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Autore: AveJackson    21/03/2014    0 recensioni
Questa storia è ambientata fra il secondo e il terzo libro della serie "Eroi dell'olimpo". Io non ho letto il marchio di Atena e non vorrei anticipare della cose QUINDI ATTENZIONE.
Un' antica divinità è risorta più potente degli dei dei giganti.
I sette eroi incontreranno la semidea più potente della storia
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percy Jackson: Più forte della morte
 

9-Prima di andare

 

Quando Percy riuscì a ritornare al dormitorio crollò sopra il suo letto, avevano discusso a lungo con gli altri per prepararsi alla partenza, inoltre, era stata una stata una strana giornata e da quello che gli aveva raccontato Piper riguardo a Gea, era molto preoccupato. La conosceva da nemmeno una settimana, eppure, sentiva che era importante averla al suo fianco, l’aveva vista combattere e Percy era sicuro che c’era bisogno di lei in quella battaglia. Prima che potesse togliersi l’armatura si addormentò.
Fu una notte agitata e siccome i semidei sognano da schifo, si ritrovò in una caverna cosparsa di pietre preziose. Di tanto in tanto la grotta sembrava si muovesse e le pietre cadevano e si fondevano con il terreno.
Percy avvertì una presenza oscura e pericolosa, fece per prendere Vortice, ma si accorse di non averla. In quel momento sentì un rombo e il ragazzo vide formarsi un volto femminile nel terreno: aveva gli occhi semichiusi e le rughe del suo volto creavano solchi nella terra. In quel momento quel essere parlò:
-E così il mio ex marito, ha avuto una figlia. Eppure questo non fermerà il mio risveglio, Porfirio è pronto ad attaccare l’olimpo e le mie armate stanno crescendo, è il momento di arrenderti, figlio del dio del mare! Sarai la mia pedina e se non farai ciò che ti dico……tu non vorrai far morire degli innocenti?
“Gea!”
Percy cercò di urlarle contro, ma non riusciva a dire nulla, come se una forza lo impedisse di parlare.
-Ricorda le mie parole e nessuno si farà male.
E in quel momento il terreno si squarciò e lo inghiottì.
Percy si svegliò di scatto proprio nel momento in qui entrò nella stanza Annabeth:
-Sveglia, Testa di Alghe! Dobbiamo andare.
La partenza! Percy se n’era proprio dimenticato, dovevano partire proprio quel giorno alla volta della Grecia.
-Ah già la partenza! Arrivo subito.
Sul volto sorridente di Annabeth si formò una ruga di dubbio.
-Scommetto che te neri dimenticato! Be’ hai 5 minuti per prepararti, ci vediamo in piazza. Ah! Vedi di toglierti l’armatura prima di dormire.
E uscì dalla stanza: tipico della sua ragazza!
Sbuffando, Percy si alzò dal letto e si ritrovò pieno di crampi dovuti a come aveva dormito. Cercò di prepararsi uno zaino decente e uscì dalla stanza ancora preoccupato per la visione avuta durante la notte.
Quando uscì senti lo stesso suono che aveva sentito quando era arrivata la nave. La Argo II era lì, imponente e maestosa: Leo trafficava con i cavi, pescava oggetti dalla sua cintura magica degli attrezzi e agitava un telecomando Wii e Percy non riusciva a capire come faceva a fare tutto questo nonostante fosse iperattivo persino per Percy sembrava impossibile. Frank provava ad aiutarlo trasformandosi in falco per far passare le corde tra le vele, nonostante quei due non andassero d’accordo si aiutavano lo stesso. Hazel con l’aiuto di Piper caricava gli zaini contenenti le provviste nella stiva della nave. Percy in quel momento vide Jason, Reyna e Talia che discutevano animatamente:
-Non potremo correre in vostro aiuto, il campo è stato già attaccato e noi non possiamo permetterci distrazioni, avremo bisogno di tutti i semidei e di tutte le cacciatrici disponibili.
Jason guardò con rabbia Reyna:
-E va bene, ma vedete di ritrovare Ottaviano, può essere parecchio pericoloso, io lo conosco bene.
Percy aveva saputo che prima che era rubasse la memoria a Jason, quei due si piacevano, ma sembrava che adesso tutto fosse cambiato a causa di quella guerra. In quel momento Talia disse:
-Mio fratello e i sette dovranno partire da soli, ma nemmeno il campo Mezzosangue non può essere lasciato incustodito. Propongo di dividerci.
Percy decise di intervenire:
-Si, Talia ha ragione, non dobbiamo metterci uno contro l’altro, è questo quello che il nemico vuole.
Reyna e Jason annuirono e se ne andarono in due direzioni opposte.
Percy dopo aver aiutato a caricare gli zaini, si accorse di non aver ancora visto Gea quel giorno.
-Annabeth, hai visto Gea? Non capisco dove…
-Tranquillo è andata a salutare degli amici, se vuoi potresti andarla a chiamare? Dobbiamo andare.
-Certo.
Il ragazzo corse a cercarla finché non la trovò a parlare con due bambini dagli occhi lucidi: erano Marcus e Flavius, figli di semidei, dai capelli corvini e gli occhi azzurri, avevano all’incirca 5 anni ed erano gemelli.
“Non vorrai far morire degli innocenti?”
Quella frase stava distruggendo Percy, eppure sapeva che era un trucco, Gea cercava di distrarlo, avrebbero fermato Porfirio e tutto sarebbe finito, ma Percy non avrebbe permesso che sarebbero morte altre persone.
Intanto i due stavano pregando Gea:
-Ti prego, non te ne andare stai con noi.
Gea si inginocchiò e li abbracciò.
-Mi dispiace cuccioli, quando finirà tutto questo giocheremo insieme è una promessa.
I piccoli tirarono su con il naso.
-Almeno prima di andartene ci fai vedere qualcosa? Per favoooore.
-E va bene.
Gea si alzò e con un movimento della mano, l’acqua che stava dentro una fontana vicina eruppe e fluttuò nell’aria dando forma a due cavalli che corsero intorno ai bambini nell’aria circostante.
Marcus e Flavius esultarono:
-Un giorno diventeremo come te e potremo combattere insieme.
Gea scompigliò loro i capelli.
-Diventare come me? Oh no, voi sarete meglio di me, ne sono sicura.
I piccoli corsero ad abbracciarla e in quel momento Gea si accorse di Percy:
-Ciao Percy! Possiamo partire ora.
Percy non si era ancora ripreso dallo shock e la mascella gli pendeva in una angolatura strana.
-Gea! C-come diavolo hai fatto?!?
La diretta interessata arrossì, ma prima che potesse dire qualcosa, una massa di capelli rossi la investi:
-Ragazzi dovete andare siete in un atroce ritardo e lei non c’è la fa a tenere la nave ferma per tutto questo tempo.
Rachel trascinò Gea via, inseguita da Percy. Quando finalmente arrivarono videro i ragazzi di tutti e due i campi che abbracciavano il loro compagni in partenza:
-Piper ti prego, si prudente e ricordati di….
-Tranquilla Lacy, ho tutto.
-Leo quel pulsante non va messo lì.
-Jake! Mica esplode la camera di combustione! I razzi vanno messi lì, comunque mi mancherai.
-Hazel… Frank… Portate onore a Roma…
-Gwen non piangere, andrà tutto bene.
-Annabeth ti prego…
-Malcom, calmati! So badare a me stessa!
-Ah Jason! Se spacchi la testa a qualche mostro puoi darci qualcosa di loro sai… dobbiamo fare un lavoretto.
-Connor! Travis! Non vorrete combinare un guaio mentre sono via?!?
Quel momento per Percy fu quasi come un pugno nello stomaco, lui odiava gli addii e se pensava che anche uno solo di loro sarebbe…… no! Non ci voleva pensare.
Proprio allora arrivò Grover:
-Peeeercy… non potremo essere al tuo fianco, questa non è un impresa qualunque…
Percy non c’è la fece più e lo abbracciò:
-Grover, ho paura, non voglio che gli altri soffrano, non per causa mia…
Il ragazzo-capra gli diede un colpetto.
-Eh no! Non provare a darti la colpa! Noi ci daremo da fare e insieme, tutti insieme c’è la faremo.
Percu sorrise e per un attimo dimenticò tutto. Grover felice, gli lanciò un sacchetto pieno di dracme.
-Ricordati di chiamarci.
Percy prese al volo il sacchetto.
-Certo che lo farò.
Con un ultimo gesto della mano salì a bordo della nave e raggiunse Annabeth che stava parlando con Leo mentre quest’ultimo trafficava con la sua cintura magica e il telecomando Wii.
-Se non ci sono altri addii credo che possiamo andare. Inoltre non penso di riuscirne a reggerne così tanti.
-Non dirlo a me.
Disse Piper, mentre arrivava in quel momento seguita da Jason, Frank e Hazel.
In quel momento Gea si era sistemata sulla prua della nave e si reggeva a delle corde, alla luce del tramonto emanava molta più forza che durante la giornata e aveva un espressione solenne, ma allo stesso tempo vivace e i suoi occhi spettacolari trasmettevano qualcosa di indescrivibile.
Annabeth srotolò una pergamena e in quel momento Percy l’abbracciò da dietro. La ragazza con un sussulto gli chiese:
-Sei pronto?
-Si, andiamo.



 

Angolo autrice:

Eccomi con il nono capitolo e scusate se l'ho pubblicato dopo molto tempo, ma non mi erano venute idee. Il prossimo capitolo lo pubblicherò sabato prossimo (almeno ci provo) e spero che recensirete perché ci tengo veramente tanto. Un saluto a tutti e che gli dei siano con voi.

AveJackson
   
 
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