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Autore: gatta12    22/03/2014    5 recensioni
Dal prologo:
-Perché restare incinta di un devil, per un angel, era male, molto male.-
Dal capitolo 6:
-“Benvenuti alla Monster High School, studenti provenienti da tutte le parti del mondo. In questa scuola, imparerete a controllare i vostri poteri. Ma non voglio mentirvi, non dovete abituarvi ad essere trattati come bambini. Imparerete a fare quello che quelli come voi devono fare. Curare, stregare, incantare, resuscitare i morti, far innamorare e uccidere. Soprattutto uccidere. Ognuno di voi sarà in camera con una persona del sesso opposto con un potere diverso dal vostro, che vi aiuterà nelle missioni che dovrete svolgere, in cui potrete essere ammazzati. Non voglio spaventarvi, voglio vedervi più uniti, perché la Monster High School è una scuola di mostri, cioè ciò che siete voi, e nulla potrà cambiarlo, i mostri potranno contare solo sugli altri mostri, come prescritto nel nostro codice che studierete fin da subito. Ora, elencherò i vostri compagni di stanza e il numero della camera…”-
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf, Sai | Coppie: Raf/Sulfus, Sai/Tyco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lillian'
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PRIMO INCONTRO DOPO 15 ANNI



“Mamma?”
La bionda entrò in casa sua, seguita da tutti gli angel e i devil.
La casa era sui toni del rosso, del viola e del giallo.
La ragazza si diresse verso una porta, da dove proveniva il rumore di una tv accesa.
Prese un profondo respiro e guardò suo padre, che le sorrise incoraggiante, anche se non capiva che voleva fare.
“Se voi non fate nulla… farò tutto io” disse Jasmine e spalancò la porta.
Tyco trattenne il fiato.
“Jazz ma che diavolo…?”
“Mamma, ti presento papà, papà ti presento mamma, avrete tempo per parlare, altrimenti non li avrei portati tutti qui, ma: abbiamo un problema. Dov’è zia Raf?”
Sai rimase un attimo zitta ad osservare sua figlia e l’uomo che amava vicini, per la prima volta.
“E’ a casa sua. Qui accanto” disse alzandosi dal divano.
Era imbarazzata. Indossava solo il pigiama per quanto fosse pomeriggio. Il fatto era che lavorava di notte, e quindi dormiva di giorno.
Loro non potevano saperlo, però, e per questo la guardavano un po’ strano.
La bionda se ne accorse.
“Oh, andiamo!” disse scocciata.
Tirò fuori dai suoi calzini una bacchetta di legno e la punto contro la madre.
“Mutatis vestibus”
Sai all’improvviso cambiò vestiti, e si ritrovò addosso un tailleur.
“Potevi fare di meglio, figlia mia” disse Sai guardandosi.
“Scusa mamma, non mi è venuto in mente altro. Ora, andiamo??”
Intanto i sempiterni guardavano la bionda come se fosse un mostro.
“Allora? Andiamo” disse la ragazza.
Si riscossero dallo stupore e videro Sai e Jasmine andare verso la porta.
Tyco e Sai finirono in fondo, mentre gli altri si allontanavano di un po’ per lasciarli un po’ in pace.
“Perché?” chiese lui in un sussurro.
La donna lo guardò. Si vedeva riflessa nei suoi occhi azzurri che la fissavano, smaniosi di sapere.
“Avevo paura” disse semplicemente.
Tyco si stupì. I devil non ammettevano mai così facilmente di avere paura.
Sai sorrise, vedendolo sorpreso.
“Lo so. Ma vivere tra i Terreni e con una figlia metà angelo ti cambia la vita”
Tyco la guardò teneramente.
“Scusa se sono scappata”
Lei lo guardò con uno sguardo colpevole.
“Sai. Ti amo ancora, non credere il contrario”
La donna sorrise radiosa.


In pochi metri raggiunsero la villetta affianco. Sai salì sui gradini e, con mano un poco tremante, suonò il campanello.
All’interno si sentirono dei passi.
Sulfus in quel momento si sentì morire.
Che avrebbe fatto, cosa avrebbe detto?
Quando Raf apparì sulla soglia della porta, rimase senza parole.
Era diventata ancora più bella di quanto ricordava, aveva raccolto i lunghi boccoli biondi in una coda alta, era leggermente truccata ed indossava una canottierina bianca e dei pantaloncini blu.
Stupenda.
Raf si aspettava Sai, ma non immaginava… che ci fossero anche loro.
-Come? Come diav- oh, diamine, giusto! Come ho fatto a dimenticarmene! Sarà per quello…- pensò la donna.
“Io… ehm… Raf abbiamo un problema” le disse Sai.
Raf la guardò con uno sguardo strano. Era ovvio che avevano un problema! Loro erano un problema!
Sai sembrò leggerle la mente.
“No, non loro Raf. Abbiamo un altro tipo di problema. Tua figlia è scomparsa. Come l’altra volta” sull’ultima frase, Sai sembrò ingoiare amaro, e Raf si irrigidì.
Che stava succedendo?
“Oh, merda” soffiò Raf, correndo dentro casa, seguita da tutti.
“RAF! MA CHE-”
“Sì sì, lo so Uriè non si dicono le parolacce e bla bla bla, ma quando ci vuole ci vuole” disse Raf, lasciando tutti sbalorditi.
“Jasmine” si rivolse alla ragazza “sai dove Lillian teneva i suoi schermi?”
“Basta appellarli, credo” rispose. “Credo chiamandoli col soprannome che Lillian odia, anche se non ho mai capito perché”
Raf ci pensò un po’.
“Intendi…”
Sulfus ci capiva sempre meno in quella situazione.
“Ora basta!” disse e tutti lo guardarono. “Non fate come se non ci fossimo! E poi non capisco, dove dovrebbe essere finita Lillian? Se ci spiegate, forse potremmo capire”
Raf sorrise. Sulfus, le era mancato così tanto…
“Forse non c’è neanche bisogno di preoccuparsi” disse lei.
Si diresse verso la cucina.
“Qualcuno vuole del thè? Ce ne vorrà, abbiamo molto da spiegare, soprattutto io” disse Raf guardando tutti, soprattutto Sai che annuì.
Tutto il pomeriggio passò con Raf che spiegava ogni cosa agli altri. Poi, quando tutti tornarono a casa loro, promettendosi di vedersi il giorno dopo, Sulfus chiese di poter parlare da solo con Raf.
Raf lo portò nella stanza della figlia e si sedette sul letto, accarezzando le coperte.
“Quando tornerà a casa?” chiese Sulfus spezzando il silenzio.
La donna lo guardò. Sorrise. Poi si voltò verso la terrazza, dove i raggi della Luna entravano percorrendo tutta la stanza.
“Chi può dirlo. Forse tornerà tra un’ora, un giorno, una settimana, un mese, un anno… Chi può dirlo… ci sono abituata”
“Raf…” la donna lo guardò con le lacrime agli occhi.
“Mi dispiace Sulfus! Io… io… avevo paura!! Non… non sapevo che fare, non sapevo se tu l’avresti voluta o no, che ci avrebbero fatto, che avrebbero fatto a lei… io la volevo, Sulfus! Io…” non riuscì a continuare.
Sulfus le si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lei.
Le accarezzò il viso e le sorrise.
“Tranquilla Raf. Io ti amo e amo anche quella ragazza che adesso mi sta facendo preoccupare anche se non le ho mai rivolto la parola”
Non ci fu più bisogno di parlare.
Si baciarono.
Finalmente potevano tornare a vivere.



Ciao! Allora… Ultimo capitolo! Lo so, lo so, molte cose sono rimaste in sospeso, ma ho molte idee per la testa, una storia da finire, altri due seguiti di altre due storie oltre a questa da scrivere… Perché sì, ci sarà una seconda serie e la scriverò molto meglio!
Baci, gatta12.



 
  
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