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Autore: Gee_Echelon    23/03/2014    2 recensioni
Non provava più sentimenti.
Esatto, non provava più niente, alla vista di qualsiasi cosa i suoi occhi vedessero, era impassibile e freddo a tutto. Se poteva ricordare come si facesse, avrebbe odiato se stesso in quel momento, anzi in quei mesi. Avrebbe odiato essere in quello stato, non poter sorridere, provare anche la più piccola emozione, vivere.
Il vuoto totale, era il nulla.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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APATIA

 

-Non gettare la spugna al primo ostacolo
se ne incontreranno tanti altri nella vita.
Vai avanti e sii fronte grazie a te stesso e a chi ti sta accanto-

 

 

Questa non si poteva considerare vita, ma per lui era così.
Passare giornate intere seduto su quella sedia che dava sulla via principale si New York City a guardare cosa facesse il mondo esterno, mentre lui, all’interno di quell’appartamento marciva, da solo. Senza saperlo, senza accorgersene.
Ormai erano mesi  che la sua vita aveva preso questa routine continua, si alzava soltanto per andarsi a fare litri di caffè che gli causavano anche insonnia e qualche sandwich.

Ormai Mikey era questo. Apatico.

Non provava più nulla, sapeva solo osservare, senza fare niente, muovere un dito, se non la proprio mano verso la propria bocca, per portarci la tazza piena di caffè fumante e berne lunghi sorsi.
Osservava tutto il giorno, osservava lo scorrere del tempo, osservava le persone, come il mondo marciva e come lo faceva anche lui.

Non provava più sentimenti.

Esatto, non provava più niente, alla vista di qualsiasi cosa i suoi occhi vedessero, era impassibile e freddo a tutto. Se poteva ricordare come si facesse, avrebbe odiato se stesso in quel momento, anzi in quei mesi. Avrebbe odiato essere in quello stato, non poter sorridere, provare anche la più piccola emozione, vivere.

Il vuoto totale, era il nulla.

Non provava nulla quando vedeva lungo il marciapiede pieno di persone, una mamma abbracciare il proprio bambino, il suo cuore non veniva scalfito neanche quando vedeva un grave incidente proprio sotto i suoi occhi, lungo la strada. L’unica cosa che sapeva dire è che sarebbero potuti andare più piano, avrebbero potuto rallentare al segnale dello “stop”, che andare di corsa nella vita non serve a nulla, che se lo erano meritato.

Avrebbe persino cominciato ad odiare il mondo, se lo avesse saputo fare.

 Lui nonostante ciò, continuava a guardare fuori dalla sua finestra, perché aspettava chissà cosa, chissà chi, forse qualcuno che lo venisse a salvare, perché all’infuori del suo caffè e i suoi sandwich da quattro soldi, non aveva nient’altro e si sentiva solo, trascurato e malandato, da buttare. Come quando si butta un oggetto di cui non ne fai più uso dopo un po’, si sentiva vecchio, mal funzionante e quindi da buttare. Perciò guardava, per vedere se qualcuno era come lui e magari corrergli dietro e dirgli che lui sapeva cosa volesse dire sentirsi in quelle condizioni, sapeva cosa significava essere un oggetto di seconda mano. Ma ogni volta non trovava mai nessuno, solo gente che correva perché faceva tardi a lavoro e aveva paura che magari il capo lo avrebbe sgridato o addirittura licenziato, ragazzi che correvano a scuola, altri che magari la stavano marinando, persone anziane che tentavano di non essere travolte dalla folla inferocita nelle ore di punta, c’erano persone di ogni tipo e Mikey ci costruiva sopra le storie. Inventava, perché lui non poteva sapere le loro vere vite, quindi l’unica cosa che poteva fare era inventare. Immaginava e inventava. Si sentiva un po’ sciocco, ma dopo rifletteva sul fatto che era l’unico mezzo che aveva, che lo faceva rimanere a contatto con il mondo anche se indirettamente e immaginariamente.

Sarebbe scomparso dentro quell’appartamento.

Come scompariva tutte le volte nei suoi incubi per le poche volte che dormiva. Veniva travolto dall’oscurità, forse quella che aveva all’interno, forse erano semplicemente le emozioni che non provava più, sotto forma di oscurità, che cercavano di riappropriarsi di lui in modo lugubre e tetro. Sta di fatto che puntualmente era inutile correre, veniva sempre inghiottito, era inutile urlare, non veniva ascoltato o udito da nessuno. Era solo nell’oscurità che lo divorava e così tutte le volte si ritrovava a svegliarsi urlando, nel suo letto, tutto sudato e non dormire per giorni e giorni e rimettersi davanti a quella finestra a creare storie.

Sarebbe stato salvato?

Se lo chiedeva tutti i giorni, quando si fissava a guardare il cielo in punti indefiniti e avrebbe voluto tanto piangere, versare lacrime salate e amare, forse sarebbe uscito persino sangue, tant’è che era disperato. Ma puntualmente sentiva il vuoto dentro di se, ed era questo che lo distruggeva ancora di più.

Lo si poteva biasimare se avrebbe deciso di farla finita?

Ovviamente no, dopotutto non aveva nulla, però aveva sempre lottato, perché arrendersi proprio ora? Perché prendere quel cappio proprio adesso?
Potrebbe ancora essere salvato da qualcuno.

 

“Ehi Mik, sono arrivato. Scusa il ritardo” disse suo fratello Gerard chiudendosi la porta dell’appartamento alle spalle e salvando la vita di Mikey senza saperlo.

Era di nuovo lì alla finestra e quando lo vide, gli sorrise.

Era stato salvato.

 

 


 

 

Salve,
uscita di getto così e non lo so, boh forse è nel mio profondo è dedicata a qualcuno o a qualcosa, però okay, non lo so. Mik è il mio preferito tra i My Chem e ieri era quel che era. Lasciate un segno se vi va. 

   
 
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