Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Directioner_2001    21/03/2014    2 recensioni
*TRATTO DAL DICIASSETTESIMO CAPITOLO*:
"Cominciamo gli Hunger Games.
Gli Hunger Games è vendicare, non uccidersi.
Ed è questo che dobbiamo fare io e David.
Vendicare i nostri tre amici.
Cuori spezzati, lacrime che scendono.
Questi sono gli Hunger Games.
Amicizia e amore: cosa prendere e cosa lasciare.
Ho preso l'amore, mi hanno ripagato con l'amicizia.
Ora inizia la rivoluzione.
In questo istante."
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Uno.

-Ah!- urla Effie un po' arrabbiata.- Primrose Mellark, schiena dritta e gomiti giù!- mi fa la ramanzina.
Una delle tante che mi fa sempre all'ora di cena.
Così va la mia vita dopo che ho vinto gli Hunger Games.
Ho ormai tredici anni, e sto passando il tempo più brutto della mia vita.
Bevo un po' di succo d'arancia svuotando tutto il bicchiere, pulisco le mie labbra con il fazzoletto che rimetto sul tavolo e sposto la sedia all'interno dopo essermi alzata.
-Scusami.- la Trinket interrompe la mia passeggiata verso la porta, e quindi sono costretta a voltarmi.- Non ti ho congedato.
-Mi congedo da sola allora!- dico vincente andandomene.
Ormai sta diventando un po' più cattiva, maliziosa ma soprattutto vanitosa.
Dov è la Effie di un tempo?
Esco di casa e rivolgo lo sguardo verso quella alla mia sinistra.
Quella di David.
La sua famiglia vive lì.
Non ci parliamo dal giorno in cui gli ho svelato l'idillio.
E questo mi fa male.
Non siamo rimasti amici.
Solo conoscenti.
O magari...per lui, estranei.
Scuoto la testa per scacciare quel brutto ricordo e corro verso il portone del Villaggio dei Vincitori.
Apro il cancello, quando all'improvviso sento i passi di qualcuno.
Non ho niente con cui proteggermi.
Così, quando quella persona mi poggia la mano sulla spalla gliela prendo, e piegandomi sulle ginocchia lo faccio cadere davanti a me con una mossa di karate.
-David!- urlo buttandomi a terra, davanti a lui.
Gli prendo il capo, poi il polso per sentire il cuore.
Il cuore batte ancora.
E' solo svenuto, credo.
Lo scuoto un po' per vedere se reagisce, ma quando lo rimetto a terra emette un gridolino acuto.
-David, sei vivo?!- chiedo.
-Mh..sì, ho solo sbattuto la testa.- ancora con gli occhi chiusi e voce bassa mi dice.
-Sii...- rido dolcemente mentre gli tocco le cicatrici sul volto, quelle procurate dagli Hunger Games.
Lo prendo per le spalle e mi chino un po' di più solo per stringerlo a me molto ma molto forte.
-Dimmi quando ti fa ancora male.- gli dico.
-Ora mi rialzo.
-Sicuro?
-Si..-annuisce.
Accarezzo i suoi capelli mori mentre spero che non si sia fatto nulla.
Controllo la mia mano.
Non è rossa del suo sangue.
Appena mi allontana solo per alzarsi, gli porgo la mano per aiutarlo, ma rifiuta facendo tutto da solo.
-Cosa volevi?- chiedo imbarazzata.
-Nulla, solo dove andavi.
-Un giro, niente di che tranquillo.
-Okey, ritorno a casa allora...
-Aspetta...- lo fermo per un polso.- Verresti con me?
-Ho da fare.
-Ma non sai neanche cosa devo fare.
-So che centra Anderson.
-Quando parte il treno?- sbuffo cambiando discorso.
-Tra poco.-risponde.
-Vado a salutare Matt, allora.- lo avverto annuendo.
-Daccordo, è meglio che io vada, ci vediamo dopo.- dice voltandosi verso casa.
-Si, a dopo.- chiudo il cancello alle mie spalle e mi avvio verso il Giacimento.
La casa di Matt non è lontana.
Una passeggiatina di 5 minuti non fa male a nessuno, no?
Arrivo davanti alla sua porta, busso con le nocche e aspetto che mi apra.
-Ciao...- lo saluto sorridendo.
-Ciao Prim, dimmi.- è indifferente.
Nè un sorriso nè uno sguardo annoiato.
Niente.
INDIFFERENTE.
-Verrai oggi?- gli chiedo, sono ancora sulla soglia della porta di casa.
Non mi invita ad entrare? :/
-Credo di no, devo accudire Tessie e Philip.
Tessie? La sorellina dagli occhi azzurri azzurri come il cielo e capelli rossi.
Mi faceva tanto ricordare Madlyn.
Philip è uguale.
Sembrano tanto gemelli.
E Matt invece no.
Capelli ricci scuri e occhi grigi.
Non male, vero?
-E Jesy?
-Mamma è a lavoro.
-Lavoro?
-Sta lavorando al Mercato Nero.
-Oh...- rispondo dispiaciuta.-E' per David che non vuoi venire?
Annuisce ruotando gli occhi.
-Non fare così, lo sai che è una finta.- sussurro, sperando che nessuno mi senta.
-Siete stati bravissimi a fare gli attori.- scherza apparentemente sarcastico, entrando in casa.
Entro anch'io seguendolo, quando mi chiude la porta del bagno in faccia.
-Matt...-lo chiamo battendo un pugno sulla porta.-Matt apri.
-No.
-Apri.
-No, non voglio.- ora è serio.
E quando ha un'idea, nessuno gliela può togliere.
Una cosa imparata negli anni passati accanto a lui.
-Ti prego Matt...sai che io ho sempre avuto bisogno di te.- dico a bassavoce battendo la fronte contro la porta.
Faccio per cadere, quando la porta si apre.
Ma Matt mi afferra in tempo, regalandomi un bacio.
-L'ho sempre voluto fare.
-Mi hai baciato così tante volte.
-Mi sono mancate le tue labbra in questi due mesi.
-Le mie labbra?
-No, scherzavo, mi sei mancata tu ovviamente.- sorride.
-Certo, come se ci credo.- rido fissandolo.
-Mi sei mancata davvero, Prim.
-Allora vieni con me, e porta Tessie e Philip se vuoi...
-Non posso.
Il treno fischia e io sono costretta ad allontanarmi in fretta da lui.
-Devo andare.
-Aspettami...
-Cosa?! Non posso aspettarti, devo andare!- dico correndo verso la porta.
-Lascia che ti abbracci un'ultima volta.
Si avvicina a me e mi abbraccia forte, circondandomi i fianchi.
Stringo le mie mani dietro al suo collo fortemente.
-Non lasciarmi..- sussurra.
-Non ti ho mai lasciato Matthew, sai che io ti...
-Ti amo anch'io Prim.- sorride.
Poggia le labbra sulle mie, a stampo.
Ci resta per qualche minuto ancora quando mi stacco, per mio istinto.
E poi continua, ma non c'è tempo.
Glielo ripeto così tante volte.
-Devo andare.
-Quando ci rivedremo?
-Quando tutto questo finirà.
-Ci vedremo nei boschi?- mi chiede.
Mi giro verso di lui e sorrido.
-Certo- rispondo dandogli un altro bacio e scomparire davanti ai suoi occhi, correndo verso la ferrovia.
*************
Corro verso il treno.
Tutti mi aspettano.
-Scusate!!- urlo, poggiando i palmi sulle ginocchia mentre prendo fiato.
-Muoviamoci su.- papà mi conforta, accarezzandomi la schiena.
Mi rimetto in piedi e annuisco, salendo i scalini che portano all'interno del vagone.
Il salotto.
Raggiungo le poltrone insieme a David e ci buttiamo di peso su di essi, stanchi morti.
-Ragazzi, questa non è educazione!!- ci rimprovera Effie.
ANCORA? E MO BASTA. :@
-Basta!- urlo, attirando l'attenzione di tutti.- Sono stanca di sentire sempre le tue ramanzine, mi sono completamente infastidita di te e tutti quelli di Capitol City e le vostre maniere!!Grr!- ringhio contro di lei mentre scappo via.
Dopo neanche esserci stata 1 minuto in quel vagone.
-Vado io.- sento dire.
E' David.
Mi nascondo dietro ad una parete, mentre lo vedo correre nel corridoio che pochi minuti prima avevo preso.
Ne percorro un altro, però.
Questo porta ad un'altra stanza.
Quella che non ho mai visto durante i 86esimi Hunger Games, il primo treno che io ho preso in vita mia.
Con le maniche del mio maglione riscaldo le mie mani nascondendole.
Ci soffio sopra mentre provo a riscardarle.
Ci sarà forse un condotto dell'aria che porta freddo su di me?
Poco prima sentivo un caldo.
E ora sto diventando un ghiacciolo vivente.
Devo andarmene.
Prendo un altro corridoio, senza ritornare indietro.
-Prim!- sento dietro di me.
Corro il più possibile, ma vengo presa da David e messa sulla sua spalla.
-Lasciami! Ah!- urlo battendo i pugni sulla sua schiena, mentre mi tiene stretta mettendo un braccio attorno alle mie gambe.
-No!
-Rimettimi giù, io non mi scuso con Effie!- sferro alcuni calci contro di lui, ma non ci riesco.
Mi posa delicatamente sul letto, e si sdraia anche lui sospirando per la fatica.
Non so cosa dire.
Vado nel panico.
Così.
Sono totalmente strana, e lo ammetto con tutta me stessa.
-Perchè sei scappata?- mi domanda per primo.
-Sta diventando insopportabile!-rispondo andando su tutte le furie.
Mi blocca le mani per i polsi e mi sussurra tante volte un: "Tranquilla, calma!".
Come faccio a stare calma?!
Mi alzo dalla mia posizione scomoda e mi avvicino al finestrino che da una visuale perfetta, però veloce.
Poco dopo mi viene alle spalle, e sento il suo respiro infrangersi sul mio collo che causa il mio rossore sulle guance.
-Perchè quando siamo a casa sei freddo mentre qui, sei tutt'altro?- chiedo stranita.-E' per Matt, vero?
-Si. 
-Non cambierete mai.- mi rivolgo verso di lui, distogliendo lo sguardo dal paesaggio lì fuori solo per Dav.
-Lo so.
-Non sono una bambolina, quella che ci sta sempre male qui sono solo io, quindi lasciatemi in pace tutti e due!- urlo contro di lui battendo i pugni sul suo petto, ma mi tiene stretti ancora i polsi.
Faccio per scappare.
Ma lui mi segue, e lo lascio fare.
-Voglio solo esserti amico.
-Sai che io non voglio amici e che non ci so fare quindi che importanza ha?- gli chiedo ancora camminando verso il nulla.
-Ha molta importanza invece, voglio solo che tu mi voglia bene come un normalissimo amico.- spiega fermandomi, solamente stringendo le sue braccia sui miei fianchi.
-Io non voglio amici, nè fidanzati nè altro, voglio stare sola.- mi scosto da lui, ma non ricomincio a camminare.
Stiamo già in un incrocio.
E io non voglio andare nè a destra, nè a sinistra e nemmeno verso il vagone salotto o qualcos altro.
Voglio stare SOLA.
-E Matt non è tuo amico?- ricomincia.
UFFA!
-Lui è un'altra cosa, non centra niente con tutto questo.- non voglio guardarlo negli occhi.
Mi ci perderei solo.
-Invece sì, che centra!Perchè lui lo accetti mentre a me non mi dai manco un po' del tuo tempo!- grida ora.-E guardami quando ti parlo.- mi afferra il meno costringendomi.
-Ti darei tantissimo del mio tempo, ma con la stronzaggine di Matt unita alla tua è difficile farlo.- e con questo lo stendo, rimane fermo mentre io mi allontano sempre di più da lui.- E non mi puoi costringere!
-Quindi stai dicendo che io sono stronzo?- continua.
-Si.- rispondo fulminandolo.
Come sta facendo lui adesso con me.
-Ragazzi.- ci interrompe mia madre.
-Cosa c'è?- dico avvicinandomi verso di lei, e quando la raggiungo mi poggia un braccio sulla spalla.
-A tavola.- mi lascia un bacio sulla guancia e ci fa segno di seguirla.
-Pronto a sorridere?- chiedo sarcastica.
-Sì, e te?- anche lui è sarcastico, e si è accorto della mia battuta.
-Non troppo.- rispondo.
-Ricorda, noi stiamo insieme.
-Si, insieme.- sbuffo.
-Io vado, divertiti da sola.- dice soltanto, sorpassandomi e correndo il più veloce possibile da me per arrivare al vagone della cucina.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Directioner_2001