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Autore: evilregal_    23/03/2014    3 recensioni
Una maledizione senza precedenti si abbatte sugli abitanti di Storybrooke appena dopo il ritorno di Emma e Mary Margaret dalla Foresta Incantata. I colori lasciano la città in un alone di grigia tristezza, in attesa che qualcosa, o meglio qualcuno li riporti indietro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava lentamente, gli occhi fissi in quelli del suo nemico. Conosceva quella donna da meno di una settimana ma si era immediatamente resa conto di quanto fosse pericolosa. Cora dal canto suo sorrideva beffarda, convinta che questa ragazza non avrebbe potuto niente contro di lei. Fu così che Emma sentì una mano insinuarsi nel suo petto. Il dolore la scosse assieme alla consapevolezza che di lì a poco tutto sarebbe finito; il pensiero di Henry le attraversò la mente ed in quel momento il corpo di Cora venne sbalzato via, all’interno del passaggio ma senza la bussola, perso nell’oblio di migliaia di mondi.
 
I sensi di Emma si risvegliarono con uno scatto dopo una breve ora di sonno in una notte costellata di incubi;la madre del Sindaco le faceva visita ormai ogni notte nel sonno e non si poteva certo dire che fosse una sensazione piacevole. Ancor prima di poter mettere piede a terra sentì l’odore del caffè provenire dal piano inferiore, segno che Mary Margaret era già sveglia, e i primi raggi del sole filtrare dalla finestra.
Lo Sceriffo di Storybrooke si costrinse ad aprire gli occhi, preparandosi per quella che sarebbe stata certamente una giornata noiosa quanto le altre, se non addirittura di più. La vita nel piccola cittadina del Maine scorreva tranquilla dopo il suo ritorno assieme alla madre dalla Foresta Incantata, e benché questo dovesse renderla più che felice, non faceva altro che convincerla di quanto tutto questo fosse sbagliato e poco adatto a lei. Uno spirito libero e combattivo intrappolato in una piccola gabbia con migliaia di altre persone che però, fatte ben poche eccezioni, non potevano certo dirsi interessanti. In realtà l’eccezione era una sola, e portava il nome di Regina Mills, la donna che con il suo fascino e la sua tenacia aveva sempre rappresentato un ostacolo. Emma si sforzò di cacciare via quei pensieri, trascinandosi nel bagno.
 Poco più che mezz’ora dopo lei ed Henry passeggiavano per le strade di Storybrooke, diretti alla fermata dello scuolabus. Erano quasi arrivati, quando una leggera nebbia, quasi una foschia, iniziò a spargersi ovunque.
“Emma cosa sta succedendo?”-la preoccupazione e la paura nella voce del bambino erano palpabili.
“Non ne ho idea ragazzino, ma penso che lo scopriremo presto.”- ribatté lo Sceriffo osservando la polvere grigiastra diradarsi.
“Emma…EMMA! Tu…tu sei grigia!”- Henry non poté trattenersi dall’urlare guardandosi attorno e notando che ogni angolo della cittadina aveva perso i suoi colori, e con essa anche tutti i suoi abitanti. Era scomparso il rosso all’interno della sua giacca, il biondo dei capelli di sua madre così come la bellissima sfumatura di verde che aveva sempre caratterizzato i suoi occhi, tutti i colori erano scomparsi, lasciandoli immersi in una scialba tonalità di grigio.
Emma era senza parole, ne aveva viste delle belle dal suo arrivo a Storybrooke ma mai, neanche per un secondo, aveva immaginato di potersi trovare incastrata in qualcosa di simile.
“Presto ragazzino, andiamo da Gold.”- fu tutto quello che riuscì a dire, con la gola secca e la mente annebbiata. Ma prima che potesse muovere un singolo passo, intravide da lontano una donna dalla camminata inconfondibile, Regina. Solo ora che tutti i colori erano stati strappati via da lei, Emma si accorse di quanto fosse bella, di quanto fosse perfetto il rosso su quelle sue labbra carnose e di quanto quel color nocciola donasse ai suoi occhi. Lo Sceriffo però dovette tornare in sé per poter affrontare il Sindaco con adeguata lucidità.
“Cosa diavolo sta succedendo?”- la voce rauca e apprensiva di Regina fece la sua comparsa, non facendosi attendere troppo.
“Non ne ho idea, credo che la cosa migliore da fare sia andare a parlarne con Gold.”
Regina annuì e si incamminò verso il banco dei pegni della città, senza potersi trattenere dal notare quanto Emma con i suoi colori fosse bella, senza potersi trattenere dall’avere nostalgia del verde smeraldo dei suoi occhi.
Henry dal canto suo si limitava ad osservare le madri camminare a passo veloce, fianco a fianco, immaginando come sarebbe bello avere una famiglia, loro tre insieme e scacciando subito quel pensiero, ricordando quanto in realtà le due fossero in conflitto.
Appena i tre fecero il loro ingresso nel suo negozio, l’uomo si affrettò a dire:”Per quanto possiate non credermi, care mie, questa volta non ne so nulla esattamente come voi.”
“Come risolviamo questo problema?” – la voce diretta e coincisa di Emma non lasciava spazio a dubbi su quanto volesse che tutto tornasse alla normalità.
Un sorriso si dipinse sul volto dell’antiquario:”Sa, Miss Swan, tempo addietro qualcosa di simile accadde nella Foresta Incantata. Ci fu un prosciugamento di magia. Svanì, all’improvviso, senza lasciare tracce, di sua spontanea volontà. Credo che stavolta sia accaduta la stessa cosa, ma sta a noi capire cosa la magia voglia che accada e, per quanto mi riguarda, non ne ho la più pallida idea.”
“Cosa voleva nella Foresta Incantata?”- Regina fece il suo ingresso nella conversazione.
“Oh mi creda Sua Maestà, glielo direi volentieri, se solo lo sapessi.”
“Lei è dannatamente inutile.”- il Sindaco uscì dal negozio sbattendo la porta, seguita a ruota da Emma ed Henry.
“Quindi cosa facciamo ora Regina?”- il terrore dipinto negli occhi di Emma era chiaro, anche non potendo coglierlo nel solito verde scintillante.
“Andiamo a casa mia, forse il libro di incantesimi di mia madre potrà esserci d’aiuto.”
I tre si incamminarono lungo la strada principale, ognuno assorto nei propri pensieri. Emma pensava a quanti lati di Regina si fosse trovata ad ammirare negli ultimi tempi, pensò a quanto fosse tenace, forte, audace, ma anche a quanto fosse debole e sola. Loro due, pensò Emma, si assomigliavano molto più di quanto volessero far credere.
 Ben presto arrivarono al numero 108 di Mifflin Street e ne varcarono la soglia. Il Sindaco non perse tempo ed aprì immediatamente il cassetto nel quale custodiva il libricino rilegato. Ne sfogliò le pagine per minuti interminabili ed infine lo richiuse, delusa di non aver trovato una soluzione. Emma la osservò mentre si lasciava cadere sul divano dove avevano parlato per la prima volta e sentì il bisogno di consolarla, così le si avvicinò. Stava per parlarle e nel farlo le strinse leggermente il braccio per darle sicurezza. Ancor prima che potesse aprire bocca un brivido attraversò entrambe ed un barlume di colore si fece strada nel mondo, fino a quando Emma non si distaccò da Regina, riportando tutto al grigiore di pochi istanti prima.
“Cosa diavolo..?”- lo Sceriffo era interdetto.
Regina continuava a fissarla, incredula. Il solo a rendersi conto della portata dell’evento sembrava essere Henry.
“Mamme, non capite? Siete voi! Voi siete magiche, insieme! Potete rompere la maledizione!”- disse il bambino, saltellando allegramente attorno alle donne.
Le due si guardarono, perplesse.
“Bhe, fino a quando non trovate una soluzione, mi sa che me ne starò nella mia stanza a leggere, o magari a sentire musica”- così si dileguò.
Regina osservò la bionda per istanti infiniti, pensando a come fosse stato possibile che un solo tocco avesse prodotto quell’effetto. Ciò che diceva Henry non poteva essere vero, era impossibile. Loro due lavorare insieme? Era assurdo…eppure non lo era. Quella stessa mattina avevano collaborato, così come avevano fatto quando Henry era stato colpito dalla maledizione che era destinata ad Emma. In fin dei conti loro due erano una bella squadra perché si capivano. La vita di Regina era stata così vuota fino all’arrivo di Henry, e poi lo era stata ancora di più quando lui aveva iniziato ad allontanarsi da lei, lo era stata fino all’arrivo di Emma. Quella donna, si ritrovò a pensare Regina, aveva riempito la sua esistenza quando l’astio di Henry la rendeva vuota, quella stessa donna che aveva creduto di odiare, l’ aveva in un certo senso aiutata. E così senza pensarci, Regina si alzò in piedi, raggiunse lo Sceriffo e le sussurrò un leggero “Grazie” prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle di Emma. La bionda rispose al bacio e qualcosa accadde, dentro di loro. Perché entrambe sapevano che era questa la verità, che era questo ciò che volevano. Il contatto non si spezzò dalle labbra unite delle due donne iniziò a ricrescere ciò che era prima andato via: il colore. Riaffiorò piano e si sparse ovunque raggiungendo ogni punto della città fino al confine, mentre loro continuavano a godere dell’amore che avevano entrambe tanto desiderato. Quando la necessità di ossigeno le costrinse a separarsi  i loro sguardi si allacciarono ed entrambe sussurrarono le parole che sapevano avrebbero cambiato la loro vita.
 

“Ti amo.”
  
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