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Autore: MorganaLuce    21/03/2014    4 recensioni
Sto ritrovando caratteri presenti nel vecchio Peeta e che credevo fossero persi per sempre dopo il depistaggio e questo non fa altro che riaffiorare le mie speranze di riaverlo del tutto indietro, ma già che rimanga a dormire con me senza tentare di soffocarmi col cuscino durante il sonno è un buon segno. Osservo le sue labbra e mi accorgo che mi mancano, mi mancano i suoi baci di cui mi priva ma che prima mi donava generosamente, mi mancano persino i baci dal sapor salato e bollenti dalla febbre nella grotta dell'arena.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Ranuncolo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-ALLERT: HOT STUFF!- Ho il battito cardiaco accellerato, gli occhi chiusi e la bocca impegnata a scambiare fusioni appassionate con quella di Peeta. Sono in braccio a lui, le mie mani si spostano dal collo ai capelli biondi, le sue mi stringono muovendosi ora dalla schiena fin più in sotto del dovuto. Quel dolce oblio si interrompe con uno schiocco di labbra ma io le cerco ancora. Apro gli occhi, perplessa, Peeta mi sfiora la guancia e studia i miei occhi come se volesse trovare una mia risposta ad una domanda silenziosa ma ovvia. Quando sembra aver trovato quello che cercava tra le mie iridi grigie da Giacimento, mi sorride provocando automaticamente in me un sorriso timido di risposta. Con delicatezza mi solleva e si sdraia sul divano portandomi sopra di lui in una posizione più comoda di quella precedente. Quasi perdo il senso della realtà e mi sento sempre più strana, sempre più morbosa delle sue labbra, del suo tocco e non mi sfama quello che già sta accadendo, voglio di più ma non so precisamente cosa, questa confusione mi intimorisce e continuo a cercare conforto il quel momento di unione. Nonostante il caldo estivo sento un calore piacevole percorrermi sotto la maglietta e carezzarmi la schiena, riconosco le dita di Peeta che rinunciano alla schiena e passano in avanti, sul petto. Non mi sarei mai fatta toccare da nessuno e la mia mente dice lo stesso, ma le mie azioni non concordano. Continuo a non riconoscermi e la preoccupazione sale. Dev'essere lui a farmi quest'effetto, ne sono più che certa, non mi controllo più, mi perdo al suo tocco tra la meravigliosa sensazione che mi assale e la paura incontrastabile. Ho la capacità di non farmi controllare da nessuno ed è sempre stato così prima di Peeta. Lo detesto per questa sua presa al potere del mio corpo e lo amo per la bellissima sensazione che mi dà e per essere riuscito ad ostacolare le mie convinzioni sul mio totale controllo. Non so come e quando è capitato, la mia mente è offuscata, ma ho la maglietta di Peeta tra le mani e con decisione gliela sfilo via, lasciando scoperto il fisico superione. Non mi ero mai resa conto di quanto fosse scolpito, saranno stati di certo tutti quegli anni a sollevare grossi pesi e gli allenamenti degli Hunger Games. Questa mia ultima azione sembra averlo preso di sorpresa e scaturita in lui un fuoco più ardente di quello che provo io. Il suo fuoco sembra aver la meglio sul mio, infatti sembra sia stato attizzato provocando un grosso rogo interno. Ripete l'azione su di me stavolta, lasciandomi solo con un reggiseno di pizzo bianco, non esita a levare anche quello. Le sue mani tornano a stringere i fianchi poi il fondoschiena. Mi ritrovo di nuovo a cavalcioni sopra di Peeta, che adesso è seduto. Con un tonfo le sue scarpe cadono a terra, le mie dita fiorano i suoi addominali e incontrano la cintura dei suoi jeans, esito un attimo poi scaccio i sovrappensieri e sgancio la fibbia, incontro anche il bottone ma trovo difficoltà a sganciarlo. Con una mano, prima impegnata sul mio seno, semplifica il lavoro lasciando a me il solo compito di liberarmi dai pantaloni che getto a terra vicino agli altri indumenti sparsi sul pavimento. Ancora un lieve strato di stoffa ci separa e prima che decida di completare la rimozione di quei tessuti, Peeta sposta l'attenzione sulla finestra -Oh, dannazione.- Scoppio a ridere quando si alza e di scatto chiude le tende lasciando entrare poca luce, ma abbastanza per vedere quello che succede all'interno della stanza. Torna da me, soffoca le risate con un bacio e mi corica sul divano, rimanendo sopra di me. Peeta toglie con decisione gli ultimi indumenti di entrambi lasciandoci nudi. Anche quelle rimanenti risate soffocate si placano dando spazio al totale silenzio, spezzato solo dallo schiocco delle labbra e dai respiri pesanti. Mi accarezza il fianco destro ricoperto di cicatrici poi arriva alla coscia. Con l'aiuto della mano entra in me, spaventata ed eccitata dalle nuove sensazioni che si alternano tra dolore e piacere. Il dolore supera il piacere all'ennesima spinta e il mio volto si contorce. Peeta dev'essersene reso conto perchè si interrompe. -Non sei obbligata a farlo, possiamo smetterla subito.- lo zittisco con un piccolo bacio dandogli così il segnale che può continuare. Il dolore è forte e Peeta continua a fermarsi per pochi secondi prima di riprendere. Apro improvvisamente gli occhi che ho tenuto chiusi per quasi tutto il tempo e mi accordo dell'espressione sofferente di Peeta. E' la prima volta per entrambi, se fa male a me dovrà sicuramente far male anche a lui. Abbiamo subito sofferenze fisiche peggiori eppure questo sembra quasi superarle. Pian piano il dolore lascia spazio completamente al piacere ed io mi perdo completamente in esso. Il battito cardiaco accellerato, il respiro affannato, i lievi gemiti che spezzano il silenzio, le mie unghie che incontrano e infilzano violentemente la schiena di Peeta, i nostri corpi che si muovono contemporaneamente. Sembriamo fusi in un'unica creatura che si muove sinuosamente nella luce. Non fa paura, non assomiglia affatto agli ibridi di Capitol City, è bellissima e ricca di passione. Aumenta il suo movimento una volta che ha preso il controllo della situazione ed è pronta a dimostrare tutta la sua sicurezza. La creatura possiede un manto misto tra il biondo e il castano e la sua pelle è unita in due tonalità: quella che la ricopre maggiormente è quasi pallida e quella più sottile e delicata è leggermente più scura. Abbiamo entrambi la pelle lucida dal sudore, siamo in fiamme, lo eravamo per Capitol City e lo siamo in questo dolce oblio. Non ho mai desiderato così tanto che un momento così bello durasse in eterno, ma c'è sempre una prima volta. Peeta sussurra il mio nome e aumenta l'intensità dei movimenti e proprio come i fuochi d'artificio, so che questo è il "gran finale". Avendo ormai raggiunto l'apice del piacere, Peeta, sfinito, si stacca da me e ci intrecciamo in un abbraccio affettuoso.E' in quel momento che mi sento improvvisamente strana, riprendo piena coscienza della realtà e una valanga di sensazioni spiacevoli mi sotterra, facendomi crollare nella confusione. Ho perso il controllo, non dovevo farlo, mi sento dominata, vulnerabile e non posso credere di aver permesso a un tale momento di debolezza di prendere possesso delle mie azioni e del mio buon senso, facendomi fare cose che non avevo nemmeno immaginato di fare. Guardo Peeta, è soddisfatto, rilassato e affettuoso, non prova le mie stesse emozioni, non si sente in colpa, glielo leggo in faccia e questo mi infastidisce. Perchè sto male solo io? Cosa c'è di sbagliato in me? E' normale che mi senta così? Abbasso lo sguardo e mi viene un colpo: tra le mie gambe c'è del sangue, parecchio sangue. Mi ha ferita, in qualche modo quel sangue è causa di ciò che è appena avvenuto tra noi. Mi disgusto da sola, sono stata così debole e incosciente delle mie azioni, non sarei potuta essere così stupida. Mi metto seduta di scatto, allarmando inevitabilmente Peeta, che da un solo sguardo ha già capito la causa del mio panico. -Katniss, va tutto bene. Katniss, guardami.- mi prende il viso con le mani, creando un contatto visivo. -Non spaventarti, è normale, è assolutamente normale, so che sei spaventata ma devi stare calma, non c'è niente di anomalo.- In qualche modo le sue parole mi rassicurano, è bravissimo a farlo. -L'unica cosa di cui dovremmo preoccuparci adesso è il divano.- dice con un sorrisetto, indicando col capo la chiazza di sangue che ha macchiato il tessuto del divano. Con quel sorrisetto, tutto cambia: mi rendo conto che non c'è stato alcun errore, ripenso a come mi sentivo in quegli attimi, a quanto ho desiderato Peeta e a quanto continuerò a desiderarlo. Sono calma, felice di aver condiviso un momento di tale intimità con il ragazzo che amo. Se non l'avessi amato così tanto non ci sarei mai riuscita, non avrei mai potuto farlo con Gale. Ci rivestiamo e spinti dalla fame decidiamo di preparare la cena, che per via dell'orario avremmo dovuto preparare comunque. Tra i fornelli, ci scambiamo qualche bacio e lunghi momenti d'affetto. Ceniamo, alle volte imboccandoci l'un l'altra. -Un momento, come facevi a sapere la causa di quel sangue? C'è qualcosa che mi nascondi?- dico incuriosita e sospettosa. -Fratelli. I miei fratelli sono la fonte delle mie conoscenze. Qualcosa di utile me l'avranno pur insegnata, no?- ridiamo entrambi e cerchiamo di trovare un rimedio alla macchia sul divano. Andiamo a letto e passiamo il tempo, prima di addormentarci, a coccolarci sotto le leggere lenzuola. Prima di sprofondare nel sonno, mi rendo conto che non ho smesso di sorridere per tutto il tempo. _______________________________________________________________________________________________________________________________________________ Note dell'autrice: Sniaccherata: COMPLETED. Vedo la luce divina, sento i canti degli angeli che intonano soavemente: Halleluja! E ci voleva, dai, ce l'hanno fatta finalmente sti due cristiani a conigliare. Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la mia storia e recensiscono. Davvero, mi riempite di gioia. Come al solito mi auguro che questo capitolo abbia sodidisfatto le vostre aspettative da maniache sessuali. Piccolo spoiler di routine: Nel prossimo capitolo protrebbero deliziarci della loro presenza Gale, Haymitch (stavolta solo un po brillo) e una sopresina da Capitol City. Con ciò vi saluto e come diciamo noi in Sardegna: A si biri. P.S. Sto andando a Kick Boxing quindi tortura assicurata (per il sacco), ho una treccia laterale e penso proprio che con la mia carnagione olivastra potrei giocare a fare Katniss che si allena per gli Hunger Games. Ovviamente tenendo tutto per me, potrebbero scambiarmi per una disagiata mentale e non potrei biasimarli.
  
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