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Autore: Graffitisuimuri    21/03/2014    9 recensioni
Amu Hinamori è una studentessa normale che frequenta l'ultimo anno di liceo alla Seiyo Academi. E come ogni adolescente anche lei ha un amore segreto. Nel suo caso è il migliore amico: Tadase Hotori.
Amu architetta un piano: per fare ingelosire Tadase decide di chiedere a Ikuto Tsukiyomi di fingere di essere il suo ragazzo. 
Ma le cose non andranno esattamente come previsto...
STORIA SOSPESA!.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 10.
 
 
<< Allora, fammi capire bene. Ikuto  dopo aver umiliato e pestato il bel principino biondo gli è andato a chiedere scusa rivelandogli anche che non siete realmente andati a letto insieme?>>.
Amu annui vigorosamente sorseggiando il suo caffè bollente.
<< E che non ha battuto ciglio nemmeno quando quell’idiota di Tadase ha esclamato “ lo sapevo che Amu non sarebbe mai venuta a letto con te. Ha troppo buon gusto”? >>.
Amu fece segno di si con la testa per la seconda volta.
L’episodio appena citato da Rima, migliore amica e confidente della nostra protagonista, si era svolto meno di due giorni prima tra le mura della Seiyo Academy destando non poco clamore tra gli studenti.
Ikuto Tsukiyomi era andato a chiedere scusa al suo nemico giurato, la sua nemesi, Tadase Hotori mettendo da parte il suo orgoglio maschile e gli anni di rancore verso il sopra citato ragazzo. Roba da non credere.
Amu era ancora sotto shock, non credeva l’avrebbe fatto davvero, aveva già cominciato a pensare al modo di spiegare a Tadase che lei non era realmente innamorata di Ikuto e che quella storia su loro due era tutta una farsa architettata da lei stessa. Aveva quasi trovato il coraggio di rivelarglielo quando Ikuto l’aveva sorpresa mantenendo la sua promessa data pochi giorni prima nell’infermeria della scuola.
<< Amu, sei sicura che Ikuto non possa essere interessato a te in qualche modo? >> la domanda posta da Rima, che era certamente conosciuta per essere breve,coincisa e -alle volte- un filino troppo diretta, prese letteralmente in contropiede Amu.
Poteva davvero Ikuto Tsukiyomi provare qualcosa per lei? Credeva di no. Insomma, lui era tutto ciò che lei non era. Apparteneva a un mondo completamente diverso dal suo nel quale non si sarebbe mai trovata a suo agio.
Scosse energicamente il capo << stiamo parlando di Ikuto Tsukiyomi Rima!. Il ragazzo tutto “ sesso,droga e rock and roll”. Come potrebbe mai interessarsi a una come me? >> gesticolò indicandosi. << E poi anche se fosse a me piace Tadase, quindi il caso e chiuso >> incrociò le braccia al petto. Le labbra di Rima si piegarono in un ghigno soddisfatto, quasi fosse contenta delle ultime parole di Amu.
<< Perché accidenti mi guardi così Rima? Sei inquietante >> la bionda fece le spallucce allungando la mano per prendere la sua tazza di cioccolata calda. << Perché per la prima volta hai detto che Tadase “ ti piace” non che “ lo ami”>> spiegò portando la cannuccia gialla alle labbra. Amu fece roteare gli occhi << e scusami, quale sarebbe la differenza? >> Rima sospirò << la differenza sta proprio in questo Amu. Solo tu non riesci a coglierla, può essere che per te “ mi piaci” sia uguale a “ ti amo”?. E come paragonare una torta intera a una sola misera fetta!. “ Ti amo” è una promessa Amu “ mi piaci” è un pura costatazione,  è come dire “ mi piace la pizza”. C’è differenza >>. La ragazza si poggiò le dita sulle tempie cominciando a massaggiarle, come se quel discorso fosse fin troppo complicato per lei.
<< Rima, dimmi una cosa … chi è il tuo spacciatore di fiducia? >>  l’amica le diede una leggera spintarella << con te certi discorsi non si possono fare! Basta io me ne vado! >>.
Afferrò la borsa e indispettita lasciò il piccolo locale dove si erano recate per sfuggire alla pioggia che cadeva torrenziale.   
 
Non ha nemmeno lasciato i soldi per pagare la stronza.
 
E sospirando posò degli yen sul tavolo uscendo così anche lei dal locale.
La pioggia aveva smesso di cadere e il traffico aveva ripreso a scorrere. Amu si guardò a destra e a sinistra per vedere se Rima fosse nei paraggi, ma di lei nessuna traccia. Al suo posto, spuntato da chi sa dove, un bagnato Ikuto Tsukiyomi che camminava a passi lenti e regolari sul ciglio della strada con tanto di mani in tasca. Ci mancava solo che si mettesse a fischiettare.
 
Parli del diavolo e spuntano le corna.
 
Pensò la ragazza mentre velocemente si andava ad accostare ad Ikuto. Da un po’ aveva preso a considerarlo come un amico, una persona di cui fidarsi e quindi non le sembrava tanto strano avvicinarsi a lui per salutarlo. Probabilmente Ikuto la pensava diversamente perché, appena lei fu nelle vicinanze del suo campo visivo, alzò il sopracciglio destro in una smorfia di disappunto << che vuoi? >> chiese acido, mentre affrettava il passo come se stesse cercando di seminarla. Amu rimase scossa, dove era finito il ragazzo che le aveva asciugato le lacrime pochi giorni prima nell’infermeria della scuola?.
<< Maleducato che non sei altro! Io che volevo solo salutarti >> rispose lei piccata incrociando le braccia al petto. Ikuto fece roteare gli occhi << quindi adesso che mi hai salutato posso andare? >> Amu aprì la bocca per ribattere quando Ikuto la fermò alzando una mano << ti prego Hinamori non rispondere, possibile che tu non possa lasciarmi in pace nemmeno fuori dalla scuola?. Corri dal tuo bel principino e lasciami in pace >>.
 
È una donna col ciclo questo ragazzo.
 
Amu incrociò le braccia al petto risentita << mi sa che è proprio quello che farò, è stato un piacere vederti Ikuto. Ciao >> detto questo girò sui tacchi e cominciò a camminare nel senso opposto,
 
 
La guardò camminare a passo svelto e svoltare definitivamente l’angolo.
Sospirò. L’aveva trattata davvero male, lo sapeva, ma l’umiliazione subita pochi giorni prima – al quale si era sottoposto di sua spontanea volontà – bruciava ancora.
E se pensava al sorriso beffardo che si era dipinto sul volto di Tadase quando Ikuto aveva pronunciato le parole: << Ho mentito. Amu non è mai venuta a letto con me >> gli veniva quasi voglia di provocargli un secondo occhio nero e qualche altro ematoma. Ma forse le parole di Tadase erano state anche peggio << lo sapevo che Amu non sarebbe mai venuta a letto con te. Ha troppo buon gusto >> lo stava prendendo in giro, lo stava canzonando. L’impulso di togliergli quel ghigno dalla faccia gli aveva scosso il corpo, facendogli serrare i pugni lungo i fianchi.
Aveva bisogno di tempo per smaltire la rabbia, assimilarla e superarla. Nel mentre aveva pensato a un modo per tenere Amu lontano da lui almeno fuori dall’ orario scolastico, perché ormai era chiaro quanto le piacesse e quanto a lei piacesse il piccolo principino biondo. Ikuto non si era mai realmente innamorato in vita sua e non aveva ancora sviluppato un masochismo tale da decidere di provare a farlo. O forse era solo spaventato che quei sentimenti tanto nuovi potessero prendere il sopravvento. Non lo sapeva.
Perché doveva farsi tutti questi problemi per una ragazzina che conosceva a malapena?. E – soprattutto- perché il destino aveva deciso i metterla sulla sua strada?.
Sopirò passandosi tra i capelli bagnati una mano, spostando le ciocche blu che gli si erano incollate in fronte.
 
Meglio sbrigarsi, altrimenti Kamura mi ucciderà.
 
Il signor Akio Kamura era il titolare del bar dove Ikuto lavorava, un uomo bassino più sui cinquanta che sui quaranta, con una barba riccia,brizzolata quasi come i capelli. Portava spessi occhiali dalla seria montatura nera che celavano alla vista due piccoli occhi neri dal taglio tipicamente asiatico. Era un uomo estremamente saggio, sempre disposto a dare qualche consiglio. Ikuto lo considerava come un padre, si recava da lui spesso per avere consigli che lui riteneva più utili di quelli dello stesso padre. D’altro canto anche il signor Kamura aveva una certa predilezione tra i suoi dipendenti per Ikuto, forse perché ci si rivedeva.
Quel giorno tutti i dipendenti del locale si erano dovuti recare per l’organizzazione di una mega serata di capodanno organizzata da uno dei più importanti imprenditori di Tokyo. Ikuto aveva così deciso di mettere insieme lavoro e vita privata, d’altra parte non poteva fare altrimenti.
La puzza di chiuso e l’odore del fumo gli arrivò dritto alle narici risvegliandolo dallo stato semi comatoso in cui si era ritirato. Nel piccolo locale interrato il tecnico del suono provava le casse che non volevano saperne di funzionare a dovere mettendo a dura prova la pazienza di Hiroji.
<< Maledette cose! >> urlò quest’ultimo in preda alla frustrazione << adesso vi faccio funzionare io! >> ed aveva appena alzato il piede per colpire l’aggeggio quando Ikuto lo fermò facendolo sobbalzare. Si girò di scatto, rilassandosi quando il suo sguardo incontrò quello del ragazzo << Ikuto, ma ti sembra il modo? Mi hai fatto prendere un infarto >>.
<< Cosa hanno che non va? >> chiese indicando con il mento le casse. Hiroji si scompigliò i capelli verdi – rigorosamente tinti -  e sospirò << non ne ho idea! Ho provato a farla funzionare in mille modi diversi, non ci riesco e basta >>. Ikuto si inginocchiò << Hiroji >> il ragazzo si alzò tenendo stretto tra le mani un grosso filo nero << la prossima volta dovresti provare ad attaccare la spina>>.
<< Maledetta cosa! >> e mentre il giovane tecnico si scagliava in una sequela i improperi irripetibili Ikuto si diresse tranquillamente dietro il bancone. Ad aspettarlo il signor Kamura che lentamente compilava la lista dei drink << di cosa devi parlarmi Ikuto? >> chiese senza nemmeno alzare gli occhi dal foglio. Il ragazzo inarcò il sopracciglio << cosa ti fa pensare che ti debba dire qualcosa? >> l’uomo scrollo le spalle sistemandosi gli occhiali sul naso e intercettando lo sguardo di Ikuto. << Sei in anticipo, tu non sei mai in anticipo >>.
 
Sei stato sgamato Ikuto. Complimenti. 
 
Sospirò.
<< In effetti avrei un piccolo problema >>.
<< Definisci ‘piccolo’ >>.
Ed ecco un potere che solo Kamura era in grado di esercitare su di lui. lo metteva in soggezione come nessun’altro.
Si passò una mano dietro alla nuca << ecco vedi … >> cominciò mormorando << ci sarebbe una ragazza … >>. A quelle parola Akio scoppiò in una grossa risata << ed ecco, anche il nostro Ikuto caduto nella trappola dell’amore. Allora chi è la sfortunata? >>.
 
Ma come è simpatico …
 
<< Ah-ah-ah, mio Dio che ridere. E poi chi ti dice che me ne sia innamorato? >>.
Kamura cessò di ridere.
<< Oh avanti Ikuto! Sei sempre con la testa da un'altra parte e poi lo ti si legge in faccia! >>.
 
Andiamo di bene in meglio.
 
<< Perfetto! Tu si che sei rassicurante >> appoggiò i gomiti al bancone scuotendo la testa. Kamura lo guardò assottigliando lo sguardo << qualcosa mi dice che le cose non sono poi così facili come appaiono. Allora avanti raccontami tutto >>.
Così Ikuto cominciò a raccontargli tutta la storia non tralasciando nemmeno un dettaglio e mano a  mano che proseguiva le rughe sulla fronte di Kamura si accentuavano come e nel suo cervello cercasse di sbrogliare quel groviglio di parole che Ikuto gli stava riversando addosso.
<< E’ una storia complicata … >> decretò alla fine del racconto. Ikuto annuii << e allora secondo te cosa dovrei fare? >>. Un ghigno divertito si dipinse sulle labbra dell’uomo << beh una mezza idea ce l’avrei … vuoi per caso vendicarti del biondino? >>.  
 

 
Angolo autrice:
Vi prego non usate lace,forconi o mazze da hokey contro di me.
lo so che non aggiorno dal 24 dicembre che sono incorregibile e che questo capitolo non è dei migliori ma è un  di pasaggio.
Come sempre vi ringrazio delle 8 splendide recensioni. Siete unche.
Prometto di non aggiornare più cosi tardi ma come ho detto nell avviso il computer era rotto e solo adesso e ritornato tra le mani della sua padrona (me).
Detto ciò vi ringrazio di nuovo e vi auguro buona lettura.
Bacioni.

piccola98
  
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