Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Walechu    24/03/2014    2 recensioni
Qualcosa di terribile si abbatte nelle misteriose terre nipponiche, proprio dove i Miracoli vivono le loro vite. Qualcosa che li lega e al contempo li allontana, qualcosa che li distrugge e li cancella dalla memoria delle persone. Qualcosa che presto si prenderà anche Kuroko.
Qualcosa che potrebbe essere fermato con un semplice pallone da basket.

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Sono tornata con una nuova fanfic!! (yey)
Spero vi piaccia dato che diferisce parecchio dal mio "stile" . Mi sono lasciata condizionare dall'ultima fanfic di Grotesque Rule of Rose e diciamo che è una specie di dedica(??)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1_ La chiamata_

Sono le due di mattina quando finalmente Taiga torna a casa. Gli incendi dolosi nella zona di Central Park stavano mandando in tilt tutte le stazioni dei vigili del fuoco, compresa la sua. Ancora una volta a lavoro svolto, erano stati mandati via a malo modo dalla polizia. Tra i piedipiatti e i pompieri non scorreva buon sangue. Apre la porta del suo modesto appartamento al terzo piano con un calcio, tanto la serratura non teneva dall'ultima volta che aveva sorpreso un ladro forzargliela, e di certo non aveva tempo per farsela cambiare. Lascia cadere il borsone giallo ocra al suolo seguito poi dagli anfibi sporchi di terriccio e dalla divisa. Percorre il corridoio in boxer e in canotta fino al salotto dove tasta al buio in cerca del telecomando e accende la tv. Lo faceva sempre ogni volta che arrivava a casa, sentire delle voci gli facevano dimenticare di essere solo. Cerca qualcosa in frigo ma, essendo stato fuori quasi 24 ore su 24 e non avevendo tempo per fare la spesa, deve accontentarsi di mangiare i rimasugli di un vecchio toast e qualche biscotto. Grazie a dio la birra c'era ancora. Appoggia la misera cena sul tavolino di vetro di fronte all televisione e si dirige in bagno. Si spoglia in fretta e si rifugia nella doccia. Apre l'acqua e chiude gli occhi appena il getto tiepido si riversa sul suo corpo, ma il piacere dura poco. Il cellulare nella tasca della divisa inizia a squillare insistentemente e senza sosta, tanto da costringerlo ad uscire malvolentieri dal suo piccolo pezzo di paradiso e farlo precipitare all'ingresso. Si accuccia al suolo cercando invano il cellulare tra le mille tasche che odiava con tutto se stesso. Quante volte aveva perso delle chiamate perchè non trovava il telefono. Inizia a imprecare quando la mano ancora umidiccia tasta qualcosa di metallico e freddo: un lieve sospiro di vittoria accompagna la sua voce: «Deve essere un buon motivo per avermi fatto uscire dalla doccia, Rod!»
Sicuramente il suo superiore si devertiva un mondo a irrompere nella noiosa routine di Taiga con quelle telefonate inprovvise. Ma a sorpresa la voce dall'altro capo non gli ricordava affatto quella del compagno.
«Mi dispiace averti disturbato, Kagami-kun.» Un brivido percorre il corpo bagnato del ragazzo, fermo immobile quasi senza respirare per non perdere una singola sillaba pronunciata dal suo interlocutore. Un senso di nostalgia e amarezza gli invadono le viscere, facendogli pesare le parole in gola.
«Nessun problema, pensavo fosse il mio capo.» . Dall'altro capo del telefono Taiga era sicuro di aver sentito un sospiro di sollievo.
«Mi fa piacere sentirti di nuovo, dopo tutto questo tempo.» Taiga sapeva benissimo che era Kuroko e che stava sorridendo, lo riusciva a percepire sulla pelle, aveva imparato a calibrare e a riconoscere ogni sospiro del ragazzo al liceo. E in fondo, anche a lui faceva piacere risentirlo dopo gli ultimi due anni passati senza avere alcun contatto. Ma in quel sospiro aveva colto anche qualcos'altro, una lieve preoccupazione. Quasi d'istinto le parole si fanno strada tra i due cellulari fino ad arrivare alle orecchie di Kuroko come un coltello affilato.
«Successo qualcosa?». Inutile provarci, non poteva nascondere niente alla sua luce, il ragazzo con cui aveva passato i suoi anni giovanili migliori, al Seirin. Un sorriso compiaciuto gli dipinge il volto, come se essere prevedibile per il rosso fosse la cosa a cui tenesse di più. Ma ben presto il sorriso sparisce, lasciando spazio ad una lieve smorfia, le dita sottili e bianchissime si stringono attorno al cellulare e lo premono sempre più all'orecchio fino a fargli male. Un altro sospiro che Taiga comprese come una ricerca di coraggio, accompagna le sue parole.
«In questi due anni sono successe molte cose qui in Giappone. Da quando sei partito per tornare in America ognuno di noi ha lasciato il basket e si è concentrato su altro. Alcuni dei nostri senpai mi aiutano con i bambini, sai sono diventato un maestro d'asilo...» un lieve sospiro di orgoglio sfugge alla labbra di Taiga che però viene catturato dall'orecchio attento dell'altro. «Siamo andati avanti, ci siamo lasciati tutto alle spalle, almeno fino ad oggi» . La voce di Kuroko, diventata improvvisamente grave e bassa, fa pizzicare gli occhi al rosso, come se sapesse che l'altro era sul punto di piangere e non potesse fare niente per evitarlo. Poi un silenzio angosciante cala tra i due, lasciando a Taiga l'amaro in bocca.
«Che diavolo è successo?? Oi Kuroko!» .Passano parecchi minuti, che al rosso sembrano infiniti e angoscianti, prima che lo schiocco delle labbra di Kuroko lo tranquillizzano, facendogli capire che era ancora lì. Con voce cristallina e un po' tremolante i respiri si tramutano in parole:
«La Generazione dei Miracoli non esiste più. Io sono l'ultimo rimasto.» Taiga è sul punto di replicare, di chiedergli il senso di quella frase che lui proprio non coglieva, ma Kuroko lo interrompe e, con la voce ridotta ad un sussuro pronuncia a denti stretti un «Salvami.»
Improvvisamente come era iniziata, la chiamata termina, lasciando il rosso chino al suolo con gli occhi sbarrati. Subito Taiga ricompone il numero del ragazzo ma si stupisce quando non lo trova più nella memoria del telefono e ancora di più quando il numero con cui Kuroko lo aveva appena chiamato risultava inesistente. Scorrendo la rubrica anche i numeri di cellulare dei suoi senpai e di altre persone facenti parte del suo passato liceale erano scomparsi: li aveva cancellati e non se lo ricordava? Con uno scatto Taiga corre in salotto e cerca il portafogli, controlla le banconote e i documenti che fossero al loro posto e s'infila tutto nella tasca dei jeans strappati trovati lungo il corridoio e messi al volo. Prepara alla meglio un borsone nero con vestiti e almeno il ricambio per un paio di notti e lo appoggia all'ingresso. Si allaccia le scarpe rossicce e si fionda fuori di casa, correndo a perdifiato giù per le scale. Il suo appartamento distava troppo dall'aereoporto per farsela a piedi, così ferma un taxi e si fa accompagnare il più vicino possibile. Da un lato gli sembrava assurdo allarmarsi per quella chiamata, ma le ultime parole di Kuroko si era piantate nella sua carne, fin dentro alle ossa, e lo rendevano irrequieto. Durante il tragitto manda un breve messaggio ad Alex e a Tatsuya, dicendo loro di stare tranquilli che sarebbe stato via per un paio di settimane e che li avrebbe chiamati appena possibile. Sono solo le tre e venti del mattino e il sole sta sorgendo timidamente alle spalle dell'imponente aereoporto.

Che diavolo stava succedendo in Giappone?




Note: è la terza volta che cerco di pubblicare questo capitolo, ma l'HTML si mangia i discorsi tra i personaggi ogni volta -dannato!- Btw eccomi qui, con una nuova fanfic intrisa di angst! Come ho detto nella breve descrizione, mi sono ispirata e lasciata condizionare dalla fanfic Rule of Rose di Grotesque -che vi consiglio- e ho partorito praticamente l'intera fic in una notte. Ho finito di scrivere il capitolo 5 proprio stamattina e ora sto iniziando il 6. Forse i capitoli aumenteranno, ma non saranno superiori a 10. Che dire, mi sono distaccata dalle fanfic che ho scritto fino ad ora per concentrarmi sull'aspetto psicologico e introspettivo dei personaggi in relazione ad un ambiente ostile e crudo -mi sento una psicologa- e anche per provare a scrivere qualcosa di nuovo. Una novità iZsomma. So già che molti kurobaskettiani mi odieranno per quello che succederà nei prossimi capitoli ewe''
Ringrazio chi legge e chi lascia una recensione <3 Mi fa sempre piacere leggere i vostri pareri e i vostri consigli!
Al prossimo capitolo e viva l'angst! (*0*)/


Solemn
   
 
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