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Autore: Lucrezia_Uchiha    22/03/2014    0 recensioni
Il cielo era nero, solcato da tuoni e lampi mentre la pioggia si infrangeva sui vetri. La ragazza castana aprì lentamente gli occhi scoprendosi appoggiata alla schiena del suo Maestro Kakashi. Si alzò a sedere guardando la camera e poi la finestra. Non potevano certo ripartire con quel tempaccio.
Attenzione: Questa fic è una dedica
Genere: Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Giorno piovoso, non per forza noioso

 
20 anni fa (2 anni)
 
La pioggia infuriava sul piccolo villaggio di Konoha, infrangendosi sui tetti degli edifici, rendendo fango la strada, impregnando l’aria, come presagendo un avvenimento.
Dei passi si trascinavano sotto la pioggia, una mano bussò alla porta.
Una bambina venne consegnata a una coppia, avvolta in una coperta.
Veniva da un paese lontano, così lontano che aveva un nome alquanto inusuale, e dei tratti nuovi per quella regione. Aveva grandi occhi castani, tondeggianti, capelli castani e le labbra carnose.
I due giovani la guardarono, pronunciando piano il suo nome.
Domiziana.
 
16 anni fa (6 anni)
 
Domiziana si avviò per mano alla mamma verso la scuola ninja di Konoha, per il primo giorno di scuola. Aveva una maglia di cotone spesso, che le cadeva morbida addosso, e dei pantaloncini corti adeguati alla stagione ancora calda di settembre.
Sorrideva felice, mentre il vento le agitava dolcemente le ciocche castane.
 
12 anni fa (10 anni)
 
Fissò il suo avversario senza esitazione, rimanendo ferma nella posizione di difesa, attendendo un suo attacco.
Il pugno arrivò a una velocità elevatissima, lei attese solamente, prima di afferrarlo per rigirare contro lì avversario tutta la sua forza, con un movimento preciso e impeccabile, fissandolo con i grandi occhi nocciola scuro.
 
7 anni fa (15 anni)
 
Aveva 15 anni quando portò a compimento la prima missione di livello S. Era una ragazza con un talento speciale per le missioni, le aveva sempre completate tutte, neanche una fallita.
La sua caratteristica era di essere immune a qualunque tecnica: non poteva cadere nei Genjutsu ed era immune alla maggior parte dei Ninjutsu. Tutta via, sapeva usare solo tecniche di rovesciamento, per poter ferire doveva per forza essere attaccata, ma non sempre i Ninja utilizzano il proprio corpo per attaccare.
L’anno dopo fu inserita nelle forze Anbu di Konoha, e, con tutta la serietà e l’orgoglio che aveva, giurò che non si sarebbe mai legata a nessuno: sarebbe divenuta la difesa del villaggio.
 
3 anni fa (19 anni)
 
Perse la sua prima missione.
Era la prima volta dopo tanti anni che veniva chiamata come difesa di un Maestro che andava in missione. Non si era mai ritenuta abbastanza brava, ma quel giorno la chiamata era stata irrevocabile. Successe appena entrò nell’ufficio dell’Hokage.
“Ben arrivata Domiziana, ti presento il Maestro Kakashi”, l’uomo dai capelli bianchi si girò verso di lei, la maschera lasciò intravedere un sorriso, e allungò una mano “Piacere di conoscerti, Domiziana”, la fissò con l’unico occhio scoperto, osservando i capelli castano vivo rasati ai lati, in modo da non dare fastidio quando venivano legati.
La ragazza gli strinse la mano, con il solito atteggiamento sicuro di se, annuendo, con un sorriso educato.
Dentro di se sentiva muoversi qualcosa come una bollente scossa elettrica sotto pelle.
Dopo quella furono assegnate loro altre 7 missioni durante lo stesso anno e 12 l’anno dopo.
Più provava a vincere, meno riusciva: non era semplice ammirazione per il suo maestro, era qualcosa che la scuoteva nel profondo, qualcosa che faceva risplendere i grandi occhi castani.
 
1 anno fa (21 anni)
 
Erano rimasti bloccati da una frana, e avevano dovuto accamparsi per la notte, una notte durante la quale non era riuscita a dormire, durante la quale aveva preferito specchiarsi nel lago li vicino, durante la quale, per la prima volta, non si era piaciuta abbastanza. Non si era mai fatta certi problemi, eppure ora si chiedeva se quei fianchi non fossero troppo abbondanti, le gambe troppo corte, il fisico abbastanza snello.
 
Due giorni fa (22 anni)
 
Una nuova missione.
Un omicidio.
Sette giorni per portarla a termine.
Obbiettivo: Sasuke Uchiha.
Domiziana aveva preparato tutto alla perfezione: katana, kunai, veleno, maschera. Aveva chiuso un cambio e il cibo in uno zainetto, infilandosi la divisa Anbu: la tutina nera e la pettorina-canottiera bianca, bloccata dalle fibbie all’altezza delle spalle, aveva legato la cintura e le cinghie passandole sul petto per poterci assicurare le armi.
Aveva legato i capelli, scoprendo le rasature e aveva tolto la fascia che la identifica come Ninja di Konoha, adesso era semplicemente un’arma, come tutte le Forze Anbu.
Erano partiti per riuscire a precedere Tobi e Deidara nello scontro, sarebbe stato un impiccio inutile combattere tre avversari quando il numero poteva essere ridotto a uno: la persona da uccidere.
Era notte, nella grotta dove si erano accampati per la notte l’aria era stagnante e leggermente umida; la cena passò in silenzio, seduti davanti al fuoco, mentre la ragazza applicava un jutsu medico al braccio del Maestro.
Erano incappati in un’imboscata e, per quanto pari, lo scontro era stato tra i più difficili della sua carriera di Ninja, gli avversari erano quanto di più temibile: Hoshigaki Kisame e Uchiha Itachi.
Le ferite riportate non erano proprio gravi, ma necessitavano cure.
Domiziana le aveva curate con maestria , sfiorando appena la pelle dell’uomo dai capelli candidi, sentendosi quasi male.
Da quel momento si era chiusa in un mutismo quasi ostinato, curando le proprie ferite, per poi rimanere a fissare la pioggia.
Non si era accorta che l’uomo alle sue spalle era rimasto a fissarla un bel po’ prima di stendersi e dormire.
 
Presente
 
Il pavimento del rifugio era coperto di sangue, di ritorno dalla missione nessuno dei due si era preoccupato dello stato in cui versavano i loro vestiti. Avevano vinto, avevano completato anche quella missione.
“Molto bene Domiziana, sei stata davvero ottima” si complimentò l’uomo poggiandole una mano sula spalla, “Grazie” rispose lei con un vago sorriso mentre si slacciava la mascherina Anbu e i capelli. Il maestro era andato a lavarsi mentre lei puliva e metteva in ordine le armi e le parti protettive delle loro armature, appena Kakashi ebbe finito Domiziana si infilò sotto l’acqua e, quando uscì, era convinta che fosse già addormentato; motivo per il quale entrò nella piccola camera che dividevano con indosso solo l’asciugamano, i capelli umidi disordinati. Anziché andare a letto si sedette alla scrivania, prendendo una lametta e mettendosi a sistemare le rasature, che si erano allungate troppo, davanti allo specchio.
Una mano le si posò sulla spalla “È tardi, non dormi?” la ragazza si era appena tesa a quel contatto caldo mentre metteva a fuoco l’uomo dietro di lei, arrossendo quando notò che portava solo i pantaloni di cotone e la maschera che copriva la parte inferiore del viso, scosse la testa “Non… Non riuscirei a dormire” sospirò piano mentre sentiva la mano massaggiarle piano la spalla “Dovresti rilassarti, la missione ormai è conclusa” le mormorò vicino all’orecchio, facendola rabbrividire di desiderio.
“Kakashi-sensei, non dovrebbe disturbarsi per me” sospirò girando appena il viso, aveva intenzione di dire qualcosa, ma la stoffa della maschera che strusciava sulle sue labbra prima di scoprire quelle dell’uomo, perché potessero imprimersi sulle sue, le impedì di formulare un pensiero razionale.
Quelle labbra erano dannatamente morbide, invitanti, quasi ipnotiche mentre si muovevano contro le sue, facendole tremare le ossa di brividi per il desiderio che stava trattenendo; “Lasciati andare” le sussurrò l’albino invitandola a ricambiare i suoi gesti mentre lasciava che le sue mani esplorassero il corpo ancora umido della ragazza che aveva di fronte, facendo cadere a terra l’asciugamano mentre lei lo liberava dei pantaloni: decisamente di troppo in quell’occasione, saggiando quel corpo che aveva desiderato per mesi, ridisegnandone con le mani i muscoli guizzanti e allenati, mentre l’altro assaggiava le morbide curve di lei. Preso finirono stesi sul letto in mezzo alle lenzuola sfatte, divorando il corpo dell’altro con le mani, con gli occhi, con le parole e con le intenzioni. Domiziana gemette sentendo quelle bramate dita dentro di lei, esattamente come nelle sue fantasie, se non che la realtà era meglio, cento volte, visto che le strappavano malcelati gemiti di puro piacere, aprì le gambe mentre i suoi denti marchiavano la pelle dell’uomo lungo il collo. Gemette quando le dita diventarono tre, prima di sibilare infastidita e confusa quando le tolse da lei. Si resse alle spalle salde del maestro quando questi affondò in lei, senza nessuna esitazione facendola contorcere sotto di se, ansimando il suo nome. Lei gli graffiò la schiena, lo baciò più volte, assecondandolo in quell’ondata di passione che li stava travolgendo, come una belva che travolge la sua preda, rendendoli quasi schiavi l’uno dell’altro nel piacere che si stavano donando i loro corpi bollenti, vicini e decisamente vivi. Domiziana non si era mai sentita così viva, come percorsa da elettricità e ne voleva ancora, voleva letteralmente scoppiare, o venirne fulminata se quel piacere travolgente era ciò che poteva avere in cambio.
Quel piacevole stordimento continuò per minuti o forse ore, in ogni caso troppo poco perché lei ne fosse sazia.
Rovesciò la testa indietro quando si sentì riempire non potendo fare a meno di venire a sua volta, per poi rilassarsi esausta mentre lui le si stendeva a fianco.
E si addormentavano.
Sereni.
Stretti l’uno all’altro.
 
*   *   *  
 
Il cielo era nero, solcato da tuoni e lampi mentre la pioggia si infrangeva sui vetri. La ragazza castana aprì lentamente gli occhi scoprendosi appoggiata alla schiena del suo Maestro Kakashi. Si alzò a sedere guardando la camera e poi la finestra. Non potevano certo ripartire con quel tempaccio.
Un sorriso malizioso le piegò le labbra, mentre scendeva a baciare dolcemente la schiena dell’uomo affianco a lei: infondo un giorno piovoso può essere molto lungo e noioso se non si sa come impiegare il tempo.
 
 
Poligono follia(tra poco arriveremo ai solidi): Questa fanfic non ha un suo vero senso, l’ho scritta esclusivamente come regalo per una mia carissima amica, che ha un fetish vero e proprio per Kakashi. Ecco, questa Fic nasce esclusivamente per lei, come regalo di ringraziamento el suo essere così fantasticamente fantastica, e per esserci quando ne ho bisogno.
Lucrezia
  
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