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Autore: fedekost    02/07/2008    2 recensioni
Quando Jamie si svegliò quella mattina non aveva idea che la sua vita sarebbe radicalmente cambiata. L'arrivo del misterioso signor Robinson aveva scombussolato la routine quotidiana della sua famiglia, che non sarebbe mai piùritornata come prima. Seguite Jamie nelle sue avventure nel mondo di Hogwarts e (ri)scoprite con lui l'emozione di (ri)vedere tutto come se fosse la prima volta!=PAUSA ESTIVA=
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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=Nota dell’Autore=
Dunque ragazzi, ecco a voi il capitolo sette! Spero vi piaccia, è ambientato nell’espresso di Hogwarts e Jamie, come suggerisce il titolo, comincerà a fare qualche nuova conoscenza. Non ci sono particolari colpi di scena, ma c’è un particolare che, se qualcuno di voi è stato attento nella lettura dei capitoli precedenti, saprà riconosce. Vediamo un po’ chi ci riesce…

CAPITOLO VII
Era passata ormai una mezzoretta dalla partenza del treno, scandita dal suono delle lancette dell’orologio di Jamie che infrangevano il silenzio snervante che regnava nello scompartimento.
Appena dopo la partenza Jamie si era seduto, accomodato e aveva cominciato a guardarsi intorno, cercando di scoprire qualcosa di magico in quel treno, ma tutto sembrava tremendamente normale e ordinario.
Aveva un’irrefrenabile voglia di sporgere la testa fuori dalla porta dello scompartimento per vedere tutti i suoi compagni di scuola maghi e streghe che si ritrovavano con i loro amici e, soprattutto, aveva voglia di conoscere qualcuno.
Solo una cosa gli impediva di fare ciò: la vergogna.
Si vergognava di quello che gli altri avrebbero potuto pensare di lui, del fatto che non era cresciuto fra i maghi e del fatto che non conosceva nulla dell’affascinante mondo che, metro dopo metro, gli si avvicinava.
Così passarono altre due ore, e l’unica occupazione di Jamie fu quella di guardare fuori dal finestrino cercando di capire in quale luogo della Gran Bretagna fossero.
A scuola era bravo in geografia, ma proprio non capiva dove si trovassero.
Sospirò e si allungò sul sedile, stendendosi.
Gli occhi gli si chiusero lentamente, quasi senza che lui se ne accorgesse: la notte insonne stava cominciando a farsi sentire.
Jamie non seppe quanto tempo fosse passato da quando si era addormentato quando la porta dello scompartimento si aprì ed entrarono tre studenti.
Il primo, il più grande, sembrava avere circa quindici anni.
Era alto, con i capelli neri e folti, gli occhi color dell’oro che scrutavano Jamie cercando di capire chi fosse. Fu lui a parlare per primo.
-Oh, scusa..pensavamo che lo scompartimento fosse vuoto.-
Jamie lo guardò curioso, posando lo sguardo sulla bacchetta che aveva appoggiato sull’orecchio destro.
-Se vuoi ce ne andiamo-aggiunse in fretta.
Jamie si tirò su a sedere stropicciandosi gli occhi e osservò gli altri due che accompagnavano quel ragazzo:
la ragazza che gli stava vicino, e gli stringeva la mano, sembrava essere la sua ragazza.
Anche lei era piuttosto alta, ed era bella, molto bella.
I capelli biondi e boccolosi le ricadevano elegantemente sulle spalle e la frangetta era tenuta lontano dalla fronte con una mollettina rosa.
Gli occhi erano castani e sorridenti come la sua bocca, nella quale rilucevano due file di denti bianchissimi.
Sulle guance rosee aveva due fossette che le conferivano un’aria simpatica.
La terza figura apparteneva a un giovane che sembrava avere l’età di Jamie e che era accanto al ragazzo.
Doveva essere suo fratello, perché gli somigliava molto.
I capelli erano neri e gli occhi d’oro, e sarebbero stati molto simili se non fosse che i lineamenti del più grande erano più marcati, quasi da uomo.
Riprendendosi dall’analisi delle tre persone di fronte a lui Jamie disse educatamente:
-No, non vi preoccupate…entrate pure!-
L’undicenne era quasi sul punto di presentarsi quando la ragazza si sedette vicino a lui e lo precedette.
-Piacere, sono Reneè Sullivan, di Grifondoro. Sto per cminciare il quarto anno.-fece una pausa, per poi continuare, indicando i due dietro di sé,-Loro invece sono il mio ragazzo David Phoenix, Tassorosso del quinto anno- e a questo punto il più grande dei due fratelli fece un cenno divertito-e suo fratello Justin, di…-stava per finire la frase, quando Justin la interruppe.
-Non c’è bisogno che faccia tu tutte le presentazioni Reneè.-
Jamie notò che c’era un po’ di rancore nelle sue parole, ma non gli andava di mettere il dito nella piaga e quindi fece finta di niente. Il ragazzino intanto continuò con tono fiero:
-Io sono di Serpeverde e devo fare il secondo anno.-
Jamie allora intuì che era arrivato il momento di far sapere loro chi fosse lui, quindi si schiarì la gola e parlò.
-Io sono Jamie Summers e devo fare il primo anno.-poi aggiunse, cercando di sembrare disinvolto sebbene dentro fosse divorato dalla curiosità-Cosa sono Tassorosso, Serpeverde e Grifondoro?-
A queste parole Justin rise sonoramente, mormorando qualche parola che Jamie intuì essere una sottospecie di insulto ma che ignorò; il fratello sorrise e solo Reneè, che sembrava essere la più gentile e simpatica dei tre, si degnò di rispondere.
-Sono Case. A quanto pare provieni da una famiglia Babbana…non ti preoccupare, ti spiego io.-
Jamie sorrise di fronte alla gentilezza di Reneè, ma non poté fare a meno di porle altre due domande.
-Grazie. Cosa sono le Case? E chi sono i Babbani?-
A questo punto Justin si piegò in due dalle risate e David gli diede uno schiaffo molto sonoro sulla nuca, tanto che Justin smise di ridere e, come sua abitudine, sussurrò parole di fuoco al fratello.
-Non farci caso-cominciò Reneè indicando i due-fanno sempre così. Le Case sono quattro: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde.-
Jamie notò che a quell’ultima parola la ragazza diede un’enfasi sprezzante, ma evitò di chiedere il perché: non gli andava di sembrare invadente e insistentemente noioso.
-Ogni studente viene smistato in una Casa a seconda delle sue qualità, e la Casa sarà un po’ come la sua famiglia. Presto capirai.-continuò sorridente la ragazza, facendo finta di non vedere la piccola rissa fra fratelli che era nata di fronte a lei.
-I Babbani, invece, sono quelli senza poteri magici.-aggiunse semplicemente.-Domande?-
Jamie esitò. Effettivamente erano nate in lui un milione di domande, ma la più sensata da fare gli sembrava questa: -Come veniamo smistati?-
Reneè sorrise e misteriosamente disse:
-Con il Cappello.-
Jamie passò il resto del viaggio con Reneè, David e l’irritante Justin, chiacchierando del più e del meno, ma principalmente di Hogwarts.
Fu così che scoprì la difficoltà della magia, e la complessità di ogni materia.
Quella che lo spaventava di più era Trasfigurazione.
-Tanto studio e un po’ di fortuna.- aveva detto semplicemente David quando Jamie glie lo aveva confessato.
-È quel “tanto studio” che mi spaventa…-rispose Jamie malinconicamente guardando fuori dalla finestra.
Fin’ora aveva frequentato la scuola privata con tutti i figli delle più importanti persone di Londra e quindi non aveva mai studiato davvero.
All’ora di pranzo era arrivata una donna gentile, sui trent’anni, che spingeva un carrello carico di dolci e cibo di tutti i tipi.
-Qualcosa dal carrello?-
Aveva chiesto pacatamente mostrando loro tutto il suo repertorio.
Fosse stato per Jamie avrebbe comprato tutto, ma si ricordò che aveva il portamonete riposto in fondo al baule sepolta da tutti i suoi averi, e non gli andava proprio di cercarli.
-No, grazie.-rispose educatamente.
Al contrario di lui, i due fratelli si fiondarono sul carrello e presero un po’ di tutto, ma senza offrire nulla.
Questo suscitò una prevedibile reazione in Reneè, che portò gli occhi al cielo, incrociò le braccia e voltò le spalle a quei due preistorici che combattevano per una Bacchetta di Liquerizia.
-Ti dico una cosa.-disse improvvisamente Reneè a Jamie, facendolo sussultare-hai visto quella donna che spinge il carrello?-
Non attese che Jamie rispondesse, ma proseguì direttamente.
-Prima c’era una vecchietta…avrà avuto almeno cento anni. È morta durante l’anno scorso. Tutti sanno di lei, ormai era amica di tutti gli studenti.-
Era un po’ malinconica, ma si ricompose in fretta e guardò verso i due dietro di lei.
-Che idioti.-sussurrò a Jamie, che sorrise. Tuttavia il sussurro era abbastanza forte, perché David se ne accorse e lasciò la Bacchetta di Liquerizia a Justin, che, poiché tirava molto forte, all’inaspettata mossa del fratello andò bruscamente a sbattere con la testa al finestrino. Tuttavia, trionfante, addentò la liquerizia guardando il fratello che cercava di farsi perdonare da Reneè.
-Dai, che ti frega…-stava dicendo dolcemente David alla ragazza, che lo ignorava sorridendo a Jamie.
-Dai, perdonami…ti prego!-
A questo punto Reneè si girò e lo accontentò.
-Va bene, perdonato.-
A questo punto David la baciò e Reneè rispose.
-Ti avverto: quando cominciano non si fermano più. Ci andiamo a fare un giro?-propose Justin al nuovo arrivato sorridendo e guardando con disgusto il fratello e la ragazza che si baciavano intensamente.
Sebbene non trovasse il Serpeverde molto simpatico acconsentì, dato che non gli andava di assistere a quello che sarebbe stato lo sbaciucchiamento più lungo della storia.
Presto si trovarono sul corridoio de treno, dove numerosissimi ragazzi e ragazze dagli undici ai diciassette anni entravano e uscivano dagli scompartimenti sorridendo e giocando. Ogni tanto incrociarono qualche duello magico, ma il massimo che i ragazzi si scagliavano contro era qualche scintilla colorata che faceva il solletico.
Incontrarono anche alcuni amici Serpeverde di Justin, e quando quest’ultimo si fermava a chiacchierare con loro sulle vacanze Jamie rimaneva in disparte, imbarazzato, ad osservare da lontano quelle scene di amicizia.
Verso la metà del treno incontrarono un gruppo abbastanza numeroso di Serpeverde che si mise a parlare con Justin e, dopo parecchi minuti di solitario silenzio, Jamie decise di andarsene e tornare nello scompartimento.
Sulla strada del ritorno Jamie vide un ragazzino piccolo, più basso di lui, sdraiato per terra e completamente immobilizzato.
Subito pensò che fosse morto, ma poi, dagli occhi che si muovevano, capì che era pietrificato.
Nella sua testa suonava strana questa parola, ma comunque cercò di non pensarci troppo e di trovare una soluzione.
Già l’ansia gli era salita e le mani avevano cominciato a sudargli.
Non aveva idea di cosa fare: di sicuro un incantesimo non lo sapeva, e sebbene ne conoscesse qualcuno semplice nessuno faceva al caso suo.
Guardò per un attimo il ragazzo: aveva dei capelli corti e ricci, castani chiari.
Gli occhi erano azzurri, quasi blu, e chiunque lo vedesse non poteva fare a meno di notare che fosse un leggermente in sovrappeso.
Indossava già una divisa di Hogwarts, che come quella di Jamie era tutta nera. Da questo il ragazzo capì che anche lui era del primo anno: infatti gli amici di Justin nei corridoi avevano tutti uno stemma con un serpente cucito sul petto, a dimostrare la loro appartenenza a Sepeverde.
Gli occhi del ragazzo chiedevano aiuto, e Jamie, dopo avergli detto:
-Torno subito!-
Corse verso lo scompartimento dove Reneè e David erano “occupati”.
Quando Jamie entrò si aspettava di trovarli incollati l’uno all’altra, invece erano abbracciati e stavano parlano amorevolmente.
-Scusate ragazzi, ma c’è uno studente pietrificato fuori e io non so cosa fare.-esordì in tono imbarazzato entrando.
-Dov’è?-chiese David lasciando bruscamente Reneè e alzandosi in piedi.
Reneè, spazientita, si voltò verso il finestrino ignorando completamente gli eventi.
Jamie la guardò e si appuntò mentalmente di chiederle scusa, ma ripose in fretta a David.
-Seguimi.-
In poco tempo furono davanti al ragazzo, che li guardava implorante dal basso e supplicava il loro aiuto. Strano che nessuno lo avesse aiutato passando di lì.
-Fortunatamente è un semplice Incanto della Pastoia Total-Body, conosco il contro incantesimo.-disse sorridente David guardando il ragazzo, esaminandolo.
Sembrava che quest’ultimo avesse sentito, perché improvvisamente si calmò e cominciò a fissare David mentre tirava fuori la bacchetta da una tasca e la puntava verso il ragazzo.
-Finite Incantatem!-sussurrò, e dalla punta della bacchetta scaturì una scia di scintille rosse che colpirono il ragazzo sul petto.
Mentre David riponeva la bacchetta nella tasca il ragazzo cominciò velocemente a riprendere il colore normale e in poco tempo fu in piedi davanti a loro e si presentò.
-Grazie mille ragazzi! Io sono John Abrams, piacere!-disse riconoscente, e li seguì nello scompartimento.
Jamie non seppe dire perché, ma quel ragazzo gli ispirò immediatamente simpatia.
  
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