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Autore: irene862    23/03/2014    0 recensioni
“E non smetterò mai” sussurrò avvicinandosi di qualche passo, il testo stretto fra le sue dita “Continuerò a trattenere il fiato sino a quando non saremo finalmente al sicuro da lui. Entrambi”
E sorrisi, anzi scoppiai a ridere di cuore, quando capì davvero cosa avesse voluto dire e quanto di me avesse compreso.
Perché avrebbe continuato a salvarmi da me stesso ogni volta, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, senza mai arrendersi.
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Suspense

Suspense

 

Il sole non era ancora sorto, il buio della notte si stava diradando lentamente seccato di dover lasciare il posto alle prime luci dell’alba. Le finestre, coperte da pesanti tendaggi, gettavano oscurità su tutta la stanza mentre i mobili proiettavano sprazzi di ombre su ogni cosa.

E lei era lì. Sdraiata supina sul suo letto, coperta da fresche lenzuola e una leggera coperta.

L’inverno era ormai alle porte e il freddo si annidava ovunque tentando invano di oltrepassare porte e finestre.

Superai la porta, da dove fino a quel momento l’avevo spiata, avvicinandomi a lei. Il profumo della sua pelle era ovunque e si levava come spirali di vento.

Sapeva di terre lontane, di speziato, sapeva di dolce e salato.

Sapeva di magia, di incantesimi e legami d’amore.

Mi avvicinai ancora di più, inginocchiandomi accanto al letto e mi sporsi di più verso le lenzuola.

Era una cosa strana da fare e francamente, prima di lei, non mi era mai successo. Non lo avevo mai fatto. Lei mi spingeva a fare cose strane, cose così fuori dal normale da farmi rimanere a volte senza parole.

Era una strega.

Mi rendeva incapace di pensare e ragionare con chiarezza, attirandomi verso di lei. Verso quel corpo che ogni giorno e ogni notte desideravo possedere.

Era ancora immersa nel sonno quando lentamente cominciai a scostarle le coperte di dosso. Avevo una strana frenesia addosso.

Volevo guardarla.

Volevo guardare il suo corpo.

Nonostante il freddo indossava una leggera t-shirt in cotone e pantaloncini corti. Me ne rallegrai e con un ultimo gesto la scoprì fino ai piedi.

Holly mugugnò in maniera sconnessa e con un unico atto fluido si voltò dall’altra parte, dandomi così le spalle. La stanza era in penombra ma questo non mi impedì di accarezzare con lo sguardo la sinuosità del suo corpo armonioso.

Dalla curva del collo delicato scesi verso le spalle, esili e sottili. La sua schiena era arcuata, esposta, così vi passai sopra le dita senza però toccarla davvero; la sentivo liscia ma tesa. I fianchi erano un poco sporgenti e morbidi al tatto. Li accarezzai con le dita non riuscendo a frenare la voglia che avevo di toccarla.

Mugugnò di nuovo, allungando le gambe e stendendole lungo il letto. Vi posai sopra lo sguardo e sorrisi.

Le cosce erano toniche e tornite, le gambe lunghe con polpacci sodi. Sorrisi ancora e senza resistere alla smania che invadeva il mio corpo, alla vista del suo, feci l’unica cosa che volevo davvero fare da quando ero entrato in camera sua.

Entrai nel suo letto e mi stesi accanto a lei. Il mio petto contro la sua schiena.

Senza pensare alle conseguenze iniziai ad accarezzarle la pelle dei fianchi e come immaginavo li trovai soffici al tatto. Scesi piano con le dita iniziando a sfiorarle la curva dei glutei. La sentì scostarsi un poco, sempre dormendo, e mugugnare qualcos’altro di incomprensibile.

Sorrisi della sua reazione, probabilmente credeva di sognare e non si era ancora accorta di nulla.

Mi avvicinai ancora di più a lei, le scostai piano i capelli e scesi a baciarle il collo; continuavo ad accarezzare quel corpo con gesti lenti ed appena accennati. Non volevo che il mio tocco la spaventasse.

Sentivo il suo corpo muoversi appena sotto il mio e non ci volle molto perché dal sonno fosse riportata indietro.

“Marshall?” domandò con voce arrochita dal sonno

“Shh”  risposi  “Non volevo svegliarti ma non potevo resistere” mi scusai senza smettere di toccarla e baciarla piano

“Che stai facendo?” mi chiese voltandosi parzialmente in modo da potermi guardare in faccia

“Lasciati solo accarezzare, ok?” glielo sussurrai all’orecchio prima di avvicinarmi ancora a quel tempio di carne che, senza coscienza alcuna, mi spingeva a pensieri peccaminosi e lascivi.

La sentì annuire piano e stendersi più comoda in modo da goder meglio delle mie attenzioni. Passavo le mie dita su e giù su quel bellissimo santuario godendo della sensazione di portarle piacere col mio solo tocco.

La sua pelle era incredibilmente liscia, vellutata e cedevole, come un marshmallow, ed altrettanto tenero. Le massaggiavo gambe e cosce alternando tocchi delicati ad altri più forti, incrociai una mia gamba alle sue e presi a baciarle le spalle e la schiena. Le mie labbra, la mia lingua si susseguivano su quella sua porzione di pelle lasciando scie umide alle quali seguivano immancabili suoi mugolii di piacere.

“Continua ti prego” sussurrò premendosi di più al mio bacino  “Non ti fermare” aggiunse spostandosi i capelli tutti da un lato e lasciando scoperti collo e spalle

“Non ne ho alcuna intenzione” la rassicurai catturando la sua bocca

Le racchiusi un seno con la mano quando la sentì arcuare la schiena sotto la spinta di quel sommesso piacere. I suoi lievi sospiri mi indussero ad aumentare la pressione delle dita, del mio tocco, delle mie strette, dei miei baci.

Iniziai a muovere il bacino contro di lei, contro il suo sedere; la sentì tendersi e sospirare ancora.

I baci diventarono pressanti e più arditi, le voltai il viso e le catturai le labbra in un incontro violento. La sentì mugolare e voltarsi completamente contro di me, le sue braccia attorno alle mie spalle e le sue dita fra i capelli.

Quel tocco mi innescò dentro una reazione così violenta che la voglia di lei straripò da ogni poro. Feci cozzare i nostri bacini, sentendo la mia erezione allungarsi e tendersi per lei.

“Facciamo l’amore, Marshall” mugolò strusciandosi contro di me “Ti prego” aggiunse baciandomi ancora

“Non aspettavo altro” risposi con un sorriso malizioso

 

Le nostre labbra si uniscono accarezzandosi dolcemente, la mia lingua si intreccia alla sua in una densa unione. Gli occhi chiusi per godere meglio di quel momento mentre le mani e le dita vagano leggere su ogni porzione di pelle scoperta.

Mi siedo, poggiando la schiena alla testata del letto, stendo le gambe e la incito a sedersi sopra di me. Le sue cosce sfiorano le mie, le sue ginocchia accarezzano i miei fianchi. Siamo uno di fronte all’altro, le nostre bocche ancora unite quando sento le sue mani scivolare sul mio torace nudo. La sento mugolare di piacere quando con pochi movimenti le sfilo la t-shirt e prendo ad accarezzarle il seno racchiuso in un reggiseno bordeaux in pizzo.

 

“Ti amo” la sentì sussurrarmi all’orecchio mentre la sua schiena si inarcava in cerca di maggior piacere

Le sorrisi accarezzandole il viso e la baciai a lungo, profondamente. Continuava a dondolare il bacino sfregandolo sul mio, solleticando e accarezzando la mia erezione.

 

Si solleva quel tanto che le permette di sfilarsi i pantaloncini e con gesto incurante li getta lontano. Sorrido e prendendole il viso tra le mani lo avvicino al mio. Lei chiude gli occhi e sospira deliziata.

Sa cosa l’aspetta.

La mia bocca si posa leggera sulla sua fronte, passando dalle tempie scendono verso le sopracciglia e gli occhi. Accarezzo tutto dolcemente per poi passare al naso di cui bacio la punta.

Sento le sue mani accarezzare le mie braccia muscolose, le mie spalle.

Continuo il percorso scendendo ancora di più ed arrivando alle guance che soffici si piegano sotto la spinta della mia bocca. Infine la mia parte preferita.

La sua bocca, il suo collo.

I baci lambiscono la morbidezza della sue labbra carnose e del suo collo da cigno.

 

“Facciamo l’amore” mi pregò nuovamente scendendo a baciare la tenera carne dietro l’orecchio

“Cosa pensi stiamo facendo, Holly?” risposi sorridendo scherzoso

“Sai cosa voglio dire” aggiunse ancora prendendo la mia erezione in mano e stringendola un poco

“Questa volta voglio fare le cose con calma” risposi baciandola ancora “Senza fretta” aggiunsi allontanandole la mano

“Non mi vuoi?” domandò colpita da quel mio lieve rifiuto

“Non essere sciocca, Holly. Ti voglio eccome” risposi serio  “E poi … non lo senti quanto ti voglio?” domandai malizioso

“Permettimi allora…”

Non la lasciai finire

“No, voglio fare le cose con calma. Lo faremo lentamente e ti prenderò solo quando il desiderio ci avrà distrutto la mente. Solo allora e non prima”

“Vuoi farmi impazzire?” chiese fingendosi seccata

“Se la vuoi mettere così…”

 

  
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