Baci di latte e sesso per
caramelle.
Capitolo I
猪神 – Porco dio.
“Semplicemente ti svegli una mattina e capisci di essere cambiata.
Sei la stessa e sei anche diversa. E non riesci a ricordare
come cazzo ci sei finita a diventare così”.
[Anonimo,
scritta in un bagno femminile della Raira Academy il 26/11/06.]
La tavola è
apparecchiata con la tovaglia bianca di pizzo, quella che la mia famiglia di
solito usa per le occasioni speciali. Durante la loro luna di miele, mia madre
e mio padre erano andati a Kyoto, tornando a casa con questo
orribile pezzo di stoffa che trovavano meraviglioso e l’avevano pagato un
sacco di soldi, manco fosse Armani. Ricordo che due o tre anni fa mamma me la
fece stirare, quella tovaglia, e mi minacciò di morte nel caso
l’avessi rovinata. Nonostante le sue minacce, un po’ mi mancano
quei tempi, quando eravamo ancora una famiglia unita.
Sono passate tre settimane da
quando ho tentato il suicidio, e la gioia di vivere e la speranza che mi ha
donato quella misteriosa motociclista è scomparsa nel nulla, e sento di
nuovo quel senso di vuoto che mi persuade. Forse è dovuto al non
miglioramento della mia situazione familiare, anzi, adesso hanno anche
cominciato ad urlarsi addosso. Cinque giorni fa
papà stava parlando con qualcuno al cellulare ed io ero in camera,
quando abbiamo sentito mia madre che aveva iniziato ad
urlare che non la rispettiamo; era scoppiata a piangere istericamente mentre
spaccava bicchieri e rompeva piatti. Io e papà siamo corsi in cucina e
l’abbiamo trovata rannicchiata in un angolo, con entrambe le mani sul
volto. Le voglio bene, però qualche volta mi dà
l’impressione di una psicopatica, forse è per
questo che non ci siamo mai intese. Con mio padre invece sono sempre
andata d’accordo, forse perché è una persona tranquilla
come me o perché ha sempre voluto insegnarmi tante cose. Ma da quando ho
scoperto che tradiva mamma fatico a guardarlo con gli
stessi occhi di prima, e da quando ho fatto in modo che lei lo venisse a
sapere, mandandole quelle fotografie, si era spezzato qualcosa nella mia
famiglia. Probabilmente per sempre.
Il rumore di una bottiglia di champagne poggiata con troppa brutalità mi riporta
alla realtà. Mi guardo attorno, notando che la sala da pranzo è
più pulita del solito, mentre mamma sembra molto indaffarata, mentre
apparecchia la tavola e la studia attentamente, come se volesse che fosse tutto
perfetto.
Emetto un lungo sospiro,
perché questo mi fa automaticamente intuire che abbiamo degli ospiti a
cena, quando non ho assolutamente voglia di vedere nessuno.
Afferro il cellulare situato
nella tasca destra del mio jeans, e sospiro: oggi è il ventinove aprile,
il compleanno di papà.
Mi chiedo perché dopo tutto quello che le ha fatto, lei voglia addirittura
festeggiarlo.
«Oggi vengono anche i
nonni e gli zii, contenta?».
Vorrei spararmi in bocca, ma
annuisco.
«Mettiti il vestito
blu», aggiunge mia madre dopo un po’ «Quello che ti ho
regalato a Natale».
«Va bene», mi
limito a proferire, uscendo dalla sala da pranzo.
Percorro il corridoio che
conduce alla mia camera frettolosamente e, appena sono al suo
interno, chiudo la porta alle mie spalle e accendo velocemente il computer, a
mio malgrado devo dire a Aisha che non potrò
passare tutta la serata a chattare con lei. Anche lei è un membro dei Dollars e come me viene alla Raira
Academy, solo che frequenta l’ultimo anno ed ha
diciotto anni. Non so nient’altro di lei, non ha
voluto rivelarmi la sua identità.
Accedo al sito dei Dollars inserendo la password velocemente e la trovo
lì, nella solita chat, ad attendermi. Entro.
Aisha: “Ciao Magenta”.
Sorrido, mi ha salutata subito! Non ricordo che sia riuscita mai a farlo io
per prima.
Magenta:
“Ciao Aisha”.
Adoro il suo nickname,
lo trovo così tropicale!
Aisha: “Come mai così
tardi? Di
solito sei sempre puntualissima per chattare”
Aisha: “Ahahahah”.
Magenta:
“E non penso che potrò farlo ancora per molto”
Magenta:
“Oggi si festeggia papà”
Magenta:
“Che palle”
Aisha: “Dài, è pur sempre tuo
padre”.
Alzo gli occhi al cielo a
quell’affermazione. Il pensiero che abbia tradito mamma mi tormenta
ancora tantissimo. Qualche volta vorrei che fosse stato un altro uomo a
sposarla, un uomo buono, che non l’avrebbe mai
fatta soffrire. Aisha mi sveglia dai miei pensieri.
Aisha: “Ehi? Sei morta sulla
tastiera?”
Magenta: “No, no, ci sono. È che stavo ripensando alla mia
situazione familiare”
Aisha: “So come ti senti. Ma gli uomini fanno uno
più schifo dell’altro. Per questo non sono
interessata ad avere un marito e dei figli, tantomeno un ragazzo”.
Magenta:
“Capito”.
Aisha: “Poi si finisce come tua madre”.
Magenta: “Non sei molto
incoraggiante, sai? E nemmeno tanto educata”
Aisha: “Ahahah”.
Aisha: “Comunque nemmeno io avrei
potuto chattare stasera, ho un appuntamento”
Sorrido a quelle parole,
stuzzicandola.
Magenta:
“Non eri quella che non voleva avere un fidanzato tra i piedi?”
Aisha: “Mi dispiace deluderti, ma non è un appuntamento
romantico”.
Magenta:
“E allora cos’è”.
Magenta:
“?”
Attendo la risposta, ma non
arriva. In quel momento sento dall’altra stanza la fastidiosa voce di mia
madre che mi chiama. «Rio, ti stai cambiando?»
«Sì», mento
senza pensarci troppo, voltando appena la testa da un lato. Sospiro
silenziosamente, per poi alzarmi dalla sedia e aprire il mio armadio, optando per l’iniziare a cambiarmi nell’attesa
di un’eventuale risposta da parte di Aisha. Che
mi avesse tenuto nascosto qualcosa per tutto questo tempo? Storco
spontaneamente appena il labbro, mentre afferro con poca delicatezza il famoso
vestito blu, buttandolo sul letto. Inizio a sfilarmi
frettolosamente la maglietta e i jeans, lanciando in continuazione occhiate
verso il computer.
Indosso il capo goffamente, per
poi dirigermi verso lo specchio: certo che sono davvero dimagrita negli ultimi
tempi, devo pesare almeno un paio di chili di meno!
Il vestito ormai mi va un po’
largo, ma non mi interessa, tanto sono solo i nonni e
gli zii. Faccio per sciogliermi le codine, al fine di sembrare più
elegante, quando sento il suono della chat. Ho un sussulto e mi precipito verso
il computer. Il mio entusiasmo si trasforma in shock totale. Strizzo gli occhi,
cercando di capire se quello che mi ha scritto è reale o si tratta
semplicemente del frutto della mia immaginazione.
Aisha: “Sono una prostituta”.
Aisha esce dalla chat.
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Mi presento: sono andateviaspiriti e sono qui con una Long fresca fresca. Era da un po’ di tempo che avevo
intenzione di scrivere qualcosa del genere.
L’ispirazione
mi è stata data principalmente dai coinvolgenti romanzi di Veronica Q, e
consiglio a tutti voi di leggerli!
Comunque spero che
l’idea di base vi piaccia; appena mi è venuta in mente, circa
qualche mese fa, mi sono precipitata a cominciare il primo capitolo. Ero
davvero indecisa se pubblicarla o meno, ma alla fine
ho deciso di farlo, ed eccomi qui.
Premetto che potrebbero esserci alzamenti di raiting durante il corso della storia.
Ci tenevo a dire
che gli altri capitoli saranno più lunghi, diciamo che questo era una
specie di prologo.
E – se vi va
– recensite. Mi fareste un enorme piacere! Aw.
Al prossimo
capitolo!
Au revoir♥!
Andateviaspiriti