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Autore: _windowsgirls    22/03/2014    5 recensioni
Si dice che in passato siano vissuti uomini nelle cui vene scorreva sangue umano e sangue divino.
Semidei, li chiamavano, e sinceramente pensavo fossero solo sciocchezze.
Mia madre mi ha detto che è probabile che anche noi discendiamo da questa stirpe di ragazzi. Ovviamente non le ho creduto.
Chi avrebbe mai detto che avrei ricevuto in eredità un simile destino?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Half Blood.
 


Si dice che in passato siano vissuti uomini nelle cui vene scorreva sangue umano e sangue divino.
Semidei, li chiamavano, e sinceramente pensavo fossero solo sciocchezze.
Si narra anche che alcuni di essi, subito dopo essere stati riconosciuti dal loro genitore divino, siano stati posseduti da un qualche spirito malvagio che li ha fatto compiere azioni scellerate che, quasi sempre, hanno portato solo sofferenza e indotto la gente ad aver paura. Un esempio? L'uccisione dei propri cari o di altre persone amate veramente.
Mia madre - divenuta esperta di mitologia greca dopo che papà ci ha abbandonati- circa una settimana fa, mentre eravamo di fronte al camino, mi ha detto che è probabile che anche noi discendiamo da questa stirpe di ragazzi. Ovviamente non le ho creduto.
Chi avrebbe mai detto che avrei ricevuto in eredità un simile destino?


Stavo passeggiando con Jasmine, la mia ragazza, durante una delle nostre solite passeggiate notturne. Ci piace un sacco uscire di casa mentre tutta la città cade in un sonno profondo; d'altra parte, chi uscirebbe mai alle quattro di mattina se non io e la mia fidanzata?
Ci piace camminare per le vie lastricate del parco, mano nella mano, avvolti dalle nostre magliette a maniche corte che ci lasciano scoperte le braccia, facendoci provare quella sensazione di frescura dovuta alla leggera brezza proveniente dal mare, distante solo qualche metro.
Quella sera in acqua c'erano solo alcuni pescherecci, soliti praticare la loro attività durante la notte o in prossimità dell'alba per non disturbare i bagnanti abituali che amano andare al mare durante il giorno.
A me e a Jasmine non piace parlare troppo durante il tragitto; preferiamo parlare una volta arrivati nel nostro piccolo nascondiglio.
Circa un anno fa stavamo percorrendo questo stesso tragitto fino a quando non ci siamo imbattuti in un grandissimo salice piangente: 'strano', pensai, 'che si trovi in un parco pubblico.'
Il fogliame giungeva fino a terra, simile ad una cascata, mosso dal solito vento.
- E' belliissimo, Eidon -, mi disse Jas.
Da allora, è consuetudine andarci a stendere lì sotto e parlare di tutto e di più: non siamo quelle coppiette che si baciano ogni trenta secondi, preferiamo di gran lunga conversare, anche se qualche bacetto non manca.
Eravamo appena arrivati ed eravamo già stesi sul soffice manto d'erba, pronto ad avvolgerci con i suoi fili delicati quando partì quella conversazione che non sarebbe mai dovuta cominciare.
- Sai, Eidon, stavo pensando..-
- A cosa? -
- A noi. Come sai, non sei il primo ragazzo che abbia mai avuto però il rapporto che si è creato è davvero particolare. Ci differenziamo dalle altre coppie, dai nostri amici..siamo diversi.-
- In che senso?-
- Non lo so nemmeno io, solo che quando sto con te mi sento bene.-
- Anche per me è lo stesso. Non c'è niente di strano. Io sono davvero innamorato di te, e non farei mai qualcosa che possa farti soffrire.-
- Lo spero, Eidon, lo spero veramente.-
- Sarà così Jas, te lo prometto. Non ti farò mai alcun male.-
- Ammettiamo il caso che qualcuno, sotto costrinzione, ti ordinasse di fare un gesto che non perdoneresti mai a te stesso. Cosa faresti?-
- Jas, io non sarò mai costretto da nessuno.-
- Ma ammettiamo il caso..-
- Jas..-
- No Eidon, davvero, rispondimi.-
- Non accadrà mai e poi mai. Lo giuro sul mio nome.-
A quell'espressione sobbalzò un pochino, poichè quel tipo di giuramento era una cosa importante per lei, essendo un tipo piuttosto superstizioso..anche troppo.
Peccato che quella sera ebbe ragione.
All'improvviso scoppiò a piovere e i lampi e i tuoni incominciarono a squarciare il cielo.
Ricordo che un lampo illuminò tutto e sembrava fosse giorno, quando una luce mi si avvicinò e da quel punto non ricordo più nulla.


Ora mi trovo qui. Ha smesso di piovere, sta albeggiando, e sono tutto sporco di sangue.
Mi trovo sotto il salice piangente e davanti a me vedo una ragazza, con una maglietta bianca squarciata e sporca di sangue. Ha gli occhi vitrei e i capelli neri sparsi sull'erba come se fossero dei rami. Jas.
Ho ucciso la mia fidanzata e non sono riuscito a rendermene conto, nè tantomeno fermarmi.
Una voce mi chiama. Ho mille pensieri nella testa e non riesco a metterli in ordine. Ho la mente in subbuglio. Cerco di calmarmi, cercando di non cadere nel panico quando mi rendo conto che la voce viene dal mare.
Qualcuno mi sta reclamando. No, impossibile. Non può essermi successo proprio questo. La nebbia nella mia testa si sta diradando ed è a questo punto che capisco tutto: sono stato reclamato e una forza superiore mi ha spinto ad uccidere la mia ragazza, senza che me ne sia reso conto.
Il mio nome è sempre stato l'indizio e non ci ho mai prestato caso. Mia madre mi diceva che spesso i semidei avevano dei nomi particolari, alquanto sconosciuti per gli altri esseri umani; provo a fare mente locale di tutti i nomi che possano avvicinarsi al mio: Eidon..Eidon..Poseidon.
Ecco la voce che mi chiama dalla distesa marina poco lontana. Mio padre è il dio dei mari e io non l'ho mai saputo.
Voglio piangere, ma non ci riesco. Inconsapevolmente mi ritrovo a camminare a ritroso, girandomi in direzione della spiaggia e la cosa peggiore è che non riesco a fermarmi; sono impietrito e non posso credere a tutto quello che mi sta succedendo. E’ una cosa così innaturale che mi sembra di stare leggendo una storia a me sconosciuta, di cui non riesco a comprendere il finale. Cosa ne sarà di me? La voce continua imperterrita a chiamarmi e ad intimarmi di raggiungerla. I miei arti si muovono da sé, come se fossero collegati a dei fili e ci fosse un burattinaio che sceglie il corso della mia vita.
L'unica cosa al centro dei miei pensieri è quel corpo, abbandonato sotto quel salice il cui fogliame, dopo il temporale, continua a goccialare. Sto facendo piangere persino il nostro nascondiglio.
L'ultimo mio pensiero va a mia madre: ha sempre avuto ragione e non le ho mai creduto.
Me ne sto rendendo conto solo adesso, mentre mi immergo nell’acqua fredda delle prime ore del mattino, andando incontro a quell’uomo che mi ha sempre conosciuto e ha aspettato il momento migliore per chiamarmi a sé.
Ho sempre avuto paura dell’acqua e non ho mai imparato a nuotare.
Credo proprio che dovrò fare un corso accellerato perché ora, mentre vengo abbracciato dalle correnti marine, ho capito che questa è stata sempre casa mia.






Salve!
Questa è la prima storia che pubblico e, se siete arrivati fin qui, significa che in qualche modo vi ho incuriosito.
Grazie per aver letto questo mio piccolo lavoro e mi farebbe davvero piacere se lasciaste un veloce commento per sapere cosa ne pensate.
Grazie ancora e - spero - alla prossima. :)
  
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