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Autore: GinnyHoranVSAlteaStyles    22/03/2014    0 recensioni
Dal secondo capitolo:
Y: «Zayn? Che ci fai qui Zayn? Mi stolkeri Zayn?» gridai cercando di sovrastare la musica e fare in modo che Ali mi sentisse e spegnesse, ma non lo fece e Zayn mi superò scimmiottando una ragazza in calore
Z: «Ciao Zayn! Felice di vederti Zayn! Come va Zayn?» si piazzò dietro ad Ali e le afferrò i fianchi .....
AVVISO: la storia è ambientata nel 2013 avendo noi iniziato a scrivere la prima versione nel settembre 2012.
I personaggi della storia sono reali cantanti ma non abbiamo riprodotto il loro reale comportamento, questa storia non ha scopi di lucro o offensivi.
Sperando di avervi incuriosite
Ginny Horan & Altea Styles
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alice Pov
 
Guardai la destinazione sul biglietto: Londra.
Londra era sempre stata il mio sogno, da quando avevo nove anni e la visitai per la prima volta. Anche prima di sapere che li ci vivessero i One Direction, i miei cantanti preferiti. E finalmente il mio sogno si stava avverando, andavo a studiare lì e per di più con la mia migliore amica! Meglio di così non poteva andarmi!
Avevamo trovato una villetta in affitto non troppo lontano dal centro e neanche troppo dispendiosa. Appena arrivammo facemmo un giro per la casetta. Era carina e adatta di sicuro ad accoglierci tutte e due: la porta si apriva su un enorme salone collegato alla cucina da una finestra a vista e un arco che faceva da porta tra le due stanze. I tre piani (piano terra, primo piano e taverna) erano collegati con una scala a chiocciola in ferro battuto. Il primo piano comprendeva due stanze, uno studio e il bagno. Il bagno era la stanza più sorprendente: era enorme,  aveva una vasca in cui ci si stava tranquillamente in due e un piano con uno specchio lungo almeno 3 metri, lungo tutta la parete. Il piano inferiore era costituito da una gigantesca palestra con tanto di materassoni. Nel complesso quella casa era perfetta! Mi avviai verso la camera che mi ero scelta (eravamo d’accordo che quella azzurra squillante era mia e quella azzurrina quasi bianca della Yasmine, la mia amica) e appena entrai iniziai a disfare la prima valigia. Dopo un’ora avevo disfatto tutte e tre la valigie. Andai da Yasmine e visto che non aveva finito scesi in cucina e iniziai a preparare la cena (il padrone di casa ci aveva lasciato gentilmente qualcosa nel frigo per darci il benvenuto). Erano ancora le sette e mezza… il fuso mi aveva confusa, a Milano erano le otto e mezza. Mentre mi domandavo se era il caso di chiamare le altre nostre amiche arrivò anche Yasmine in cucina
Y “Allora è pronto da mangiare?”.
Così le feci notare l’orario e lei rimase delusa pensando che fosse più tardi. Sentii il suo stomaco brontolare.
A “Senti io mi vado a fare una vasca… anzi perché non ce la facciamo insieme?- aggiungendo -Con il costume, ovviamente” notando la sua faccia stranita. Lei annuì ridendo. Andai in bagno, accesi l’acqua e mi cambiai. Yasmine entrò bussando già pronta. Immergendoci e rilassandoci tutto diventò più facile e iniziammo a parlare delle ultime giornate, di quanto eravamo state tese, tristi e depresse per quella partenza ma anche di quanto sarebbe stata emozionante la nostra vita lì. Certo ci eravamo lasciate dietro le nostre famiglie, le nostre migliori amiche e anche gli amori finiti o infranti e non era stato facile voltare le spalle a tutto questo però noi l’avevamo fatto, e non vedevamo l’ora di rifarci una vita qui in Inghilterra con nuove amiche e amici e magari anche il ragazzo non andava male…
Dopo un’ora di bagno ci sentivamo di certo meglio e mentre Yasmine si asciugava i capelli io mi misi un asciugamano sui capelli, l’accappatoio e iniziai a preparare un po’ di minestra e un’insalata mista. Appena scese lei io corsi in camera e mi misi nel mio pigiamone largo, comodo e colorato. Quando scesi Yasmine si mise a ridere e mi canzonò un po’ ma con simpatia e senza eccedere, come suo solito. Mentre mangiavamo mi arrivò un messaggio da Eva, una delle amiche che avevamo lasciato in Italia, nel quale mi chiedeva come era andato il viaggio e com’era la casa. Le risposi che la casa era fantastica e le raccontai la serata. Subito dopo mi chiamò e mi ordinò di mettere il vivavoce obbedì e io e Yasmine restammo in ascolto di Eva che ci faceva un sacco di domande e noi le ripondevamo e poi ci sentimmo una voce che bisbigliava
A “Eva! Chi c’è a casa tua? I tuoi non ci sono… non ci sarà Andrea? Vero? Dai ti ha appena mollata se è lui digli che vada a farsi fottere e se ne vada da casa tua da parte mia!”esclamai. Ma la voce bisbigliante si fece forte e chiara e riconobbi Serena. Presto si fece sentire anche Noemi la terza tra le nostre migliori amiche.
La serata passò piacevolmente e quando venne il momento di dormire mi passò di colpo il sonno:  mi era arrivato un messaggio e sullo schermo lampeggiava il nome Stefano. Lanciai il cellulare dalla parte opposta della camera. Perché Stefano mi doveva rovinare quel giorno? Non aveva detto che era finita? Non si era fatto un’altra? Basta! Era ingiusto da parte sua continuare a scrivermi che gli mancavo e che aveva fatto solo uno stupido errore! Avevo accettato la proposta dell’Università qui a Londra anche per scappare dalla nostra relazione che negli ultimi mesi mi aveva solo procurato danni!
A quanto pareva quella notte non ero l’unica che non riusciva a dormire… Yasmine bussò piano alla porta e chiese
Y “Posso entrare?” Io mi alzai dal letto, corsi alla porta, la spalancai e la abbracciai. Lei ricambiò l’abbraccio e mi sussurrò all’orecchio
Y “Ti devo parlare! Per favore!” Mi sciolsi dall’abbraccio le sorrisi e ci andammo a distendere a letto e scivolammo in uno di quei discorsi profondi che solo la notte sa portare.
La mattina seguente mi svegliai per prima come al solito e mi ritrovai le gambe di Yasmine avvinghiate intorno al corpo. Dolcemente uscii da quell’abbraccio cercando di non svegliarla. Quando ci riuscii scesi in cucina e iniziai a preparare un po’ di pane tostato, uova e bacon. Non feci in tempo a impiattare che un fulmine scese giù dalle scale urlando
Y “Buongiorno Alice! Manca un mese all’inizio della scuola e oggi si fa shopping! Oooh” Rimase a bocca aperta davanti alla colazione per circa due secondi poi si fiondò sul suo piatto mormorandomi un “Buon appetito!”. Con calma anche io iniziai a fare colazione.
Dopo un’ora eravamo pronte per una giornata di shopping, o almeno così pensavo.
Vicino alla villetta c’era una fermata della metropolitana e noi ci dirigemmo sicure da quella parte. Dopo essere riuscite a scegliere la strada tra quella rete ingarbuglitissima di metro finalmente raggiungemmo il centro di Londra. Era ancora più caotico di come me lo ricordavo. Era… Era… Era Londra e io l’amavo. Erano solo le 10 del mattino e noi già iniziavamo a girare i negozi. All’una eravamo stanche e ancora senza neanche un sacchetto.
A “Yas? Andiamo al McDonald al London Eye?”
Y “Ciccina mia bella per mangiare le schifezze del McDonald avrai tutto il tempo che vorrai… Oggi ristorante inglese!”
A “Oddio… NO! Gli inglesi fanno schifo in cucina! L’unica cosa che sanno cucinare è il fish&chips… Che poi le chips ancora ancora ma il fish non piace ne a te ne a me… Quindi McDonald e non si discute!”
Y “Ookay però vediamo ancora quel negozio” Disse indicando una vetrina
A “Ma dai che palle tanto non troveremo nulla”
Y “Piantala di fare la disfattista!”
A “Muovi il culo se vuoi anche vedere tutti i vestiti di quel negozio!”
Y “Ecco brava. Giuro che se non troviamo niente andiamo a casa”
A “Ma che a casa e a casa! Secondo te il cibo vive nel frigo? Dobbiamo fare ancora la spesa! Fortuna che il padrone è gentile e ci ha lasciato qualcosa come benvenuto! E poi magari dovremmo anche trovare un lavoro…”
Y “Ah già… Che palle!”
Entrammo in quel negozio. Era pieno di vestiti ognuno di colore e forma diversa
A “Forse invece qui troviamo qualcosa! Guarda che colori!”
Y “E tu che non volevi manco entrarci qua”
Una vecchietta uscì da dietro una tenda e si diresse dalla nostra parte
X “Posso aiutarvi?”
A “Davamo un’occhiata … Possiamo provarli vero?”
N “Certamente gioie!”
Le sorrisi e tornai a guardare i vestiti insieme a Yasmine. A un certo punto la vidi prendere un vestito verde squillante
Y “Questo ti starebbe magnificamente!”
Io che intanto stavo esaminando un vestito turchese mi girai a guardare. Era molto bello: Verde acceso aveva il corpetto che si chiudeva dietro con i lacci e una gonna aderente.
A “E per me a te starà benissimo quello che ho in mano io, anche se mi piace molto.”
Y “Beh facciamo così: io provo quello verde e tu quello turchese e poi ce li scambiamo.”
N “Abbiamo un solo camerino”
A “Non si preoccupi, lo useremo a turni. Prima tu!”
Spinsi Yasmine dentro al camerino e lei mi fece la linguaccia. Aspettai pochi minuti e lei uscì con il vestito verde. Le stava bene ma le sarebbe stato meglio quello turchese.
A “Per me ti starà meglio quello che ti ho scelto io”
Y “Però non mi sta male!”
A “Non ho detto questo.”
Y “ Okay provo il ‘tuo’ vestito”
Entrò nel camerino. Dopo 5 minuti uscì con il vestito azzurro e io rimasi a bocca aperta: era bellissima! Il vestito era aderente sul corpetto e poi si apriva in una gonna lievemente più ampia lunga fin sopra al ginocchio che lasciava intravedere le sue forme perfette da modella. Insieme ad esso indossava il suo solito sorrisino impertinente che sbuca ogni volta che è soddisfatta, i suoi occhi marroni-verdi brillavano di una luce nuova e aveva lasciato sciolti i capelli lunghi fino alla vita marroni con le punte bionde. Fece una piroetta su se stessa facendo sventagliare i capelli e gonfiare la gonna.
Y “Allora che ne pensi?”
A “Sei bellissima
Y “Certo certo- disse alzando gli occhi al cielo ma mantenendo il suo sorrisino- adesso mi rimetto la mia roba e li provi anche tu”
A “Nono non mi donano i vestiti, lo sai”
Y “Piantala non sei grassa!”
A “Sisi come no…”
Y “Non rovinare la giornata” detto questo si dileguò nel camerino e dopo pochissimi minuti ne uscì
Iniziai provando il vestito turchese. Essendo più alta di Yasmine di 10 cm il vestito mi arrivava a metà coscia per il resto mi stava anche abbastanza bene, anche se mai bene quanto a lei. Uscii e feci la giravolta di rito con aria scazzata.
Y “Carino…”
A “Seh ok… Provo l’altro e poi andiamo vero?” lei sbuffò alzando gli occhi al cielo. Dovete capire che io ODIO fare shopping. Figuriamoci poi stare in giro 3 ore senza concludere nulla!
Entrai nel camerino e velocemente infilai il vestito verde senza manco guardarmi allo specchio, sciolsi lo chignon lasciando che i miei boccoli biondi scendessero ad accarezzarmi i fianchi ed uscii dal camerino.
Y “Wow” dalla bocca di Yasmine uscì solo questo.
N “Cara che bella! Hai delle forme perfette e questo vestito sembra esser stato cucito appositamente per te, come quello turchese per la tua amica!”
Non riuscivo a togliermi dal viso un’espressione scettica visto che non credevo a nulla di ciò che dicevano. Mi guardai allo specchio: non sembravo io. Il vestito faceva risaltare il seno abbondante, le gambe lunghe e l’abbronzatura dorata.
Y “Ora che ti sei vista allo specchio, hai notato che ho sempre ragione?!”
A “Non rompere”
N “Allora li prendete?
A&Y “Ovvio!” pagammo velocemente e uscimmo
 
Yasmine Pov
Entrammo nel negozietto e Ali disse
A “Forse qui troviamo qualcosa, guarda che colori!”
Y “E meno male che no ci volevi entrare qui!”
Un’anziana signora ci venne incontro, Ali chiese il permesso di guardare i vestiti e lei acconsentì sorridendo. Dopo una decina di minuti mi accorsi di un abitino stupendo di uno dei colori preferiti di Alice e notai che lei stava guardando un abitino di uno dei miei colori preferiti, sorrisi tra me e richiamai la sua attenzione
Y “Ali, guarda che bel vestito ho trovato!”
A “Quello che ho trovato io è più bello e ti starebbe benissimo!”
L’anziana signora ci informò della presenza di un solo camerino e Alice mi ci spinse dentro, le mandai una linguaccia prima di chiudermi la tenda alle spalle e provarmi il vestitino verde, quando uscii il volto di Alice mi diceva che mi stava bene, ma che non era molto convinta, così tornai dentro e mi misi il vestito azzurro, e quando uscii la bocca della mia amica era spalancata dallo stupore. Sorrisi ed arrossii leggermente, rientrai, mi vestii e costrinsi ali ad entrare. Uscì con il vestito azzurro, che le stava molto bene, ma secondo me le sarebbe stato meglio quello verde, infatti quando uscì fasciata dalla stoffa verde fui solo in grado di dire “WOW”, e la negoziante rafforzò con un
N “Hai davvero delle forme perfette! Quest’abitino sembra cucito apposta per te! E quello azzurro per la tua amica!” Alice fece una smorfia scettica, poi si girò verso lo specchio e si accorse di quanto quel vestito le stesse bene. 
Y “Adesso che ti sei vista hai visto che ho sempre ragione io!”
A “Ma smettila va!”
N “Allora li prendete?”  e noi all’unisono rispondemmo “Assolutamente si!”. Pagammo e uscimmo. Il mio povero stomaco cominciava a brontolare, così mi girai verso Alice le dissi
Y “Il mio stomaco ha bisogno di cibo!”
A “Perché cosa credi? Che io viva d’aria?” scoppiammo in una risata e continuammo a camminare verso il nostro pranzo.         
 
Alice Pov
 
Consumato il nostro pranzo tornammo per le vie di Londra a cercare un lavoro. Passarono le ore. Avevamo parlato con molti gestori di negozi e bar che cercavano commesse o cameriere, tutti ci avevano promesso che ci avrebbero contattate in seguito e nessuno ci aveva assunto.
A “Basta! Non ce la faccio più! Entriamo in questo bar e prendiamoci un the freddo!”
Y “Guarda!- disse indicando un cartello affisso sulla porta a vetri del bar-  Dice che cercano urgentemente personale!” Il bar si chiamava London Coffee, era molto accogliente e diviso in più sale. Ci dirigemmo sicure al bancone dove si trovava un barista. Un tipo sulla trentina, moro con gli occhi grigi.
A “Buon giorno… Scusi potrei parlare con il titolare?”
X “Prego. Sono io, mi dica pure!”
A “Salve siamo due ragazze italiane, ci siamo trasferite qui per l’Università e stavamo cercando un lavoro… Abbiamo visto che avete bisogno di personale…”
X “Oh sicuro! Beh io sono Richard, e voi..”
A “Alice”
Y “Yasmine” gli stringemmo la mano sorridenti
R “Beh.. Allora vediamo che sapete fare. Forza andate nello spogliatoio e mettete le divise.”
Lo guardammo strabuzzando gli occhi
Y “Lei ci assume così?”
R “Oh, beh no. Siete solo in prova. Dai veloci. Chiudiamo alle sei e mezza. Ah non mi date del Lei che mi fate sentire vecchio!” ci accompagnò allo spogliatoio e si dileguò. Noi velocemente ci cambiammo e iniziammo il lavoro.
 
Richard Pov
 
Guardavo le due ragazze lavorare. Ero sempre stato bravo a capire le persone con un’occhiata eppure con loro non funzionava. Erano due muri illeggibili. Forse scappavano da qualcosa. Non riuscivo a capire. Erano due ragazze veramente belle e totalmente diverse caratterialmente parlando.
Yasmine era allegra, si metteva a chiacchierare con i clienti bendisposti e faceva tutto sorridendo. Portava allegria, faceva ridere e si divertiva. Armeggiava con molta grazia con vassoi e tazze varie ma a volte non scriveva gli ordini e ora che arrivava al banco se li dimenticava. Intrattenendo gli ospiti faceva meno tavoli di quelli assegnati ma a questo provvedeva Alice.
Alice lavorava più velocemente e con più efficacia, sorrideva sempre ma, con i clienti, non si spingeva più in la del “Cosa ordina?” e le domande formali usate da tutti. Si muoveva con grazia non inferiore a quella dell’amica e a volte, sentendosi nominare da Yasmine rideva di gusto alzando gli occhi al cielo ascoltando le cavolate dell’amica.
Loro due insieme erano lo staff perfetto. Approfittando del fatto che entrambe venivano al bancone decisi di dirgli che le avevo assunte. Loro si abbracciarono felici e mi batterono un cinque. Soddisfatto andai a togliere dalla porta il cartello in cui chiedevo del personale
 
Alice Pov                                                                        
 
 Erano le 6.30 e le 2 ore passate a lavorare erano passate velocemente.
Y “Dai andiamo a casa”
A “Dobbiamo fare la spesa… Che palle.”
Velocemente ci cambiammo e salutammo Richard. Entrammo nel primo supermercato che trovammo, facemmo la spesa e sfinite andammo a casa.
Il giorno seguente ci svegliammo presto per andare a lavoro.. e da lì iniziò la vera e propria avventura.

 

Ciao! Siamo Ginny e Altea... e questa è la nostra prima storia... Speriamo vi piaccia! Ci vediamo al prossimo capitolo <3 The authors
  
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