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Autore: Luce_Della_Sera    24/03/2014    1 recensioni
Giada ha 12 anni, ed è una ragazzina come tante altre: ha delle amiche, una bella famiglia, buoni voti a scuola … ma non riesce a capire come mai arriva sempre per seconda in tutto ciò che fa. E’ una cosa che proprio non sopporta! Così, un giorno, esprime un desiderio, e da quel momento in poi la sua vita prende una piega inaspettata.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bellezza dell’imperfezione

Capitolo 1 : Un’ordinaria giornata scolastica
 

“Ragazzi, vi ho riportato i temi!”
L’annuncio dell’insegnante di italiano si lasciò dietro un senso di gelo, e l’intera seconda D venne scossa da un tremito.
Giada era tesa, come tutti i suoi compagni, ma anche speranzosa: si era impegnata più del solito per quel compito, e si augurava di aver preso il massimo dei voti!
Fu con questo stato d’animo che prese il suo foglio, portatole da una compagna incaricata di distribuire a ciascuno studente il proprio, e in un attimo la sua speranza si trasformò in delusione: aveva preso un altro sette!
“Su, coraggio, non è la fine del mondo!” cercò di consolarsi, “In fondo non è un voto poi così orribile!”.
Nonostante questi pensieri, però, non poté impedire alla frustrazione di impadronirsi di lei; com’era possibile che, per quanto si sforzasse, non riusciva mai ad ottenere ottimi voti come la sua compagna di banco e migliore amica, Daniela? Desiderando ricevere conforto, si girò di qualche centimetro.
“Dani? Quanto hai preso tu?”
“Otto. E tu?”
“Un voto meno di te”, rispose Giada, ben lungi dal sentirsi meglio; la sua espressione delusa non sfuggì all’amica.
“Si può sapere che hai? Qualcosa non va?”
“Non è niente, sono solo stufa di non prendere il massimo. Eppure mi impegno tanto! Vorrei solo vedere un nove o un dieci, qualche volta”.
“Beh, con la Mastroddi te lo puoi scordare: lo sai che nei temi non mette mai più di otto!”
“Magari potrei farle fare un’eccezione, no? O comunque potrei prendere otto, dato che per lei è il massimo. E invece no, non mi riesce mai!”
Daniela stava per replicare, quando venne interrotta dalla voce della professoressa.
 “Bernardi, Livi, la finite di chiacchierare? Riportatemi i vostri compiti, su, così iniziamo la lezione!”
Le due ragazze, rosse in viso, fecero come era stato loro ordinato; poi tornarono ai loro posti e Giada, ancora nervosa, si impose di calmarsi e di prendere appunti: nell’ora successiva avrebbero avuto musica, e di certo lì non avrebbe avuto alcun problema!
 
 
“Allora, ragazzi, se ben vi ricordate, la volta scorsa avevamo stabilito che per oggi avreste portato una canzone ciascuno: visto che siete tanti, vi farò eseguire solo qualche strofa e poi vi manderò al vostro posto, in modo che, se non tutti, almeno la maggior parte di voi abbia la possibilità di cantare. Vogliamo cominciare?”. La professoressa si guardò in giro, poi si illuminò.
“Luana, vuoi venire tu?”.
“E ti pareva?” pensò Giada tra sé e sé senza riuscire a trattenere una smorfia. “Guarda caso, chiama sempre la sua cocchina per prima!”. Osservò la compagna che si alzava e, dopo essere andata al centro della cattedra, iniziava a gorgheggiare; dopodiché si perse nei suoi pensieri, e fu solo dopo che la docente la ebbe chiamata per tre volte che tornò alla realtà e si affrettò a prendere il posto che la sua coetanea aveva occupato fino a qualche tempo prima.
Dopo di lei si susseguirono un’altra dozzina di suoi compagni, e quando infine suonò la campanella, tutti circondarono la docente.
“Come siamo andati? Chi è stato il più bravo, secondo lei?”.
“Siete andati bene, e siete stati tutti bravi!”.
“Davvero? Non c’è stato proprio nessuno che è stato più bravo degli altri, magari anche lievemente?” la incalzò Giada, curiosa.
L’insegnante, vedendo che non se la sarebbe cavata facilmente e che difficilmente gli studenti l’avrebbero lasciata andare prima di ricevere una risposta, disse la cosa che le sembrava più vera e più ovvia, ossia: “La migliore è stata Luana!”.
Giada, ferita, si sedette al suo banco senza fiatare. A scuola era sempre la seconda, in tutto! Per non parlare delle materie come la matematica e la geometria, in cui proprio non era capace … perché non poteva esistere la perfezione nel mondo umano? E perché lei non poteva essere perfetta, così da essere priva di tutti i suoi difetti?
La giornata continuò: dopo un paio d’ore tranquille, venne interrogata in geografia e fu l’unica a prendere sei e mezzo mentre gli altri due ragazzi che erano stati chiamati con lei avevano preso uno sette e l’altro sette e mezzo.
“Decisamente, oggi non è stato il mio giorno fortunato!” rifletté la ragazza. “Meno male che ho ancora lo sport, con le gare di nuoto! Lì posso impegnarmi al massimo, e posso di sicuro riuscire ad arrivare ad essere la migliore”.

Note dell'autrice: ho iniziato a scrivere questa storiella quando avevo 10 anni e mezzo; ho cambiato lo stile, ma le idee ed i concetti rimangono quelli di allora! Spero comunque che vi piaccia. :-)
  
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