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Autore: lumieredujour    23/03/2014    4 recensioni
Sei OS che scrivo per descrivere quelle che secondo me sono i momenti più imbarazzanti che quasi ogni ragazza ha il "piacere" di passare quando s’innamora. Sarà un crescendo di situazioni che mi fanno battere i denti al solo pensiero. Se siete ragazze, leggete e ditemi se non siete d’accordo anche voi.
Se siete ragazzi, vedete e ammirateci per il nostro coraggio.
Se siete genitori (e soprattutto padri), beh, vedete quanto è difficile per noi avere a che fare con certe cose. Fidatevi, esperienza personale.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Un fagiolo in cantiere

Fisso il soffitto del mio bagno, pregando tutti i santi in paradiso affinchè il tempo scorra un po’ più velocemente. Giuro che ogni secondo lo sento scivolare con la stessa fluidità del sasso che ingoiai a sette anni. Diamine! Già è stato imbarazzante andare in farmacia, con tanto di occhiali e cappellino, e chiedere con la voce più discreta che sapessi fare “Potrei avere un test di gravidanza?”.
Il farmacista, quello stronzo, mi ha sorriso e si è voltato a gridare (penso che anche in Cambogia si siano girati infastiditi) “Katia portami un test di gravidanza per questa signora, grazie!”.
Se non fossi stata “questa signora” avrei sicuramente riso, ma in quel momento volevo solo scavarmi una fossa e morire. Magari portando anche il farmacista con me.
Comprato lo stramaledetto test ho vissuto tutta la mia giornata con l’ansia costante. Saltavo ad ogni minimo rumore, non avevo fame e perfino mio marito Tiziano ha notato una qualche stranezza.
-Amore, cos’hai? Le vuoi le coccole- strofina il naso sul mio collo e qualche ormone è già andato al cervello per premere il bottone “Stasera si puffa!”.
Giuro che sto per abbandonarmi al richiamo della natura, ma il pensiero del pacchetto dentro la mia borsa spegne ogni fantasia.
-No amore, oggi niente coccole. Dobbiamo parlare- mi giro verso mio marito che, dio, ha uno sguardo allarmato.
Per un attimo sono tentata di tenerlo sul filo del rasoio per un po’, magari convincendolo a raccontarmi qualche bastardata che ha fatto.
-Roberta non dirmi così. Lo sai che il cassetto della cucina lo riparo al più presto. E giuro che chiuderò il tubetto del dentifricio stasera- suda freddo.
-No, niente di tutto questo. Molto probabilmente sono solo incinta- lo dico con un tono leggerissimo, come se gli stessi parlando del mio episodio preferito di Winnie The Pooh, ma i miei neuroni hanno già premuto il bottone “Panico pa-panico pa-pa-paura”.
 Il mio cervello è un ammasso di bottoni, lo ammetto. Ecco perché non ho mezze misure. Tiziano è scioccato, giustamente, e mi fissa come se fossi la madonna. Una cosa però è sicura: qui non c’entra lo Spirito Santo.
-Dì qualcosa. Parlami del tempo o dimmi la definizione di “minzione”, cosa che devo fare su un test di gravidanza per sapere se ti ho spaventato a morte inutilmente o no- gli tocco perfino il braccio e solo allora ritorna in sé e mi abbraccia.
-Oddio sto per diventare padre. Io padre. Io come mio padre- continua a mormorare e la voglia di tirargli una badilata sulla testa diventa forte. Sarà colpa degli ormoni.
-Già, bellissimo. Tu diventerai padre, io una balena esaurita. Come diavolo è che non sono così eccitata come te?-
-Perché tu lo porterai a spasso per nove mesi mentre io andrò in giro per il mondo sfoggiando il mio fisichetto- ghigno malefico alla bocca, mi rassicura così.
E poi mi chiedono perché l’ho sposato.
La notte la passiamo a farci le coccole, ma solo quelle perché Tiziano non vuole “spaventare la creatura entrando in casa sua senza permesso”. Ormai il mio utero non è più una parte del mio corpo, ma la casa di qualcun altro. Che palle, mi toccano nove mesi senza puffare.
Il giorno dopo, una domenica mattina piovosa, mi ritrovo seduta sul wc ad aspettare tre maledetti minuti.
-Sei incinta?- chiede per la nona volta Tiziano che aspetta pazientemente al di fuori del bagno.
Giro lo sguardo verso la porta bianca e alzo il mio dito medio. Poi, dopo essermi un po’ sfogata, vado a riprendere il mio caro test e lo giro senza pensarci due volte.  Lampeggia la parola “incinta” e i miei neuroni schiacciano ad intermittenza i bottoni “porca troia” e “sento già gli ormoni pazzi in circolo”. Lancio un grido-ora come ora non saprei dire se fosse un grido di panico o di gioia- e subito Tiziano entra e mi abbraccia.
-Aspettiamo un bambino, una bambina, che bello- continua a saltellarmi attorno e mette la sua mano sulla mia pancia che a me sembra sempre uguale a se stessa.
-Senti qualcosa?- chiede
-Sì. Sento che ho fame. E voglio piangere- sussurro sadica e adoro vedere la sua faccia sbiancare.
Se io dovrò soffrire, anche lui dovrà patire le pene dell’inferno, mi dico sorridendo.
-Dovremmo dirlo ai nostri genitori- mi ricorda Tiziano, appoggiandosi con me alla porta del bagno.
-Non oggi. Basta dramma, voglio solamente stare seduta sul divano a mangiare e giocare con te- sorrido prendendolo per mano e facendolo sedere sul divano accanto a me.
-Hai ragione. Anche perché, nel momento in cui lo diremo a tuo padre, sono sicuro che prima mi strangolerà perché non potrà ignorare il fatto che io e te abbiamo consumato e poi avrà un infarto-
-Perché tua madre? Mi dirà che sono una svergognata e  mi chiederà di chiamare nostro figlio “Ermenegildo” come tuo nonno-
Scoppiamo entrambi a ridere, ma ognuno sta cercando di realizzare cosa succederà. Come sarà avere un’altra creatura a cui badare?
-Sicuramente sarà stronzo come te signor “Fatti una camminata a piedi che stai ostruendo col tuo culo la mia televisione”- dico mordendogli il naso.
-Davvero? Secondo me sarà lunatico come te cara la mia “metti il preservativo, no anzi no, ma magari sì, non lo so”- dice e poi si copre la mano con la bocca.
-Cosa c’è?- gli chiedo, l’ombra di un sorriso fra le labbra.
-E se fosse femmina? Non voglio che senta le parole “preservativo” “sesso” o “ragazzo” fino a che non avrà compiuto i ventisette anni- un lampo passa negli occhi di Tiziano e, sconsolata, penso che sarà un padre super geloso.
Povera la mia probabile bimba, dovrà affrontare tante situazioni imbarazzanti. Soprattutto coi genitori esauriti che si ritroverà.




*angolo della pazza* non ci credo, sono arrivata alla fine! E' stato stranissimo premere il bottone "completa". Io che non completo nemmeno le versioni di latino durante i compiti in classe, io che sono la procrastinazione fatta persona, io che ho la costanza di una farfalla ubriaca. E' scioccante, ma gratificante allo stesso tempo. Dedico questa raccolta a chiunque stia affrontando una relazione o a chi si diverte sulle figura di merda altrui. Molte di queste storie sono tratte da eventi realmente accaduti. Magari non tutte sono divertenti come avrei voluto, ma c'est la vie. Niente inizia e finisce seguendo i nostri piani, molte volte le parole prendono il sopravvento. In particolare, quest'ultimo capitolo l'ho pensato non tanto per farvi piangere dalle risate, ma qualche battuta potrà magari strapparvi un sorriso.
Fatemi sapere cosa ne pensate, io questa raccolta che lo vogliate o no la dedico anche a voi e alla vostra pazienza.
Infinitamente grazie,
Em
  
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