

L’altro ci pensò su un attimo, prima di rispondere con assoluta innocenza «Edward, credo. Perché?».

Jasper scosse il capo, rassegnato, lanciando il telecomando al fratello. «Guarda pure la partita, se vuoi».

Dopodichè si allontanò, gli occhi illuminati da nuovo ardore, partendo alla disperata ricerca di qualcuno che l’avrebbe considerato finalmente “il suo fratello preferito”.

Ehm. Partendo, poi. Non si allontanò da casa sua, ma questo è un dettaglio irrilevante.

Attraversò numerosi problemi durante il suo viaggio. Stanze impervie, corridoi infiniti, cortili stregati… e finalmente, scorse l’obbiettivo.

Seduta con grazia all’enorme tavolo da giardino stava Rosalie, impegnata a ritoccarsi lo smalto e rimirarsi allo specchio.

Alla vista della sorella (gemella, secondo la versione per gli estranei), il nostro intrepido Jasper sentì che la missione stava per essere compiuta. Ce l’aveva fatta.

«Ciao, Rose» la salutò, come se stesse passando li per caso.

«Oh, ciao Jasper». Rispose, e tornò immediatamente alle sue occupazioni.

“Bene, e ora come faccio?” si domandò il biondo, fingendo di osservare le rose ai bordi del giardino. Bisognava trovare il modo per porre la domanda senza destare sospetti di alcun genere.

Assunse un tono assolutamente casuale e disinteressato. «Ehm, Rosalie. Prima l’ho già chiesto ad Emmett, è che ho una curiosità…chi è il tuo fratello preferito?». Domandò, tutto d’un fiato.

La vampira alzò gli occhi dalle proprie unghie e fissò il gemello, come fosse matto.

«Ehm… nessuno in particolare, perché?».

«Oh, niente. Te l’ho detto, ero solo curioso».

Sentendo la depressione aumentare lentamente, il nostro intrepido Jazz si lasciò alle spalle il secondo fallimento, per andare alla ricerca di una nuova vitt..ehm, di un nuovo fratello.

Non ci volle molto.

Non appena rientrato in casa, la melodia che udì gli rivelò la posizione di Edward. Come previsto lo trovò seduto al piano, intento a suonare una sua nuova composizione.

«Ehi, Jasper!». L’altro lo notò immediatamente e smise di suonare. «Che ne pensi della mia nuova canzone? Credi che piacerà a Bella?».

«Perché lo chiedi a me, scusa?» domandò di rimando, rassegnato.

Edward ridacchiò. «Ma scusa, non sei un esperto di musica tu?».

A quel punto Jasper capì. «Non scherzare col mio soprannome,Edward», piagnucolò.

Il fratello rise ancora. Era particolarmente allegro o cosa? «Scusa, scusa. E’ solo che lo stò chiedendo un po’ a tutti, sai. Non vorrei fare brutte figure».

Jasper colse la palla al balzo. «Ah, Edward… anch’io starei chiedendo una cosa a tutti, cosi, per curiosità…».

L’altro lo guardò, interrogativo.

«…be’, mi chiedevo chi fosse il tuo fratello preferito».

Edward scoppiò in una fragorosa risata. Si, era decisamente allegro. «A dire la verità non lo so, Jasper. Conta anche sorella?»

L’altro annuì, con un groppo alla gola.

«Allora dico Alice» proclamò Edward, entusiasta.

Con sulle spalle il peso dell’ennesimo fallimento, Jasper salutò il fratello e si diresse a grandi passi verso la propria stanza.

Avrebbe potuto chiedere a Carlisle quale fosse il suo figlio preferito, ma era certo che avrebbe risposto Edward. Ed Esme… probabilmente non avrebbe saputo cosa dirgli.

Possibile che nessuno avesse bisogno di lui, come il ragazzo della soap? Infondo aveva proprio ragione Emmet… le soap opera erano una grande idiozia.

«Jazz… posso entrare?». Una voce allegra e cristallina lo distrasse da quei pensieri. Emise un sospiro strozzato. «Come se tu non conoscessi già la risposta».

La voce rise e pochi secondi dopo la piccola Alice fece capolino dalla porta. «eccoti qui, Jazz», disse, raggiungendolo e sedendosi sul letto accanto a lui. «ho appena visto Edward, mi ha detto che ti sei comportato in modo strano…».

Jasper trasalìì. LUI si era comportato in modo strano? Cos’avrebbe dovuto dire del suo caro fratello, allora, diventato improvvisamente mister allegria?

«Quella ragazza gli fa male» scherzò, causando l’ilarità di Alice. «Bella, dici? In effetti nostro fratello è molto cambiato da quando la frequenta!». Detto ciò si lasciò cadere sul letto, continuando a ridere. Jasper si lasciò scappare un sorriso, chiedendosi come Alice riuscisse ad essere sempre cosi spensierata.

«allora, com’è che all’improvviso te ne vai in giro a fare strane domande?»

«Oh be’, è una lunga storia. Hai presente quella soap…?».

Alice esplose in una risata cristallina. «Oddio, Jazz! Da quando segui le soap?».

«Oh, per favore, Alice. NON cominciare a parlare come EmmettJasper si appoggiò al muro, seccato. «E non ridere»

«Ok, giuro, mi calmo.» La vampira tornò a sedere con un gesto fulmineo, assumendo all’istante un espressione serissima. «Va bene cosi?»

Parlò e poi rimase completamente immobile. Non mosse un muscolo, finchè dopo alcuni minuti Jasper si lasciò scappare uno sbuffo divertito. «Okay, è abbastanza! Che ne dici di ricominciare a muoverti?».

La risata di Alice riempìì la stanza. «Complimenti, ti sei annoiato dopo esattamente 7 minuti e 15 secondi! Nuovo record di impazienza per Jasper Hale!».

Oh, perché tutti dovevano essere cosi dannatamente allegri?

«Jazz?». Alice lo interruppe nuovamente. Sembrava avere la capacità di percepire ogni pensiero negativo che la sua mente generasse, e spazzarlo via immediatamente, solamente parlando.

«Si, Alice?»

«Non me l’hai ancora detto».

Per un attimo non capì di cosa stesse parlando. «cosa

«cos’è che hai chiesto ad Edward e gli altri».

Jasper si sentìì sprofondare. «E’ una cosa stupida», mormorò. «E poi, tu non hai già visto la mia risposta?».

Alice scosse il capo vigorosamente. «Non hai ancora deciso se rispondermi o no».

«Ora ho deciso».

La vampira annuì, poi chiuse gli occhi e si concentrò. Restò immobile per qualche secondo, per poi illuminarsi.

«Oddio, Jazz!», rise, incapace di trattenersi. «Si tratta solo di quello?».

Lui si voltò, se avesse potuto sarebbe arrossito. «Ti sembra stupido?».

Alice emise l’ennesima risata cristallina. Si alzò sulle ginocchia per raggiungere l’altezza di Jasper e gli si appoggiò alle spalle, circondandole con le braccia.

«Su, Jazz. Se fossi tua sorella, il mio fratello preferito saresti di sicuro tu».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA

Oddio, la mia prima fan fic su Twilight XD

E non poteva essere dedicata ad altri che a Jasper e Alice. Li adoro, entrambi. Sia singoli che come coppia X3

Insomma, amo anche EdwardxBella (e non sia mai che lei scelga il cane è_é), ma di fanfic su di loro ce ne sono fin troppe, immagino XD.

Be’, che dire.

Doveva essere comica, una sorta di presa in giro a Jasper. Invece è diventata più seria di quanto volessi, anche se il contesto fa ridere (la storia del fratello preferito XD). Insomma, Jasper è un po’ OOC, ma ripeto che l’effetto voleva essere divertente.

La prima parte, quella scritta in Times new Roman, è una sorta di introduzione. Non sapevo se eliminarla, poi ho deciso di lasciarla cosi, giusto per delineare il contesto XD.

Comunque aspetto recensioni, belle o brutte che siano ù__ù

 

Per chi stà leggendo “Never let me go”, il prossimo capitolo è in cantiere, tranquilli X3.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Lou Asakura