Un fremito, come una scossa elettrica che si irradia in tutto il corpo, si espanse dalla schiena alle braccia , fino a arrivare alla punta delle dita , avevo paura , ero pietrificata , conoscevo troppo bene quella sensazione , quella tipica che si prova quando qualcuno ti sta fissando , in altre circostanze non mi avrebbe nemmeno lontanamente preoccupato … ma le cose cambiano quando sei di sera da sola in un quartiere non troppo bello di Londra . Continuavo a muovermi con il cuore che martellava forte nel petto , potente quasi quanto un tamburo , tanto che mio giudizio chiunque si fosse trovato nel raggio di 400 metri avrebbe potuto sentirlo, dovevo calmarmi . Iniziai a fare respiri profondi , chiunque mi stesse seguendo anche se furbo avrebbe dovuto dare una minima presenza di se , cosi spostai la mia attenzione su ciò che mi circondava un qualunque sibilo o movimento mi avrebbe dimostrato che non era la mia immaginazione ,inoltre in un luogo così desolato non avrei fatto fatica a distinguere un rumore non prodotto dall’ eco dei miei passi ,non successe niente per un tempo che forse, per l’ ansia mi sembrò infinito, poi eccolo, un piccolo errore di velocità d’ andatura, che permise alla sua sagoma di riflettersi nella vetrata di una vecchia fabbrica abbandonata . Dovevo pensare a qualcosa e in fretta, iniziai col decidere di mostrarmi totalmente inconsapevole del pericolo ,poi cecai di raggiungere il più in fretta possibile la strada principale in cui sicuro ci sarebbe stata un illuminazione migliore e inoltre avrei avuto una flebile speranza di incontrare qualcuno .Ma non feci in tempo, sentii una mano stringermi il polso cosi forte da far male , mi voltai di scatto . Tutto intorno a me iniziò a svanire fino a quando non rimase niente oltre al nero pece che mi circondava … Aprii gli occhi e per la foga mi alzai sbattei contro lo spigolo del comodino … ero sola nel letto ,ero a casa, mi portai una mano alla bocca ,era tutto passato, tutto finito. Stetti un po’ immobile tra le coperte poi appoggiai i piedi sul pavimento ancora ghiacciato tirando il piumone sulle mie spalle, percorsi a passi lenti il corridoio fino in cucina , aprii il frigo e afferrai l acqua ,poi mi sedetti sul tavolo osservando fuori dalla finestra … era quasi l alba i raggi del sole iniziavano a farsi spazio tra le fitte tenebre della notte portando via con loro i miei incubi. Sentii un bruciore cresciere sempre di piú cosí mi scostai la manica dal polso ,ed eccolo lí ,l ennesimo livido di una lunga notte ...