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Autore: BlackPearl    03/07/2008    10 recensioni
C'era una volta, in un regno lontano lontano, una bellissima principessa di nome Sara.
Beh. Non proprio una principessa, e non esattamente bellissima.
In quanto al Regno, ci siamo. Era.. un Regno. Unito. Meglio conosciuto come Inghilterra.
[...] Un profumo familiare.
Mi volto, verso la fontana, e per poco non collasso, specchiandomi in due occhi castani. Anch'essi decisamente familiari.
Qualcuno lassù deve avermi sentito. Non svenire. Non svenire. Keep calm.
Dio. Forse sto sognando. Starò sicuramente sognando, si.
Però caspita, mica m'era mai capitato di sognare Orlando a Londra.
Che bello.
Non svegliatemi eh.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nota. La storia è decisamente inverosimile, e inspiegabilmente lunga, ma è stato divertente scriverla ed immaginarla.
Quindi, aprite i vostri orizzonti e siate pronti a tutto, anche agli strafalcioni in inglese XD 
Dopotutto, è una fiction.
Buona lettura.

[N.B: I dialoghi tra le doppie virgolette « » sono in italiano
Breve Legenda Essenziale:
Ce/Ciop/Mia moglie sono soprannomi di Cecilia
Andy/Mihi son quelli di Michela
Jo/Jools quelli di Giulia.
Sono sempre le stesse tre persone, per intenderci.]







C'era una volta, in un regno lontano lontano, una bellissima principessa di nome Sara.
Beh. Non proprio una principessa, e non esattamente bellissima.
In quanto al Regno, ci siamo. Era.. un Regno. Unito. Meglio conosciuto come Inghilterra.





Ebbene sì.
In Inghilterra.
Dopo anni di incessante attesa e immortale speranza, siamo quì.
Insieme.
Io e le mie sorelle. Sorelle non di sangue, ma legate allo stesso modo, se non di più.
Cecilia e Michela, rispettivamente ventidue e ventitrè anni, anche se fuori come il balcone di Giulietta.
Una combriccola di pazze, che hanno per di più sconvolto la quiete londinese.
Dio, Londra. Quando siamo atterrate, tredici giorni fa, abbiamo seriamente baciato la terra sotto i nostri piedi.
Embè, suolo anglosassone. Mica bruscolini.
Quì, a Londra, ho compiuto i miei primi diciotto anni, in compagnia dei miei due Angeli. Non avrei potuto chiedere di più, davvero.
Forse avrei chiesto una cosa, un desiderio che abbiamo tutte, una segreta speranza, e cioè vedere lui.
Lui che ci ha legate, Lui che ha dato il via a tutto, Lui che ci ha aiutate nei momenti peggiori.
Non riusciamo a spiegarci come e perchè ci siamo legate così tanto a lui, e perchè proprio a lui. Fatto sta che è successo, e siamo state col cuore in gola ogni santo giorno, setacciando ogni angolo delle strade, cercando un Suo indizio.
La speranza era piuttosto viva in noi, ma, diciamoci la verità. Di incontrare Orlando, in quattordici giorni, c'è una probabilità su un milione. Insomma, bisogna avere un culo spaziale, ma noi, con la fortuna, non andiamo molto d'accordo. Ecco.
Per esempio, ci siamo praticamente accampate nei Kensington Gardens, passando per l'Hyde Park e il Regent's. Di solito, si sa, chi possiede un cane, va al parco. Abbiamo provato in tutti gli orari, armate di bistecche e biscotti per cani, sobbalzando alla vista di ogni cane nero.
Ci son passati davanti tutti i cani neri della città. Tutti, tranne uno.
Questa settimana ci siam spostate al St James, incrociando le dita delle mani e dei piedi.
Speriamo bene, va.
Sospiro, e scuoto la testa. E' impossibile. Solo tre giorni.
Mi guardo intorno, socchiudo gli occhi, prego in elfico e in aramaico, ti prego, ti prego, anche solo un saluto. Solo per dirgli grazie.
Continuo a osservare il parco.
Le due pazze sono sedute su una panchina, riposandosi dalla lunga passeggiata, ed io sono dietro un albero, a una ventina di metri da loro.
Sto cercando di fotografare uno scoiattolo. E dai, piccolo, sta un po' fermo!
Scatto la foto, e mi alzo, ammirando il primo piano degno di Sebastian Copeland e socchiudo nuovamente gli occhi, per impedire al sole di accecarmi.
Sì, avete letto bene. Londra e sole nello stesso contesto. E' un miracolo.
La gente si ferma continuamente accanto a me. Indovinate perchè? No, non è quello che state pensando.
Accanto a me c'è l'unica fontana con acqua potabile del parco. Tutto qui.
E così, me ne sto tutta tranquilla sotto il sole, quando un profumo mi investe.
Un profumo familiare.
Quel profumo che mi spruzzo addosso ogni volta che vedo una profumeria, quel profumo che riempie il mio armadio, quel profumo che Lo identifica.
Mi volto, verso la fontana, e per poco non collasso, specchiandomi in due occhi castani. Anch'essi decisamente familiari.
Qualcuno lassù deve avermi sentito. Non svenire. Non svenire. Keep calm.
Dio. Forse sto sognando. Non è reale, non è possibile. Starò sicuramente sognando, si.
Però caspita, mica m'era mai capitato di sognare Orlando a Londra.
Che bello.
Non svegliatemi eh.
< Bella foto>
Una voce, la voce, penetra nei miei pensieri.
Vedo che sorride, e si china a riempire una bottiglina d'acqua. Credo di essere stata in trance per.. almeno 20 secondi.
Poi in qualche modo riesco a permettere all'ossigeno di arrivare al cervello, e realizzare il tutto, e sobbalzo, portandomi una mano alla bocca.
< Oh. Tha-thank you.> Deglutisco a vuoto più volte, mentre cerco di pensare a qualcosa di intelligente da dire.
< In.. in verità è il posto, che è un paradiso.. non rende abbastanza una semplice foto.> Scuoto la testa piano, tornando a guardare il panorama.
< Si, è vero> Dice, alzando lo sguardo. < Non sei inglese, vero?> Chiede poi, tornando a guardarmi.
< No, sono italiana. Si sente così tanto?>
< Oh, no, no, non mi riferivo all'accento, anzi, parli bene.. l'ho intuito dal modo in cui hai guardato il parco e hai detto "E' un paradiso..". Solo una persona che lo vede per la prima volta può dirlo in questo modo. Ormai si può dire che noi inglesi ci abbiamo fatto l'abitudine...>
Non so cosa rispondere, per cui mi limito a sorridergli.
< E' proprio una bella giornata, oggi, vero?> Chiedo.
< Si, ed è stranissimo> 
< Ho portato un po' di sole in valigia, da Napoli..> Sorrido, e lui ricambia.
E' il tuo sorriso, che illumina il mondo, Orlando. Altro che sole.
< Napoli.. bellissima città..>
< Londra di più>
< Ti piace proprio tanto, eh?> Domanda, incuriosito. E' dolcissimo.
< Troppo.. è meravigliosa.. l'abbiamo visitata quasi tutta, ma non mi stancherei mai di vederla..>
< Abbiamo?>
< Oh, si.. ehm.. sono venuta con due amiche..> Mi sporgo un po' al di là dell'albero, e le indico. Fortunatamente le due sono girate.
Ho in mente qualcosa.
< Vedi, eccole lì, sulla panchina.. Ci siamo date appuntamento a Roma, e siamo partite, finalmente>
< Non abitate tutte a Napoli?>
< No, no.. una abita a Firenze, e l'altra a Milano>
< Tutta l'Italia, insomma>
< Si, si - ridiamo - sono due splendide ragazze. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermele fatte conoscere>
Mi guarda interrogativo, ed io mi affretto a spiegare.
< Ci siamo conosciute su internet, in un sito di.. fanfiction. Storie, storie su di.. te, tra le tante. Si.>
< Storie su di me?> E' sempre più confuso, ha una faccia buffissima.
< Ahm.. si. Storie.. di fan. Proprio delle storie d'amore, più che altro. Tu sei il protagonista.. insieme ad una ragazza.. e a Dom, ovviamente>
< Dominic? - Strabuzza gli occhi - A tre addirittura??>
Scoppio a ridere, e scuoto la testa. < Ma cosa dici, sei pazzo? Dom è la spalla. Che storia sarebbe senza Dominic Monaghan? Che mondo sarebbe senza Dom?>
Ridiamo.
< In realtà, devi sapere, che siamo venute qui, a Londra, per.. visitarla, certo.. era il nostro sogno.. ma un altro motivo di uguale importanza eri tu. Insomma, siam arrivate con la speranza di incontrare te. E Dom, almeno io. Ma mi rendo conto che sono stata fin troppo fortunata..> Aggiungo, arrossendo fin sulla punta dei capelli.
< Davvero siete venute fin quì per me e Dom?>
Annuisco piano. < Beh, si, tra le altre cose.. si. Diciamo che.. Dio, ci sarebbero tante cose da dire.. - faccio una pausa, per riordinare le idee - Mi piaci molto come persona. Come fai a dirlo? diresti tu, visto che non ti conosco. Eh, beh. Da quello che dici, principalmente, si capiscono tante cose. Mi piace la tua concezione dell'amore, dell'innamoramento. Mi piace l'approccio che hai con le donne, l'approccio che hai con la vita.. è bello. In più sei un ragazzo miracolato, voglio dire.. se non sei speciale tu.. e poi dai, il voler essere come Superman per salvare la propria ragazza, il trattare le donne immedesimandosi nei loro padri, cioè, ti rendi conto? Dove li trovi più i ragazzi così? Sono completamente estinti ormai! L'ho sempre detto, io, che te sei l'ultimo esemplare buono rimasto sulla faccia della terra!>
< Lo so, sono patetica> Aggiungo in fretta, passando dal rosa al bordeaux. Ho parlato troppo. Mi mordo la lingua, appuntandomi mentalmente di non parlare più per i prossimi quaranta minuti.
< Non lo sei affatto>
Alzo lo sguardo, puntandolo nel suo. Il mio cuore perde parecchi battiti, mentre cerco di decifrare la sua espressione. E' serissimo.
< Ti sembrerà strano, e davvero patetico, ma nessuno me l'ha mai detto prima. Non credo di avere mai incontrato una ragazza che non mi abbia detto 'Sei bellissimo, ti amo, sposami' guardandomi con occhi sognanti>
Io rido, sentendo la vocina assurda che ha fatto imitando quella femminile.
< No, dai, davvero?>
< Si, davvero. Raramente parlano di me, come Orlando e basta. Al massimo dicono che recito bene.. il che è sempre un complimento, certo, però non so mai se è vero o no, o se lo dicono tanto per dire..>
< E cosa ti fa pensare che io non lo dica tanto per dire?> 
< E cosa ti fa pensare che io non abbia mentito riguardo al mio carattere?> Ribatte, sfoderando un sorriso sghembo.
< Mi fido, semplice. Mi piace immaginarti così. Poi, se scoprirò che non lo sei, farò i complimenti alla tua mente contorta per aver inventato tali e tante cose meravigliose.> Rispondo, serafica.
Lui ride appena, grattandosi la nuca, a capo chino.
< Senti.. potrei chiederti un favore?> Gli chiedo, veloce.
< Dimmi tutto>
< Dovresti venire con me. Da loro. Devi almeno salutarle, e le renderai le persone più felici di questa terra> Indico le due adorabili pazze, intente a telefonare ai rispettivi genitori.
Lui annuisce, e posa la bottiglia per terra. Si passa una mano sui capelli, sistema il codino.
< Come sto?> Chiede, lisciandosi la camicia.
Ahm. Cosa dovrei risponderti, ora? You are hot as a hell? No, meglio di no. < Stai bene, Narciso..> Roteo gli occhi strappandogli una risatina.
< Ehm.. comunque, io sono.. Sara..> Sussurro, abbassando lo sguardo.
< Dio, che stupido, non ti ho nemmeno chiesto il nome.. scusami>
< Ah, ma cosa dici.. non preoccuparti!>
< Comunque, io sono Orlando. Sono molto lieto di conoscerti, Sara.> Mi prende la mano e vi porge un soffice bacio. Sto per svenire.
< S-si. Anche io. Andiamo..>
Facciamo per andare, ma lo blocco. < Aspetta. Dovresti.. nasconderti, credo. Si, si. Non voglio che ti riconoscano subito. Potresti nasconderti dietro di me, camminando a testa bassa. Che ne dici?>
< Ai suoi ordini> Si porta la mano alla testa, come si fa salutando un capitano, e io gli prendo la mano, ridendo.
Ci avviciniamo alle ragazze, che non si accorgono di nulla.
« Sant'Iddio, Sarè, 'ndo stavi?» Esordisce Cecy, con la sua solita parlata multidialettale.
Ho il cuore in gola. Sono così felice che potrei scoppiare.
< Ero di la, e vi ho.. ehm.. portato una persona. Non urlate, mi raccomando.> Mi sposto di lato, tirando appena Orlando, che si materializza davanti alle due ragazze.
No, qui ci vuole una foto. Agguanto la digitale e ne scatto una, ritraendo persino il cellulare della Mihi in piena caduta al suolo, dopo esserle sfuggito di mano. La scena di cui sotto avviene nel giro di trenta-quaranta secondi.
« Oh Santissimo Signore, sorreggetemi» Michela, che era in piedi, si lascia cadere sulla panchina, con due occhi sbarrati all'inverosimile.
Cecy sembra aver visto Peter Pan in mutande, e boccheggia alternando lo sguardo tra me e Lui.
Mi avvicino a lei, lasciando la Sua mano, e scoppiamo a ridere, insieme. Una risata di pura follia, quasi isterica.
« Ok. Respirate, relax and breathe, eh?»
< Posso avvicinarmi, o collassano?> Chiede Orlando, mentre raccoglie il cellulare (miracolosamente intatto) della Mihi e glielo porge.
Lei lo prende con mani tremanti, e abbozza un sorriso. < Thank.. thank.. thank you>
< You're welcome>
Oh, Dio. Ora collassa per davvero. Ce deglutisce, e mi guarda, sussurrando: « Non rihordo più una ceppa d'inglese, mò».
Orlando ci osserva divertito, e allunga la mano destra, per presentarsi: < I'm very pleased to meet you, Cecil>
Cecilia la stringe. « Sapessi a me che piacere mi fa» Sussurra, ancora in trance, poi sembra riprendersi, e si corregge: < I mean, I'm pleased to meet you too>.
< Allora, come state?> Domanda, sedendosi in mezzo a loro.
< Grazie tante, eh. Sei un vero gentiluomo> Lo canzono, notando che non c'è più posto per me.
Scoppiano a ridere, e Orlando fa per alzarsi, ma lo fermo. < Che scherzi? Siediti, non c'è problema>
< Vieni qui, dai> Mi prende una mano e mi fa sedere sulle sue ginocchia. Le mie guance prendono fuoco. < Non c-c'era bisogno..>
La temperatura sale a livelli sproporzionati, di pari passo col battito cardiaco.
Mi guardo attorno, incredula. Possibile che nessuno l'abbia riconosciuto? Cioè, è vero che questa panchina è un po' isolata, però, diamine. Gli inglesi sono proprio assurdi.
< Sara mi ha raccontato delle vostre ehm.. storie.. > Osserva Ob, sfoderando il solito sorriso da infarto.
Sorrido tra me e me, sentendo pronunciare il mio nome. Seirah.
Le due passano dal bordeaux al porpora, guardandomi con un non so che negli occhi. Istinto omicida, forse?
< Ah si? Cosa ti ha detto?>
< Mi ha detto che scrivete queste storie, di cui non ero assolutamente a conoscenza, tra l'altro. Storie d'amore.. giusto? Tra me.. e una ragazza.. con la partecipazione speciale di Sblomie>
Ridiamo di gusto, notando la sua espressione.
< Si, si. Domme c'è sempre e comunque. E' un grand'uomo, quello..> Affermo, con occhi sognanti.
< Mamma mia, è incredibile. Questa donna è persa. E' pazza di Dom, completamente pazza..> Sorride Mihi, scuotendo la testa.
Orlando si volta verso di me, e mi è tanto vicino che posso sentirne benissimo il buon profumo. Mi guarda negli occhi, un lato della bocca piegato in un sorriso.
< Che c'è?> Chiedo, non riuscendo a sostenere più quello sguardo.
< Wait> Lo vedo prendere il cellulare, e comporre velocemente un numero.
< Hey, Sploms, how are you mate?> Un enorme sorriso gli compare sulle labbra.
Sta chiamando Dominic. Sta. Chiamando. Dominic. Guardo terrorizzata la Cee, che si porta una mano alla bocca, sorpresa, e comincia a ridere.
I due parlano, Orlando ride. Poi, sento che dice: < Sono al St James park, e c'è una ragazza che vuole dirti qualcosa..>
A quella frase io mi sento impallidire, e mi alzo di scatto dalle sue ginocchia. < No, no, no, no. No, Orlando, NO!>
« Ma è pazzo? Ma cos'ha capito?!» Le ragazze stanno rotolando a terra dalle risate.
Orlando copre il cellulare con una mano e mi fa: < Non vuoi parlargli?>
< No! Cioè, si, però no! No, Orlando.. io già non capirei parlandogli da vicino, figuriamoci per telefono! Sei molto gentile, ma.. no. Oh Signore.>
Dal bianco latte passo al rosso carminio, mentre pronuncio le ultime parole.
Cioè, non esiste. Farei solo una figuraccia.
Orlando annuisce distrattamente, ed io mi darei una testata da sola per aver detto di no. Ma comunque, no. Ribadisco, farei solo una figuraccia. Mh.
< Dom, è molto.. cosa? No, è un po' timida. O ha paura di te!> Ride, e mi cinge le spalle con un braccio, come per consolarmi.
< Dove sei? Davvero? Ahm.. sì. Uhm.. interessante. Okay, chiamami più tardi. See you man!>
Chiude la comunicazione, e ci guarda sorridente. < Vi va di fare una passeggiata?>

Saliamo in macchina, le ragazze mi fanno sedere davanti, accanto a Orlando. Mio Dio. In auto con Orlando.
Sono ancora titubante.
Non sto sognando, vero?
« Do' ci porta 'sto maniaho mo?» Sussurra Cecy, facendoci ridere.
« Non vorrei aver capito male, ma da quel che ha detto, sembra proprio che..»
« Ssst, non dirlo. Non facciamoci i castelli in aria, per favore. Sarebbe troppo bello per essere vero, Gesù..» Ribatto io, passandomi una mano sul viso.
« Forza e coraggio, sister, ce la puoi fare» Mi arriva una pacca sulla spalla, mentre Orlando mette in moto.
< Si può sapere cosa state complottando voi tre?>
Ridiamo. < Niente, niente. Ci stavamo solo chiedendo dov'è che ci porti.. tutto qui>
< Un po' di pazienza, dai. Non è molto lontano>
Prendo la digitale, intanto, e faccio un video, durante il tragitto, riprendendo Orlando che guida, e i due Angeli che confabulano tra loro.
Improvvisamente squilla il telefono di Orlando. Lui lo prende, da un'occhiata sul display e me lo porge. < Rispondi.>
Lo prendo, titubante, e leggo Sblomie.
«
 Aridaje co' sto Sblomie! Non ci parlo, non hai capito?!?!» Urlo, esasperata, in italiano.
< C'mon, Seiraahhh! I'm driving, I can't talk!> Sbotta Orlando, avendo evidentemente intuito ciò che ho detto.
Sbuffo, e premo il tasto verde. < Hello?>
< Ob?>
< Oh, non sono Orlando>
< Chi sei?>
< Sono Sara>
< Sei la ragazza che voleva dirmi qualcosa?>
< Ahm, sì. Vuoi.. ahm.. che ti passi Orlando? Sta guidando>
< Oh, no, non è importante. Dove siete?>
< Ahm.. dove siamo?> Chiedo rivolta ad Orlando, e lui risponde: < Craven Street>
< Craven Street, Dominic>
< Oh, good! Okay, Sara, I must close, I'm very pleased to have met you>
< Me too.>
< Big kisses, bye!>
< Bye..>
Premo il tasto rosso, e sprofondo nel sedile, reggendomi appena mentre svoltiamo a destra.
< Sei più rossa di un semaforo, che ti ha detto quell'animale?>
< Niente, Orlando, niente>
« Hai visto, Sarè, sei sopravvissuta! Non t'ha miha mangiato, eh. Anche perchè effettivamente non ti può mangiare, per telefono. Ma non appena ti vedrà, BANZAI!»
« Scema!»
« Huhauahaua, c'mon, sorè, relax and breathe!»
E così, tra una chiacchiera e l'altra, passiamo i nostri buoni quindici minuti in auto. Parliamo del più e del meno, alternando l'italiano all'inglese. E al francese. Orlando con la erre moscia è una cosa formidabile.
Arriviamo finalmente a destinazione, davanti a noi c'è una schiera di villette, più o meno piccole.
Seguiamo Orlando fino ad una casetta gialla, con un giardino ben curato. Molto carina. Bussa al campanello.
I nostri timori erano fondati. Siamo effettivamente dove ci aspettavamo di essere. Deglutisco, mentre Michela mi incoraggia.
Ad aprirci è lui. Il re degli Orecchiotti. Signor e Signur, Dominic Monaghan.
< Brutta ciabatta d'un londinese, ogni tanto ti ricordi del tuo compagno di sventure!> Si abbracciano, poi lui alza lo sguardo e ci vede.
< E queste belle signore da dove sbucano? Credevo portassi una sola ragazza, non un esercito di meravigliose fanciulline londinesi!> Sorride sornione, e ci invita ad entrare.
< Non cominciare, Casanova! Non cambi mai, eh? E comunque, non sono londinesi. Sono italiane>
< Italiane? Ancora meglio!> Ribatte, ricevendo in risposta un buffetto amichevole sulla nuca.
< Allora, signore, cosa vi posso offrire? Accomodatevi pure in salotto. Ob, ti va una birra?>
< Alle cinque e mezza del pomeriggio? Sploms, sei pessimo!>
< Scherzavo, gay boy!> Grida lui dalla cucina.
Ridiamo, e sento che ci divertiremo.
< Ohm, ahm, the term 'Gay Boy' is.. is like a loving kind of term, naturally..(*)> Chiarisce, subito dopo, tornando in salotto con una bottiglia di coca cola.
< Sempre a salvarti il culo, eh, Dom?> Lo canzona Ob, per tutta risposta. Dom si limita a sorridere e a farci un occhiolino.
< Allora, Ob, com'è che mi hai portato queste dolci signorine? Oggi ti sei svegliato con un overdose di karma positivo che dovevi assolutamente condividere con altri?>
Nonostante la frase sia piuttosto articolata, riusciamo a capire, e cominciamo a ridere. La situazione è talmente assurda, strana e bellissima, che è impossibile non farlo.
< Ma la finisci di prendere in giro? Pensavo di farti cosa gradita, anzi, sai che ti dico, ora le riporto indietro!> Fa per alzarsi, e io comincio a imprecare, imponendogli mentalmente di smetterla. Fortunatamente Dom lo blocca. < Nooo, ma cosa dici! Lo sai che ti amo, Orli, si scherza...>
< Non hai risposto, Orlando..> Cecy richiama l'attenzione su una questione piuttosto rilevante. Per noi.
< Infatti. Sei solito rapire le fan che incontri per strada o oggi ti sei svegliato con l'intenzione di fare un po' di beneficenza?> Continua la Mihi, ridendo.
Orlando sorride, un po' imbarazzato, poi spiega: < No, diciamo che non avevo intenzione di portarvi qui. Mi sarebbe piaciuto restare a parlarvi ancora un po', siete simpatiche, non siete come le solite fan. Poi è emersa questa particolare simpatia di Sara nei confronti di Dominic, e ho pensato di farle questa sorpresa, anche perchè avevo voglia di rivedere il caro Sblomie.. due piccioni con una fava, no? Spero che a voi non sia dispiaciuto..> Conclude, rivolgendosi alle mie compagne, e a Dom, che risponde subito: < Ohhh, I love who loves me! Especially if it's sweet and nice like her>
Io arrossisco inevitabilmente, e fingo di giocherellare distrattamente con l'orologio.
Orlando alza gli occhi al cielo, sussurrando per tutta risposta: < God, please help us>.
Sono incredibili, questi due. Guardo le ragazze, che suppongo stiano pensando lo stesso. Sorridiamo.
< Dai, ragazze. Raccontateci un po' di voi> Ci invita Dom. Io guardo Cecy, che a sua volta guarda la Mihi. Chi comincia? Io no.
< Ce, vai tu> La punzecchio io.
< Eh?? Te non stai bene, Brandy. Io non parlo.> 
< Brandy?> Dom capta questo nome, e ci guarda interrogative.
< Brandy è il soprannome della Sarè. Da Meriadoc Brandybuck, sai.> Ammicca la Ce.
Dom sembra sopreso, e mi guarda con un grande sorriso stampato in faccia. Io mi passo una mano tra i capelli, evitando di guardarlo.
< Ma è stupendo! Brandy, Brandy, my Brandy>
< Smettila!! Forza, Mihi, parla tu, che non hai parlato proprio> Dico, per cambiare argomento.
« Che devo marcare il cartellino?? Ma cosa dici?! Sa, vai te» Ribatte lei, terrificata all'idea.
Dopo alcune battute in italiano, botta e risposta, ci decidiamo a raccontare ognuna un po' di sè. Raccontiamo della nostra famiglia, di come ci siamo conosciute, e della nostra passione per Orlando.
I due ci ascoltano, partecipano alla conversazione, ponendoci diverse domande. In questa conversazione, dimentichiamo totalmente con chi stiamo parlando. Sono Orlando e Dominic, punto e basta. Come dovrebbero essere, d'altronde.
I minuti scorrono velocemente, tra una chiacchiera, una risata e un bicchiere di coca cola. Sono quasi le sette.
A spezzare la magica atmosfera, è il cellulare di Orlando, che lo tiene impegnato per una mezz'ora buona.
< Scusate, ragazze, era la mia agente> Dice, tornando da noi.
< Devi andartene?> Domanda allarmata Cecilia, sbarrando un tanto d'occhi.
Lui fa una faccia dispiaciuta, e vedendolo il mio battito cardiaco rallenta. Non può finire. Stringo forte la mano di Michela, in attesa.
< Mi dispiace, ragazze, davvero.. - fa una lunga pausa, durante la quale ci sentiamo morire - ma dovrò rompervi le scatole per tutta la serata!> Scoppia a ridere, seguito a ruota da Dominic, che aveva capito tutto.
Noi tre li guardiamo in cagnesco.
« Ma cazzo d'un buddha incorniciato, 'rlando!» Cee non ci risparmia una delle sue divertentissime uscite, e io rido, tornando a respirare.
< Mi ha detto qualcosa di brutto, eh?> Domanda Orlando, scrutandoci con un mezzo sorriso perfido.
Io annuisco. < Molto brutto. Ma te la sei cercata, ciccio> Ribatto, alzando un sopracciglio.
< Si, è vero. Ma dovevate vedere le vostre facce, Dio mio! Siete sbiancate tutto d'un botto!> Continua a ridere, ma di gusto, con quell'altro gnu che lo segue a ruota.
A quel punto mi fingo incavolata, e sbotto: < Grazie mille della considerazione, eh! Uno dimostra che ci tiene seriamente a voi, e voi cosa fate? Ci prendete per il culo? Ma andate a quel paese, proprio! Forza, ragazze, andiamo via. 'Sti ingrati!>
Le due mi assecondano, e ci avviamo alla porta, sicure di essere fermate.
Quando sono vicino alla porta, e mi accorgo che nessuno dei due ha fatto qualcosa per fermarci, guardo le ragazze terrorizzata.
< Cazzo.> Cecilia, come sempre esauriente.
Arrossiamo tutte e tre insieme, neanche a farlo apposta, e vediamo i due sbucare dal salone. < Non dovevate andarvene?> Chiedono, con nonchalance.
Io, talmente rossa da sembrare un'ustionata di terzo grado, apro la porta, e tiro le ragazze fuori, richiudendola dietro di noi.
Comincio a camminare, sempre tirando le due visibilmente contrariate, e conto: « Uno, due, tre..»
< Heyyyy! Wait, wait, where are you going?>
Mi volto verso le ragazze. « Non resistono proprio senza di noi. Altro che sesso debole.. sesso indispensabile, dovevano dire..»
Torniamo indietro, e ci fermiamo sulla porta.
< Dai, tornate dentro. Dove andate a quest'ora, che è tardi? E' pericoloso. Se volete andarvene davvero, ditelo e vi riaccompagnamo> Osserva Orlando, tornato serio.
< Perchè non cenate con noi?> Dom.
Deglutisco. Devo lavarmi bene le orecchie la mattina. Potrei capire una cosa per un'altra.
Guardo Cecilia di sottecchi, e vedo una sfumatura rosa comparirle intorno alle guance.
< Si, ordiniamo una pizza, dai> Aggiunge Orlando. Io non oso muovere un solo muscolo, e abbasso lo sguardo.
Senza rendermene conto il mio braccio viene afferrato da Dom, gentilmente, che mi tira dentro, e mi abbraccia improvvisamente.
< C'mon, join usss!>
Inutile dirvi come sento, in questo frangente. Mi. Sto. Sciogliendo. Devo urlare. 
Avverto un'improvvisa e fortissima voglia di stringere a me i miei Angeli, appena arrivati in cucina.
Chiedo a Dom se possiamo usare il bagno, e lui annuisce. < Si, si, è l'ultima porta in fondo al corridoio, a destra. No, no, a sinistra! Scusate, ma non è casa mia, è di mio fratello, faccio ancora un po' di confusione..> Sorride.
Andiamo in bagno, tutte e tre, e ci abbracciamo di slancio, cominciando a saltellare per la stanza.
« No, ragazze, io svengo, Gesù, ma vi rendete conto? Sto per morire, me lo sento» Mihi si porta una mano sul cuore. « Altro che Nikki, io sbatto per terra!!» 
« Guagliù, nun ce pensat' assaje, ca bell' e buon' furnesce tutt' cos'!» (***) Esclamo io, suscitando una risata generale.
« Ha ragione la Sarè. Qui ci si fa troppi problemi, ovvia. Ora si torna di là e ci si gode la serata. Come dice la nonna, scurdammc o passat.» Ridiamo ancora, e ci avviamo in cucina.
« Oh, ragazze!» Mi fermo. « Dobbiamo chiamare la Jo, e farle parlare con l'Hute! Assolutamente. Magari gli parliamo anche del libro!»
« La Jools! Dio mio, è vero! Si. Si. Bisogna chiamarla. Glielo chiedi tu, a Orlando? Ormai sei abituata, nè?» Sorride maliziosa Mihi.
« Ha-ha. Sei simpaticissima. Vabbò, glielo chiedo io..»
Torniamo in cucina, dove troviamo Orlando che chiama la pizzeria, e Dom che cerca le posate nei cassetti della cucina.
< What a fuck, non si trova niente in questa cucina!! Stanno peggio di Orlando, oh!> Esclama Dom, e Orlando, sentendolo, gli alza il dito medio, in un gesto molto eloquente.
Appena posa il telefono, mi fiondo su Orlando, e gli domando se può fare questa telefonata. Gli parlo del libro che ha scritto Giulia, dell'immensa stima che ha di lui, della persona fantastica che è. Lui mi risponde che ha sentito parlare del libro, e ha letto qualche cosa che gli è stata tradotta dalla sua agente.
< Lei avrebbe fatto lo stesso per me, se non di più. Faresti questo per lei?>
< Certo, è un piacere.>
< Grazie. Ora la chiamo, poi te la passo. Le dico che hai letto il libro, e che sei un suo ammiratore> Lui annuisce.
Compongo il numero. Squilla.
« Pronto?»
« Stellinaaa! How are youuuu?»
« Ohhh, gioia, ciaoo! Sto bene, e voi? Come sta andando il viaggio?»
« Sta andando tutto benissimo.. anche meglio del previsto! Mi dispiace che tu non sia qui con noi, ora! Senti, ti ho chiamato perchè abbiamo incontrato un ragazzo, qui, che ha letto il tuo libro! Vorrebbe farti i complimenti.. ti va di parlargli un po'?»
« Ah.. certo! Va bene, passamelo» Succede tutto così velocemente, che secondo me, la povera Giulia non ha capito proprio nulla.
Porgo il cellulare a Orlando, dopo aver messo il vivavoce, e lui lo avvicina a sè: < Hi, Giulia! I read your book, it's wonderful!>
Lei rimane interdetta, per qualche secondo. La voce di Orlando è chiaramente riconoscibile.
< Tha-thank you..>
< Ahm.. davvero è bello quello che pensi di.. ahm.. me. E volevo ringraziarti. E' raro trovare una fan così..>
< Oh, Dio >
Orlando ride piano. Aspetta un po', poi, non ricevendo nessun segnale di vita dall'altra parte, continua: < Hey, Jools? Are you alive?>
< Per poco, ancora. Scusa, non è che potresti passarmi quella scriteriata? Scherzi di questo genere non si fanno ad una ragazza sensibile come me! Ma.. sei davvero tu?>
Orlando non fa in tempo ad aprire bocca per rispondere, che Cecy prende il sopravvento. « Si, more, è lo zappaterra in carne ed ossa! Ma guarda te se dovevamo incontrarlo senza l'Intermediaria, oh!»
< Figurati, che c'è pure l'amichetto, lì, il Paciocco! Ora ci si fa una bella foto di gruppo, e poi te la si manda via mail, cosa dici?> Continua Michela, in inglese.
< Pure Domme? Oddio, la Brandy sarà svenuta per terra, o no?> Dom sente, e ride, stringendomi amichevolmente.
< Guarda, manca poco, ormai è proprio persa, andata..> Mi canzona Cecy, scuotendo la testa. Io le do un buffetto sulla spalla, e Dom aggiunge: < Guarda che è reciproco eh! E' stato amore a prima vista!>
Sentiamo Giulia ridere, e poi constatare con un po' di tristezza: < Avrei voluto esserci tanto anche io, ragazze! Mi dispiace tantissimo..>
< Vabbè, dai, ti diamo l'indirizzo di Orlando e lo vai a trovare direttamente, che ne dici? Così cominciano a conoscersi, i futuri sposi> Propongo io, guardando Orlando di sottecchi.
< Per me non c'è problema..> Ride lui.
< Ma povera anima, per forza volete appiopparmi a lui!>
< E' lui che ci guadagna, e pure tanto.> Risponde la Mì, e poi continua: < Allora, tesora, quand'è che torni di preciso?>
Sentiamo un gridolino, e delle risate. C'è un'altra persona, con lei.
< Linsy? Sei tu?> Chiedo, sorpresa. Sentiamo che ridono. < Pupa! Che sorpresaaa! Come stai??>
< Benissimo tesoro! E voi?>
< Bene! Com'è avere la Jools a casa?>
< E' bello, è bello.. ci mancava! Ma tanto tra qualche ora torna da voi, quindi... ahia, Jo! M'ha dato una gomitata nello sterno, ohiohi..>
< Che cosa? E' vero, Jo?> Guardo le altre, che sperano quanto me che la notizia sia vera.
< Ebbene si. Donne, datemi sette ore e sono lì!> La Jo si riappropria del telefono, e soffoca un gridolino, ridendo.
< Davvero? Vieni??> Chiedo, eccitata all'idea.
< Siii! Doveva essere una sorpresa, ma chissenefrega! Si, arrivo domani mattina! Alle dieci al massimo!>
< Oh, Dio!! Facci sapere, capito? Chiama, anche stanotte!>
< Va bene, stelline! Oddio, devo andare, i Rex chiamano.. salutatemi tanto i due boys, e fate tante foto mi raccomando! Ci sentiamo più tardi!>
< Ciao!> Rispondiamo in coro, e chiudo la comunicazione.
Appena chiusa, agguanto macchina fotografica e chiedo ai due la famosa foto. Le ragazze prendono la loro digitale, e a turno scattiamo foto su foto. Le facciamo nelle pose più strane e disparate, ridendo come matti, come vecchi amici.


< Questa pizza è stranamente ottima!> Constato, dato che sono abituata alla vera pizza napoletana, e sono quasi sempre disgustata da quelle non Made in Italy.
< Ristorante italiano> Spiega Orlando, con la bocca piena.
< Ob, non fare il piggy! Mangia, ingoia e parla, su. Mi fai fare brutte figure con queste donzelle!>
< Quando si mangia si combatte con la morte, ricordalo!> Afferma Michela, nella sua celebre saggezza.
Orlando annuisce vigorosamente, mentre si versa un bicchiere di birra.
< Evitiamo l'argomento morte, per favore> Sussurro, terrorizzata.
Cecy mi guarda, e si gratta piano il polso, nervosa.
< Dai, mica deve morire! E' forte, questo qui.. ha preso tante di quelle botte in vita sua..>
< ..che è diventato scemo> Continuo, serissima.
I quattro mi guardano sconcertati, ed io faccio spallucce: < Che c'è?>
< L'hai detto in inglese, Cip> Mi punzecchia la Cecy.
< Oh. Beh, io intendevo.. ahm.. cioè..>
« Stavi pensando al Perone, vero?» Mihela. Che perspicace.
Annuisco, e arrossisco vertiginosamente.
< Cosa? Cosa ha detto?> Chiede Dominic, saltellando sulla sedia come una scimmietta.
< Ehm.. lei.. Orlando.. Mutan.. Miranda..> Cincischia Ce, imbarazzata dallo sguardo indagatorio dell'Orecchiotto. (****)
< Miranda? Cosa c'entra Miranda??> Orlando le alza il viso con un dito, costringendola a guardarlo negli occhi.
Ormai più rossa di un campo di papaveri, si accinge a spiegare, riordinando le parole.
< Ecco.. quando uscivi con Miranda, noi eravamo solite criticarti, dato che te le andavi a scegliere tutte tu, scheletriche all'inverosimile e brutte come.. ehm.. criceti spiaccicati.. e scherzando, attribuivamo questa cosa al fatto che.. ecco.. hai preso talmente tante botte in testa, che non ti funziona più tanto bene..> Non riesce nemmeno a concludere, che Dominic comincia a piegarsi dalle risate, restando in apnea per un minuto buono.
Gli do qualche pacca leggera sulla spalla, come si danno ad un bambino che sta affogandosi.
< Calma, Dom, respira..>
< Mmpfff.. criceti.. mmmpfff.. loro.. mpff.. rincoglionito..!>
Orlando ci guarda impietrito, senza dire nulla. Andy, con la sua solita spigliatezza, gli chiarisce le idee: < Orlà. La sostanza del discorso era: ma un paio di tette e un bel culo ti fanno schifo??>
Credo che Dom non si riprenderà più. Non gli arriva più ossigeno, rischia un'enfisema polmonare, Dio mio.
Batte la mano sul tavolo, paonazzo in viso, poi sembra riprendersi, si rimette a sedere composto, facendosi aria con la mano.
< Lo hanno capito anche loro, che ormai ti sei completamente rincoglionito, stavo dicendo.. io non avevo mai capito la causa, però! Grazie dell'illuminazione, darling>
Segue qualche secondo di silenzio. Io guardo Mihi, che guarda Cecy, che guarda Orlando, che guarda Dom, che guarda me.
Resto a fissare Dom, stringendo appena gli occhi, per un tempo interminabile. Lui fa lo stesso, con un sorriso appena accennato.
< Cos'è, giocate a chi ride prima?>
< Ma è una battaglia persa. Come si può non ridere con uno che ha la faccia così?> Sbotto, ricevendo una finta occhiataccia da Dom.
< Così come? Che vorresti dire, piccola furbetta?> Si alza piano, si avvicina a me e comincia a farmi il solletico.
< No.. io.. hahaha.. niente, giuro! Mmpfff.. Dominic!! Hahahaha.. niente... prego.. mpfff.. inic!!>
Continua così per diversi secondi, poi riesco a prendergli le mani, e fare finta di affondarvi le unghie.
< Che fai, graffi?? Giochi sporco!>
< Pirata..> Rispondo, maliziosa. Lui mi lascia, e mi da un buffetto sulla guancia.
< Sentitela, cita pure Johnny Depp! Tzè!> Torna a sedersi, borbottando.
< Credete davvero che io sia strano?> Sussurra Orlando, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Mi fa una tenerezza inimmaginabile. Guardo le ragazze, che ricambiano lo sguardo imbarazzate.
< Non sei strano.. sei.. diverso.. insomma, non sei come tutti gli altri.. guardi altre cose, evidentemente..> Spiego, incerta.
< Tu non puoi lamentarti, però, Sarè, che pure tu sei magra!> Precisa Michela. 
< Ma io son più bella della Kerr, oh!>
< Ah, si, su questo non ci piove..> Annuisce.
< Guarda che scherzavo>
< Ma è vero, quindi..>
< Per favore, Mihè..>
< Oh, Sarè, non cominciare! Tu. Sei. Bella. Punto. Dove la metti quella cernia in confronto a te?!>
< Eh, certo, certo.>
< Sara. Ma quante volte te lo devo ripetere, porca Kerr, che sei bella?!>
Taccio. Ma non è vero! Uff. Orlando ci guarda accigliato, e Dominic segue la scenetta divertito.
< Dom, diglielo te, forza, può essere che ci crede!> Lo incita la Mihè, e io la fulmino, non prima di aver trovato un posto dove seppellirmi.
< Ahm..> Dom mi guarda, e io mi copro il viso con le mani. < Dom. Zitto. Non dire niente!>
Mi ci vuole un passamontagna. Ma sono talmente rossa che lo polverizzerei, suppongo.
< Forza, Dom. E' vero o non è vero che è bella, e che lo è mille volte in più della Kerr?> Lo punzecchia Mihela. Ma lo fa apposta?!
< No, ragazze. No! Dai, risparmiatemi queste figure! Dominic, non sei tenuto a dire niente, niente! Non dire niente!> Dico, con la testa ancora tra le mani.
< Perchè dici di non essere bella? Non è vero..> Orlando.
< Ohhh.. Deo Gratias! Fava, se te l'ha detto Orlando Bloom devi crederci. Non voglio più sentire ragioni! Savvy?>
Annuisco distrattamente, mentre tento ancora di realizzare quello che ha detto Orlando.
Inspira, espira, su.
< Comunque, Ob.. era una cosa scherzosa, quella di Miranda. Puoi uscire con chi ti pare, non siamo nessuno per importi le fidanzate, ci mancherebbe. Fortunata sarà la donna che sceglierai per la vita. Speriamo solo che ti meriti.> Conclude Michela.
Annuiamo, serie.
< So che sembra una frase fatta, ma vogliamo solo che tu sia felice. Il sorriso sul tuo viso è l'unica cosa che conta> Sorridiamo.
< Vale anche per te, Sblomie> Aggiungo, e lui china il viso imbarazzato.
Dominic Monaghan imbarazzato. Il mondo sta andando a rotoli.
I due sussurrano un timido grazie, sorridendo piano.
< Caspita! Son quasi le dieci!!> Sbotta Cecy, col cellulare in mano.
I ragazzi guardano i rispettivi orologi, confermando la notizia. Spiacevolissima, tra l'altro. Ci alziamo.
« Dobbiamo andar via, vero?» Sussurro, coi lacrimoni agli occhi.
« Madò, mò, non rihordarmelo..» Cee mi stringe la mano, senza farsi vedere.
Orlando si alza, sbadiglia vistosamente, e va in salotto, crollando sul divano a pancia in giù.
< Sblomie, io dormo qui.. adoro questo divano. Così, poi, le ragazze posson dormire di sopra.. ci sono i letti singoli, vero?>
< Si, mi sembra di si. Vado a controllare..> Risponde Dom, salendo le scale a due a due.
< Non credo di aver capito bene. Erano davvero sleep e bed le parole che ho sentito?> Sbatto le palpebre più volte, guardando Orlando che sorride sornione.
< E' troppo tardi, per uscire. Londra è pericolosa di notte. E non possiamo accompagnarvi, ci potrebbe essere qualche paparazzo in giro.. qui è pieno di locali famosi, sicuramente ce ne saranno una decina appostati sugli alberi stile cecchini..>
< Si, ci son due letti singoli> Annuncia Dom. Poi ci guarda. < Ma voi siete tre..> Sposta lo sguardo su Orlando, che scuote la testa: < Io con te non ci dormo. Scordatelo. Questo divano è comodissimo>
Cecy mi guarda, maliziosa, seguita a ruota dalla Mihi. < Può dormire Sara, con te. Ed io e la Mihi nei lettini..> Propone, serafica.
< Si, che idea geniale! Qua la mano, Cecil!> Esclama Orlando, ridente, circondandole il collo col braccio.
Ma che razza di amici infami, che mi ritrovo! Cioè, mi hanno incastrata!
< Bastard inside, proprio.> Commento, piccata.
I tre complottatori scoppiano a ridere, poi Orlando mi rassicura: < Dai, Dom è innocuo! Al massimo può palparti un po', ma niente di che..>
< Ma quanto sei stronzo, Bloom!> Ringhia Dom, spingendolo quasi a farlo cadere.
< No, seriamente, Sara. E' un bravo bedmate, fidati. Non scalcia, e non russa nemmeno, mi pare. E' l'uomo perfetto..>
Rido anche io, per il nervosismo. Sto tremando tutta.
< Ehi, Dom, hai per caso uno spazzolino in più?>




< Buonanotte, tesorine>
< Buonanotte Sarè.. fai la brava, mi raccomando. Dom? Non provare a toccarla che ti castro, capito? A meno che lei non sia consenziente>
< CECILIA>
< Che c'è? E' giusto, no?>
< Sei terribile quando ti ci metti..>
< Lo so! Allora, Dom, ci siamo capiti?>
< Certo, sire. Non la sfiorerò nemmeno con un mignolo>
< A meno che lei non sia consenziente, però.. in quel caso avete la mia benedizione. Però non fate rumore!>
< Stronza.>
< Ti amo anche io, Cip.. night, and dream in.. Dom!>
< Night..>
< Night Orlendoooh!>
< Night girls! Dom, controlla che le rotelle del letto siano bloccate, non vorrei trovarvi di sotto, domattina!>
E qui l'autrice è spiacente di comunicare che è stata costretta a censurare la risposta di Dominic, perchè non adatta ai minori.



Okay. Posso farcela.
Devo solo aprire la porta, e infilarmi nel letto. Che sarà mai. La maglia mi copre, dopotutto. Appena sotto il sedere, ma mi copre.
Non poteva darmi anche un paio di pantaloncini, no? Dannazione.
Avvicino l'orecchio alla porta, cercando di captare qualche segno della sua presenza. Silenzio totale.
Okay. O la va o la spacca.
Spengo la luce, e apro la porta piano.
E' buio pesto, le tende son chiuse. Bene. Benissimo. Ora devo solo inciampare nello spigolo del letto, battere lo stinco, slogarmi un piede e siamo a posto. Certo.
Dov'è l'interruttore della luce?
La porta è chiusa, per di più.
Cioè, dico io.
Mi ha dato una maglia da mettere come pigiama esattamente dieci minuti fa, ed erano tutti svegli, le luci erano tutte accese. Son entrata nel bagno, e puff.
Magicamente è sceso il silenzio. E il buio, anche. Bah.
Cerco a tentoni il bordo del letto. Batto il piede contro il comodino, e bestemmio silenziosamente. Mi infilo sotto le coperte.
Stendo piano la gamba, sempre più in là. Il cuore mi batte forte, nell'attesa di sentire il suo corpo steso accanto al mio.
Stendo, stendo, stendo. Arrivo all'altro bordo del letto. Non c'è ancora.
Tiro un sospiro di sollievo, e poggio la testa sul cuscino.
Attendo, in silenzio. Nella camera si sente solo il mio respiro. Il mio cuore sembra voler sfondarmi il petto, tanto batte forte.
Tu-tump.
Tu-tump.
Tu-tump.
Tump.
Sento la porta aprirsi, il vento leggero mi fa rabbrividire. Mi tiro leggermente a sedere, quando una luce forte mi acceca quasi. Dom ha acceso la lampada del mio comodino, dato che è quella più vicina alla porta.
< Oh, sei ancora sveglia? Credevo dormissi, scusa..> Sorride, tenero.
< No.. non..>
< Ce la.. ce la fai a dormire qui, vero? Hai bisogno di qualcosa?>
Com'è premuroso. Non avrei mai immaginato che fosse stato così dolce.
< No, grazie. Sto benissimo così..>
Si infila sotto il lenzuolo, anche lui, e si sistema alla bene e meglio sui cuscini.
< Hai freddo? Caldo? Fame? Sete? Ti ho portato il cellulare, l'avevi dimenticato di sotto..> Me lo porge, ed io lo prendo, poggiandolo sul comodino.
< Grazie.. no, ti assicuro che sto benissimo.> Sorrido.
Poggio nuovamente la testa sul cuscino, scivolando sotto le coperte. Sfioro la sua gamba con la mia, per sbaglio, e ovviamente arrossisco. Lui se ne accorge, e sorride divertito.
< Puoi anche saltarmi addosso, per quanto mi riguarda. No problem, really>
La mia leggera risata risuona nella stanza, accompagnata da un suo ghigno malizioso.
< Sono insopportabile, lo so> Afferma, annuendo convinto. E fiero, anche.
< No, dai, non così tanto.. - rido - .. io stravedo per te, sul serio. Anche per il tuo essere insopportabile e marpione. E per il tuo naso a patata e le tue orecchiotte. E, sai, hai degli occhi meravigliosi. Le foto proprio non gli rendono giustizia..>
< Le foto sono dei supporti troppo limitati per contenere la mia sconfinata bellezza, è vero. Grazie, comunque. Inutile dire che vale lo stesso per te, e non dire di no, che lo sai anche tu> Mi ammonisce, ed io faccio una smorfia con le labbra, scettica.
Guardo l'orologio, le 22:36. Sbadiglio appena, stiracchiandomi.
< Stanca?>
< Uhm.. sì, un po'. Sai, è stata una giornata molto movimentata..>
< Ci credo..> Ride.
< Ma lo ripeterei altre mille volte, è stato uno dei giorni più belli della mia vita> Affermo, con lo sguardo perso nel vuoto. 
Dai, chi lo avrebbe mai immaginato. Londra, il sole, i miei Angeli, Orlando, io e Dom nello stesso letto. Una notte intera.
Dio mio.
E' tutto così assurdo. Fino a poco tempo fa tutto questo sarebbe stata solo una fantasia diabolica della mia mente, che magari avrei confidato alle ragazze, accompagnata dall'assurdo cipollotto sognante (o drogato, come dice Cecy) e da tremila sospiri.
Invece, senza nemmeno accorgercene, ce l'abbiamo fatta.
Ce l'ho fatta.
Ho detto a quell'uomo quanto è importante. Quanto è importante per me, e per milioni di altre ragazze, che senza necessariamente essere fan sfegatate che percorrono il mondo seguendo il proprio idolo riescono ad amarlo, a volergli bene.
Volergli bene.
Si può volere bene ad una persona che non conosci? Si può desiderare e augurare tutto il bene del mondo ad una persona che non sa nemmeno che esisti? Ci si può innamorare di due occhi, che non hai mai incrociato veramente, ma che riescono a segnarti profondamente? E quel sorriso, quel meraviglioso sorriso che illumina il mondo, e che ti fa perdere parecchi battiti, facendoti volare allo stesso tempo? Si possono provare tutte queste cose?
Si. Si può.
Si può, e noi ne siamo una prova. Tutte noi, che riusciamo a vederli per quello che sono, vedendo oltre il nome, la fama, la gloria, la bellezza stessa.
Quest'Orecchiotto qui non può certamente considerarsi alla stessa stregua di Orlando, in fatto di bellezza.
Ma è tutto quello che c'è dietro, dietro l'etichetta di star mondiale, quello che ci colpisce, che lo rende adorabile; quello che vediamo scoprendo che è un ragazzo come tanti, stravagante e un po' scriteriato, con uno strano gusto in fatto di abbigliamento, la battuta pronta, la risata contagiosa.
Non siamo pazze. Non tanto. Siamo solo delle piccole fate, che cercano di rifugiarsi in qualcosa di bello, di piacevole, distaccandosi un attimo dalla crudele realtà che non risparmia nessuno.
Si chiama Sognare.
Sognare è bello, è liberatorio, è di consolazione. Sognare fa bene. Anche quando sembra irrealizzabile, anche se non hai più speranze, tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà.
Lo diceva anche Cenerentola.
Perchè non crederci.

Una voce si fa spazio nei meandri della mia mente.
< Vuoi che spenga la luce?>
< Eh?> Trasalisco appena.
< Vuoi che spenga la luce? Hai.. avevi gli occhi chiusi, credevo che volessi dormire..>
< Avevo gli occhi chiusi?>
< Mh-mh> Annuisce, serio.
Chissà in quale stato d'incoscienza era caduta la mia mente. Non me ne sono nemmeno accorta.
Ecco, mancava solo che mi mettessi a parlare nel sonno.
Sara, non puoi permetterti di isolarti dal mondo, ora.
Se proprio vuoi farlo, da' la buonanotte a Dominic, da brava.
Un altro sbadiglio si fa strada sul mio viso assonnato.
< Beh, Dom. Ho giusto altri trenta secondi di autonomia, il tempo di darti la buonanotte. Se vuoi tenere la luce accesa fai pure, tanto io vado direttamente in fase REM, quindi..>
< Sei peggio di me, allora> Ridacchia, e sprofonda sul cuscino, non prima di aver spento la luce e disattivato la sveglia.
< Ci vediamo domani, allora. Sogni d'oro, piccola>
< Buonanotte, Sblomie> Sorrido, e mi volto, dandogli le spalle, per poi sistemarmi meglio sul cuscino.
< Ma come, non me lo dai il bacio della buonanotte?> Pigola lui, e si sporge oltre il mio corpo, guardandomi con due occhi fintamente indignati. Rido piano, e mi giro nuovamente, trovandomi a qualche centimetro dal suo viso, da quelle iridi verdi-azzurre, nelle quali mi perdo. Sento il suo corpo sul mio, il suo torace sul mio seno, e trattengo il respiro, mentre mi chiedo con quale coraggio riesco a sostenere il suo sguardo.
Questione di secondi. Uno, due, dieci.
Lo vedo avvicinarsi piano, e sfiorarmi le labbra in un bacio, amichevolmente. Profuma. Un profumo dolce e intenso. Il mio cuore si dev'essere fermato da un pezzo, suppongo. O forse sta battendo più lentamente, per permettermi di assaporare questo dolce momento.
Ci separiamo pochi attimi dopo, ed io ricambio il suo sorriso birichino.
< Quanti anni hai detto che hai?> Sussurra, contro le mie labbra, facendomi rabbrividire appena.
Io alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
< Ehi, sto scherzando, non farei mai niente che..>
< Lo so, Dom. Lo so. Se non mi fidassi abbastanza di te, non sarei mai entrata in questo letto..> Sorrido, e torno a posizionarmi sul mio amato fianco destro.
< Ni-night, Dom>
< Ni-night, Brandy>
Mi lascio sfuggire una risatina, sentendolo chiamarmi in quel modo, per poi andare definitivamente in stand-by.
Ho detto bene. Stand-by.
Il tempo di dormire qualche ora, che mi sveglio di soprassalto, maledicendo la persona a cui è venuta la strabiliante idea di chiamarmi alle tre di notte.
Gualtiero - il cellulare - continua a vibrare incessantemente e fastidiosamente, sfuggendo alla mia mano che brancola nel buio nel tentativo di trovarlo.
« 'Ndo cazzo stai?» Ringhio, a denti stretti; poi finalmente lo trovo, e ritiro tutte le bestemmie snocciolate in silenzio.
Incoming call: Jools.
« Non so quante maledizioni t'ho tirato, Jo. Ti conviene stare attenta» Incalzo, cercando di fare il meno rumore possibile.
La sento ridere, e continuo: « Son le tre di notte, lo sai, sì?»
« Non ditemi che già siete a letto! Credevo che come minimo sareste stati fino all'alba a fare bisboccia!»
« Ma che bisboccia e bisboccia! Siam andati a dormire tutti presto, da bravi bambini. E scoop dell'ultimo minuto: Orlando Bloom non russa!»
« Huahuahuahua!! Aspetta un attimo, ma siete.. siete ancora da loro?»
« Siiii!!» Sibilo, imponendomi di non scoppiare a ridere.
« My God. State dormendo con Orlando e Dominic!! Arghhhhh, come vorrei essere lì!! Dove sei tu? Sei con le Angels?»
« Nu, le Angels son di là, nella camera accanto. Orlando è di sotto, sul divano. Io sono.. ehm.. nel.. lettone.. con.. Dom»
« No! Non mi dire!! - scoppia a ridere istericamente - E sei ancora tra di noi, tra i vivi?»
« Eccerto, non potevo mica perdermi questo momento!!»
Ridiamo, se pur sommessamente. « Ora sì che riconosco la mia sorellina! We, voglio il vivavoce acceso tutta la notte eh!!»
« Ma smettila, che sta dormendo! Almeno credo.. con tutto sto casino, sarebbe piuttosto difficile..» Mi volto a guardarlo, ma non vedo nulla, solo il vago contorno delle lenzuola, appena illuminate dalla luce del cellulare.
« Va beh, dai, vi lascio dormire in santa pace, volevo solo dirti che tra due ore ho il volo, dovrei essere lì per le sette, che da voi saran le otto. Se ti ricordi, mandami l'indirizzo via sms, che mi fo trovare fuori casa. Altrimenti ci si vede ai Kensington, d'accordo?»
« Perfetto, tesoro. A domani, allora. Buon viaggio!!»
« Grazie, stella! Saluta tutti, e bonne nuit! Mi raccomando il profilattico, non vorrei ritrovarmi zia a ventiquattro anni!!» Ridacchia.
« Ride bene chi ride ultimo, che appena ti ho tra le mani vedi che ti combino!! Ciao, befana!»
« Ciao, gemma!»
Click.
Metto il cellulare sotto il cuscino, onde evitare altre rumorose vibrazioni, e mi stendo di nuovo, ascoltando il silenzio.
Chissà se Dom dorme. Pare di sì. O forse sta facendo finta, per non farmi pesare il fatto di averlo svegliato.
Le opzioni son due.
a) Svegliarlo. Se poi stava davvero dormendo, mi caccia di casa.
b) Farsi un etto e mezzo dei cavoli propri, e tornare a dormire. Se non sta dormendo e non lo sveglio, capirà che non mi preoccupa minimamente il fatto di averlo potenzialmente svegliato con la telefonata.
Lo sveglio, va.
< Psss, Dom? Sei sveglio?> Provo, e non nascondo che spero tanto in un Si.
Niente. Non risponde nessuno. Gliela dò una gomitata? No, meglio di no.
< Dom? Vivo, morto, o x?> 
Lo sento sospirare, e voltarsi verso di me.
< Vivo, vivo..>
< Ti ho svegliato, vero? Accidenti a me, dovevo farmi i cavolacci miei, una buona volta. Scusa, scusa, scusa..>
< No, ero in dormiveglia. Il cellulare mi ha svegliato del tutto, ma non preoccuparti, non è stata mica colpa tua> Mi rassicura, e quasi lo vedo sorridere.
< Ah, ehm.. era.. Giulia. Mi ha avvisato della partenza, arriva domani, alle otto..>
< Quanto si fermerà?>
< Lei vive qui, ahimè.. siamo noi che.. andiamo via sabato..> Mi blocco, improvvisamente triste. Sospiro. < Don't wanna come home, Dom..> Sussurro, con un tremante fil di voce. Sento che potrei benissimo mettermi a piangere da un momento all'altro.
< Oh, honey.. get over here..> La sua mano sfiora le coperte cercando la mia, e, una volta trovatala, mi attira a sè, stringendomi forte.
< Non preoccuparti, piccola. Non finirà qui..> Ripete piano, mentre io mi sforzo di non piangere.
E così, mi lascio cullare piano dalle sue braccia, finchè Morfeo non decide di accogliermi nuovamente tra le proprie.


La luce del sole filtra prepotentemente attraverso le tende, andando a sbattere contro le mie palpebre.
Sento qualcosa che vibra, sotto il cuscino, e dopo qualcosa come dieci secondi ricordo di averci messo Gualtiero, qualche ora prima.
Lo afferro, e costringo le mie palpebre ad aprirsi. 1 new message, sent by Cioppe. 07:01.
Premo Read e roteo gli occhi, alla lettura di uno dei soliti messaggi della Cecil.
"Lo so che sei sfinita dopo questa notte di sano e tantrico sesso sfrenato, ma è incredibilmente tardi. Perciò, alza il culo da quel materasso, e vieni di sotto a fare colazione. Sveglia anche Dom, se puoi. Love you.."
Sbuffo appena, e mi libero controvoglia dall'abbraccio di Dominic. Faccio attenzione a non svegliarlo, ma l'occhio mi cade sull'orologio. Si. E' tardi. Se non lo sveglio ora non ce la faremo mai.
Sto per farlo, quando mi ricordo che probabilmente ho l'aspetto di uno zombie ubriaco, e non voglio far morire d'infarto questo povero tesoro. Quindi mi alzo, e fuggo in bagno.
Un donnino scarmigliato, con due valigie Carpisa sotto gli occhi e un segno del cuscino lungo tutta la guancia destra mi guarda assonnato dallo specchio.
Certo che queste occhiaie, mamma mia. Potevo risparmiarmele. Vabbò. Niente che un po' di correttore non possa sistemare.
Mi lavo la faccia e i denti, e mi sistemo i capelli. Qualche pizzicotto sulla guancia per darmi un po' di colorito, e sono a posto. Guardabile.
Apro le tende, permettendo alla luce di illuminare liberamente la stanza, e vedo Dominic stringere gli occhi automaticamente, mugolando qualcosa.
< Ehi, bell'addormentato.. sveglia> Gli do un bacio sulla guancia, e vedo che accenna un sorrisino compiaciuto.
< Non starò qui a farti le fusa, ciccio, perciò alzati. Stiamo aspettando te..> Concludo, allontanandomi alla ricerca dei miei vestiti.
< Antipatica..> Biascica, e si mette a sedere, stiracchiandosi.
< E smettila di guardarmi il sedere facendo finta di niente, ti vedo sai.>
< Come siamo acide, stamattina.. devo addolcirti un po'..> Ghigna, e si avvicina pericolosamente, con un'aria vagamente maliziosa, ma cambia subito direzione, incenerito dal mio sguardo.
Oddio, non che mi dispiacesse..
Sara. Smettila subito. Niente pensieri impuri.
Scendi di sotto, va, che è meglio.
< Ave, popolo!> Esclamo, tutta sorridente.
Le fanciulle sono sedute a tavola, mentre Orlando prepara il caffè.
< Che allegria, di prima mattina! C'è qualcosa sotto, nè?> Domanda maliziosa la Mihela, incoraggiata dal ghigno cospiratore della Cecy.
< Dormito bene?> Chiede Orlando sornione, vedendo arrivare un tranquillissimo Dominic in boxer piuttosto.. aderenti.
« Azz. Pure Dom non scherza, eh. La Brandy non aveva mica torto, a sbavare per lui. Devo ricredermi, nè» Osserva Mihi, radiografandolo per bene.
« Effettivamente. E' cresciuto, dall'ultima volta che l'ho visto, o sbaglio?» Chiede ridendo Cecy, sotto lo sguardo perplesso dei due ragazzi.
« We, giù le zampe dal Paciocco. Ringraziate invece che v'ho ceduto la mia parte di Orlando, accontentandomi di Dominic»
« Non ci sei andata mica a perdere, eh..»
« Lo so..» Rido, soddisfatta.
« Noi intanto c'abbiamo sto Fiho qua, e, non per dire, ma non è miha poho!» Esclama, beandosi ancora una volta della sua divina presenza.
< Ma lo sapete che è maleducazione parlare in italiano quando potreste benissimo parlare in inglese?> Ci interrompe Orlando, mentre addenta una fetta biscottata traboccante di marmellata con aria convinta. 
< L'hai inventata tu questa cosa?> Pigola Cecy, inarcando le sopracciglia.
< Sarà pure vero, Cee, ma questi sono argomenti troppo scabrosi per poter essere pronunciati nella sacra lingua inglese..> Osservo.
< Altro che Angels, Ob.. queste son tre piccoli diavoletti!> Constata Dom, suscitando una risata generale. 
< Bando alle ciance, signori. C'è un'IM da recuperare, e dobbiamo arrivare in tempo, o il piano va a farsi friggere>
Gli altri annuiscono, e si dedicano esclusivamente a quella bizzarra attività chiamata nutrirsi.
Guardo sbigottita Orlando che mangia come un tritarifiuti, proprio alla faccia del sono un attore e devo fare bella figura davanti alle mie fan. Che poi, dove lo mette tutto quel che mangia? Bah. Mistero della fede.
Una volta finita la pappa, mettiamo tutto in lavastoviglie e corriamo a vestirci.
Ho proposto alla Cee di infiltrarci nel bagno e sbirciare l'Orlando che si (s)veste, ma lei ha detto di no. Pazienza.
Entro nella stanza, recupero i vestiti che avevo lasciato sul letto, e mi avvio in bagno. Busso: « Cee, so' io, apri»
« Sei da sola?»
« No, sono con Orlando. Certo che sono sola, fava!»
« Sure?»
« Mihè, apri tu!»
Santa Mihela dalle nebbie padane fa come dico, ed entro, mentre Cecil chiude immediatamente la porta.
« Ma pure se ti vede ignuda, mi spieghi che fa?!»
« Sei briaha? Se non l'avessi notato, ehm.. non ho esattamente le stesse gambe di Mutanda, o del Ghigno Perenne»
« Embè?»
« Ok, Cip. Ci sei o ci fai tesoro mio adorato? Quello vomita se mi vede, poraccio»
« Ma sta' zitta, che quella cernia malefica ha solo le gambe, mentre tu - e voi tutte - avete centomila altre cose belle, che lei se le sogna, oh. E deve capirlo, quello zappaterra»
« Sarè, calma, sorè. Relax and breathe, su» Suggerisce Michela, che evidentemente m'ha visto alquanto alterata.
Alterata, certo. Non sono alterata. Sono.. un fascio di nervi.
Il ricordo di stanotte mi invade lo stomaco, e a tratti mi procura un piacevole sfarfallìo. 
Segue qualche minuto di silenzio. Mi specchio, e premo tremante il tubetto del dentifricio, che si distribuisce uniformemente sullo spazzolino di Tinkerbell.
Ok. Credo che non riuscirò a tenere duro a lungo.
Relax, and breathe.
Relax. Breathe.
« Ci siamo baciati» Oh, Signore. Che liberazione.
Le due ruotano la testa di centottanta gradi, intonando in perfetta sintonia un: « EH?!»
Deglutisco. « Ehm.. io. Dom. Stanotte. Oddéi, svengo»
« Oh cazzo.» La Cee mi guarda con un'espressione da sogliola impanata, poi riprende la sua verve e mi punta la spazzola sul naso, a mò di pistola, ghignando: « Voglio tutti i dettagli!!»
Michela deve ancora attutire il colpo, e allora ne approfitto per tapparmi la bocca con lo spazzolino, mentre gesticolo per spiegare alla Ce che parleremo dopo.
Dopo l'operazione shower, e l'operazione vestiamoci-in-fretta-che-se-mi-vede-Orlando-devo-solo-sotterrarmi, ci decidiamo a liberare il bagno.
Camminando in corridoio, incrociamo i due che confabulano tra loro, e, non appena Orlando ci vede, dà di gomito all'amico che si zittisce. Improvvisano un sorriso innocente.
< Ho una vaga idea dell'argomento di cui stavano parlando. Vero, Brandy?> Chiede Michela, trattenendo una risata.
Cee mi guarda, mi da una pacca sulla spalla e fa: < Ehhh, l'amour.>
Sento chiaramente il battito del cuore pulsarmi nelle orecchie. Arrossisco d'un botto. Faccio l'errore di guardare Dom, e divento viola dalla testa ai piedi. Lui non è messo meglio.
< Oh my God, Sara, you're catching fire!> Orlando si avvicina e mi posa una mano sulla fronte, come per sentire la febbre.
Okay. Non credo di poter resistere ancora a lungo.
< Devo.. devo prendere una.. cosa.. di sotto, scusate.>
Fuggo giù per le scale, sfiorando i trecento km/h, e cerco di arrivare al piano di sotto sana e salva, ma la mia caviglia evidentemente non la pensa così, e decide di storcersi al quarto scalino, sicchè rotolo giù per i restanti dieci scalini, cadendo rovinosamente a terra con un tonfo.
< Mi hai azzoppato la sorella, sciagurato!!> Sento la Andy gridare come un'ossessa, e cerco di rialzarmi, ma non un solo muscolo si muove.
< Ma chell è scem! Ma guarda te se mi pò mandà all'aria tutti i piani c'ho bell'e fatti su sto caspita di matrimonio, la maremma impestata! Aaaaaaaaahhhhhhh - *STUMP* -> Ce, che per accorrere più velocemente e altrettanto eroicamente si era posizionata sul corrimano ed era scivolata via, mi cade addosso, finendomi di spiaccicare al suolo.
< Serve.. aiuto?> La piccola voce di Dom si insinua nelle mie orecchie, ma viene sovrastata da quella della Andy: « Eh, spèta spèta che l'erba la cress! Ma và a ciapà i ratt!»
Dom istintivamente si gratta gli attributi, pur non avendo capito nulla, mentre Orlando aiuta la Cee a risollevarsi.
< Ohi ohi, che dolore, 'orca trota..>
< Dominic, sembri un cazzo all'erta. Fa' qualcosa, per l'amor del cielo! Aiuta Sara!> Impreca Orlando.
< Brutto rincitrullito, ma che c'hai nella testa, i neuroni che giocano a tennis? Ma guarda che gente oh. Io avevo già preparato tutto e mi mandi mia moglie all'ospedale tra le file dei contusi perchè scappa da un uomo di trent'anni che sembra averne due. Ma la maremma impregnata di un ciuco che vola, Dominic!! - pausa in cui si tasta il sedere - Oi Cippe mia come stai? T'ho fatto male?>
< Mhhm...> Mugolo appena, massaggiandomi la testa. < Lascialo ssstare, Ciop.. non ha fatto niente..>
< Lo sai Dom che se annulli le nozze, 'orca trota insalmonata, ci son le penali da pagare?> Ringhia la Cee, a un Dom visibilmente sconcertato.
< Nozze? Che nozze?>
< Le TUE nozze, con questa signorina quì, che se non la sposi seduta stante quel piru piru che madre natura t'ha donato subirà un taglio, netto>
< Dom, ti prego, non starla a sentire..>
< Questa quì ci morirebbe per te, lo sai? E' stata capace di stare in pensiero settimane intere, dopo aver letto che quel gran figliolo di cui era innamorata aveva avuto la geniale idea di andare in Africa a cercare il ragno più grande del mondo; piangeva, lo sai? All'idea che tu potessi farti male, all'idea che ti sarebbe potuto succedere qualcosa! Noi le ripetevamo che no, diamine, non saresti partito senza precauzioni, ma lei non s'è chetata finchè non ha finalmente saputo che avevate trovato questo cazzo di ragno, che avevi vinto il guinness, che tu stavi bene. Questa qui, sarebbe capace di girare tutta la California a piedi, pur di trovarti, s'è fatta una lista dei posti che frequenti di più, ha supplicato ore i genitori di concederle il permesso di andare in America, con la speranza di trovarti alla mostra, con la speranza di poter incrociare i tuoi occhi dal vivo, quegli occhi di cui mi parla per ore, quegli occhi di cui conosce ogni sfumatura. Sei l'unica persona che sperava non l'avesse fatta soffrire, ma non è stato così, perchè la sofferenza c'è inevitabilmente, quando si ama una persona. E se non è amore quello che prova per te, io davvero non so cosa potrebbe essere... e la cosa bella è che lei non te lo direbbe mai, a stento ti fermerebbe per strada, se t'incontrasse, per questo tempo fa le ho promesso che t'avrei trovato, anche in cima al mondo, e t'avrei portato da lei, e tu m'avresti ringraziato per il resto della tua vita, perchè credimi, una persona così non la trovi, non la trovi. Io ho avuto la fortuna di trovarla, e non la darei a nessuno per nessun motivo al mondo, se non fosse che tu hai preso una fetta del suo cuore anni or sono, e voglio farti questo regalo, chè sono quasi sicura che non la lascerai, perchè una perla così non puoi lasciarla. Non puoi. Ora, ringrazia con la faccia per terra Orlando che l'ha portata da te, e preparate la lista degli invitati, che devo prenotare il ristorante.>
Dominic sembra sconvolto. Guarda Cecilia con un'espressione alquanto ebete, poi guarda me, poi Andy, e infine Orlando.
< Ah, ok.>
Segue una pausa, nella quale ognuno fissa il suo prossimo senza proferir parola.
Poi quella sciagurata di mia moglie sbotta all'improvviso, rivolta a Orlando: < E pure per te sto organizzando il matrimonio, sà? Con quella dolce fanciulla che dovrebbe essere atterrata da circa.. trentacinque secondi, e che noi dovremmo andare a prendere, ORA. Alzate il culo tutti quanti, recuperate gli effetti personali, e andiamo.>

Finalmente siamo in auto. Orlando è alla guida, Dom è davanti con lui, e noi tre siamo dietro, schiacciate contro i sedili, che tentiamo di mantenerci da qualche parte per evitare di venir sballottate dappertutto.
< Orlando, porca di quella mutanda scambiata, vuoi rallentare un po'?? Ti ricordo che non sei sulla pista di Monza!> Grida Michela, terrorizzata.
< Ma non arriveremo in tempo!>
< Se corri così non ci arriviamo proprio, 'rlando!>
< Dio. Sono troppo giovane per morire schiantata nell'auto di Orlando Bloom>
< Mannò, stai tranquilla Brandy, che Orlando c'ha gli airbag, le Orpalle, no? Tre persone per palla. Ci aggrappiamo, e via>
< Dovremmo aggrapparci a qualcos'altro poi, scusa. Tanto è abbastanza consistente per tutte.>
< BRANDY!>
Orlando inchioda di colpo, e la C, che era seduta al centro, finisce dritta dritta tra le braccia di Dominic.
< Ok. Farò finta di non aver sentito.> Orlando riprende a camminare, ma io non mi trattengo.
< E scusa. Se non volevi farcelo vedere, non dovevi farti fotografare tutto ignudo in riva al mare insieme ad altri sette cretini incastrati come i mattoncini Lego uno sull'altro, eh. Almeno ti assicuravi di avere l'anguilla a posto.>
Altra frenata, un Orlando sconvolto e bianco come la morte si volta, dapprima guardando Dominic, che sbuffa per non ridere, poi guarda me, che alzo le sopracciglia come per dire 'Embè? Non ho ragione?'.
< Si sarà rizzato per il ribrezzo, povero. Vedere Sean Astin nudo non è proprio il massimo, no.> Dom sdrammatizza per salvare l'amico, che evidentemente è ancora sotto shock.
< Orlà, ascolta. Non ci pensare troppo. E' una cosa buona, oh! Dovresti essere contento del fatto che la legge della L non vale su di te, scusa.> Cee.
< Appunto. Onore al merito. Uno a zero per Sonia Copeland.> Ribatto, facendoli ridere.
< Fortunatamente su Domme ha vinto la legge. Decisamente. Lucky Brandy.> Fa la Andy, dandomi una pacca sulla spalla.
La fulmino istantaneamente, e Orlando scoppia a ridere. < Hanno beccato pure te, Dom!>
< Non c'è bisogno ch'io sia nudo per constatarne le dimensioni, Orli caro.> Risponde, malizioso.
< In effetti me l'hai traumatizzata povera stella, è rimasta così inchiodata a quella foto con la bava alla bocca che pensavo di dover correre a Napoli per portarle un secchio.>
< Sei proprio stronza Ciop, lo sai?>
Andy e Orlando ridono come due scimmie, e quest'ultimo per poco non becca in pieno una vecchietta che attraversava la strada incosciente del pericolo.
Io cerco una pala per sotterrarmi al più presto, siccome mi sento trapassata da parte a parte dallo sguardo di Dominic.
Devono ancora inventarlo il teletrasporto, vero?
Dannazione.
Sono rossa come una prugna, ho le vampate di calore, e non riesco ad alzare lo sguardo. Guardo fuori dal finestrino, per dare il tempo alla mia pelle di assumere un colorito decente, e faccio l'errore di guardare nello specchietto, così che incontro lo sguardo di Dom.
Okay. E ora? Sorrido? Sto seria? Merda. Arrossisco di nuovo. Lui sorride, un sorriso dolce, quasi di compatimento. Io roteo gli occhi, e distolgo lo sguardo. Vedo che poggia il gomito sul finestrino, e getta la mano all'indietro, rivolgendola a me.
Si suppone che io debba.. prenderla. Si.
Avvicino la mia mano alla sua, e lui intreccia le sue dita nelle mie, gentilmente.
Il cuore deve essermi salito in gola, non c'è dubbio. Quasi non respiro.
Sento poi il suo pollice carezzare il palmo della mia mano, come se volesse scriverci qualcosa.
Fa una s, una m, una i, una.. l? .. una e. Smile.
Rido piano, sussulto appena nel farlo, come se non riuscissi a contenere la gioia che ho dentro.
Stringo forte la sua mano, e mi sento sollevata sentendo la sua fare altrettanto.
Dio. Credo che sia uno dei momenti più belli della mia vita.
Ora posso anche morire schiantata nell'auto di Orlando Bloom, non c'è che dire.


Arriviamo all'aeroporto in ritardo mostruoso.
Ormai la Jo avrà preso un taxi, e sarà andata a casa.
Proviamo a chiamarla, ma il cellulare risulta spento o non raggiungibile. Strano. Dovrebbe essere atterrata da almeno quindici minuti.
Uhm.
Ci decidiamo a chiedere informazioni, e ci dicono che l'aereo che ha preso la Jools, insieme ad altri tre aerei, a causa di alcune turbolenze è partito in ritardo, perciò dovrebbe atterrare tra una decina di minuti.
< Dieci minuti. Che si fa in dieci minuti?> Chiedo, sedendomi su una delle sedie blu.
< Si possono fare tante cose in dieci minuti.> Risponde Orlando, con un ghigno malizioso in viso.
Alziamo gli occhi al cielo contemporaneamente, mia moglie ed io, mentre la Andy si affretta a commentare: < Credevo che solo il futuro marito di mia sorella fosse un marpione patentato, invece mi son dovuta ricredere, neh.>
Scoppiamo a ridere, e passiamo i famigerati dieci minuti a discutere delle strane parentele che ci legano.
< Quindi. Brandy è la moglie della Cecilia. Giulia è la moglie della Andy. Ma in realtà siete tutte sorelle. Sorelle e cognate. E tutte siete cognate mie e di Dom, anche. Ma se la Brandy è sposata con la Cee, Dom è l'amante? E la Jo può essere sposata con Andy e pure con me?> Orlando fa una faccia talmente confusa che è impossibile non ridere.
< Sì, Orlando, è possibile. Tutto è possibile. Ed è possibile che la tua futura sposa sia atterrata!> Grida Cee, cercando di sovrastare il rumore di un aereo appena atterrato.
< Provo a chiamarla adesso> Annuncio mentre agguanto il cellulare, e premo il tasto della chiamata veloce.
Dopo una serie infinita di squilli, finalmente arriva una voce dall'oltretomba. Metto il vivavoce.
« Tesoro! Ciao! Son atterrata adesso, in questo momento proprio! Cos'è tutta questa confusione? Dove sei?»
« Ah, ehm.. siamo ai Kensington, come d'accordo, ricordi?»
« Ah, si. Ma.. non siete più con..?» Lascia cadere la frase, e sento una tristezza appena accennata nella sua voce.
« No.. siamo.. andate via, stamattina.. poi ti spieghiamo.. Dio, ci dispiace un casino per te, dannazione.. è proprio sfortuna.. magari sei capitata anche nel gate diciassette, o no?»
« La disgrazia? No, no! - Ride - Sono nel ventiquattro! Ohi tesoro mio devo staccare chè non trovo più i bagagli!»
« Va benissimo tesoro! Ti richiamo dopo!»
< Ma sei una grandeeeeeee!> Neanche il tempo di riattaccare, che la Andy mi salta praticamente addosso, poi mi scompiglia i capelli in un gesto compiaciuto. < E brava la Brandy, la nostra abile mentitrice> Ride, poi riassume un tono serio. < Allora, ricapitoliamo. Noi tre andiamo al gate.. ventiquattro, giusto? Voi ci aspettate in auto, Orlando alla guida, che legge il giornale, e Dom spiaccicato sui sedili posteriori. Tutto chiaro?>
< Povero me. Che mi tocca fare per accontentarvi.> Dom rotea gli occhi, poi aggiunge: < Ma per voi questo ed altro.>
< Tutto chiaro, comunque.> Conclude Orlando.
< Ok. Noi andiamo.>
Nessuno dei cinque sa esattamente cosa fare, se salutarsi o girare sui tacchi e via.
Orlando fa uno scatto in avanti, scatto quasi impercettibile, come se avesse intenzione di salutare ma non sapesse se è il caso.
< Ahm.. bye guys> La Cee rinsavisce, e ci salva dallo stato di trance in cui eravamo caduti placidamente.
Ci allontaniamo, ed io sospiro forte. « Sant'Iddio che giornata.»
« Dillo a me. Non so con che forza mi reggo in piedi.» Commenta la Cee.
« Ho paura che sia tutto un sogno. Non svegliatemi, pliz.»
« E' la realtà, tesoro. Ce l'abbiamo fatta. Non so come, ma ce l'abbiamo fatta.»
« Manca solo l'IM, ora.»
« E' quella, mò? E' la Jo??» Strizzo gli occhi, per mettere a fuoco.
« Dove??»
« Lì, vicino a quel ragazzo col culo di fuori!»
« Uhhhhhh, è leiiiiiiiiiiiiiiiiiiii» Senza pensarci, la Cee ha urlato come una forsennata, col risultato che s'è voltato mezzo aeroporto, tranne la diretta interessata, tutta intenta a cercare qualcosa nella borsa.
Cecilia afferra il cellulare, e compone il numero della Jo.
La vediamo rispondere.
« Ehi, tesora, ciao! Dove siete?»
« Proprio di fronte a te»
Giulia alza gli occhi e ci vede, un sorrisone compare sul suo viso. Ci viene incontro, valigie e borse permettendo, e poi molla tutto e ci abbraccia una per una.
« Cucciole mie, quanto mi siete mancate!!! Ah, Dio, quanto vi adoro!»
Abbiamo tutte gli occhi lucidi. Era da tanto che non ci vedavamo, ed ora che siamo tutte qui, insieme, a Londra, sembra tanto inverosimile quanto meraviglioso.
Passo alla Jo un fazzoletto per asciugarsi gli occhi, e cominciamo a camminare, verso l'uscita.
« E' stata una sorpresa stupenda, tesori miei, sono così felice di avervi con me!! Abbiamo tante cose da raccontarci, Dio..»
« Abbiamo tutto il tempo per farlo, tesoro! Cominciamo in auto, che è lungo il tragitto verso casa! Abbiamo affittato un auto, sai? Genialata della Cee delle otto e trenta. C'è pure l'autista. Che gnocco, poi vedi.»
Giulia ride, e, uscite, scorgiamo la Mercedes nera, e l'autista al suo interno, coperto da una copia del Times.
Mentre la Andy distrae la Jo, io e Cecilia spostiamo le valigie dal carrello al portabagagli, non senza fatica, e non senza sforzarci di non scoppiare a ridere, vedendo Dom spalmato come il patè sui sedili dell'auto.
Chiudiamo il portabagagli, e invitiamo Giulia a sedersi davanti.
Credo però che le sia venuto qualche sospetto. Questo strano autista legge il giornale con la faccia praticamente schiacciata contro il foglio, e le pagine che gli coprono persino le orecchie. Ridiamo sommessamente, guardandoci con occhiate complici.
Finalmente entriamo nell'auto.
Giulia sembra non accorgersi di Dom, che si è seduto di scatto proprio dietro il suo sedile, accanto a me. Guarda un po'.
Una volta che siam entrate tutte, Orlando abbassa il giornale, e Giulia caccia un urlo, portandosi le mani alla bocca.
« Veramente gnocco, vè?» Incalziamo, tra una risata e l'altra.
« Ma voi volete farmi morire di crepacuore! Dio mio se siete pazze!! Oddio, pure Dominic! Signore, non respiro..» Apre la portiera e vi si appoggia, inspirando a pieni polmoni.
Dopo esserci ripresi dall'attacco di ridarella acuta, convinciamo la promessa sposa a risedersi accanto al futuro marito.
Approfitto della calma apparente per fare le presentazioni.
< Allora, Orlando. Questa è Giulia, tua futura moglie. Giulia, questo è Orlando, tuo futuro marito. Puoi baciare la sposa, Orlando.>
Ricominciamo a ridere, ma ci blocchiamo di colpo vedendo Orlando prendere il viso di Jo tra le mani e schioccarle un bacio sulle labbra.
< Ora muore.>
< Cee, non secciare.>
< Scusa.>
Giulia diventa bordeaux, poi si riprende e sussurra: < Cosa avete detto a sto pover'uomo per farlo arrivare a tanto?>
< Sei tu che hai detto a lui qualcosa, amor mio. Con il tuo libro. Noi non abbiam fatto un bel niente, se non portarti da lui.>
< Guarda, ti dovrebbero fare una statua solo perchè me le hai fatte conoscere. E' stato il regalo più bello che mi potessi fare.> Dice rivolta a Orlando, il quale ridacchia imbarazzato. < E'.. è.. strano.>
< Oh, si, è strano. Però è così. E' una bella cosa dopotutto>
< E' una cosa straordinaria. Aver unito quattro persone senza saperlo, avere il merito di quest'amicizia pur non sapendone nulla, è.. wow. Quante altre cose mi sono perso?>
< Tante.. principalmente ti sei perso tre meraviglie, Orlando. Ma fortunatamente stai rimediando..>
« E poi s'è perso la mano di Dom che stringeva quella di Sara, prima. Vi ho visti sai? Che beddi, mi avete fatto una tenerezza!» Fa Michela, sorridendo teneramente.
Dio, il solo ricordo mi causa un tuffo al cuore. Vorrei tacere, ma le parole scorrono da sole come un fiume in piena.
« Non me lo ricordare che potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro, sai? E'.. lui.. io.. boh. Ogni volta che lo vedo provo la voglia fortissima di stringerlo forte, stamattina quando mi sono ritrovata tra le sue braccia quasi non ci credevo, a momenti esplodevo dalla gioia, e la sua presenza mi fa una cosa quì, vedi? Proprio quì» Dico, agitando una mano sullo stomaco. « Non sono capace di spiegarlo..»
« L'amore non è una cosa che si spiega, amor mio.» Interviene Jo.
« Lo so, però.. io non credevo che mi potesse davvero battere il cuore in quella maniera vedendolo dal vivo, voglio dire.. con Orlando è successo solo al parco, perchè cazzo ti trovi Orlando Bloom davanti e senti che morirai, è ovvio.. ma con Dominic me lo fa ogni volta che incrocio i suoi occhi, mi sento un'adolescente cretina alla prima cotta.. Dio, devo farmi ricoverare..»
« Suvvia, tesoro. Punto uno: Sei un'adolescente. Con gli ormoni che scorazzano avanti e indietro come tori imbizzarriti. E' normale che tu non ci capisca più niente; pensa che anche noi che abbiam superato la fase stentiamo a capirci qualcosa. Punto due: Non sei cretina. Perchè? Vedere punto uno. E punto tre: Per l'amor del cielo, cucciola mia. Pensi di poter accettare il fatto che tu sia innamorata di quell'uomo?»
Oh, Signore. Quanto mi è mancata questa donna. Adoro il suo essere Jo-Arista e il suo potere di convincimento straordinario che con me funziona alla grande.
< Io credo che voi stiate esagerando.> Rispondo in inglese, senza nemmeno accorgermene. < Cioè.. ok. Sono innamorata di lui.> Mi blocco, arrossendo di colpo quando Dom si sistema meglio per ascoltare. In qualche modo riesco a riprendermi. < E ora lui che dovrebbe fare scusa, prendermi e baciarmi, giurandomi amore eterno?>
< Si, esatto.> Rispondono tutti in coro, compreso Orlando, che stranamente ha capito.
Sbatto gli occhi per tre o quattro volte, la bocca semichiusa.
< Mh.>
Scende il silenzio, poi si erge una vocina che sussurra: < Shalalala la la la baciala>
Ci voltiamo tutti verso il proprietario della vocina, che risulta essere guarda-un-po' mia moglie, e, dopo qualche secondo di silenzio, scoppiamo a ridere.
< Madò. Ma pover'uomo, ma vi pare che potete stressarlo così? Gesù, io già mi sarei mandata a cagare da sola!>
< Ma se stanotte t'ha baciata!>
< Ti ha baciata?> Jo per poco non si strozza con la cintura di sicurezza nel tentativo di voltarsi per guardarmi, e probabilmente saperne qualcosa di più.
< Orlà, mi fai scendere? Scavo una fossa e vado a trovare i miei amici cinesi.> 
< No, dai, il discorso si fa interessante!>
< Ma vi siete messi d'accordo per caso?>
< T'ha baciata? Dom, l'hai baciata??> Jo imperterrita continua.
< Magari l'avesse solo baciata! Son andati avanti tutta la notte, han fatto tanto di quel rumore che a momenti i vicini chiamavano la vigilanza urbana. Per fortuna li abbiam fatti desistere.> Dio, ti prego, tappa la bocca a mia moglie. O fammi morire all'istante.
< Si, l'ho baciata.> Dom sembra rinsavire dopo il lungo silenzio. < Peccato che non eravamo abbastanza in confidenza, sennò non mi sarei fermato mica lì eh.> Sghignazza. Gli do uno schiaffetto sulla guancia.
< Quando mai ti sei preoccupato della confidenza, Dom?> Orlando alza un sopracciglio, incredulo.
Dominic ci pensa su, grattandosi la fronte: < Effettivamente..>
< Uh, un giorno insieme e lo stai già cambiando!> Guardo la C, e penso che se potesse sosterrebbe la frase con una manciata di LOL.
< Sei pericolosa> Dom mi guarda stralunato, io rido e replico: < Beh, se non altro ti metti la testa a posto, una buona volta.>
< Sapete, penso proprio che dovreste cenare assieme voi due, stasera.> Orlando ci interrompe, ed io inizialmente perdo una decina di battiti, poi mi riprendo, con un'esclamazione molto poco fine.
< Se, e arò cenamm, 'n cul' a mammt?>
Cecilia si piega in due dal ridere, seguita subito da Giulia, che, dopo un corso accelerato di napoletano/terrone è riuscita ad imparare il dialetto, e ora rotola sui sedili dell'auto.
« Scusate, m'è scappata. Sono un po' tesa.» Sorrido discolpandomi.
Orlando scuote la testa: < La smettete di parlare in italiano ed escluderci dalla conversazione?>
Non ho il tempo di replicare, che nel silenzio che pervade l'abitacolo si sente distintamente un.. *proooot*.
Io e Giulia sbianchiamo, Dominic cambia espressione, rilassando la fronte, e guarda Orlando, avvicinandosi piano al sedile davanti: < Ob! Te l'avevo detto di non esagerare con quei fagioli>
Orlando si gira sconcertato, e molla un pugno sulla spalla dell'amico: < Controllati bene il culo, Monaghan, prima di parlare, e spera per te che tu non m'abbia sporcato il sedile>
< Seee, certo. E chi ci dice che non sia stata una delle fanciulle, quì dietro?> Ci guarda socchiudendo gli occhi.
< Cosa? Noi? Noi? Ma sentilo! Fai bene a controllarti il culo, e pure le mani, chè chi l'ha fatta ha le mani rosse.>
A quanto pare nessuno ci casca, poi vedo Dom con la coda dell'occhio che si controlla piano le mani, preoccupato. Michela dà di gomito e mi fa notare che anche Ob ha fatto altrettanto.
Che fessi.
Improvvisamente, sentiamo un altro *prooot*, e a quel punto ci guardiamo tutti increduli. < Forza, chi è stato? Il colpevole si faccia avanti>
< Ma.. strana però sta cosa, non puzza nemmeno.> Commento, poi vedo la Ce che si porta un dito alla bocca, e la vedo illuminarsi prima, e scoppiare a ridere poi.
< Oddio, oddio, scusate, era il mio cellulare - ride - mi son arrivati due messaggi> Sorride per discolparsi e scoppiamo a ridere tutti, sollevati.
< Cambia suoneria, diamine, Cecilia, un altro po' e si azzuffavano sti due> Fa Jo, divertita.
< Ma il bello è che io non avevo mica sta suoneria quì, ce l'ho in memoria ma non l'ho mai messa. L'avrà cambiata Lucky, l'altro giorno ci è finito sopra mentre le scorrevo>
< Bah.> Sospiriamo io e Michela, e sorrido quando con mia sorpresa riconosco una strada familiare materializzarsi davanti ai miei occhi.
< Ehi, questa è la strada dell'albergo, guarda Ce!>
< Oddio è vero!>
< More, vuoi andare a prendere Ugo? Così scarichiamo le foto> Ce annuisce, e chiediamo a Orlando di fermarsi un attimo. Si copre nuovamente il viso col giornale, e Dom ci osserva attraverso i vetri scuri dell'auto.
Saliamo frettolosamente le scale, agguantiamo Ugo - il portatile. Ogni cosa quì ha un nome - e voliamo via.
Altri dieci minuti di strada, e l'auto si ferma.
Siamo arrivati a casa.
Casa di Matthew Monaghan, ovviamente.
Ormai è la nostra tana.
Scendiamo dall'auto, cauti, e sgattaioliamo in casa.
< Okay. E adesso?> Andy.
< Usciamo?> Dom.
< Io devo farmi una doccia.> Jo.
< Se usciamo tutti e cinque e ci paparazzano siete nei guai.> Ce.
< Già immagino il titolo. Bloom e Monaghan: Vai con l'Harem!> Io.
< Mica male l'idea.> Orlando.
Dopo quest'incoraggiante scambio di idee, Giulia si appropinqua a salire le scale che la condurranno alla doccia, Andy va in camera a chiamare i suoi, Orlando litiga col Blackberry - è noto a tutti ormai il suo approccio disastroso con la tecnologia - io e Ce ci piazziamo sul divano con Ugo e Dom dà da mangiare ai pesci nell'acquario.
Più tardi, appena finito col Blackberry, a Orlando viene la strabiliante idea di sbirciare le nostre attività sul portatile.
E così, mentre scorriamo i documenti per trovare un file, Orlando nota la cartella Fanfiction, e ci chiede di aprirla.
Credo sia il momento peggiore della giornata.
< Le avete anche tradotte in inglese? Caspita>
< Eh, ci stiamo specializzando, sai.> Rispondo con aria grave.
< Posso leggere?>
No.
La risposta appare subito nella mia mente, ma non riesce ad arrivare alla bocca.
Guardo Cecilia, cercando di trasmetterle mentalmente un Ma sei pazza? Non ci pensare nemmeno! Che figur di merda!
Lei pare restia quanto me, ma purtroppo non è per niente facile resistere a uno sguardo come quello che ha adesso Orlando, e perciò gli molliamo il portatile in mano e scompariamo con un veloce < Scegli tu!>
Dal piano di sopra sentiamo un < E come si fa?!> e poi un esasperato < Dai quà, ti faccio vedere io, ciabattone d'un Bloom!>
Chiudiamo la porta e sprofondiamo sui letti, dove stavano già le altre due.
< Che accade stelle?> Domanda Jo, mentre infila i jeans.
< Oh, niente di che. Orlando sta solo leggendo le nostre fic..> Rispondo, con nonchalance.
Michela e Giulia strabuzzano gli occhi < QUALI FIC?>
< Boh, gli abbiam mollato Ugo e stan scegliendo loro. C'è pure il Paciocco.> Spiega mia moglie.
Le due passano dal bianco al rosso fuoco, passando per il verde sedano.
< Che fic avevi sul pc, Ce?>
< C'è la tua 'Cause I'm the director, I guess I can decide, poi c'è Smile, without a reason why e The Autograph. Ah, e poi ci sono le shot dedicate completamente a loro, quelle che volevamo stampare e regalargli..>
< Deh, troppo tardi..>
< Marò, e chi esce più da questa camera? Io no di certo.> Scuoto la testa, lo sguardo perso nel vuoto.
< Prepara il tuo vestito più bello, Cip, e andiamoci a sotterrare insieme. Adieu, mondo crudele.>

Qualche tempo dopo.

< No, senti, io devo fare pipì. Sara, accompagnami.>
< Che? Ma sì scem? Piuttosto crepo>
< More, dai! Non farmi andare da sola, se li becco collasso! Dai, moglie, sostienimi>
< Uff. Però se li incontriamo parli tu eh.>
Apriamo la porta appizzando le orecchie. Pare non esserci nessuno. Scambio un'occhiata dubbiosa con la Ce, che si decide ad uscire, e fa una corsa nel bagno. Mi fa un cenno per farmi entrare, ma io le chiudo la porta e mi avvicino alle scale in punta di piedi.
E lì rimango.
I due hanno lo sguardo fisso sullo schermo del computer, leggono con espressione imbambolata, a me pare quasi incredula.
Oh, riconosco quella pagina. E' la shot che abbiamo scritto tutte insieme, quando abbiamo deciso di riunire i nostri pensieri su di loro.
E' una confessione col cuore in mano. Sono i nostri motivi, le nostre sensazioni, le cose che ci legano a loro, le risposte a tante domande.
Dominic scorre la pagina senza staccarvi gli occhi, e così anche Orlando, finchè non s'accorge che li sto guardando e sobbalza.
Mi guardano per un istante senza proferir parola, non so cosa pensare. Non so cosa fare. Cosa faccio?
Stringo forte la mano al corrimano, per scaricare la tensione, e prego silenziosamente che squilli il telefono o che bussi qualcuno alla porta.
Ma niente.
< Scusate.. io.. vi ho interrotto, non volevo..> Le parole mi escono di bocca prima che possa fermarle. Il che in questo caso è stato un bene.
Dominic rivolge nuovamente lo sguardo allo schermo, rileggendo qualche riga, poi torna a guardare me.
< Torno di là...> Mormoro, constatando la mancata risposta.
< No, no, abbiamo finito> Dom chiude il portatile, si gratta la testa e poi si alza. Orlando fa lo stesso, e lascia sprofondare le mani nelle tasche.
Le ragazze mi raggiungono, ed è così che restiamo per qualche minuto.
Noi quattro al piano di sopra, poggiate al corrimano, e loro due al piano di sotto, che alternano lo sguardo tra noi e il pavimento.
Versione riveduta e corretta di Romeo e Giulietta.
Romei e Giuliette: Cronache di cuori sognanti e anime sconvolte. Edizione limitata.

< Okay, basta. Qualsiasi cosa voi pensiate.. dopo quella storia.. un solo favore, non.. non lasciatevi influenzare da quello che avete letto, non adesso, non in queste ore che saranno le ultime. Per favore. Parliamo d'altro, evitiamo l'argomento, questo silenzio è insopportabile..>
Giulia rompe il ghiaccio, implorando i due.
Scendiamo, e ci fermiamo a un metro da loro, guardandoci dubbiosi l'un l'altro.
< Solo una cosa.. grazie.> Commenta Orlando, e Dominic mi fissa serio e annuisce. < Grazie.>

E in fretta arriva la sera.

< Allora siamo d'accordo, adesso vi riaccompagnamo e domani mattina facciamo un salto in aeroporto, se riusciamo.>
Sta finendo.
Sta.
Finendo.

Si torna alla realtà.
Devo prendere un po' d'aria.
Cammino veloce verso la stanza dove ho dormito stanotte, ed arrivo sul terrazzo dall'altro lato della casa, quello opposto alla strada. Affaccia su una villetta in costruzione, ancora disabitata.
Le ragazze rinunciano a seguirmi, sapendo come sono fatta, e sapendo che quando non mi va di affrontare un argomento o quando voglio sfuggirlo devo cambiare aria, e pensare da sola.
Mi appoggio alla ringhiera e prendo un bel respiro. Chiudo gli occhi, e lascio che il vento mi scompigli piano i capelli.
Quando li riapro, ho un piccolo sussulto nel vedere una persona accanto a me.
La persona.
Mi volto in modo che non mi possa vedere, e sorrido. Non riesco a non farlo quando è accanto a me.
Riassumo un'espressione normale, e torno a guardarlo. Vedo che ha poggiato gli avambracci alla ringhiera, proprio come me.
< E' proprio una bella serata, vero?> La sua voce profonda mi riscuote, annuisco. < Già.>
Entrambi ci fermiamo ad osservare le stelle, in silenzio. Ma da qualche parte dentro di me sento che nessuno dei due in realtà pensa alle stelle. Credo che ormai siamo consapevoli solo l'uno dell'altra.
E' l'ultimo momento che passerò insieme a te, Dominic. Dio, quanto avrei voluto conoscerti prima..
< Anch'io.>
Trasalisco, senza rendermi conto di aver pronunciato l'ultima frase ad alta voce. E lui ha risposto.
< Non posso credere che finisca tutto così..> Osservo, e non riesco ad aggiungere altro. Sento un magone crescermi dentro, e posarsi sul cuore, come un macigno.
Non piangere, non piangere.
Mi prende le mani, colgo un'espressione spaventata e dispiaciuta sul suo viso.
< E se.. ti chiedessi di non andare?> Mormora, puntando il suo sguardo nel mio.
Oh, Dio. Credevo che momenti così potessero esistere soltanto nei sogni.
< Andare via è l'ultima cosa che vorrei, Dominic, lo sai..>
Sospira forte. Lo imito, soffocando un singhiozzo. Non guardarmi così, ti prego. Quegli occhi che mi passano da parte a parte sembrano voler guardare nella parte più profonda di me, e probabilmente ci stanno riuscendo.
< Ma devo..> Sussurro. < E' già.. troppo.. difficile..> Le parole mi vengono meno, mentre vedo le sue labbra avvicinarsi pericolosamente alle mie.
Sento la testa leggera. Un calore insolito alla bocca dello stomaco. E il cuore che batte freneticamente, facendomi perdere anche l'ultimo briciolo di razionalità.
E' questione di secondi.
Uno sguardo veloce e poi il calore delle sue labbra sulle mie.
Le schiudo piano, ho quasi paura di farlo, ma dopo averlo fatto mi sento sciogliere dentro. Non credo d'aver mai baciato qualcuno così, nè credo che qualcuno abbia mai baciato me, così.

That thing, that moment, when you kiss someone and everything around becomes hazy and the only thing in focus is you and this person, and you realize that that person is the only person that you're supposed to kiss for the rest of your life, and for one moment you get this amazing gift and you want to laugh, and you want to cry, because you feel so lucky that you found it and so scared that that it will go away all at the same time. (Josie Geller - Never Been Kissed)

Ci separiamo appena, ho il cuore in gola ma non m'importa, vedo il mio riflesso nei suoi occhi. Gli poggio la mano sul cuore, e sento che batte forte; lui la prende tra le sue, e vi porge un bacio, senza smettere di guardarmi.
Sento il bisogno irrefrenabile di abbracciarlo, e, per una volta, faccio quello che vorrei, senza freni o barriere. Senza paura.
E così, stretti in un abbraccio, ascoltiamo i nostri cuori in silenzio, con la consapevolezza che, anche se si allontaneranno, non smetteranno mai di battere insieme.







(*) Questa Dom l'ha detta davvero, dopo aver chiamato Elijah Wood "Gay boy"
(**) « Ragazze, non ci pensate troppo, che può finire tutto da un momento all'altro!» 
(***) Questo termine, riferito a Dominic Monaghan, è di proprietà di Mandy, altra scrittrice di Efp. Lo prendo in prestito.






Allora. Questa storia è nata molti mesi fa, ma come potete intuire, c'ho messo un pochetto più del previsto a finirla.
E' stato un parto, diciamocelo.
Un grazie speciale a quelle sante sorelle mie, che sono state disposte a sostenermi e a sparare bestemmie d'ogni genere nei rispettivi dialetti per accontentarmi XD
Un grazie infinito alla sweetchiara per avermi suggerito un passaggio; non so cos'avrei fatto without you, Chià.
E un grazie anche a tutti quelli che hanno avuto la santa pazienza di leggersela tutta.
Ahm.. mi dispiace, Dom, per averti fatto fare un po' la figura del marpione. In realtà è così che ti immagino, ed è così che mi piaci.
Ci tengo a dire che le tre ragazze della storia, diciamo quattro, compresa me, esistono realmente.
Ed è a loro che dedico questa storia, a loro, e ad Orlando, che mi ha permesso di incontrarle.
E anche a Dom, sì. Ormai è onnipresente, lui, nella mia vita.

Buona giornata a tutti, carissimi lettori.

Vi voglio bene.
Sara.
Sarè per gli amici.
   
 
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