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Autore: CrazyFantasyWriter    21/03/2014    4 recensioni
Mi chiamo Cristina, ma provate a non chiamarmi Cris e vi troverete con la testa spiaccicata al muro. Vivo a Milano, ho diciotto anni e adoro immensamente Michael Holbrook Penniman Jr. Non mi piacciono solo le sue canzoni, mi piace anche la sua personalità, il suo carisma... il suo essere pazzo. Mi chiedete se l'ho conosciuto di persona? Si, non so ancora se per mia fortuna o per mia sfortuna, sta a voi decidere. Volete davvero leggere di come mi sono ritrovata a casa di Mika, di come ho scoperto di essere innamorate di lui, di come lui ha imparato a leggere Dante e di come insieme abbiamo ammazzato le giornate di noia totale? Ehm... si, anche Mika ha dei momenti di noia, pochi, ma anche lui li ha.
Bene, se siete sicuri, ma solo se lo siete veramente andate avanti.
Che la pazzia contagi anche voi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21-Stardust

Mika mi sta letteralmente sommergendo di chiamate e e-mail, mi fa male non rispondergli e ignorare tutte ciò che mi scrive, ma devo farlo, altrimenti non riuscirò mai a dimenticarlo.

Sono tornata a vivere all'appartamento che dividevo con le ragazze prima di andare a vivere con Mika. Va tutto bene, a parte quel deficiente che ho come coinquilino.

La casa è diversa da quando l'ho lasciata. Innanzi tutto la mia vecchia camera si è rimpicciolita ancora, perché Andrea, il dolce e tenero Andrea, non aveva spazio per la sua batteria extra-large, perciò Georgia ha avuto pietà di lui e gli ha dato mezza stanza a disposizione. Inoltre, siccome lui è un ragazzo gli abbiamo lasciato una stanza tutta per sé e quindi, a turno, una di noi dorme sul divano (Andrea non lo fa mai, quindi gli abbiamo aumentato l'affitto di cinquanta euro, questo però è un segreto fra noi ragazze).

Ho ricominciato a scrivere le storie sulle Fate Acquee, mi sto divertendo un mondo a scrivere, anche perché ho un molto tempo libero avendo solo un lavoro serale alla gelateria sotto casa. Si, alla fine mi è toccata la gelateria. Ho chiesto informazioni al teatro dove lavorano Greta e Georgia, ma non ci sono posti per nessuna mansione, ho anche lasciato una mia storia che potrebbe essere di ispirazione per una rappresentazione, ma non mi hanno fatto sapere ancora niente.

E' il giorno di San Valentino, a differenza di Natale e delle altre festività che ho festeggiato con mio fratello e sua moglie oggi sarò sola e avrò il turno alla gelateria fino a mezzanotte, quanti gelati venderò la sera, in pieno inverno, davvero non lo so.

E' un mese che Michael né mi scrive e-mail, né prova a chiamarmi, sto male per questo: forse si è dimenticato di me. E' strano, ma anche se non leggevo quello che mi scriveva era piacevole sapere che lui mi pensava.

Mi alzo dal letto, mi metto una felpa blu e mi avvicino alla scrivania. C'è la foto che mi ha regalato Fortunè appoggiata a dei libri. Riesco a pensare solo all'ultima volta che ho visto Mika. Mi manca da morire... adesso dovrebbe essere in Francia, ho letto che è il giudice della versione francese di The Voice.

Sospiro e giro la foto, in modo che non possa più vederla.

“Michael, è solo per oggi” dico.

Ultimamente parlo un sacco con quella foto, forse sto impazzendo... comunque so che non mi fa bene, ma non ho il coraggio di buttarla. Ascolto anche le sue canzoni, risento la sua voce, mi fanno venire in mente le volte che ha cantato per me e anche se mi rattristano un sacco non posso farne a me. Oggi però è un giorno speciale. E' San Valentino e Mika non dev'essere contemplato nei miei pensieri.

Forse dovrei andare da uno psicologo, non posso continuare a vivere di ricordi, soprattutto perché sono diventata abbastanza intrattabile.

Quando arrivo in cucina c'è Andrea che traffica con il pc vicino ad una tazzona di cappuccino.

“Che guardi?” chiedo.

“Un' intervista” dice concentrato.

Mi avvicino ancora assonnata a lui e vedo che l'intervista che sta guardando è quella di Mika a Che Tempo Che Fa.

“Spegni quella roba” borbotto, non voglio vedere Mika da nessuna parte, non voglio pensare a cosa avremmo fatto se non ci fossimo lasciati.

“Oh... giusto, ci sei tu che mi puoi parlare di lui” dice il biondo e chiude subito il computer, “Ti prego devi aiutarmi!”

Lo squadro. So che ascolta solo rock, perché dovrebbe interessargli Mika?

“E'... è perché oggi devo uscire con una ragazza” mi spiega, poi mi sorride, arrogante come al solito, “L'ho conosciuta l'altro ieri e l'unica cosa che so di lei è che le piace Mika... almeno, stava ascoltando Stardust.”

“E cosa dovrei fare?” chiedo mentre mi preparo un tè.

“Parlarmi di lui, dirmi com'è veramente... non so: sta scrivendo altre canzoni?”

Scuoto la testa.

“Non lo so” dico distratta.

“Ma non lavoravate insieme?”

“Si, quindi?” rispondo, solo dopo mi rendo conto del tono che ho usato.

Mi da fastidio parlare di lui come se nulla fosse, non riesco a controllare le mie emozioni...

“La signorina si è svegliata con la luna storta oggi” commenta acido Andrea.

Roteo gli occhi al cielo.

“Mika è come lo vedi nei video delle sue canzoni e ai concerti, nulla di più, nulla di meno” taglio corto.

“Mika? Si fa chiamare Mika?” mi chiede, gli manca solo il quaderno per prendere appunti.

“Si, è stata sua madre la prima a chiamarlo così”

“Ho capito... e la tua canzone preferita?”

“La mia?”

“Si, la tua”

“Grace Kelly” dico e mi ritorna alla mente il nostro primo incontro, avevamo cantato insieme... Poggio bruscamente la tazza sul piano della cucina provocando un rumore sordo.

Poi esco e mi chiudo in camera mia.

Perché tutte quelle domande, perché proprio oggi?!

Mi viene da piangere, ma penso alla figuraccia che farei se Andrea mi vedesse. Prendo la foto girata al contrario ed esco dalla camera.

Stai facendo la cosa giusta. Penso.

Stai facendo la cosa giusta.

“Tieni” dico ad Andrea porgendogli la fotografia, “Quella ragazza cadrà ai tuoi piedi quando vedrà questa foto”

Lui la prende incredulo.

“Wow!” esclama.

“Gliel'ha scattata suo fratello quando aveva diciotto anni. L'unica cosa è che manca l'autografo”

“E' fantastica” dice, “Cavoli! Devi proprio essere stata fortunata a lavorare per uno come lui! A proposito: non ho ancora capito perché hai lasciato il posto”

Sento le guance infuocarsi, ma ignoro l'imbarazzo e invento una scusa:

“Lui era troppo impegnato, quindi non riusciva a studiare molto e aveva già una segretaria, perciò ho deciso di andarmene piuttosto che rimanere con le mani in mano”

“Capisco... bé, allora grazie” dice e per la prima volta su quel volto arrogante vedo un sorriso sincero e riconoscente.

Accenno un sorriso e vado a vestirmi, poco dopo sono pronta ad uscire.

“Dove vai?” chiede.

“Perché mi devi fare il terzo grado?!” esplodo prendendo le chiavi.

Lui borbotta qualcosa, che non sento, poi esco sbattendo la porta.

Perché si deve festeggiare San Valentino? E poi chi è il deficiente che ha stabilito che fosse la festa degli innamorati quando invece, in concreto, festeggiano i fidanzati?

Imbocco una via per il centro e in pochi minuti mi trovo in piazza Duomo. E' piena di ragazzi che si fanno foto mentre si baciano sotto il simbolo di Milano.

Vorrei correre via, ma è solo mattina, so che fra qualche ora le cose potrebbero anche andare peggio.

Passo davanti alla Fnac, solitamente mi fa bene stare fra i libri, così entro senza indugiare e mi inoltre fra scaffali ed espositori.

C'è un intero scaffale con più versioni della Divina Commedia. Ripenso a quando io Michael avevamo cominciato a leggere l'Inferno... ci eravamo appena baciati.

Scuoto la testa per scacciare quei pensieri, possibile che anche qui c'è qualcosa che me lo fa ricordare?

Mi sposto dai libri e vado nel reparto dei cd, è come se ci fossero dei fili che qualcuno usa per direzionare il mio passo. Devo essere completamente andata fuori di testa, perché non posso fare una cosa del genere. Avevo deciso di non farlo: di non ascoltare più le sue canzoni, di estraniarmi completamente da qualsiasi cosa mi ricordi Mika, almeno per oggi... eppure sono qui, c'è la bellissima e coloratissima copertina di Song Book vol. 1 davanti a me.

Lo prendo.

“Ha fatto questo cd per me, l'ha fatto per me!” grida una vocina nella mia testa.

Vado svelta alla cassa e pago. Corro come una pazza fino a casa.

Non posso stare senza Michael Holbrook Penniman Jr. Devo sentirlo, sentire la sua voce che mi parla. Dirgli che sono stata una scema a non ascoltare tutti quei messaggi in segreteria e a non leggere le sue e-mail e che l'unica cosa che voglio è tornare a lavorare per lui.

Mi chiudo in camera e prendo il cellulare.

Digito il numero.

Mi risponderà, ne sono certa!

Uno squillo, due squilli...

Non risponde e dopo un po' cade la linea.

Riprovo, non posso arrendermi.

Questa volta il telefono è staccato.

Senza che possa fermarle le lacrime mi salgono agli occhi. Esco dalla mia camera. Deglutisco cercando di calmarmi.

“A-Andrea” chiamo.

Il biondo esce dalla sua stanza.

Il suo sorriso arrogante scompare quando mi vede.

“Cos'è successo?” chiede.

“Nulla” dico, “Vorrei... vorrei solo...” non so come dirglielo, “Scusa, non voglio... non voglio rovinarti l'appuntamento con quella ragazza, ma... la... la foto, mi sono accorta che ci tengo davvero tanto”

Lui si mette una mano in tasca e mi restituisce la fotografia.

La guardo. No, non dimenticherò mai Michael.

“Te l'avrei restituita comunque” mi spiega Andrea, “Mi ha appena mandato un messaggio con scritto che è fidanzata”

Sembra deluso.

“E' la prima che ti dice no, vero?”

“Si!” esclama, “Sai, a volte voi ragazze siete così stupide!”

Quel commento mi ha fatta ridere.

“Sapessi quanti siete complicati voi ragazzi invece” dico di rimando osservando la foto fra le mie mani.

“Era un riferimento a Mika, vero?” chiede, “Ovviamente non mi dirai mai cos'hai e cos'è successo”

“Esattamente” dico, poi metto il cd e rimaniamo insieme nel piccolo salotto ad ascoltarlo.

“Non è così male, sai?” commenta dopo aver ascoltato un paio di canzoni.

“No, non è affatto male” dico pensierosa.

La giornata passa tranquilla, a pranzo ci siamo solo io e Andrea e scopro che in fondo, molto in fondo, non è arrogante. E' divertente e si intende abbastanza di musica. Inoltre col fatto che studia all'ultimo anno di Alberghiero fa una frittata fantastica.

“Ma dimmi ancora una cosa” dico quando ormai è tardo pomeriggio e io sono pronta ad uscire, “Perché oggi hai saltato la scuola?”

Lui alza le spalle.

“Innanzitutto è San Valentino e poi... bé, quella ragazza non sa che io vado ancora a scuola”

“Ma potevi andarci comunque, non ti avrebbe visto”

“Dovevo calarmi nella parte” spiega con aria saccente.

“Certo” ridacchio, “Ci vediamo più tardi se sei ancora sveglio”

E così vado in gelateria. Mi ha fatto bene stare con Andrea tutto il giorno, sono riuscita a dimenticare Mika, almeno per qualche ora.

In gelateria ci siamo solo io e Gaia, ma lei è sul retro a fare le pulizie (evviva, oggi non tocca a me!). Mi siedo su uno sgabello dietro il bancone e aspetto che passi l'ora di cena, in attesa dei clienti.

Arrivano un paio di coppie innamorate verso le dieci, poi niente. Prendo il cellulare e comincio a giocare a Candy Crash, sempre più convinta che una gelateria che chiude a mezzanotte, in pieno Febbraio, a Milano non serva a un fico secco.

Gaia va via e io rimango sola (tocca a me chiudere visto che lei ha fatto le pulizie). Chiudo i frigoriferi e metto dentro il menù, quando un uomo entra.

Lo vedo con la coda dell'occhio, non lo riconosco.

“Siamo chiusi” dico, ma lui non si ferma, io al contrario rimango bloccata.

E' come se mi avesse colpita un incantesimo e adesso sono qui, non riesco a muovere un muscolo, a dire nulla. Vorrei gridare di gioia, mettermi a piangere dalla felicità, ma non ci riesco.

Anche Mika forse sta provando tutte quelle cose, perché mi guarda con gli occhi lucidi e stanchi di chi ha camminato per tutta la notte.

Finalmente riusciamo a sbloccarci e a fare l'unica cosa naturale che ci riesce: abbracciarci.

Sento le sue mani calde sulla mia schiena e il suo respiro tiepido sul collo. Mi stringe forte e io faccio lo stesso.

“Finalmente ti ho trovata” dice liberandomi dall'abbraccio.

Io lo guardo negli occhi marroni e rido. Era tanto che non ridevo così.

“Mi sei mancato” dico tornando seria.

Anche lui è serio, si riavvicina a me e mi stringe a sé, facendomi poggiare il capo al suo petto.

“Avrei dovuto rispondere alle tue chiamate, alle tue e-mail” sospiro mentre lotto per trattenere le lacrime, “Ho cercato di dimenticarti, ma...”

“Sssh...” sussurra al mio orecchio, “Abbiamo tutto il resto della notte per parlarne”







NOTA:
When you're begging for attention
Once the crowd goes home
And there's no one left to listen
Tah Dah!


Oooook, basta con le pazzie. Torno seria.
Mi piace un sacco questo capitolo *_* quindi a voi farà sicuramente schifo ç ç
-1 alla fine, anche se ormai il finale è abbastanza scontato, almeno, io credo ci sia solo una cosa che può succedere: per cui SI ACCETTANO SCOMMESSE!
Come ho già scritto ieri ho completato la storia. Ieri ho pubblicato anche il primo capitolo di "Click!" se vi va passate a dare un occhiata.
Bene, ora che ho finito di fare pubblicità vi lascio.
Aspetto le vostre recensioni, sono davvero curiosa di sapere cosa vi aspettate dal finale

Kiss...
 
  
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