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Autore: Jaredsveins    23/03/2014    3 recensioni
"Chiusi la porta. Riuscivo a sentire solo il mio respiro affannato e il sapore metallico del sangue proveniente dal mio labbro. Stavo scappando, ancora, sempre da lui. Il nostro era un rapporto pazzo, malato lo definivano alcuni, ma noi ce ne saremmo resi conto solo quando non avremmo finito per distruggerci a vicenda. Il problema era che solo io ero stata distrutta, lui continuava imperterrito a torturarmi, inseguirmi, farmi sua, ma senza rispetto e senza pietà, senza curarsi dei miei sentimenti e sensazioni."
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, sono tornata con questa OS. L'ho buttata giù in sei ore e spero che vi piaccia, l'ho letta tremila volte perché non ero convinta e alla fine ecco cosa ne è venuto fuori. Quindi, adesso vi lascio in pace e vi auguro una buona lettura. Recensite e fatemi sapere come vi sembra. Se vi fa schifo ditelo pure, non c'è problema, lol.
-Feffe

 
I'm feeling dead standing by your side, while you are smiling.

 
Chiusi la porta. Riuscivo a sentire solo il mio respiro affannato e il sapore metallico del sangue sul mio labbro. Stavo scappando, ancora, sempre da lui.

Il nostro era un rapporto pazzo, malato lo definivano alcuni, ma noi ce ne saremmo resi conto solo quando non avremmo finito per distruggerci a vicenda. Il problema era che solo io ero stata distrutta, lui continuava imperterrito a torturarmi, inseguirmi, farmi sua, ma senza rispetto e senza pietà, senza curarsi dei miei sentimenti e stati d’animo.

Sentii dei colpi, stava bussando alla porta con forza e corsi alla finestra, aprendola e guardando di sotto, era troppo alto per saltare e non ne sarei uscita viva. Sospirai profondamente e mi voltai quando lui sfondò la porta.

Mi guardava con un sorriso perverso. “Sai che scappare non serve a niente, siamo solo io e te..”

Deglutii rumorosamente e indietreggiai, urtando contro il mobile, facendo cadere un vaso per terra e frantumandolo in mille pezzi. Nella mia mente desiderai di essere quell’oggetto e di poter sparire, ma subito dopo mi smentii e dissi a me stessa che dovevo riuscire a scappare da lì. “Jared, lasciami andare.” Sussurrai flebilmente evitando lo sguardo del diretto interessato.

“Skyler, sai bene che non lo farò.” Rise e fece dei veloci passi in avanti, mettendomi le mani sui fianchi e tirandomi a sé con uno strattone. “Sai che se provi a resistermi, a scappare, mi fai solo eccitare di più..” Si avvicinò e mi morse forte il collo, facendomi urlare di dolore, sussurrando poi. “Tu sei mia, non ti lascio andare via facilmente, assolutamente no. Anzi, non ti lascerò mai andare via.”

“Tu sei un pazzo, lasciami andare!” Urlai disperata e con uno strattone lo spinsi via, correndo fuori, ma sentendomi bloccare subito dopo da due braccia molto più forti di me.

“Va bene, ma un’ultima volta, piccola, resta con me.” Sibilò al mio orecchio, un tono di voce per niente appropriato a quelle parole. Mi tirò indietro e chiuse la porta, mettendoci davanti la scrivania per chiuderla data la serratura che lui stesso aveva rotto. Si girò e avanzò nuovamente verso me. “Ti avevo avvertito..e tu non mi hai ascoltato. Adesso subisci e mi dai tutto quel che hai.”

“A te non è mai importato di me, non è vero?” Lo guardai negli occhi e con tutta me stessa ricacciai indietro le lacrime, avvicinandomi pericolosamente al mio assassino. Perché lui mi aveva uccisa, lentamente.

“Molto perspicace.” Fece un risolino malizioso e mi strinse i fianchi, non appena fui davanti a lui. “Mi piace il sesso con te e poi tu sei ubbidiente, ti lasci fare tutto e non dici nulla se ti ferisco..” Mi sfiorò il labbro spaccato e lo strinse con le dita, facendomi gemere di dolore. “Tu subisci e basta, sei masochista..e mi piace questo di te. Per il resto, non so il tuo colore preferito, i tuoi gusti, quando fai il compleanno o altre stronzate e, sinceramente, non mi interessa saperlo.”

Quelle parole fecero male, furono come delle pugnalate e sentivo che quelle ferite profonde non sarei riuscita a vincerle.

Sentivo già gli occhi pungere, stavo per piangere ma non volevo farlo davanti a lui, non volevo alimentare la sua rabbia e il suo ego. Voleva prendersi tutto quel che avevo? Lui non sapeva che lo aveva già fatto. Si era preso la mia verginità, la mia felicità e, soprattutto, il mio cuore. Ha proprio ragione chi dice che le donne sono attratte dal rischio, dagli stronzi, dai gioielli che costano troppo..e Jared era come quest’ultimo. Un gioiello bello alla vista, ma che dentro sé era duro come la pietra e impossibile da scalfire o raggiungere. Eppure io lo amavo ancora, continuavo a volere solo lui e restare succube di tutto quel che mi faceva. Il mio corpo era un campo di battaglia, ogni due centimetri si trovava un livido, un taglio, un rossore, tutto causato dalle sue maledettissime labbra che durante il sesso mi insultavano, umiliavano e a volte pregavano di volerne di più. E io, come una stupida, continuavo a dargli tutto. Come una stupida, continuavo ad amarlo. Eravamo arrivati al capolinea, lo avevo lasciato troppo libero e lui si sentiva un padrone e io ero la sottomessa, solo che lui non sapeva che la sua sottomessa aveva strappato quel contratto che solo lui aveva creato, lo aveva buttato e presto sarebbe andata via.
Volevo solo piangere, rannicchiarmi in un angolo e singhiozzare incondizionatamente, per poi rialzarmi e mandarlo a farsi fottere. Ma non potevo e non volevo, lui non mi aveva mai vista debole..solo impaurita. E, per quanto mi spaventasse a volte, non piansi mai davanti a lui e volevo continuare a tenere quel poco di dignità e forza che avevo già perso, solo che lui non lo sapeva e doveva continuare a non saperlo.

Già, doveva continuare così..eppure non riuscii a controllare le lacrime che mi rigarono il viso, cogliendo di sorpresa me e soprattutto lui.


“Skyler..Stai piangendo?”

Non avrei mai voluto cedere davanti a lui, eppure era successo e sicuramente avrebbe riso di me, chiamandomi puttana, dicendomi che ero inutile e che ero solo una fallita. Invece..

“Non piangere, per favore..” Mi sfiorò le guance e, per la prima volta, i suoi occhi mi guardavano colpevoli, come se tutto ad un tratto si fosse reso conto di cosa realmente mi avesse fatto e di cosa fosse diventato. “Piangi per colpa mia, vero? E’ colpa mia?”

“No, non piangerei mai per qualcuno che mi ha rovinato la vita.” Sbottai improvvisamente e lo spinsi con forza. Mi aveva vista cedere, allora perché non sbattergli tutto in faccia? Non sapevo se stesse recitando, non mi importava, volevo solo fare un’uscita dalla sua vita che avrebbe ricordato di certo. “Tu sei un pazzo bastardo squilibrato, Jared..” Gli diedi uno schiaffo e poi un pugno all’altezza della bocca, vedendo un rivolo di sangue scendere da questa.

Lui, in tutta risposta, non reagì. Gemette solo di dolore e chiuse gli occhi sofferente, vedendo del lucido tra le sue ciglia e capii di avergli fatto davvero male. “Skyler..”

“Non dirmi niente!” Urlai e lo buttai per terra, come se tutta la forza morale si fosse trasformata in qualcosa di fisico. Lo presi per i capelli e glieli tirai, ringhiando con rabbia e sentendo le lacrime che iniziarono a scendere inesorabili, ormai stanche anche esse di resistere e nascondere la loro debolezza. “Mi hai rovinata. Avrei dovuto lasciarti andare dal primo giorno, quando ti dissi di esser vergine e tu mi sverginasti con forza, senza prepararmi, senza tranquillizzarmi e dandomi uno schiaffo in pieno viso quando ti dissi che avevi sbagliato. Avrei dovuto lasciarti quando quella sera tornasti a casa arrabbiato e mi insultasti pesantemente, solo perché mi sentivo poco bene e non avevo voglia di farlo..avrei dovuto andare via e invece per seguire il mio cazzo di cuore guarda come mi sono ridotta!” Stavo urlando e credei di poter continuare in eterno. Due anni non erano pochi, erano fin troppi.

Jared mi fissava senza parole e quando vidi le sue lacrime scendere non potei crederci. “Mi dispiace..”

Se stava cercando di impietosirmi non ci sarebbe riuscito per niente, mi ero promessa che quella sera sarebbe stata l’ultima. “Per cosa? Per avermi reso un’alcolizzata o una drogata solo per non pensarti? Per avermi fatto del male? Per cosa?!” Gli urlai ancora contro e gli diedi un calcio.

Lui si aggrappò con le braccia a me e gemette ancora, tossendo e credei di sentire il cuore frantumarsi definitivamente quando rincontrai il suo sguardo. Era pentito e pieno di lacrime che continuavano a scendere. “Sono un mostro..”

“Sì, lo sei..” Scoppiai in singhiozzi e mi allontanai, rendendomi conto di esser diventata come lui in quel momento. Lo avevo accusato di avermi fatto del male e adesso io cosa avevo fatto? Lo avevo picchiato e umiliato, proprio come lui aveva fatto con me.

“Mi dispiace da morire, io..” Si alzò e barcollando venne da me, avvolgendomi in un abbraccio e macchiandomi la maglietta del suo sangue per via del pugno che gli avevo dato. “Perché non mi hai mai detto prima tutto questo, Skyler? Perché non mi hai fatto aprire gli occhi prima? Mi sento uno schifo, solo adesso mi rendo conto di quel che ho fatto e potrai anche non credermi, ma se potessi tornerei indietro ti regalerei la prima volta più bella della tua via.”

Io piansi ancora di più, allontanandolo e guardandolo devastata. “Credi che questo possa bastare? Mi servono i fatti e io sono stanca di aspettare che tu cambi. Mi hai capita? E’ finita.”

Quel che fece dopo mi lasciò senza parole, credevo di star sognando perché quel lato di Jared non lo conoscevo affatto.

Si avvicinò a me e gli sfuggì un singhiozzo, per poi poggiare la fronte alla mia. “Io non sono fatto per l’amore, credi che io non abbia capito cosa provi per me? Chiunque se ne sarebbe andato al posto tuo, eppure tu sei rimasta e questo mi faceva imbestialire ancora di più. Perché io non avevo il coraggio di mandarti via e volevo lo facessi tu..”

“Perché?” Sussurrai e lo guardai sconvolta.

“Perché, come tu non sei riuscita ad abbandonarmi, io non sono riuscito a cacciarti via. Per i tuoi stessi motivi..” Mi guardò come se avesse dovuto farlo per l’ultima volta, le sue iridi sembravano più scure del solito. “Perché ti amo.”

Adesso ero davvero sconvolta, infatti indietreggiai e caddi in ginocchio per terra. Lui non poteva amarmi, nessuno avrebbe mai potuto fare del male a qualcuno come lui aveva fatto a me, amandolo. Non era possibile, stava mentendo e si stava prendendo ancora gioco di me. “Tu menti..”

“No..” Si inginocchiò davanti a me e si portò la mia mano destra sul cuore, mentre il suo volto inondato di lacrime si contorse in una smorfia sofferente. “Lo senti, il mio cuore? Ricordi quando quella sera, mentre credevi che io dormissi, mi dicesti di non avere cuore? Ebbene io ero sveglio e ti sto dimostrando che ti sbagli. Io ho un cuore, solo che non ha un motivo per battere, ho bisogno che tu mi insegni a dare un senso alla mia vita. Insegnami.”

In quel momento il mio cuore mi urlava di abbracciarlo, mentre la mia mente mi diceva di andarmene, perché mi stava prendendo ancora in giro e io, come una stupida, assecondai il primo. Mi avvicinai e lo avvolsi con le mie braccia, piangendo contro la sua maglietta e sentendo subito lui stringermi forte, sospirando sui miei capelli un ‘Grazie..’ appena sussurrato. Lo conoscevo bene ormai, orgoglioso quanto era non avrebbe mai pianto davanti a me e non mi avrebbe mai parlato con tutta quella dolcezza, non si sarebbe scusato con me..ma non riuscivo a credergli al cento per cento su quelle due parole, ‘ti amo’. Eppure, qualcosa mi spingeva a scavare dentro lui e scoprire cosa provasse veramente, vedendo se stesse mentendo o no.
“Come faccio a sapere che non stai mentendo?”

“Hai detto che vuoi i fatti..” Mi prese il viso e asciugò le lacrime con i pollici, avvicinandosi a me. “Adesso te li darò e, ti giuro, saranno sinceri e veri.”

“Ti prego, non farmi del male..” Lo guardai implorandolo, prendendogli il viso a mia volta e sospirando.

“Te lo prometto, te lo giuro..” Sussurrò e mi prese delicatamente in braccio, scostando con il fianco la scrivania che si verificò leggera e mi portò in camera da letto, adagiandomi sul letto e dicendomi di aspettare. Tornò poco dopo con la cassetta per le medicazioni e, per la prima volta, si prese cura di me. Mi disinfettò il labbro e mi chiese se faceva male, allora io feci lo stesso e finii per sorridergli lievemente quando mi disse che se qualcuno avesse tentato di farmi del male, io sarei di certo riuscita a difendermi.

“Da te non mi difendevo perché non volevo..”

“E prima?”

“Prima o poi tutti arriviamo al limite..”

“E adesso?”

Sospirai e lo tirai a me, facendolo poggiare al mio seno e abbracciandolo forte. “Adesso non voglio più.”

“Hai paura?”

“No..sono solo ansiosa di vedere cosa farai per dimostrarmelo e, soprattutto, se sei sincero come dici di essere.”

Da quel momento in poi non fu più lui a parlare, ma i suoi gesti. Mi fece stendere sotto sé e mi baciò dolcemente come non aveva mai fatto, chiusi gli occhi e potei sentire il sapore metallico del nostro sangue che si mischiava. Sentivo un po’ di dolore al labbro, ma era sopportabile e le sue mani che ormai vagavano ovunque mi distraevano da quello. Mi alzò la maglietta e si abbassò, baciando ovunque vi fossero segni e sospirai riaprendo gli occhi, mentre gli misi una mano tra i capelli e glieli accarezzai piano. Iniziai a riflettere e capii che non riuscivo ad odiarlo per il semplice fatto che non volevo lasciarlo andare, perché da quando conoscevo lui la mia vita era diventata più ricca, anche se di tristezza..ma forse sarebbe cambiata qualcosa.

“Piccola?”

“Mh?” Lo guardai subito e aggrottai le sopracciglia.

“A che pensi? Va tutto bene?” Mi sfiorò il viso e io annuì, così lui riprese e baciarmi ovunque e mi sfilò poi la maglietta del tutto insieme al reggiseno, per poi allargare le braccia quando anche io feci lo stesso con la sua camicia. Gli misi le mani sul petto e lo accarezzai, dandogli un bacio e abbracciandolo, stringendolo così forte quasi da fargli mancare l’aria. Non volevo che tutto quello finisse, avevo paura che fosse un sogno ma il calore del suo corpo sul mio, i suoi baci dolci, il suo tocco delicato, mi facevano capire che era tutto reale e che forse non stava mentendo.

Mi tolse anche i pantaloni e gli slip, accarezzandomi tutto il corpo e guardandomi negli occhi quando sciolse quel contatto tra noi. “Non te l’ho mai detto, ma sei bellissima..” Sussurrò e io non ebbi il tempo di risponde perché sentii la sua mano sulla mia intimità, iniziando a massaggiarmi il clitoride e facendo poca pressione su questo, facendomi fremere. Gli accarezzai la schiena e gemetti piano quando sentii che mi avvolse il capezzolo con le labbra, succhiando piano mentre continuava imperterrito e muovere la sua mano esperta, facendomi inarcare e ansimare sempre più. Intanto iniziai a sentire le prime fitte piacevoli dentro me, mentre lo imploravo di continuare e di non fermarsi per poi giungere il limite poco dopo e abbandonarmi al materasso con un sospiro.

“Stai bene?” Si stese accanto a me e io mi poggiai a lui, annuendo.

“Non mi stai prendendo in giro, vero? Perché non riuscirei davvero a sopportarlo Jared..” Sussurrai e i miei occhi si riempirono di lacrime, pensando a quanto fossi serena in quel momento con lui come non lo ero mai stata.

“No, te lo giuro..” Mi guardò negli occhi e mi sorrise, dandomi un bacio. “E se dovessi mentire sei autorizzata a togliermi di mezzo, parola di Jared Leto.” Si portò la mano al cuore.

Sorrisi e dopo aver asciugato le lacrime mi misi sopra lui, zittendolo con un bacio e spogliandolo del tutto, per poi mettermi a cavalcioni e abbracciarlo forte, quando lo sentii in me. In quel momento mi sentivo davvero bene, speravo che fosse tutto reale, che lui fosse davvero sincero ma ormai non avevo più dubbi. Soprattutto quando mi prese il viso e mi guardò negli occhi, sussurrando di amarmi e io gli risposi che provavo lo stesso, con le lacrime agli occhi.

L’amore può uccidere, ma anche far ritornare in vita qualcuno che ormai si sente perso. L’amore può essere ossessivo, dolce, ostacolato e malato, come definivano il nostro, forse avevano ragione..ma nella nostra malattia, che altro non era un insieme di paure nascoste, eravamo felici di esserne infetti e che non ci fossero cure.

 
  
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