Fandom: Star Trek (Reboot
cinematografico)
Genere: fantascienza, triste
Tipo: one shot
Raccolta: Come padre e figlio
Personaggi: James T. Kirk, Christopher Pike
Rating: PG, verde, K
Avvertimenti: movieverse
PoV: terza persona
Note: ambientata prima di “Star Trek - Il
futuro ha inizio”
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Gene Roddenberry (J.J. Abrams). I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Un regalo inaspettato
di Bombay
Pike entrò nel locale, attese qualche istante per
abituarsi alla luce e al rumore, si guardò intorno camminando lentamente tra la
gente che ballava in pista.
Individuò chi cercava seduto in un angolo del bancone
del bar, le spalle curve e lo sguardo fisso in un bicchiere di whiskey.
Si soffermò un momento a osservare il giovane cadetto,
la sua espressione era triste e afflitta, in netto contrasto con il sorriso che
gli solcava il volto di solito e quell’espressione perennemente canzonatoria
come se non prendesse nulla sul serio.
Il capitano Pike aveva compreso che quella che
mostrava ogni giorno era solo una facciata, c’era molto di più in quel ragazzo.
Non doveva essere facile per il giovane Kirk
scontrarsi quotidianamente con la memoria di suo padre, essere messo
costantemente a confronto con il tenente George Kirk,
l’eroe della U.S.S. Kelvin.
Doveva essere un enorme peso per quelle giovani spalle
e il capitano aveva imparato a conoscerlo in quegli anni di accademia; James,
dietro quel sorriso affascinante e sfrontato, nascondeva una profonda
insicurezza che lo rendeva molto fragile, forse nessuno, oltre a lui, si era
ancora accorto di quanto James fosse solo e cercasse disperatamente di colmare
quella solitudine.
Lo raggiunse e gli si sedette accanto; attese che alzasse lo sguardo chiaro su di lui.
“Capitano Pike” lo salutò sollevando il bicchiere.
L’uomo si prese ancora un momento per osservare il
giovane, sapeva perché James Tiberius Kirk si trovava in quello squallido bar a bere, forse era l’unico in tutta la Flotta
Stellare che sapeva di quel comportamento
e di quell’espressione.
Per tutti quel giorno era il venticinquesimo
anniversario della Kelvin, infatti era stata indetta
in tutte le sedi della flotta una commemorazione solenne; a Londra avevano
intitolato anche un archivio, ma forse nessuno sapeva che c’era un’altra
ricorrenza da festeggiare.
“Hai disertato la celebrazione della Kelvin.
L’ammiraglio Marcus ti aveva chiesto di parlare a--”
“Ho rifiutato quando me l’ha proposto. Non sono tenuto
a partecipare e non ho nulla da dire.”
“Sei un cadetto della Flotta Stellare, hai l’obbligo
di assistere alle cerimonie ufficiali, oggi è il venticinquesimo anniversario
del…”
“So benissimo che giorno è oggi” lo interruppe ancora,
buttando giù in un solo sorso il suo drink.
Odiava quel giorno, lo detestava con tutto se stesso.
Sollevò il bicchiere e prontamente il barista lo
riempì.
“Che cosa ci fa qui, capitano
Pike? Come
ufficiale della Flotta è obbligato a presenziare a
questi eventi” sibilò cattivo, bevendo un lungo sorso di whiskey,
concentrandosi sul lieve bruciore che provocava scendendogli giù per la gola.
“Mi scusi” si affrettò a mormorare, rendendosi conto
di quello che aveva detto; Christopher Pike non c’entrava nulla, non doveva
scaricare la sua rabbia su di lui.
Il capitano sorrise comprensivo “Ero
preoccupato. Va tutto bene?” chiese, anche se era evidente
che così non fosse.
“Una meraviglia” mentì sarcastico.
Pike sospirò piano e gli posò una mano sul braccio “So
quel che provi…” tentò, ma Jim si volse e piantò i suoi occhi azzurri grandi,
lucidi e disperati nei suoi.
“No, non lo sa” sbottò e la sua voce uscì in un lieve
e strozzato sussurro.
“Mi lasci in pace, capitano. Non sono dell’umore adatto oggi.”
“Hai intenzione di restare qui fino a quando non ti
reggerai più in piedi?”
“È un’idea, sì” asserì finendo di bere e porgendo il
bicchiere al barista ma Pike vi posò la mano sopra e scosse la testa in
direzione del corpulento uomo.
Kirk sospirò facendosi indietro.
“Che ne dici se andiamo via da qui?” propose.
Jim rifletté un momento stringendosi nelle spalle, non
aveva voglia di tornare al dormitorio.
“Un posto vale l’altro.”
“Andiamo.”
Kirk seguì il capitano in silenzio fino a quando non si
rese conto che si stavano dirigendo verso il porto
spaziale poco distante.
“Dove stiamo andando?” domandò curioso, quando
salirono su uno shuttle da trasporto.
Pike si limitò a sorridere e non rispose, Kirk affondò
nel sedile accanto al superiore, non aveva senso tentare ancora, sapeva che non
avrebbe risposto.
Appoggiò la mano sul finestrino, quando lasciarono
l’atmosfera terrestre, comprese che erano diretti verso il molo spaziale.
“Quella è…”
“L’Enterprise, sì” confermò, complimentandosi con se
stesso per aver avuto quell’idea.
L’espressione di Jim, in quel momento era qualcosa di incomparabile: un misto di stupore, reverenza e
commozione.
“Il viaggio inaugurale è previsto tra quindici giorni.”
Jim si volse verso di lui, si umettò
le labbra.
“Grazie” bisbigliò, non
riuscendo a dire nulla di più.
“Non è finita qui.”
Kirk corrugò la fronte, tornando a osservare fuori dal
finestrino, stavano entrando nell’hangar navette.
Il giovane seguì il capitano con il cuore che gli
batteva impazzito nel petto; guardandosi intorno affascinato, riempiendosi gli
occhi di quella meraviglia.
A bordo c’erano poche persone, qualche guardia, degli
ingegneri, qualche addetto alla manutenzione.
Si rese conto di aver rallentato il passo e che Pike
lo stava aspettando, entrarono nel turbo ascensore.
“È bellissima” riuscì a mormorare.
Quando le porte si aprirono Jim rimase senza fiato:
un’emozione enorme gli rimescolò lo stomaco.
Si mosse sul ponte di comando osservando le varie
postazioni fino alla grande vetrata che si apriva sull’universo punteggiato di
stelle.
“Buon compleanno James.”
A quelle parole Kirk chiuse gli occhi per un lungo
momento, commosso fino alle lacrime. Li riaprì solo quando fu certo di aver
ripreso il controllo di se stesso. Pike era al suo fianco e fissava la notte
eterna davanti a loro, in silenzio, in attesa.
“Grazie” pronunciò in un
soffio rendendosi conto che in quella parola non riusciva ad esprimere tutta la
sua gratitudine ma era certo che Christopher aveva capito.
Si passò la lingua sulle labbra, deglutendo spingendo
giù il groppo che aveva in gola.
“Non ricevo un regalo così bello da… mai” ammise
tristemente.
“Tua madre…”
“Mia madre…” una risata amara
lasciò la sua gola “Lei ed io quasi non ci parliamo. Mi manda uno sterile
messaggio sul pad. Capisco che…” deglutì ancora “Che
ogni volta che mi guarda non è me che vede, ma mio
padre” sussurrò piano mordendosi le labbra “E questo fa male… tanto male, ogni
volta” una lacrima sfuggì al suo controllo ma fu veloce a stemperarla con la
mano.
“Mi scusi.”
Una volta di più il capitano Pike vide cosa c’era
dietro i sorrisi di Jim Kirk, dietro la sua spavalderia e la sua arroganza: un
ragazzo solo, con un’enorme eredità sulle spalle, un lascito non voluto ma
imposto dalla storia.
Nato nella
battaglia, erede di una leggenda. [*]
Provò un’immensa pena per lui, quel giovane aveva un grande
potenziale, lui lo vedeva ogni giorno. Aveva superato quasi tutti i suoi
compagni di corso, aveva un’attitudine al comando fuori dal comune, un carisma
che trascinava chiunque.
“Io credo in te, James. Hai dei risultati al di sopra della norma.”
Kirk scosse la testa e sbuffò una risata triste “Anche
se eccello in tutte le materie, sarò sempre e solo il figlio di George Kirk.”
Pike lo afferrò per le spalle e lo fece voltare verso
la postazione di comando.
“Guardala” lo invitò “Un giorno non lontano ti
siederai su quella poltrona ed eguaglierai tuo padre e molto probabilmente lo
supererai.”
Jim si volse e sorrise: un sorriso sincero che gli
illuminava gli occhi e il viso.
Kirk annuì ancora più commosso incapace di dire o fare
qualunque cosa, ma fu Pike ad agire, traendolo a sé in un abbraccio caldo,
confortante, paterno.
Dopo un breve momento di confusione, Jim si rilassò
grato di quel gesto tanto inaspettato, quanto immensamente gradito.
Si beò di quella sensazione mai sperimentata prima,
non aveva parole per ringraziarlo, per aver guardato oltre, per averlo compreso
come nessuno aveva mai fatto.
Con riluttanza si sollevò.
“Non la deluderò Christopher” promise.
---
[*] non
è farina del mio sacco ma viene da questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=JYZH0zqMAOY&list=FL_ayLBF_-HdCWFXKxz5Df1g
Note dell’Autrice: ecco volevo
celebrare il compleanno di Jim Kirk con un fic,
l’idea iniziale era di scrivere un bel PWP con rating rosso, tra lui e Spock,
ma poi ho pensato che sarebbe stato banale e allora ho scritto questa.
Il rapporto tra Kirk e Pike nei
film di Abrams è davvero molto bello ho pensato che forse poteva anche essere
successo una cosa così.
Critiche e commenti sono sempre
ben accetti!
Alla prossima.
Un Kiss
Bombay