Your blood will be
mine
Era notte. Tutto quello che ricordavo era che dovevo
trovare quegli otto cartelli e sarei stata salva.
Cominciai
a correre. Dov’ero? Una lapide, un nome inciso: Damon Salvatore.
Chi
era? Non mi sembrava di aver mai sentito quel nome, così proseguii come se
nulla fosse.
Ero
in un cimitero, con un grosso livido sul collo. Cosa mi era successo? Chi mi
aveva fatto quel livido?
Tirai
fuori il cellulare ma non c’era campo. Come avrei fatto a tornare a casa?
Entrai
nel panico e quasi mi venne voglia di piangere, quando lo vidi: il primo
cartello.
Era
di pergamena vecchia e ingiallita e riportava una scritta: ‘’i will find you’’.
Cosa
significava? Chi mi stava cercando e perché? Non sapevo più che cosa pensare.
Continuai
a camminare senza una meta quando ad un certo punto mi trovai di fronte ad un
alto cancello nero. Provai ad aprirlo ma niente. Era chiuso a chiave. Così
gridai: ‘’C’è qualcuno?’’. Nessuna risposta, solo l’eco della mia voce tremante
ed impaurita.
Percorsi
per una decina di metri un sentierino circondato
da grandi massi e su uno di essi vidi il secondo foglio: ‘’your blood will be mine’’.
Chi
poteva mai volere il mio sangue?
La
mia mente era colma di quesiti apparentemente irrisolvibili.
Poco
dopo mi trovai in un ampio giardino di frassini. Girovagando fra gli alberi che
trovai il terzo cartello: ‘’you can’t hide’’.
Man
mano che andavo avanti nella mia ricerca non ero molto sicura di voler trovare
quei fogli che riportavano degli inquietanti presagi di morte, la mia morte.
In
fondo al giardino c’era una vecchia chiesetta con intorno un recinto di legno
ormai marcio. Aprii il piccolo cancelletto scricchiolante ed entrai.
Mi
guardai un po’ intorno e nel momento in cui mi girai vidi un’ombra sul muretto
che si trovava al di fuori del cancello di legno.
Rabbrividii
e mi senti il sangue raggelare nelle vene. Era lui il misterioso
essere che mi aveva portata qui?
Pensai
ad un modo per scappare o ad un posto in cui avrei potuto
nascondermi, ed istintivamente corsi nella
chiesetta abbandonata.
C’era
molta umidità ed il pavimento era in alcuni punti ricoperto di muschio.
Mi
girai per vedere se l’uomo mi aveva seguita, ma non lo aveva fatto, quindi mi
fermai per fare mente locale sul da farsi. Uscire o rimanere chiusa lì dentro?
Rimasi
seduta contro una parete per quelle che mi sembravano ore e alla fine capii che
stando lì non avrei comunque risolto nulla. Quindi decisi. Sarei uscita e avrei
comunque cercato una via di fuga.
Ricordai
cosa mi aveva sempre detto mia madre “Mai cedere senza prima non aver
lottato”, così presi coraggio, mi alzai e mi avviai verso l’uscita.
La
mia attenzione fu però attirata da un pezzo di carta che sporgeva da una panca,
lo presi e lessi “you can’t escape”. Piegai il foglio, me lo misi in tasca
insieme agli altri e uscii.
Doveva
essere ormai pomeriggio inoltrato, perché cominciava ad esserci meno
luce, quindi decisi che avrei dovuto
sbrigarmi a trovare velocemente un modo di scappare perché di notte sarebbe
stato tuttomolto più complicato, considerando anche
che non avevo nemmeno una torcia.
Girai
senza meta per una buona mezz’ora fino a quando scorsi un altro degli
scoraggianti fogli ingialliti, che questa volta riportava un disegno abbozzato
di una donna a terra ormai senza vita.
Fu
in quel momento che andai in panico e capii che probabilmente quella sarebbe
stata la mia fine.
Mi
girai e vidi di nuovo quell’ombra, quindi senza pensare cominciai a correre
affannosamente fino ad un altro recinto di legno, formato da assi marce e piene
di muschio, che racchiudeva un piccolo boschetto, molto più folto e tetro di
quello che avevo incontrato all’inizio.
Tirai
fuori il cellulare per guardare l’orario: erano ormai le diciannove.
Entrai
e camminando per il bosco vidi di nuovo quell’ombra. Chi era?
Questa
volta, a causa della mia iniziale esitazione vidi l’uomo correre verso di me,
così mi girai per scappare.
Non
ero ancora riuscita a scorgere il volto del mio persecutore, avevo solo notato
la presenza di un rigagnolo di sangue che scendeva dalla sua bocca e due grossi
canini sporgenti.
La
paura si stava impossessando di me, trasformandosi in terrore, e le forze
iniziavano a mancarmi insieme alla speranza. Arrivai così in un vicolo cieco e
capii che l’errore di imboccare quella stradina mi sarebbe stato fatale, così
mi girai e lo vidi.
Aveva
gli occhi rossi e i capelli castano scuro ma non feci in tempo ad osservarlo
completamente perché mi saltò al collo, iniziando a succhiare via tutto il mio
sangue. Perché non mi aveva finito prima? Perché mi aveva lasciato girovagare
in preda al terrore per quel posto?
Sentii
la vita abbandonarmi e il mio ultimo ricordo fu il mostro che mi porgeva il suo
polso e mi diceva di bere il suo sangue.
Contrariamente
a ciò che pensavo mi risvegliai dopo non so quanto tempo, in preda ad una
voglia matta di sangue. Che mi aveva fatto?
L’uomo
era ancora seduto di fianco a me e disse: “Ti ho trasformato, ora sei come me, e se vorrai sopravvivere, dovrai
bere del sangue umano. Ma ricorda, hai solo cinque ore, finito quel tempo
morirai.”
“Non
capisco!” risposi terrorizzata.
“Sono
un vampiro. Tu sei ancora in transizione e per completarla dovrai bere del
sangue umano, per questo dovrai fare quello che ho fatto io.”
“Ma
perché io?”
“Questo
non lo so, non sono io che detto le regole.”
In
quel momento mi ricordai della lapide che avevo visto all’inizio, appena mi
risvegliai la prima volta.
“Sei
tu Damon Salvatore?”
“Si.”
Rispose lui cupo.
Non
volevo passare da vittima a carnefice, ma la fame che sentivo era più forte di
qualsiasi altra cosa.
Così
mi alzai ed iniziai quella che sarebbe stata la mia nuova, triste vita.
Angolo Autrice
Salve a tutti, girovagando fra i documenti word del mio computer ho trovato questa storia scritta a metà e ho deciso di finirla. Non credo avrà un seguito perché mi sto già occupando di un’altra ff e non so nemmeno quando riuscirò a finire quella :(
Come al solito mi tocca ringraziare quella capra di Gageta che mi mette ansia con le sue correzioni (scherzo, sai che ti voglio tanto bene) e che mi incoraggia sempre a buttarmi nel mondo della scrittura, pur non essendo esattamente il mio campo.
Aspetto di sapere qualche vostro parere e niente.. spero vi piaccia J
Alla prossima, Giuls.