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Autore: boneslovers    22/03/2014    3 recensioni
Dialogo ipotetico tra Jackson ed April, alla fine dell'episodio 10x16.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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PROMESSE
 
Era stata una giornata pesante, molto pesante, l’arrivo della mamma di Jackson l’aveva sorpresa e disorientata e ora, dopo la festa a sorpresa di Webber, potevano finalmente tornare a casa.
Rimase in silenzio per tutto il tragitto in auto, troppe cose erano state dette quel giorno, e sentiva la necessità di metabolizzarle.
A Jackson non passò inosservato l’insolito silenzio di April, neanche lui era preparato alla miriade di questioni tirate fuori da sua madre, in quel momento però lo preoccupavano i pensieri di sua moglie.. lui era preparato alle pressioni di casa Avery, ma April? Come avrebbe reagito lei, così lontana da quel mondo e dalle sue imposizioni?
Rientrati in casa si ricordarono della montagna di tazzine nel lavello, quelle tazzine di cui stavano parlando prima dell’arrivo di Catherine.
-Qui ci penso io... vai a fare un bagno rilassante, è stata una giornata pesante.- le sussurrò all’orecchio.
-Sicuro? Sei stanco anche tu – provò a protestare lei.
- Certo.. faccio subito, sai che lavare i piatti mi rilassa – sorrise.
- Ok.. allora ne approfitto, un bagno è quello che ci vuole – sorrise a sua volta.
Dopo circa mezz’ora April uscì finalmente dal bagno, aveva ancora i capelli umidi e sciolti sulle spalle; indossava una morbida camicia da notte color verde acqua. Jackson la trovava bellissima nella sua immensa semplicità.. quella semplicità che lo aveva disarmato,  facendolo innamorare perdutamente di lei. April era l’unica per cui lui era sempre stato solo Jackson, non il rampollo di casa Avery, non lo scapolo d’oro da accalappiare, per lei il suo cognome non era mai contato nulla e non voleva che proprio quel cognome, ora che finalmente era sua moglie, potesse frapporsi tra loro.
Era seduto sul bordo del letto, si era sbottonato la camicia e la invitò a sedersi accanto a lui.
April notò la sua preoccupazione, corrucciava la fronte ogni volta che qualcosa gli frullava per la testa: -Cos’hai? – chiese.
-Non voglio che tu ti spaventi.. non voglio che la mia famiglia, il mio maledetto cognome si metta tra noi April! Sono un Avery ma sono prima di tutto Jackson! – esplose.
-Lo so, tu sei sempre stato solo Jackson per me! Ma sei anche un Avery e hai delle responsabilità, responsabilità verso la tua famiglia che inevitabilmente coinvolgono entrambi – constatò lei, facendo spallucce.
- April so che tutte le cose che ha detto mia madre oggi ti hanno spiazzata, era una sorta di fiume in piena e ha parlato di tante questioni  senza troppa delicatezza –
-Jackson tua madre è solo una madre ferita, spero che mi perdonerà un giorno per averti sottratto a lei senza neanche che lei lo sapesse –
-Tu piaci a mia madre, anche se non lo ammetterà mai.-
-Bè dopo oggi, credo che sia alquanto inverosimile che io possa piacerle!- rispose sconfortata.
-Credimi... lei è una tosta, e quello che hai avuto il coraggio di fare tu per me è stato tosto. Lei ti apprezza, deve solo abituarsi all’idea che noi siamo sposati! -  la consolò lui.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, cercando di fare ordine tra i tanti pensieri che frullavano nelle loro teste; poi April riprese a parlare: - è solo che quando penso a un figlio nostro riesco solo a pensare a un piccolo batuffolo qui in mezzo a noi.. al solo pensiero mi batte il cuore all’impazzata, dovrebbe essere una gioia solo nostra! Invece oggi ho capito che di mezzo ci sono tante altre cose: la fondazione e gli istituti che controlla, milioni di dollari da gestire, la religione, i collegi.. e non so cosa pensare! Io sono cresciuta in una fattoria, i miei genitori mi hanno allevata secondo i valori del cristianesimo, nella più assoluta semplicità... non sono abituata a tutto questo. – sospirò.
-Lo so... – poi si voltò verso di lei e le prese la mano – Io ti amo April, più della mia stessa vita.. e voglio davvero tanto un bambino con te ma soprattutto voglio vivere con te ogni giorno della mia vita, per sempre. E hai ragione, ho delle responsabilità nei confronti della mia famiglia, e della fondazione ma.... – brevissima pausa -  ne ho anche nei tuoi confronti, perché tu sei la donna che ho sposato quindi, ti prometto, che non ti sarà mai imposto nulla e ogni decisione la prenderemo insieme.. perché così dev’essere. –  disse accorato.
Lacrime di commozione rigarono il volto di April, con lui si sentiva davvero al sicuro, nonostante tutte le difficoltà: - Ti amo anche io Jackson perché sei perfetto, sei l’uomo giusto, e ogni giorno me ne dai la conferma.. non potrei più vivere senza di te- gli accarezzò il volto – ti prometto che sarò comprensiva e ti resterò accanto sempre, e ti sosterrò, e sarò per te la migliore delle mogli –
-Ne sono sicuro.. – le sussurrò prima di baciarla.
 
Ci sarebbe stato tempo per affrontare i problemi che li attendevano, nel frattempo però, erano certi che l’amore che li univa era solido e profondo e che nessuna di quelle difficoltà avrebbe mai potuto separarli..non ora che si erano finalmente ritrovati.
 
 
FINE
  
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