Prologo
Erika
Sto tremando come una foglia.
Non è per il freddo, il
riscaldamento dell'auto è quasi al massimo.
Aspettavo di poter fare
questo viaggio da una vita e ora che finalmente sto realizzando uno dei
miei sogni più grandi.. tremo!?
Sapevo che sarebbe
successo, l'agitazione mi arriva in ritardo, sempre nel momento sbagliato,
ma ho comunque sperato fino all'ultimo che mi iniziassi ad agitare prima
dei quaranta minuti precedenti alla partenza.
O meglio ancora, che
l'agitazione non arrivasse proprio. Sto andando all'aeroporto per partire
per Londra.
Non riuscirei a dire
questa frase ad alta voce nemmeno se volessi, non riesco ancora a
realizzare che lo sto facendo davvero.
Pensavo e ripensavo a
questo viaggio da quando avevo più o meno undici anni e ora, che ormai ne
ho sedici, ho paura di sbagliare.
Ma sbagliare cosa?
Infondo non sto sbagliando assolutamente nulla, sto solo partendo per Londra
con la mia grande amica Silvia.
Lei è unica; è bella,
pervertita e simpatica... è alta e magra, capelli rossi -tinti-, occhi castano
chiaro tendente al verde. Che dire... Bellissima, anche se lei non lo
ammetterebbe mai.
A pensarci nessuna
adolescente si sente bella e con l'età l'autostima non aumenta, ci serve sempre
qualcuno che ci ricordi che siamo belle, qualcuno che ci apprezzi per come
siamo, ma non un adulto, un genitore o un'amica.. noi ragazze abbiamo bisogno
che ci venga detto da un ragazzo, magari il ragazzo che ci piace, così
l'autostima cresce, perchè se è una persona che amiamo, sentirsi dire che sei
bella è... speciale.
Sono appoggiata con la testa al finestrino mentre ascolto le voci dei miei idoli, gli One Direction, cantare sulle note di You and I.
Questa canzone mi mette
sempre un po' di tristezza, non so se per il ritmo o per il significato o
magari perchè finisco sempre per ascoltarla in momenti come questo. Mi mancherà
la mia stanza, i miei poster, il mio letto.. mi mancherà la mia mamma.
Piove. Guardo le
goccioline scendere velocemente sul vetro del finestrino tifando per quella più
grande che ovviamente vince arrivando prima.
Prendo il cellulare
dalla tasca sentendolo vibrare.
Da: Silvia
''Dove sei?''
A: Silvia
''Sono quasi all'
aeroporto, tu?''
Appoggio il telefono sulle gambe osservando un aereo poco lontano che scompare sopra alle nuvole.
Pensare che tra pochi
minuti sarei risalita su un' aereo mi mette ansia, lascerò tutto e tutti per
andare a Londra. Il mio cuore inizia a battere velocemente e cerco di fare dei
respiri profondi il più silenziosamente possibile.
Da: Silvia
''Non lo so! Mia mamma
non mi vuole rispondere, ca...volo''
A: Silvia
''Cavolo? Cavolo? Tu che
dici cavolo? Che ne hai fatto della mia amica?''
La risposta non tarda ad arrivare.
Da: Silvia
''Mi sto allenando...a
Londra mica posso parlare come una scaricatrice di porto...là sono tutti fini e
per bene!''
Faccio fatica a
trattenere le risate. Lei? Fine e Per Bene!?
A: Silvia
''Cazzo, è vero!''
Noto con piacere che la pioggia sta lentamente calando fino a svanire e un raggio di sole buca le nuvole scure.
Da: Silvia
''Ecco, comincia anche
tu a parlare come un emerita testa di…cavoletti di bruxelles''
A: Silvia
“Ahahahhah, cavoletti di
bruxelles!”
Da: Silvia
“Cazzo ridi?”
A: Silvia
“Finezza!?”
Alzo lo sguardo dal telefono notando che siamo arrivati in un parcheggio enorme.
Essendo le 8 di mattina
non c'è molta gente e non faccio fatica ad avvistare Silvia e sua madre. Mia
mamma parcheggia affianco alla loro auto e io scendo velocemente per salutarla.
Silvia
Cazzo, ma quando minchia
si arriva? Io voglio l’aeroporto!
-Mamma, quanto manca?-
chiedo impaziente.
-Tesoro, questa è tipo
la ventesima volta che me lo chiedi e se te lo devo dire mi hai davvero rotto!-
dice con un sorriso finto.
Che due palle…no,
aspetta! Io sto per andare a Londra, non posso essere cosi volgare, cazzo! Da
ora non penserò neanche una parolaccia!
Sento il telefono
vibrare in tasca e lo tiro fuori velocemente.
Da: Erika
''Sono quasi
all'aeroporto, tu?''
È da quella co…scente dell’Erika che mi risponde al messaggio di prima.
A: Erika
“Non lo so! Mia mamma
non mi vuole rispondere, ca…volo”
Da: Erika
“Cavolo? Cavolo? Tu che
dici cavolo? Che ne hai fatto della mia amica?”
Simpatica.
A: Erika
“Mi sto allenando…a
Londra mica posso parlare come una scaricatrice di porto…là sono tutti fini e
per bene!”
Da: Erika
“Cazzo, è vero!”
Maleducata!
A: Erika
“Ecco, comincia anche tu
a parlare come un emerita testa di…cavoletti di bruxelles.”
Questa ragazza non imparerà mai.
Da: Erika
“Ahahahhah, cavoletti di
bruxelles!”
A: Erika
“Cazzo ridi?”
Da: Erika
“Finezza!?”
Lasciamo perdere. Guardo
fuori dal finestrino e mi accorgo che ci siamo fermate e mia madre mi sta
aspettando fuori con aria spazientita. Ma dico non poteva avvertire?
Scendo incazzata e vado
verso di lei...la fulmino con lo sguardo.
Si, il nostro rapporto è
cosi. Anche ora che sto per partire per Londra sola con la mia amica Erika
tratto mia madre di merda. Ma fra noi non c'è il classico rapporto tra madre e
figlia....lei è come se fosse la mia più carissima amica e con lei non mi
vergogno di niente, anzi.
Ora basta
sentimentalismi che non sono il tipo!
Mi guardo intorno e
incontro gli occhi castani di Erika, la vedo sorridere triste.
Ma cosa cazzo c'ha sta
ragazza? Insomma questo è il sogno di una vita.
La guardo venirmi
incontro con i capelli neri -tinti- al vento. Indossa le sue amate panta nere,
una maglietta semplice e la felpa aperta.
-Perchè cazzo sei
triste?- le urlo contro arrabbiata.
-Perché tutti questo mi
mancherà!- dice con un sospiro.
-Mica stiamo andando in
guerra su su- la incito.
-Ok, ma guarda che qui
quella che ha pianto ieri sera sei tu!- dice.
Dettagli.
Dettagli.
Scuoto la mano mandandola a fanculo. Mi guarda con aria soddisfatta.
Dopo aver preso le
valigie entriamo in aeroporto con le nostre mamme.
Che il gioco abbia
inizio....
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Spazio Autrici:
Ciao, sono Erika.
Lo spazio autrice lo
scriverò completamente io perchè Silvia è andata a dormire da un pezzo e visto
che io domani non ho scuola mi sono occupata di pubblicare la storia eccetera..
Spero che il prologo
vi sia piaciuto. Rispondiamo a TUTTE le recensioni anche se dubito ce ne
saranno molte.. ma lo spero! Accettiamo anche critiche.
Il prologo è
un'introduzione in cui descriviamo in grandi linee noi stesse e il viaggio che
stiamo per intraprendere... Non so che altro dire quindi vi lascio.
Un bacio, alla
prossima!
Erika