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Autore: Goran the Ancient    22/03/2014    4 recensioni
Molte ombre si sono frapposte fra le fate e il loro destino... ma ciò non significa che, di tanto in tanto, un lume benevolo non possa rischiarare le loro vite.
Seguito di 'Equilibrio'
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aisha, Bloom, Icy, Tritannus, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ascensione'
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Winx Club e tutti i relativi personaggi appartengono a Iginio Straffi e Rainbow Srl
Janine appartiene a me
Spectrum appartiene a me

LUCE

A Winx Club Fanfic
 
 
È disperata; scava come una forsennata fra gli effetti personali di Icy e butta tutto in valigia: intimo, pigiami, creme, libri… qualunque cosa! Nulla viene risparmiato!
La frenesia è tale da non rendersi nemmeno conto del sibilo di artigli che graffiano il marmo.
Due coppie d’occhi da gatto osservano con interesse la stanza a soqquadro e la fata immersa fra cassetti e armadi, impegnata a lanciare indistintamente qualsivoglia tipo d’oggetto in una valigia rigida di colore verde acqua e dagli interni bianchi.
La più piccola delle due prova ad avvicinarsi, mentre la più massiccia fiuta l’aria, per picchiettare la spalla della donna dalla pelle scura per avvisarla della loro presenza, solo per venir presa in piena faccia da una canottiera; allarmata per l’improvvisa cecità, agisce d’istinto e, in un improvviso guizzo di fiamme, carbonizza l’indumento.
“Ma che-“ sorpresa dal rumore e dall’improvviso calore della vampata, Aisha si volta di scatto e balza di sorpresa, trovandosi faccia a faccia con Bloom e Janine.
“YAOW!”
Balzando all’indietro, inciampa in un corsetto e rischia di finire con la schiena contro il pianale della cassettiera, salvata dalla coda della sua squamosa amica che, rapidamente, le si avvolge alla vita.
“Woah… g-grazie… è-è bello vedervi ma… che ci fate qui?”
Improvvisamente, Janine si fa piccola piccola e nasconde il volto dietro i polsi alari, come si vergognasse di qualcosa.
“La mia Janine voleva sapere di più sulla ‘strana signora gentile col cucciolo nella pancia’…” spiega Bloom “Ma credo che siamo arrivate tardi, non è così? Non è facile tenere il conto del tempo, senza orologi, ma credo siano passati almeno un paio di mesi dalla nostra ultima visita… e questo odore… l’ultima volta che l’ho sentito Flora ha dovuto legarmi polsi e caviglie al letto per evitare che stritolassi lei o l’uovo.”
Janine è più che mai curiosa e Aisha pare essere percorsa da una scossa improvvisa, l’apparizione delle dragonesse le aveva fatto momentaneamente scordare il perchè si trovi lì.
“Ossanto! Me lo stavo per scordare! Bloom, potresti darmi una mano? Devo mettere in valigia un po’ di cambi, l’abbiamo trasferita ai quartieri ospedalieri del castello e dubito che la sposteremo di lì tanto presto!”
“O-opse-osse-“ tenta, goffamente la draghetta.
“Ospedalieri, Janine… è dove gli umani e le fate curano i feriti e si prendono cura della salute altrui!” spiega la dragonessa, divertita, alla cucciola, in evidente difficoltà nel pronunciare quella parola a lei sconosciuta.
“Perché loro non guariscono come noi e non hanno il fuoco del drago? Allora loro non lasciano indietro i feriti e i malati, come fanno i dinosauri e… aspetta… mamma! Allora la signora sta male? La signora sta morendo?” le palpebre di Janine sbattono rapidamente, in un’evidente dimostrazione di preoccupazione.
“No, piccola mia… in questo caso vuol dire che il suo cucciolo sta per nascere!” i timori della piccola lasciano rapidamente posto all’eccitazione.
“Aisha, dove si trovano i quartieri ospedalieri?” chiede, con tono secco, la rossa.
“T-tre piani più sotto… nell’ala nord, perché?” insicura, risponde Aisha.
La dragonessa schiaccia nella valigia un numero indefinito di capi d’intimo e camicie da notte, prima di sollevare il bagaglio e la fata come fossero eteree e fa cenno a Janine di seguirla.
“Dall’esterno faremo prima che dall’interno!”
Mentre viene sballottata come una bambola, Aisha trova la forza di pensare allo scambio di battute avvenute fra madre e figlia poco prima sulla cura dei malati… per un attimo aveva scordato su che razza di mondo dominassero le due.
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“IO TI STRAPPO LA PINNA E TE LA INFILO SU PER-“
“A-anche io ti amo, Tesoro, e resto qui, sono e rimango al tuo fianco!”
“MI PARE IL MINIMO! LA PROSSIMA VOLTA IO ME LA GODO E TU TI FAI USCIRE UN PALLONE DAL CULO!”
“M-mi spiace, Icy, ma non durerà molto, te lo prometto e-“
“NON DURERÀ MOLTO? È GIÀ DA UN ORA CHE SPINGO, GROSSO BASTARD-AAARGH!!!”
Icy, sperimentando le gioie attraverso cui tutte le partorienti si ritrovano a passare, scarica dolore, rabbia e frustrazione sul suo devoto amante che, ne è certo, avrà bisogno molto presto di urgenti cure mediche per la mano che ha offerto alla futura moglie e, per la prima volta, ringrazia qualunque volontà superiore esista e che ha deciso di farle perdere i poteri… altrimenti ora già sarebbe una pila di frammenti cristallizzati di carne sparsi in ogni dove… davvero non sarebbe stato un bello spettacolo…
“DOVE DIAVOLO È AISHA?”
“Non lo so, ma sono certo che sarà qui da un momento all’altro, non temere!”
“LA VOGLIO QUI, ORA!!!”
L’urlo della donna giunge al termine nel momento in cui le vetrate di una terrazza lì vicina vanno in frantumi.
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“Bloom! Potevamo farci aprire!” lamenta Aisha, osservando i danni procurati dall’irruenza della dragonessa.
“Così abbiamo fatto prima, ed è stato più divertente!” Bloom sorride, ferma sulle sue convinzioni e lieta di aver dato sfogo, seppur solo un po’, alla vena violenta che la sua natura draconica ha fatto sbocciare in lei.
Janine soffoca a malapena un risolino, quando uno strillo attira l’attenzione delle tre.
Subito, draghi e fata accorrono all’origine del trambusto e si trovano ad assistere all’immagine di un’Icy rossa come un pomodoro che si dibatte su un letto mentre stritola la mano di Tritannus che, per meglio resistere alla feroce presa della sua dama, ha dovuto assumere la sua forma mutante.
Decisamente uno spettacolo insolito…
“BLOOM!” urla l’ex-strega, sorpresa e, apparentemente, sollevata al contempo.
L’immensa rettile agguanta un’infermiera di passaggio e la blocca al muro, con fare minaccioso “Tieni d’occhio mia figlia: se le succede qualcosa, ti sventro! Chiaro il concetto?” la povera donna annuisce e, in un lampo, colei che fu una fata entra nella stanza e, evitando di danneggiare alcunché con una grazia e un’agilità inaspettate per la sua stazza, si porta al lato opposto del letto rispetto a Tritannus.
“B-Bloom… cosa ci fai qui?” Icy pare cominciare a calmarsi.
“Janine era curiosa e voleva vederti… ora come ora, essendoci già passata, potrei esserti d’aiuto, non credi?”
Mentre una seconda infermiera aggiunge morfina alla flebo della partoriente, questa annuisce.
“Quando hai iniziato?” è la domanda secca e concisa della rossa.
“Circa un’ora fa.” le risponde il tritone.
La dragonessa annuisce e fissa la donna… un po’ le dispiace per l’altra, memore di quando è toccato a lei ma, d’altro canto… è pur sempre di Icy che si tratta… e, per questo, parte di lei si trova a gioirne sadicamente mentre le annuncia “Ora… sappi che ci vorrà un po’…”
Nonostante gli antidolorifici già stiano facendo effetto, dal corridoio, Aisha si trova costretta a coprire le orecchie della piccola Janine per schermarla dalla marea d’imprecazioni e blasfemie che riecheggiano in lungo e in largo, capaci di far impallidire persino un demonio.
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Sette ore dopo… sette INTENSE ore dopo, finalmente, Bloom si ricongiunge, in corridoio, con la vecchia amica e alla figlia, permettendo così alla schiavizzata infermiera di riprendersi la sua libertà.
“Bloom, è andato tutto bene?” chiede, stanca e allarmata, Aisha.
La dragonessa annuisce “Un medico si sta prendendo cura della mano di Tritannus… gli ha fratturato sette falangi e danneggiato i legamenti, il cucciolo sta bene e lo stanno pulendo… diamogli un po’ di tempo per stare con i genitori e poi vediamo come sta…”
Il tono di Bloom, per quanto morbido, trasmette chiaramente l’idea che si tratti di un ordine e, per questo, che sia meglio non sfidare la sua autorità… il ruolo di predatore alpha, come ammette la stessa Aisha, le calza a pennello.
Janine poggia la manina sul ginocchio della madre.
“Mamma… poi potrò vedere il suo cucciolo?”
Bloom la solleva delicatamente e la stringe a sé, cullandola col calore del suo corpo.
“Sono certa che Icy sarà più che felice di farci conoscere il nuovo arrivo in famiglia!”
Sente la cucciola sorridere contro il suo petto, prima di cedere al sonno, e si sorprende nello scoprire Aisha che si appoggia a lei per fare lo stesso… mentre osserva le due dormire, solleva gli occhi sulla porta chiusa e mormora “Questo è l’inizio del tuo test più difficile, Icy… affrontalo con fierezza!”
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Un paio d’ore dopo, con un gran trambusto, Stella, Brandon, Musa, Riven, Tecna e Timmy sono di fronte al terzetto… Bloom sente che c’è qualcosa di diverso…
Subito l’ologramma che avvolge Tecna svanisce e la demone salta al collo della dragonessa che, non percependo in lei alcuna minaccia, la lascia fare.
“Bloom! Sei tornata! Sono così felice! E questa? Lei è la tua cucciola? Non l’avevo ancora incontrata! È davvero bella, sai? Come si chiama? Oh, scommetto che hai preso il nome da qualcosa che ti piaceva durante l’infanzia, essendo sempre stata sentimentale… vediamo… un giocattolo? Forse un cartone animato? Magari-“
“Tecna, calmati!” Bloom blocca per le spalle la demone e la allontana, per poterla guardare meglio… le chiederebbe che le è successo ma, vista la moda che ormai imperversa tra loro per le mutazioni, decide di soprassedere.
Mentre la cucciola, per il trambusto, inizia a svegliarsi, lei risponde.
“Questa è mia figlia Janine e, sì, ho preso il nome dal cartone animato che preferivo da piccola… ti sei fatta più estroversa, vero Tecna?”
“Questo è un gran bell’eufemismo, mia cara!” scherza Stella, provocando un sorriso nella dragonessa.
Per un po’ il gruppetto chiacchiera del più e del meno, in buona parte rispondendo alle costanti curiosità della piccola Janine, fino a che Tritannus, col braccio sinistro ingessato e legato al petto li invita ad entrare.
La prima, chiaramente, è Janine… il che comporta che Bloom la segua a ruota… e poi, con calma, Aisha e gli altri le seguono.
Nel letto, con la minuta figura fra le braccia, Icy sembra un angelo disceso dal cielo… non vi è malizia nel vedere il suo seno scoperto nell’atto di alimentare il nascituro.
La donna rimane nuovamente meravigliata dalla bellezza della figlia di Bloom e, con un sorriso, nota i suoi grandi occhi spalancati per lo stupore.
“Janine, ti presento il mio cucciolo…”
La piccola batte le ali per balzare con cautela oltre il bordo del letto ed evitare di disturbare madre e figlio; fiuta con cura il fagotto fra le braccia della donna e poi si pone in modo tale da poter vedere il piccolo volto paffuto che emerge dal panno che lo avvolge: il bambino ha la pelle chiara della madre e… non si può ancora determinare molto, per ora.
“Perché non apre gli occhi?”
“I cuccioli umani nascono praticamente ciechi… gli ci vorrà un po’ prima di aprirli.” le spiega Bloom, Janine annuisce.
“Signora Icy… come si chiama il tuo cucciolo?”
Icy scambia una rapida occhiata col compagno, che annuisce.
“Si chiama Spectrum…”
“Un nome un po’ tetro, non credi? È pallido come una mozzarella, è vero, ma chiamarlo così è eccessivo!” inquisisce, sarcastico, Riven.
“Spectrum viene da spettro, è vero… ma non dallo spettro a cui pensi tu… è un nome che porta con sé un motivo molto sentito da me e Tritannus: dal momento che l’ho incontrato, lui è stato la mia guida e la mia luce… il suo amore mi ha aiutato a salvarmi dalla tenebra a cui le mie sorelle mi avevano condotto e così ho pensato di omaggiarlo in questo modo e…”
“E tu eri la strega del ghiaccio… ergo un cristallo!” Tecna interviene, pensierosa, sostenendosi a mezz’aria con ali da pipistrello olografiche.
“Esattamente, Tecna… e ciò che nasce quando un raggio di luce incontra un cristallo è un arcobaleno in cui si vede l’intero spettro dei colori… questo è Spectrum il prodotto di un cuore di ghiaccio illuminato dalla luce del suo amore…”
I presenti, anche se alcuni non lo ammetterebbero mai, sentono sciogliersi l’animo per quella dolcissima parabola sul nome del bambino.
Bloom sorride e torna ad allontanarsi dalla stanza per lasciare respirare meglio i presenti; in fondo, è pur sempre la più ingombrante.
Non appena è oltre la porta, Icy la chiama.
“Bloom!” questa si volta “Volevo… volevo solo ringraziarti… è anche grazie a te che tutto ciò è stato possibile e, per quanto ora sia una normale umana, se mai avrai bisogno, sarò più che lieta di sdebitarmi, in futuro… ti devo più di quanto credi!”
Per un minuto interminabile, mentre cala il silenzio, gli occhi azzurri della donna sono fissi in quelli dorati della dragonessa, che poi sbuffa fumo e si allontana, apostrofando la figlia.
“Janine, non appena Icy dirà d’essere stanca, raggiungimi alla terrazza da cui siamo entrate… poi torneremo a casa!”
Bloom non ha certo bisogno di vedere la figlia per sapere che le sta annuendo, e si va ad accoccolare comodamente di fianco alla vetrata infranta, per nulla preoccupata o intimorita dalle schegge che ancora riempiono la zona.
Circa venti minuti dopo, al suono di leggeri passi in avvicinamento, gli occhi della dragonessa si spalancano e vede di fronte a lei la sua Janine e Stella.
“Le altre rimangono ancora un po’, ma la tua piccina è stata obbedientissima e, non appena Icy ha sbadigliato, ha augurato la buonanotte a lei e al bambino ed è venuta verso di te, io l’ho solo accompagnata!” spiega la fata.
“Grazie, Stella, lo apprezzo molto e…” per un istante, le pare che gli occhi dell’amica rilucano di rosso “Stella, tutto bene?”
Lei sorride “Non voglio mentirti… è un po’ che mi sento strana ma… non devi preoccuparti, ok? E, prima di ripartire, passa a salutare Roxy e Flora nella foresta, va bene? Non dista molto, le raggiungerai in poco tempo dirigendoti a sud-est di qui, tutto chiaro?” la rossa si alza e annuisce, prima di abbracciarla, “Sei stata la mia prima vera amica, Bloom… non sparire ancora, per favore...”
“Oramai ho una figlia e un territorio di caccia… dove vuoi che vada?”
Col capo nascosto nell’incavo tra il collo e la spalla dell’amica, Stella sorride.
“Pare che questa giornata non abbia buttato luce solo su Icy e Tritannus, vero?”
“Sei tu la specialista della luce, Stella, dimmelo tu!”
Bloom scioglie l’abbraccio e si erge in tutta la sua mole, dirigendosi alla finestra.
“Qualunque cosa ti riservi il futuro, Stella… per te ci sarà sempre posto su Pyros, sappilo!”
“Lo so, amica mia… lo so…”
Mentre Bloom e Janine spiccano il volo, dirette alla scogliera a sud-est del palazzo reale, Stella le osserva librarsi e volteggiare e sussurra.
“So che non mi abbandonerai, Bloom… so che non mi abbandoneranno… l’ho già visto…”
  
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