21. I
Can’t Stop Diggin’
The Way You Make Me Feel
Le
si avvicinò e le chiese se potevano parlarle tranquillamente
-in altre parole, in
italiano- e, distanziate le orecchie altrui, venne il loro momento. Tom,
approfittando della benedetta liberazione da quella donna paranoica,
non fece
altro che allontanarsi lentamente, senza fare gesti inconsulti che
avrebbero
potuto riaccendere di nuovo la frenesia di Arianna.
“Arianna,
sto bene, ero con Danny.”, le spiegò poi.
“Ed
io ero con un piede nella fossa!”, sbuffò subito
la donna, “Grazie per aver
fatto aumentare in modo esponenziale la mia spesa in creme contro le
rughe!”
Danny, in disparte a
braccia incrociate ed appoggiato al muro, stava trattenendo le risate,
cercando
di sorvolare sullo stato ansioso della donna.
“Senti...”,
fece Joanna,iniziando a trastullarsi le dita, “Non
è che... insomma...
potrei...”
“Rimanere
con Danny stanotte?”, la anticipò lei,
“Dio, Joanna, mi venisse un colpo se ti
dicessi di no! Morissi all’istante se non te lo permettessi,
mi prendessi una
malattia venerea se non te lo lasciassi fare...”
“Ok,
ho capito.”, la bloccò Joanna ridendo.
Arianna
la abbracciò, accarezzandole la testa.
“E
pensare che quando ti ho assunta avrei voluto licenziarti dopo il
ventitreesimo
bicchiere fracassato.”, le fece la donna, “Adesso,
invece, mi sembra quasi di
aver allargato la mia misera famiglia a te.”
Joanna
arrossì per quella concessione d’affetto
inaspettata.
“Da
quando sono arrivati quei McFly”, continuò
Arianna, “sono cambiate così tante
cose.”
“E
quali?”, le domandò, incuriosita.
Sciolse
l’abbraccio e la squadrò da capo a piedi.
“Sei
la solita di una settimana fa.”, le disse Arianna,
“Non sei dimagrita, nè
ingrassata, nè ti sono cresciute le tette.”
“Oh,
grazie.”, sbuffò Joanna, incrociando le braccia
sul petto.
“Sei
cambiata qui dentro.”, continuò la donna,
toccandole la fronte con la punta
dell’indice, “Adesso sei veramente Joanna, non
semplicemente la sorella di
Michele. Hai preso il controllo di te stessa, hai iniziato a vivere la
tua vita
e a prendere le tue decisioni, giuste o sbagliate che siano. E Miki lo
ha
capito.”
Joanna
si fece perplessa.
“Ho
chiamato Miki e mi ha a dir poco stupito.”, fece Arianna,
ristabilita la calma,
“E’ incazzato a morte con te per essere venuta al
concerto... ma l’ha presa
bene.”
“L’ha
presa bene? Cosa vuol dire?”, esclamò Joanna,
“Che mi proibirà
per sempre di mettere la testa fuori di casa?
Che comprerà un guinzaglio per la sorella troppo
libertina?”
Arianna
sospirò e si toccò la testa, pensierosa.
“Devo
andare in San Pietro ad esporre lo striscione ‘McFly
santi subito’... altro che papi morti e beatificati
tre
giorni dopo.”, borbottò
in modo
decisamente anticlericale, “Ma penso che andrò
semplicemente a letto...”,
concluse.
Le
accarezzò con dolcezza una guancia rossa.
“Mi
raccomando, fate sesso sicuro.”
“Arianna!”,
esclamò Joanna, avvampando fino all’ultimo
centimetro della sua pelle.
“Scusa,
mi sono davvero sentita in obbligo di dirtelo!”,
sbuffò Arianna ridendo.
“Non
ci riuscirò mai!”, continuava a dirgli da un pezzo.
“Almeno
provaci!”, insistette lui.
“Non
lo faccio, non ne sono capace!”, ribadì lei,
stringendo i pugni e
battendoli contro il materasso.
“Non
ci sono cose impossibili da fare, finchè non si prova a
farle.”, tornò a
ripeterle, seduto a gambe incrociate di fronte a lei, che era nella
medesima posizione.
Lei
sbuffò vistosamente, incrociando le braccia come una bambina
viziata.
“Eh
no, Little Joanna, adesso lo fai.”, le fece Danny,
sventolandole un dito sotto
il naso, “Adesso ti alzi, ti metti in piedi sopra il mio
cuscino e fai una
capriola.”
“Ma
se cado giù dal letto e sbatto la testa?”, si
oppose lei, “E se muoio?”
“L’ho
già fatto mille volte, e sono sempre vivo e
vegeto.”, ribattè Danny, dandosi un
pizzico sul braccio per dimostrarglielo, “Ora lo fai
tu.”
“No!”
“E
cosa sarà mai!”, esclamò
l’altro.
Danny
si alzò e, in un attimo, rotolò sul letto.
“Facile,
no?”
Joanna
roteò gli occhi e stronfiò di nuovo.
“Va
bene!”
La
ragazza si alzò e, insicura, si posizionò alla
testa del letto.
“Ora
ti accucci e ti butti in avanti.”, la consigliò
Danny.
Joanna
fletté le ginocchia e allungò le mani davanti a
sè.
“Così
sembri una rana con un bastone in culo.”, la prese in giro
Danny.
“Ok,
non lo faccio più!”, esclamò Joanna,
offesa, distraendosi dalla sua posizione.
“No,
per carità!”, si riprese subito lui,
“Posso almeno fare il giudice di gara?”
“Fai
ciò che vuoi, ma stai zitto!”
“Sono
pronto.”, le fece, invitandola a partire con la sua
esibizione ginnica.
“Se
mi rompo il collo, mi avrai sempre sulla coscienza.”,
borbottò Joanna.
“Con
molto piacere.”, scherzò Danny, che si mise le
mani davanti alla bocca per amplificare la sua voce, “E sul
trampolino di lancio, la spettacolare
atleta Little Joanna, che cercherà di eseguire un triplo
salto mortale. Rullo
di tamburi.”
“Stai
zitto un secondo? Mi deconcentri!”, lo brontolò la
ragazza, già pronta per
partire.
Cavolo,
da piccola non aveva fatto altro che fare capriole: alcune consapevoli,
altre meno,
causate dalla sua goffa presenza fisica. Doveva essere semplice farle
ancora, bastava
solo buttarsi, mandare il sedere in aria e poi le gambe sarebbero
atterrate
automaticamente da sole, facendola cadere seduta. Facile, no?
Prese
un profondo respiro e piegò ancora le gambe.
“Sto
per morire di vecchiaia.”, fece Danny, sbadigliando.
“Zitto!”,
gli ripetè Joanna.
Ci
doveva solo provare.
Lasciò
il suo peso cadere in avanti e, piegandosi su se stessa,
sentì le gambe
passarle sopra la testa e allungarsi sul letto. Ce l’aveva
fatta... Ma
le molle del materasso le restituirono lo slancio e, premendole contro
il
sedere, la sbalzarono fuori dal letto. Atterrò sulla
moquette rossastra.
“Joanna!”,
esclamò Danny, affacciandosi sul bordo del letto,
“Va tutto bene? Ti sei fatta
male?”
“Secondo
te?”, borbottò Joanna, cercando di voltarsi e
tirarsi su.
Danny scese
dal letto e l’aiutò ad alzarsi, continuando a
ridere così tanto che gli occhi
lacrimavano copiosamente. Joanna ignorò il dolorino al
ginocchio e il pulsare
alla tempia: le proprie mani nelle sue aveva fatto aumentare
esponenzialmente lo sfarfallio allo stomaco.
“Comunque...
ti sei fatta male davvero?”, le fece, osservandole la tempia,
una volta tolti
via gli ultimi ciuffi dei suoi capelli biondi.
“Solo
un po’...”, rispose Joanna, alzando le spalle.
Lui
le sorrise e le dette un piccolo bacio sul bernoccolo, che le stava
già
nascendo sulla testa. La abbracciò.
“Credo
che sia meglio”, disse Danny, “smettere di fare
questi giochi idioti. Non
voglio restituirti tutta piena di lividi.”
Che
vuoi che sia...
pensò Joanna in un triste
flash, causato da un’incontrollata tempesta di pensieri
legata a quella parola.
In quegli istanti passati a rivivere le grosse macchie
violacee,
poi giallastre, che avevano segnato le sue braccia, le sue gambe ma
soprattutto
la schiena, Danny si era seduto sul letto, allungando le sue
già telescopiche
gambe sul materasso ed attendendo che lei facesse altrettanto.
Eppure
Joanna esitò.
“Little
Joanna... cosa c’è?”, le
domandò lui, notando la sua incertezza.
“Oh
no... niente.”, negò subito lei, avvicinandosi a
lui con pochi movimenti.
Prima
di salire si erano presi qualcosa da bere al bar dell’hotel
e, una volta
finite le loro bibite, avevano preso posto nella stanza. Erano
già un paio d’ore che se ne stavano lì
dentro a divertirsi, a parlare del
concerto e delle scenette stupide a cui lei non aveva assistito. Joanna
gli era
sembrata abbastanza a suo agio, benchè titubante
ogni volta che le si era
avvicinato un po’ troppo. Non
si stupiva di questo, in fondo era sempre Little Joanna. Nonostante i
baci,
l’essere rimasti ripetutamente soli, all’aperto o
dentro alle quattro mura di
una stanza, lei era sempre un buffo esserino fragile e timido, che
nascondeva
però qualcosa di molto più profondo e complicato
da districare.
Avevano
preso un taxi, lasciando che gli altri membri della band si fermassero
per una
birra in un locale, assieme a parte della truppa. Anche se stava
accadendo
tutto con il benestare di Dougie, era comunque il caso di agire con
discrezione e senza platealismi. Non
aveva alcuna intenzione nei confronti di lei, avrebbe accettato quello
che
sarebbe venuto, né di più, né di
meno.
Se avesse veramente voluto qualcuno da portarsi a
letto, sarebbe bastato semplicemente affacciarsi sul pubblico del
concerto e
scegliere...
“Sicura
che non ci sia niente che non vada?”, le domandò
ancora.
Era
certo che fosse stata sempre lì con lui, ma per un attimo la
sua mente era volata
da tutt’altra parte.
“Sì.”,
disse lei, con tono poco convincente.
Era
più o meno la terza volta che la coglieva in momenti come
quello e che lei
negava. Le
passò un braccio sopra le spalle, facendola avvicinare a
sè più che poteva. Le
sorrise e lei ricambiò, accomodandosi accanto a lui.
“Guardiamo
un po’ di tv?”, le domandò, allungando
la mano verso il comodino per prendere
il telecomando.
“Perchè
no?”, rispose lei.
Si
impose di rimanere calma, di non iperventilare. In fondo si erano
già baciati,
non voleva altro che ripetere di nuovo mille altre volte ancora quella
bellissima
esperienza. L’unica cosa a bloccarla era il posto in cui si
stavano trovando.
Stanza
da letto. Letto. Materasso. Lenzuola. Cuscini. E
cosa si faceva su un letto? A dire il vero si poteva farlo anche in
qualsiasi altra
superficie orizzontale e verticale del mondo.
Arrossì
fino a scoppiare.
“Ti
fa caldo?”, le domandò Danny, “In questa
stanza ci deve essere il riscaldamento
bloccato su duemila gradi Fahreneit.”
La
lasciò ed andò a controllare la rotella del
termostato, grattandosi la testa, pensieroso.
E
se lui l’avesse voluta portare in camera solo
per... In fondo tutti
i ragazzi del mondo volevano una sola cosa dalle ragazze. Doveva solo
rimanere calma, tranquilla.
Ti sembra facile!
Respirò profondamente per
l’ennesima volta, in cerca del suo karma fuggito alle Bahamas
con il malloppo.
“Eppure
sembra vada bene.”, fece Danny, dopo qualche tempo in
osservazione, “Sembra
funzioni.”
“Hai...
controllato tutto?”, gli domandò, con voce
tremante.
“Penso
di sì, non ci capisco un cavolo ma dovrebbe
funzionare.”, disse lui, alzando le
spalle.
“Chiamiamo
quelli dell’albergo.”, insistette Joanna,
“Forse c’è davvero un guasto.”
“All’una
di notte?”, obiettò lui, “Sveglieremo il
portiere addormentato!”
Danny
si sedette di nuovo sul letto e lei, come una molla, schizzò
via con la scusa
di controllare la valvola del termosifone.
“Ah,
guarda!”, esclamò poi, “E’
rotta! Si è bloccata sul massimo della temperatura,
chiamiamo la reception.”
Doveva trovare un diversivo, uno qualsiasi, piuttosto che trovarsi nel
mezzo di una situazione che non era pronta a vivere. Non che avesse mai
pensato molto a quel
momento e, a dirla tutta, spesso si era convinta che sarebbe rimasta
vergine per tutta la vita.
“Little
Joanna”, la chiamò lui, sospirando, “ho
capito che ti stai sentendo a disagio,
non importa che inventi altre scuse.”
Colta
in pieno fallo, non potè altro che sedersi sul bordo del
materasso, sconfitta.
“Vuoi
dirmi che cosa c’è che non va?”, le
fece, con tono calmo, “Guarda che puoi
fidarti di me.”
Sospirò.
“Non
è che non mi fido di te, Danny.”, disse lei,
“E’ che...”
“Scommetto
che stai pensando che io ti abbia portata qui solo per fare sesso, non
è
così?”, le domandò lui, diretto.
Un
movimento convulso delle sue gambe, forse un tremito, le
scombussolò la
posizione: il fondoschiena scivolò sulla coperta liscia e si
trovò a sedere per
terra. Sconfitta, rannicchiò le gambe al petto e le
abbracciò, appoggiandovi il
mento sopra.
Era capace di mettersi in ridicolo anche nei momenti più
seri. Qual era la sua utilità nel mondo?
“Scusami.”,
spuntò dopo qualche attimo la voce di Danny, vicinissima al
suo orecchio
destro, che la face sussultare dallo spavento, “E scusami
ancora.”, ridacchiò.
“Dai,
smettila.”, protestò Joanna, “Non devi
scherzare su questo.”
“Hai
ragione.”, fece lui.
“Pensi
che tutto questo sia facile per me?”, disse Joanna,
“Non ho la più pallida idea
di come... di come si faccia!”
“Come
si faccia cosa?”, domandò Danny, ironico,
sedendosi accanto a lei.
“Cosa...
Cosa! Quello
lì!”, fece lei, imbarazzatissima.
“Quello
lì cosa?”
“Jones!”
“E
dillo!”
“Il
sesso!”, sputò Joanna.
“Finalmente!
Hai vinto le duemila sterline in palio!”, si
congratulò con lei.
“Danny
smettila, davvero.”, fece lei, con la voce che suonava come
un mugolio stanco,
“Non è facile per me parlarne... §E
sicuramente avrai capito che tu... Che tu...”
Si
bloccò. La vergogna che stava provando era così
grande che si sarebbe voluta
nascondere sotto al letto, insieme alla polvere e agli scarafaggi.
“Che
io?”, la esortò Danny, con sorriso sornione.
Lo
guardò per un attimo. Domanda: si sarebbe ricordata di lei
come la stupida che
non aveva baciato nessuno prima di lui? Certamente sì.
“Che
tu...”, esitò ancora.
“Che
io sono il primo ragazzo che tu abbia mai veramente
baciato?”, concluse lui.
Era
diventata come un libriccino di campioni di stoffe da tappezzerie:
gradazioni
del viola.
L’aver capito
come farla sprofondare di nuovo in quel dolce disagio lo riempiva di
soddisfazione.
“Per
me è una bella soddisfazione.”,
continuò Danny, “E’ da quando avevo
diciassette
anni che non sento dirmi più una cosa del genere.”
“Ma
per me è una tortura!”, esclamò Joanna,
in pieno sfogo, “Ho vent’anni e non ho
mai baciato nessuno! Ti rendi conto?”
“E
cosa c’è di male?”, fece lui,
“Ti senti per questo menomata? Ti assicuro che
sei perfettamente normale, anzi, migliore della media delle ragazze
della tua
età.”
“Le
ragazze della mia età sono già tutte
fidanzate!”, continuò lei, “Oppure la
danno via per niente!”
“Visto
che allora sei meglio di loro?”, ribattè Danny,
“Nel primo caso non ti avrei
nemmeno filata, nel secondo già ci saremmo profondamente
conosciuti su questo
letto!”
“Danny!”,
lo brontolò Joanna, dandogli una pacca vigorosa sul
ginocchio.
“Mi
sei mancata, Bitchy
Joanna!”, le fece, abbracciandola.
Rimasero
così per qualche tempo, seduti per terra, l’uno
accanto all’altro.
“Stai
tranquilla.”, le disse poi Danny, “Non voglio fare
niente del genere.”
Joanna
deglutì il boccone e tornò a respirare con
regolarità.
“Voglio
solo che ci divertiamo.”, continuò lui.
“Non
risulti retorico perfino a te stesso?”, gli fece lei.
“Abbastanza!”,
esclamò Danny, “Ma ho detto la
verità.”
Non
poteva portarle via una cosa così preziosa, sapendo che poi
non avrebbe avuto
il tempo per poter far nascere qualcosa di bello. E comunque non voleva
farlo,
non era uno stupido, aveva abbastanza esperienza in campo per
comprendere
quando era o non
era il caso... Quello non era il caso. Anche se, in fondo,
gli
sarebbe piaciuto molto.
La
tv nazionale non trasmetteva niente di comprensibile per Danny,
decisero così
di buttarsi su quella a pagamento, dove davano almeno la
possibilità di vedere
film in lingua originale. Joanna
era accanto a lui, racchiusa tra le sue braccia. La sua testolina
bionda si
appoggiava sulla spalla di Danny, il respiro di entrambi calmo e
rilassato. La
visione di ‘What Women Want’,
celebre
film con un Mel Gibson telepatico, era già iniziata da un
pezzo.
“Posso
chiamarti Little?”, proruppe Danny, disturbando
inaspettatamente un’esilarante
scena tra Gibson e Helen Hunt, la co-protagonista femminile.
“Come
scusa?”, fece Joanna, colta impreparata.
“Dicevo...
posso chiamarti Little?”, le ripetè,
“E’ che il tuo nome è troppo
lungo.”
Sulle
labbra di Joanna affiorò un sorriso.
“Quel
tuo Little Joanna mi ha sempre messo in soggezione.”, gli
disse.
“Davvero?”,
disse Danny, stupito.
“Sì...
Sarà che è il titolo di una vostra
canzone...”, si giustificò Joanna.
“Beh...
ti piace essere chiamata Little?”, le domandò lui.
“Decisamente
meglio.”
“Allora,
da oggi sarai la mia
Little.”, le disse, prima di darle un colpetto
col suo
indice sulla punta del naso.
“Almeno
fino a domani.”, si sentì in dovere di aggiungere
Joanna.
Sospirò:
non ce la faceva proprio a lasciarsi andare. Era più forte
di lei, non
resisteva, non voleva volare via come un palloncino sospinto dal vento,
perchè poi si sarebbe persa e non ci sarebbe stato nessuno
per farla tornare a
terra. Danny
sembrò capire quello che le stava passando per la testa e
non se la sentì di
dirle ancora che avrebbero affrontato il domani nel momento in cui
fosse
arrivato. Il continuare a rimandare quel momento, come se fosse ancora
lontano
ed irraggiungibile, era un’ipocrisia bella e buona che
avrebbe solo
drasticamente peggiorato le cose.
“Ascoltami,
Little...”, le disse.
Si
accomodò per poterla guardare negli occhi.
“Sappiamo
entrambi quello che succederà domani. Tu mi piaci, ed anche
molto, ma non credo
che sia sufficiente e questo lo sai benissimo da sola.”
“Certo
che lo so. Lo penso anche io.”, rispose lei.
“E
mi piace passare il mio tempo con te.”, continuò
lui, “Perchè con te mi sento
libero da ogni pensiero, da ogni stereotipo che mi
riguarda...”
Joanna
abbassò gli occhi sorridendo.
“Sei
talmente spontanea che anche io, alla fine, non posso fare altro che
essere me
stesso.”, le disse, “Però so come
funzionano i miei rapporti, so cosa succede
quando si sta con me...”
“E
cosa succede?”, domandò Joanna.
“Troppe
cose entrano in ballo...”, le fece. Lei avrebbe capito, ne
aveva tutta
l’intelligenza per farlo e aveva già certamente
valutato quegli aspetti. “E non
voglio farti entrare in questi giochetti stupidi...”
“Non
lo voglio nemmeno io.”, disse lei, scuotendo piano la testa.
Stavolta
era Danny a sospirare. Aveva agito troppo di impulso, senza
riflettere... Non
avrebbe dovuto baciarla ancora, non avrebbe dovuto farla venire nella
sua
stanza. Non se ne stava assolutamente pentendo, ma sarebbe stato molto
meglio non
aver fatto niente di tutto quello.
“Ascoltami,
Danny”, disse Joanna, interrompendo quel breve silenzio nato
tra loro due, “forse
è meglio ripetere le stesse cose che ci siamo detti qualche
sera fa, sul
ponte.”
Per
caso vuoi stringermi la
mano e dirmi: meglio amici?
Non
c’erano cose sbagliate o giuste da fare. C’erano
decisioni da prendere, e
conseguenze da sopportare.
“Sì,
lo penso anche io.”, disse Danny, “Non me la sento
di trascinarti dentro la mia
vita. Ne soffriresti per niente.”
Joanna
annuì.
“Però
allo stesso tempo”, riprese Danny, “non voglio
lasciarti perdere... Non voglio
e basta.”
Non
lo voleva affatto. C’erano troppe poche persone
vere nella sua vita ed ogni perdita era inestimabile per lui.
"E
cosa facciamo allora?”, domandò lecitamente Joanna.
“Voglio
tenermi in contatto con te in ogni modo possibile.”, le disse
lui, “E poi si
vedrà.”
Gli
pareva una soluzione
accettabile.
Le
pareva una soluzione
accettabile.
Si
sorrisero e si
dissero che era una soluzione accettabile.
“Torniamo
a guardare il film?”, propose allora Joanna, felice di aver
raggiunto un
qualche compromesso verosimile, piuttosto che rimanere appesa ad un
filo in
attesa di un qualcosa che la facesse cadere, o che la salvasse.
Prima
di risponderle, Danny la strinse a sé, dandole un ultimo
piccolo bacio sulle
labbra. Sarebbe stato l’ultimo
tra di loro, seguito solo da piccoli schiocchi sulle guance, dati solo
alla
mattina successiva.
Si
addormentarono insieme, davanti alla tv, e furono svegliati dal suono
del
telefono della stanza. Lievemente imbarazzati, ma tutto sommato felici,
fecero
colazione con quello che l’hotel portò loro in
camera, prima di prepararsi per
salutarsi. Non
ci furono momenti tristi, né malinconici, li vollero
lasciare al dopo e continuarono
a scherzare ed a prendersi in giro come piaceva loro fare. Si
guardarono un po’
di cartoni animati del sabato mattina: Joanna cercava di tradurre in
tempo
quello che i piccoli personaggi di fantasia dicevano, provando a
trattenere le
risate che scatenava ogni volta Danny ad ogni sua battuta.
Dettero
il tempo l’uno all’altra di rinfrescarsi e di
prepararsi per la partenza,
continuando a parlare tra di loro, chiacchierando tranquillamente di
ogni cosa
passasse per la testa.
Come
due amici.
Lo
aiutò a portare nella hall tutti i suoi bagagli, decisamente
pochi per qualcuno
di famoso come lui, ed attesero insieme che gli altri li
raggiungessero. Nel
frattempo, tutta la troupe era già partita con
un’ora di anticipo sul gruppo,
come disse il ragazzo dietro al bancone. Erano rimasti solo loro e
qualche
altro membro dello staff, che avrebbe preso il loro stesso volo.
Il
primo di tutti i McFly a comparire nella sala d’aspetto fu
Tom il quale, con
molto tatto, riuscì a strappare loro particolari su quello
che era successo
quella stessa notte, curioso come una ragazzina, ma rimase alquanto
deluso nel sapere che la verità non corrispondeva al film
nella sua mente.
Dopo
di lui Harry, con la sua solita faccia seriosa ed impassibile, nascosta
dietro
ad un paio di occhiali scurissimi, che salutò i due con un
breve cenno di
testa, prima di sedersi accanto a Tom e appisolarsi quasi
istantaneamente. Il chitarrista, una volta concluse le risate sotto i
baffi, rivelò loro
che si era preso una bella botta alcolica la serata precedente, alla
festa del
dopo concerto.
Dougie
arrivò insieme al solito tipo che aveva scortato Joanna sul
palco:
chiacchieravano tra di loro, fermandosi sull’ultimo scalino
della lunga rampa
che collegava tutti i piani dell’albergo. I due si separarono
dandosi
appuntamento a più tardi e Dougie si incamminò
verso di loro con tranquillità.
Mani
in tasca, alzò lo sguardo e si bloccò.
Sapeva
che l’avrebbe trovata lì, seduta accanto a Danny,
con le gambe raccolte al
petto e la faccia sorridente. E sapeva anche che, quando lei lo avrebbe
visto
di nuovo, si sarebbe scurita.
“Dobbiamo
andare.”, disse, in tono apatico.
Aveva
sempre odiato portare notizie sgradevoli.
“Bevessi
meno...”, gli borbottò ridendo.
“Rompessi
meno.”, rispose l’altro, prontamente.
Ecco
il momento dell’addio, come nei film, arrivava sempre
all’ultimo capitolo della
storia.
“La
vacanza è finita...”, disse Tom, giocherellando
con le dita, “Dobbiamo tornare
in carreggiata.”
“Attenti
a non forare le gomme.”, scherzò sopra Joanna.
“E
quindi... ti saluto, Jo.”, le fece Tom, abbracciandola,
“Spero di sentirti
presto. Mi sono veramente divertito con te, sia nel bello che nel
cattivo tempo.”
“Anche
io.”, rispose lei, “Fai buon viaggio e salutami
Giovanna.”
E
venne il turno di Harry.
I
due si squadrarono, aspettando la mossa dell’altro.
“Prima
tu o prima io?”, fece così Harry.
“Prima
tu.”, scaricò subito Joanna.
“Eh
no, prima tu!”, si oppose il ragazzo.
“Salutatevi
e fatela finita!”, irruppe Danny, ridendo.
Un
piccolo abbraccio sembrò loro sufficiente.
“Stammi
bene, Jojo.”, le disse lui.
“Anche
tu.”
“E
non far dannare quello scemo di Jones, non ne ha bisogno.”,
aggiunse, sempre nel
suo stile da perfetta suocera.
“Ok.”,
rispose lei, avvampando.
Lasciò
il batterista e, ancora imbarazzata, si voltò verso di lui.
Era lontano,
alzò una mano e la aprì, in un cenno di saluto.
Sorrise, ma non era un sorriso
semplice, e lei corrispose con altrettanta difficoltà.
"Vogliamo farci una foto tutti insieme?", propose Tom, mettendosi a
frugare nel borsone che indossava a tracolla, "Non ne abbiamo mai fatte
in quest giorni!"
"Buona idea!", la accolse trionfante Danny, davanti ad uno scocciato
Harry.
"Perfetto!", riprese Tom, "Mettetevi lì e sorridete!"
Impartì quelle semplicissime istruzioni, ma fu alquanto
difficile attuarle con coordinazione. Per evitare momenti tesi,
preferì avvicinarsi con cautela. Joanna, tra Harry e Dougie,
sembrava tenerlo sotto controllo con la coda dell'occhio. Si
accostò a Danny, al quale riservò un sorriso a
metà tra l'imbarazzato e il rassegnato, che lui
recepì e ricambiò con una pacca sulla spalla. Era
il loro modo per dire 'in
fondo, siamo sempre Jones, Poynter, Judd e Fletcher' e,
anche se faceva male, non avrebbe mai cambiato quel quartetto
con nient'altro al mondo.
"Ce l'abbiamo fatta!", esclamò Tom, avvicinando la
fotocamera al viso.
"Signore, posso scattare al posto suo, se lo desidera.", si propose con
gentilezza il tizio della reception.
Tom non se lo fece dire due volte e, in mezzo secondo, fu accanto ad
Harry, dall'altra parte di Joanna.
"Sorridete!", esclamò il portiere.
Un paio di flash, e la camera venne riconsegnata al legittimo
proprietario.
“Little.”,
la chiamò Danny, togliendola dal disagio.
Non
ci furono ulteriori parole e si abbracciarono sorridendo.
“Noi
andiamo.”, disse Harry, prendendo per un braccio Fletcher
che, da dolce qual
era, se ne stava a fissare quei due imbambolato, con gli occhietti
lucidi.
Al
duetto si aggiunse anche lui, dopo essersi sistemato sulla
testa il suo solito cappello.
Era contento per loro, qualunque cosa fosse
successa. Era contento per Danny, per uno dei suoi migliori amici. Era
contento per Joanna, una delle ragazze più deliziose che
avesse mai conosciuto.
Ma
non era
contento per se stesso, perchè se non avesse seguito quel
suo cervello
troppo razionale, in quel momento avrebbe potuto essere lui ad
abbracciare
Joanna. Quello che era stato era stato e non si biasimava per
più di quel poco.
“Ti
scrivo come puoi
contattarmi senza dover
passare tra mille altre bocche.”, le fece, lasciandola.
Andarono
verso il bancone della reception e, con penna e foglio, scrisse quello
che lei
doveva sapere: il suo indirizzo, il suo numero privato ed anche la sua
mail.
“Ora
sta a te.”, le fece, porgendole l’annotazione.
Con
mano tremante, Joanna scambiò le proprie informazioni con le
sue.
“Perfetto!”,
esclamò Danny, prima di abbracciarla ancora, “Ti
chiamerò o ti scriverò appena
posso.”
“Ok...”,
disse Joanna, con tono non tanto convinto.
Lui
se ne accorse e ridacchiò.
“Guarda
che ieri dicevo sul serio.”, le disse, “E sono di
parola.”
“Voglio
fidarmi...”, rispose lei, lasciandosi andare ad un sorriso.
Si
chinò su di lei e le dette un sonoro bacio sulla guancia,
trattenendole il viso
tra le mani lentigginose. Poi la guardò dritta negli occhi.
“My
Little Joanna’s got big green eyes...”,
le canticchiò per l’ultima volta.
“Dai,
avevi promesso che non mi avresti chiamato più in quel
modo!”, disse lei, sorridendo
ancora.
“Hai ragione... My Little Little’s got
big green eyes...”, la
accontentò, ma rimase dubbioso “Così
non suona bene!”
“E
che Little Joanna sia, ma solo per quella canzone!”, disse
lei, sventolando un
dito con decisione sul viso dell’altro, che rise.
“Ci
sentiamo presto, Little.”, le fece Danny.
“A
presto.”, rispose lei, sentendosi sopraffare da tutta la
tristezza che aveva
scacciato via fino a quel momento.
Le si ruppe la voce.
“Non
piangere.”, disse lui.
“E’
che mi mancherete...”, disse, “E non mi piacciono
gli addii.”
“Mi
mancherai anche tu.”, rispose Danny, abbracciandola ancora,
“Adesso devo
proprio andare.”
“Ok...
fai buon viaggio, mi raccomando.”, disse Joanna, trattenendo
a stento le
lacrime.
“Aspetta
un attimo...”, fece l’altro, frugandosi nelle
tasche.
Joanna
lo guardava perplessa, poi lo vide tirar fuori un fazzoletto bianco e
mettersi
a sventolarlo.
“A
presto!”, si mise a dire, con voce stridula e occhi
fintamente commossi, “Ora
fai come me.”
Le
prese con prepotenza una mano e le dette il fazzoletto.
“Piantala
scemo!”, lo rimproverò lei ridendo.
“Scusami,
ma odio anche io i saluti.”, si giustificò lui,
“Dovevo solo sdrammatizzare.”
“Jones,
andiamo!”, protestò un Harry altamente nervoso,
spuntato sulla soglia
dell’albergo, “Faremo tardi!”
“Promettimi
che starai bene, che non ti drogherai e che non ti metterai a
fumare.”, le
disse Danny.
“Prometto.”,
rispose lei, mettendosi una mano sul petto, con aria fintamente
rassegnata.
Un
ultimo bacio sulle guance, un’ultima stretta, e poi tornarono
alla propria vita,
consapevoli che, prima o poi, avrebbero trovato nella propria casella
elettronica un messaggio lampeggiante per loro.
Solo per loro.
I took a little time
Scripting all the things that I tell you.
I'll send them through the mail,
And if all goes well,
It'd be a day or two.
Although it might be wrong,
My light is always on...
-FINE-
E sono arrivata alla fine... Alla fine di nuovo... Li odio anche io gli addii, e molto! XD Spero che questa storia vi sia piaciuta davvero, almeno tanto quanto io mi sia divertita scrivendola, o anche un po' meno, fa' lo stesso. Per chi non lo sapesse, o per chi non volesse sentirlo, ho già pronti una valanga di capitoli del seguito di questa storia, perchè vi tartasserò la vita, sappiatelo XD Vi anticipo subito il titolo: 'And this is how I realize, You have me hynpnotized'.
Ma non credo che la pubblicherò dopo la stessa storia madre, sarebbe un controsenso, vorrei almeno postarne un'altra che si intitolerà: Would you be my superheroe? ed avrà sempre i soliti quattro deficienti come protagonisti... Beh, non proprio tutti, si concentra su uno di loro in particolare... E non è Danny XD Comunque non vi dico altro in merito, solo che questa storia era stata studiata con tutt'altri personaggi, cioè i Tokio Hotel, ed il primo capitolo l'ho buttato giù a novembre/dicembre dell'anno passato, o forse anche prima... Insomma, visto che posso affermare con assoluta certezza che ormai il quadrio tedesco è uscito fuori dalle mie grazie, ed appurato il fatto che l'idea mi era sempre particolarmente piaciuta, ho deciso di riadattarla e...
Decisamente meglio, soprattutto con un determinato personaggio al centro della questione! XD Chi sa di cosa io stia parlando, è pregato di tacere, pliz.
Spero di avere il tempo per concentrarmi davvero sulla sua stesura, dato che ormai sono al settimo capitolo ed ho in previsione di concluderla sul serio. Ma purtroppo il lavoro e la tesi in preparazione, il caldo e la stanchezza, mi fanno procedere a passo stentato, perchè mi dedico un po' al seguito di 4 guys e un po' a questa nuova creazione... Insomma, mi ci devo mette' di buzzo bono, come si direbbe qua a Firenze. Spero soprattutto di non dovermi ritrovare a ritrattare e mettere on line la nuova Joanna... Via, terrò duro e cercherò di fare del mio meglio XD
Ah, dovrei anche finire There are no genies inside Martini Bottles... -.-' con mio grande rammarico, vi dico che l'idea c'è in testa, ragazze... Ve l'assicuro, c'è... Ma mancano le giuste parole per scriverla, davvero, chi ne ha prodotta qualcuna del genere sa a cosa mi riferisco. Parlare di determinate cose è difficile, ma non nel senso del pregiudizio mentale, tutt'altro. E' che mi piacerebbe essere realistica e, a meno che non paghi due ragazzi per fare determinate cose... Insomma, avete capito XD
Finite le comunicazioni di servizio, le anticipazioni e la richiesta di continuare a seguirmi se potete e se volete perchè siete il cinquanta per cento delle cause di tutte queste mie storie, il resto riguarda la mia mente perversa, passo ai ringraziamenti, che saranno più lunghi del solito, per motivi personali che qualcuna di voi potrà comprendere.
Picchia: ogni tanto le tue recensioni, anche se brevi e concisissime, mi hanno fatto morire dal ridere. Davvero! XD Spero che presto metterai in linea il tuo nuovo lavoro, sono curiosa di leggerlo, dico sul serio perchè dalle anticipazioni sembra tutt'altro che scadente. Quindi ti ringrazio per esserti affezionata alle mie storie, per avere continuato a leggerle nonostante siano spesso state sconclusionate e ridondanti... Grazie ancora Laura!
CowgirlSara: Un pensiero che ho avuto l'altro giorno, e che non vuole essere assolutamente una critica, ma solo una semplice constatazione dei fatti. Abbiamo iniziato a pubblicare insieme Autumn Song e Another Neverending Story, ci corrono pochi giorni tra i primi capitoli. E ora, io ho finito anche 4 Guys e tu... Nada XD Tranquilla, non volevo dire nient'altro che questo: cavolo, il tempo passa veloce e di acqua sotto i ponti ne scorre! A gennaio il cervello era posizionato sulla modalità Georg. Ora è a intermittenza tra Danny e Dougie XD Che dire, per questa prima storia su un gruppo totalmente e radicalmente diverso dai Tokio non mi sembra di aver fatto un lavoraccio... Come mi hai anche detto tu è stata spesso lenta e ripetitiva, ma per dei motivi per me validi che non sto qua a ripetere. Via, ti ringrazio infinitamente per l'ennesima volta e prego che non ti stancherai con le evoluzioni future di questa e delle prossime storie! Prometto che mi sto impegnando per essere meno logorroica!!!! XD
Saracanfly: Ma ciao! Ti sei aggiunta da poco ma non posso ringraziarti meno delle altre, perchè le nuove lettrici fanno piacere sempre ed incondizionatamente. Non è stata una storia strappalacrime, affatto, perchè non è stata progettata per esserlo, fin dall'inizio. Addirittura, quando presi a scriverla avevo in mente tutt'altro svolgimento e conclusione ma, chi mi conosce da tempo può dirtelo, io so sempre come parto, ma non so mai se/dove/come/quando arrivo. Non avrei mai pensato di fare un seguito di 4 Guys ma, evidentemente, mi sbagliavo io stessa. C'è chi mi ha detto che mi innamoro troppo dei personaggi che creo, ma lo faccio sempre con molto piacere, soprattutto se ogni volta acquisto sempre nuove lettrici. Spero di leggerti tra le commentatrici dei miei prossimi lavori e, se non ti vedrò, sappi comunque che mi ha fatto molto piacere conoscerti ^^ Grazie ancora e ciao!!!
Kit2007: Quando mi dite che vi immedesimate nella storia, mi fate uno tra i complimenti più belli che possa ricevere, davvero. Colpi di scena non ce ne sono stati, meglio così, già la scena del basso è stata eclatante di suo. Ci mancava solo che Dougie si vendicasse con una lupara sotto braccio, poi mi dicevate di andare a darmi all'ippica e festa fatta XD Quindi, il triangolo Dougie-Joanna-Danny si è [apparentemente] risolto... Lo metto tra parentesi quadra tanto per innestare nel tuo cervellino (ino non per grandezza, ma per dialettale modo di dire XD) il seme della discordia XD Eheheh, sennò che seguito era, eh! Grazie per le recensioni, grazie per le chiacchierate stupidissime su msn, spero (sono sicura) che ti troverò ancora in futuro! Grazie ancora Martina!!!
Giuly Weasley: Eccomi arrivata qua, alla Dario Argento delle recensitrici, a colei a cui piace letteralmente sviscerare trama e personaggi per carpirne i segreti più nascosti, i significati occulti, e la psicologia delle relazioni che si instaurano tra di loro. Se tutte avessero te, si sentirebbero realizzate, ma fortunatamente in sezione siamo in poche a godere delle tue opinioni. E quindi, io mi sento realizzata, sì, perchè come ti ho già detto infinite volte adoro leggere i tuoi commenti. Da quando hai iniziato a recensire, in ogni maledetto paragrafo le tue parole svelavano ogni particolare che io avevo volutamente lasciato occultato, per vedere se qualcuno lo cogliesse veramente. Ultimamente, il tuo parteggiare per Dougie (e so in che senso tifi per lui, non solo per Dougie Poynter, ma per il personaggio che ho fatto d lui) ti ha fatto cadere più volte in trappole da me tese, ma negli scambi di opinioni avuti su msn alla fine mi hai fatto capire che, per l'ennesima volta, non ti sbagliavi affatto XD Che avevi capito tutto, maledetta tu sia XD Voglio sperare che anche il seguito accoglierà i tuoi gusti, partendo dal presupposto che lo leggerai :P e se non lo farai, va bene lo stesso, ho già avuto il piacere di farti piacere (perdona la ripetizione) questa mia storia, è già più che sufficiente. Quindi, grazie veramente di tutto Giuly, anche del tempo passato insieme di persona e su msn! Ciao!
Lady Vibeke: Toh! Guarda chi si ripresenta! *.* Da quanto tempo Pao! Mamma mia, sembrano passati anni/secoli/ere geologiche! Ti sarai dinosaurata a forza di studiare, quando è che torni un po' su msn per raccontarci cosa ti succede di bello? Spero presto! Non ti preoccupare per l'assenza, so che è stata ampiamente giustificata da una serie di impegni molto più importanti, figurati se sto qua a battere cassa XD Spero che sarai meno impegnata però, in futuro, perchè io voglio sapere che fine hai fatto fare a Tari e a Gustav! Insomma, alla fine non è stato il matrimonio che non si è fatto, ma la storia stessa! XD No, sono ottimista, presuppongo che almeno ad agosto ti vedrò comparire qualche volta, anche per trenta secondi ^^ Se non ti fossero arrivati, ti rinnovo gli auguri per il tuo compleanno, anche se è già passato un mese! A presto Paola e grazie davvero di tutto!!!
Ora passo a tre persone abbastanza speciali per me, in un modo o in un altro. Spero di non fare torto a nessuno con questa particolare specificazione, e comunque non quello che segue non è un gesto di presunzione né di leccaculismo. Non ho dedicato un intero capitolo ai ringraziamenti, come ho visto fare da altre persone, trovandola una cosa abbastanza squallida. Spero che il mio gesto non venga frainteso da nessuno, lo sto facendo con sana e sincera intenzione. Tutte siete molto speciali per me, tutti i vostri pareri sono oro ai miei occhi. Ma, citando Orwell: Tutti gli animali sono uguali, ma c'è qualcuno più uguale dell'altro. Detta in tutt'altro contesto, questa frase è comunque efficace per capire il mio gesto.
La mia Pazza!
Silvietta, che dirti? Dopo averti passato la mcflyte (che ti ha colpito in maniera lieve, beata te XD) ed aver creato un nostro piccolo mondo fatto di idiozie, non posso fare a meno di ringraziarti, inginocchiarmi e chiederti di fare sesso con me XDDDD Viaaaaa... Modero i termini. Recupero le mie facoltà, annientate del caldo e dalla stanchezza, per ripeterti di nuovo grazie, all'infinito, perchè ho passato dei momenti spettacolarmente esilaranti con te, a partire dalle infamate reciproche su msn e per concludere con le cazzate in Piazza dei Miracoli (e ancora un tu m'hai visto in assetto da guerra, vedrai quando vengo da te... che robe). So per certo che seguirai anche il seguito, anche solo per vedere che cosa farò combinare al tuo odiato Dougie.
Grazie Pazza, lo sai che ti voglio bene anche se non te l'ho mai detto, e che spesso le tue parole sono state molto più confortanti di molte pacche sulle spalle e di molti 'non ti preoccupare, passerà'. Sei stata in grado di stupirmi, come pochissime altre persone; mi hai lasciato a bocca aperta (sai di cosa parlo) e sono stata incapace di dire qualsiasi cosa di fronte alla tua pazzia, quel giorno... E lasciare senza parole me è un bell'affare! XD Ma sappi che il tuo pensierino è dove merita, nascosto da occhi indiscreti ma dove io so trovarlo quando mi sento un po' giù e sto male.
Perchè fa strano dirlo, però ho trovato molte più persone vere e intelligenti su questo sito che intorno a me. E tu sei una di quelle! La tua spontaneità mi ha veramente fatto scompisciare dalle risate, la tua pisanità è fautrice di tante di quelle battute che farebbero rimorire i morti.
Spero che il giorno della nostra Giornata di Ordinaria Follia si avvicini, perchè voglio vedere come si dispererà il tuo amico, di fronte a un'ugola come la mia! Magari se lui è bravo farà come fecero con Paris Hilton, mi farà sembrare brava! XD E poi, diciamocelo, una zingarata è una zingarata, e se venisse male, rimane comunque una cosa che ci ricorderemo.
E che non racconteremo tanto in giro XD
Via, non ho altro da aggiungere. Salutami tutta la combriccola, Michael J., Maicol, Brendonne e Lungarno Tom. Dimentico nessuno?
Princess.
E ho detto tutto. Ma, visto che sono qua a ringraziare davvero, non sarò così breve. Mugliera, Liebe, Pao.
Nel modo più teatrale e shakesperiano che possa conoscere, prendo un coltello e mi apro il petto in due per tirare fuori il cuore e darlo a te, mugliera mia. Noi due siamo troppo sfortunatamente simili per non capirci. Ancora voglio sperare di non dirlo con presunzione, ma per reale constatazione dei fatti. Le tue storie mi hanno insegnato tante cose, ci ho letto tanti particolari criptati ed importanti, che potevano riguardare te oppure i personaggi.
Parlare ore e ore senza dirsi niente di importante, oppure parlando di quello che avevamo dentro... E' una cosa che un po' mi manca XD Ma siamo donne impegnate, noi, non è che abbiamo da menare la fanfiction per l'aia e basta, c'abbiamo da fare tutt'altre cose! A proposito, non è che hai un po' di quelle pasticchine che mi passasti? Sai, Danny si trova un po' in difficoltà in questi giorni, il caldo lo spossa e non ce la fa. Come va con l'olio che ti detti? Buono eh? Ci si fa dei massaggi spettacolari. Via, fine dello spazio privato, ora possiamo tornare a me e a te *.* Se mai prenderai un treno o un bus e sbarcherai in terra toscana, voglio vedere cosa siamo capaci di combinare insieme XD Cacchiarola, faremo strage di cuori.
Non so cosa altro dirti, sinceramente, avrei milioni di parole ma non sono sempre troppo adatte per questa occasione. Prego il cielo che non te ne avrai a male, non sono breve perchè non ho niente da riferirti, ma perchè avrei troppe cose da scrivere XD E spero anche che non reputerai inadatto questo mio gesto di ringraziare così per un'occasione del genere. Tu SAI benissimo quanto io tenga a questa storia, non solo perchè sono i Mcfly, non solo perchè è la prima che faccio su di loro, ma per una lunga serie di motivi personali, che ho riversato e nascosto nelle parole di questa 4 Guys e del suo seguito. Soprattutto nel seguito. Non voglio immaginarmi il fiume di parole di ringraziamento quando lo posertò XD
Quindi ti ringrazio davvero, Liebe, perchè voglio un po' di bene anche a te XD Non l'ho esaurito tutto tra Danny, Dougie, Desmond e tutte le altre D o G che popolano la nostra piccola grande famiglia.
Silvia, questo spazio è per a te.
Questa persona non si è fatta molto presente, è qualcuno il cui nickname è passato inosservato, ma che io conosco benissimo. E non è ultima perchè è meno importante, tutt'altro.
All'inizio, questa storia ti arrivava in pillole (capitoli) anticipati su msn in cambio di foto sbavose di Danny, ed anche di Dougie. Bel compromesso, non credi? Beh, non ara proprio un contratto stabilito alla luce del sole: passavamo ore a sbavare sulle foto che mi mandavi, ed io in automatico ti ringraziavo con uno o due capitoli di 4 Guys, ricordi? XD Quanti pensieracci, se riportassi una delle nostre conversazioni del tempo ci sarebbe da tapparsi le orecchie, e so che potresti fare di peggio XD
Poi, con il passare del tempo, il tuo parere è diventato per me fondamentale. Sebbene questa cosa te l'abbia già detta un paio di volte, conoscendoti ti starai subito sottovalutando, e stai sicuremente pensando 'ma chi, il mio parere importante per te? ma dai, smettila di dire cazzate'. Spero di riuscire, anzi, so che hai capito che non sto davvero scherzando quando ti dico questa cosa.
Il parere che mi dai è ogni volta sempre più importante, soprattutto quando vado a toccare argomenti particolari e difficili, perchè so che non mi menti.
Come ti ho già detto, gran parte del seguito è stato scritto in seguito al tuo riscontro positivo, altrimenti lo avrei lasciato perdere, purtroppo ^^ Non so quanto tu possa tenerci a questa storia, ma io tengo molto alle tue opinioni e dico sul serio. Sia per 4 Guys, che per Hypnotized, Superheroe e Martini Bottles, ogni volta che passavo qualcosa per l'emo-betaggio (voglio chiamarlo stupidamente così, dato che riguarda le emozioni che vorrei trasmettere) stavo con le dita incrociate, sperando che andasse tutto bene. E credimi se te lo dico, è proprio vero... Spesso pecco un po' di presunzione, ritenendo il mio lavoro migliore di molti quelli che leggo in merito, tranne che di pochissime e rare eccezioni, ma quando poi si tratta di arrivare dritta al punto, mi sento insicurissima e mi affido a te. Ti potrà sembrare strano, impossibile, pazzesco, ma è veramente così. Se un giorni mi dicessi 'sta storia non mi convince', credo che mi farei in mille per migliorarla, o per gettarla via e dedicarmi ad altro XD
E io spero vivamente che, un giorno, vorrai allietare la magra sezione mcflyana di EFP con la tua Cuppy Cake, storia che mi ha fatto piangere tanto e che adoro. Non dire che non te la senti, che è una fanfiction stupida e di cui non sei convinta, lo so che lo pensi. Ne sono convinta io e, siccome sono abbastanza battagliera, la sosterrò a spada tratta finchè non morirò XD Merita davvero attenzione quello che hai scritto, sono sicura che ad un paio di persone piacerà almeno tanto quanto me, e saranno in grado di capire quello che in molti non hanno afferrato (e che io, modestia a parte, ho percepito sulla pelle fin dalla prima riga del primo capitolo).
Penso che questo sia il ringraziamento più lungo che abbia mai fatto, controlla pure nelle altre storie, di solito non sono [stranamente] così logorroica, ma ci tenevo a dirti thank you come si deve, ed a farlo anche qua, davanti a tutte le altre.
Perchè te lo meriti, Silvietta.
Infine, ringrazio anche le ragazze del forum McFly Italian Forum, in particolare McKaren, CinderNella, LelaJones, Mr.Brightside e Giuly B. (XD). Grazie davvero anche a voi, siete poche ma buone e mi accontento tranquillamente ^^ Spero continuerete a seguirmi tutte!
Aggiungo anche chi ha messo la storia tra i preferiti: alice94, alyssaS91, Anna94_17, CAMiL92, erda, gamba di legno, K94, kiki91, miychan, Schauder, vega e Zizzy94.
Ps: le frasi finali sono prese dalla canzone che dà il titolo al capitolo... 'The way you make me feel', ovviamente dei McFly. Tutte le canzoni citate, adesso e prima, sono state usate senza scopo di lucro, ma solo di divertimento.
-RubyChubb-