Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Nivees    21/03/2014    1 recensioni
[ AruAni | Armin/Annie ]
Stringe i denti e i fili d'erba sotto le sue mani – ha fatto una promessa, l'ha fatto di fronte alla sua tomba; le ha promesso di riportarla in vita.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Armin Arlart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Promise – come alive somehow
 

Le cime degli alberi fluttuano al vento come alghe marine, strane piante che nascono e crescono in quei mari che tanto ha sognato di poter vedere, un giorno. Rimane semplicemente lì, Armin, steso sul manto d'erba ad osservare il lento e cadenzato movimento delle foglie, sentendo una morsa al cuore nell'udire i suoi compagni gridare e lo stomaco contorcersi dalla paura, quando passi di piedi troppo grandi si avvicinano sempre di più. L'odore metallico del sangue lo disgusta, il suo sapore sulla lingua ancora di più tanto che la voglia di rigettare anche l'anima sale prepotente lungo la gola, ma cerca di trattenersi. Dopotutto, non è il momento di mostrarsi debole ancora una volta.
Non vuole morire in quel momento, in quel modo. Ha ancora tante cose da fare, tante promesse fatte e da mantenere. Vuole alzarsi anche se la testa gira e il fianco sanguina, andare lì dove i suoi compagni continuano a combattere e aiutarli. Ci sono così tante cose che Armin vuole sapere, segreti che devono essere svelati e persone ancora da salvare. Stringe i denti e i fili d'erba sotto le sue mani – ha fatto una promessa, l'ha fatto di fronte alla sua tomba; le ha promesso di riportarla in vita.

La strada è buia, piccole lanterne sono appese alle pareti per illuminare quel teatro di solitudine e oscurità, creando ombre sui muri che fanno paura – ma per una volta, Armin non tentenna, continua ad avanzare per quei corridoi vuoti. Cerca qualcosa – una stanza – per vedere qualcuno – uno spirito, quel che rimane di un mostro del quale non ha mai avuto timore. La trova alla fine del corridoio, una porta con nessuna guardia a proteggerla. Non c'è nulla da proteggere d'altronde, il cristallo che circonda Annie basta e avanza come barriera per non farla sparire d'improvviso, e far arrendere coloro che vogliono portarla via o chissà cosa.
Nonostante ciò, Armin sa bene che il suo posto non è lì. O meglio, lui non sarebbe dovuto essere lì; è proibito, non ha l'autorità giusta per farlo, se venisse scoperto la punizione sarebbe stata dura, lo sa. Non gli importa – non gli importa in quel momento, non ora che ha trovato dove la nascondono e che finalmente può accertarsi di tutto: accertarsi che sia ancora lì addormentata, che non si sia svegliata e che non le sia stato fatto del male. Vuole esserne sicuro, vuole solo vederla.
Quindi apre piano la porta, il suo scricchiolìo rimbomba un po' nel vuoto che lo circonda e gli causa la pelle d'oca. Si guarda intorno e ciò che vede è la stessa desolazione che regna nel lungo corridoio appena percorso, forse persino peggiore. Una cantina sporca e maleodorante, è questo ciò che vede. Cosa può fare? Non può lamentarsene, non ne ha modo. A nessuno importa di Annie quanto importa a lui, su questo ne era certo e ciò gli causa una fitta al petto, un dolore che spesso in quegli ultimi anni ha avuto modo di provare. Cammina lentamente e si avvicina, piccoli fuochi morenti contornano quel cristallo che adesso emana un po' di calore, colorato da toni caldi. È un peccato che quella tiepida sensazione non riesca a raggiungere Annie, addormentata dietro lo spesso strato di un ghiaccio che non si scioglie.
La guarda in volto, dritto negli occhi chiusi.
«Annie» mormora.
L'ha trovata. Adesso non si aspetterà mica una risposta, vero? Sa bene che non sarebbe mai arrivata, per quanto aspetti. Non pronuncerà il suo nome di rimando, con una voce disinteressata e apatica che, in realtà, non lo è per niente. Quello spettro intrappolato non parlerà.
Non parlerà, finchè non uscirà da quella gabbia. Lo sa.
Lo sa bene, per questo Armin non resterà solo a fissarla senza far nulla.

Tossisce, lo stomaco brucia. La botta sulla schiena fa male, così come il fianco che non smette di sanguinare. Armin si alza a fatica, gli occhi aperti vedono solo rosso e poco lontano, ma continua a stringere i denti e va avanti. Affonda le unghie nel terreno, quasi a romperle per darsi la giusta spinta e mettersi stabilmente sulle sue gambe,
Ce la fa. Ce la deve fare. Continua a ripetersi mentalmente che non si arrenderà, non in quel momento, soprattutto non dopo tutte le promesse che ha fatto! Ha giurato ad Eren che sarebbero andati a vedere quelle distese d'acqua salata insieme, scalare le montagne innevate ed a cercare piante e animali mai visti prima. Ha promesso ai suoi compagni che le morti delle loro persone care non sono mai state vane, che li hanno portati lì e li hanno fatto diventare più forti, e che lui l'avrebbe dimostrato.

«Annie».

Una delle tante promesse che ha fatto, è ciò che più lo spinge ad alzarsi e continuare a combattere, nonostante le ferite, la testa che gira e la nausea che gli sale lungo la gola. Deve mantenere la promessa fatta davanti alla tomba di Annie, in quella squallida e buia cantina, perché è importante. Per lui, ma soprattutto per lei.
Quindi guarda avanti, Armin, comincia a correre quando ombre giganti lo sovrastano e combatte fin quando il suo corpo e la sua mente glielo permettono.

«Ti prometto che troverò una soluzione, prometto che ti riporterò in vita, dovessi metterci mille anni e dovessi combattere mille guerre. Prometto che un giorno ti farò uscire da qui. Viva».

 



(gente, prendetemi solo e semplicemente a pugni) Dato che non scrivo una beata mazza da - boh - tre mesi, ho deciso di pubblicare questa storia che è rimasta a marcire da non-so-quanto-tempo nel mio computer e che mi ero ripromessa che non avrebbe mai visto la luce del sole. Non mi piace per niente maaaa yep, è una AruAni e sappiamo tutti quanto l'AruAni ha bisogno di più amore e considerazione, quindi eccomi qui giusto per farmi maledire e sputare in un occhio (o se volete, tutti e due). Odio questa storia perché è la mia otp e porca miseria non riesco a scriverci sopra nulla di decente e nulla che sia anche solo lontanamente fluff - vomitano angst questi due, come è possibile, qualcuno mi scriva una AruAni fluff pls ne ho bisogno--- mo' la smetto sì, anche perché ho da andare a studiare dieci pagine di storia in spagnolo e voglio suicidarmi perché non ci capiscos unas mazzas. (e ora che ci penso avevo giurato che non ci avrei mai più messo piede qui perché mi sento così incredibilmente fuori luogo ma beh, boh, ci sono eeeeh non sono una donna di parola a quanto pare vabbè) Adieu! Niv.
  
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