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Autore: ale0_0    24/03/2014    2 recensioni
Perchè infondo, Loki ha sempre saputo di essere diverso.
*
No, lui deve soltanto apparire forte, insensibile, privo di un cuore. Ma per quanto freddo sia, lui ce l’ha, e purtroppo la verità è stata più crudele e potente delle sue finte maschere.
È nato senza chiederlo, rubato senza volerlo, odiato senza meritarselo, amato troppo poco per un dolore troppo grande.
[...]
“…Non esiste niente di più crudele che essere il diverso sbagliato…”
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Thor © Marvel Comics, Marvel Studios, Paramount Pictures.
Questa fanfiction è l'omaggio d'una fan e non rivendica alcun diritto sull’opera citata, né vuole avere finalità lucrative sui personaggi o la storia da cui s'ispira. Non si ritiene infranto alcun copyright.


Words: 2,075
Character: Loki Laufeyson
Note: Missing Moment, Movieverse
 

 

~ Red Eyes ~

 

Rabbia? Dolore? La consapevolezza d’aver sempre saputo, nel profondo, d’essere diverso? Il motivo per cui non l’hanno amato come si ama un figlio? Ah già, anche il suo vero padre l’ha abbandonato. A morire di stento era destinato, al freddo, per diventare una carogna. Forse nemmeno quella, troppo piccolo per sfamare lo stomaco ingordo di un lupo dal pelo corvino.

E allora, qual è il destino di Loki? È il capitano della sua vita, eppure non sa scegliere una via. Su l’unica cosa ove è re indiscusso non sa regnare a dovere. “Il destino beffardo.” Si ritrova a pensare con un tale dolore da perforargli lo sterno.
Scuote la testa, ancora incredulo. Vorrebbe piangere, ma non può.

Lui è forte. Lui deve essere forte.
No, lui deve soltanto apparire forte, insensibile, privo di un cuore. Ma per quanto freddo sia, lui ce l’ha, e purtroppo la verità è stata più crudele e potente delle sue finte maschere.

 

È nato senza chiederlo, rubato senza volerlo, odiato senza meritarselo, amato troppo poco per un dolore troppo grande.

Messo sempre in secondo piano, nascosto dall’ombra di un fratello dall’avvenire glorioso, debole per i canoni d’Asgard. E se non poteva avere l’affetto dalle persone, lui si rifugiava in biblioteca, i libri lo amavano, gli svelavano ogni segreto. Ma ben presto persino loro non avevano più niente da dargli. I decenni passano veloci per un Dio che vive millenni, e la mancanza di attenzioni per un bambino dall’animo fragile, pesa più di enormi macigni. Cosa poteva compensare la mancanza d’amore, di affetto, di una parola d’incoraggiamento, di uno sguardo fiero e riconoscente? Il potere.
Si era convinto da secoli, che tutte le sue pene, potessero essere riscattate se fosse diventato re di Asgard.
Ma per altrettanti secoli continuava a rimugginare su quei pensieri. In realtà lui non desiderava ardamente divenire sovrano, almeno non quanto essere uguale a Thor.
Lui non bramava il trono di natura, lo avevano costretto a diventare a quel modo.
Non sarebbe mai stato eguale a Thor, questo lo sapeva giù da tempo. Ed ora, che le porte della verità si erano aperte al suo fragile cuore, ogni tassello del rompicapo che da anni annebbiava la sue mente acuta andava al proprio posto.
Semplicemente non sarebbe mai stato l’eguale di Thor, un figlio alla pari, perché non era come Thor. Non era un asgardiano, non era niente.

Era il mostro dagli occhi rossi, a cui era stato promesso un trono, l’amore dei familiari, ma che alla fine non aveva né avrebbe ricevuto niente.

 

Ma adesso, il potere è l’unica cosa di cui non necessita. La rabbia è sciolta nel suo corpo da troppi secoli ormai; l’invidia, la gelosia per l’amore e le ammirazioni che Thor ha sempre avuto in abbondanza. E lui? Lui no, lui sempre delle briciole si è dovuto accontentare. C’è chi si fa bastare anche quelle? Loki no. Il principe ha sempre desiderato qualcosa in più degli avanzi.
Schernito, escluso, odiato, ripudiato. Almeno l’amore dei familiari. Non ha mai chiesto niente di più.
Lo sguardo fiero di un padre, Odino? Mai.
Gli occhi orgogliosi di un fratello, Thor? Neanche.
Un abbraccio caloroso di una madre, Frigga? Sì. Lei sì. L’unica che non gli ha mai negato un po’ d’affetto, eppure anch’ella, sempre dalla parte del primogenito, anzi, dell’unigenito.

Il sangue ribolle. Si odia. Odia più sé stesso, che quelle persone che per secoli l’hanno deriso.
Odia sé stesso, perché ha scoperto da poche ore, d'essere un animale spregevole.
È il mostro di cui i genitori parlano la sera ai figli.[1] È la bestia da cui ci si deve difendere. È il male con gli occhi rossi che porta distruzione.

 

Non sapeva combattere ed usava il Seiðr, di conseguenza una femminuccia. Persino Lady Sif riusciva a batterlo.
Amava leggere ed odiava cacciare, un rammollito. Thor non l’ha mai invitato alle battute di caccia, nemmeno dopo le innumerevoli suppliche del piccolo principe.

Gli hanno insegnato ad odiare gli Jötnar. Lui l’ha fatto. Forse in tutta Asgard, era quello che nutriva più astio verso quel popolo.
Ma chi è lui?
Il fato, l’universo, le norne si stanno prendendo gioco di lui. Colpi bassi, nei punti più deboli del suo spirito.
Dicono che non vi sia verità più turbolenta dello scoprire di essere stato adottato”
Inizia a pensare, mentre con quelle esili dita stringe il marmo immacolato del reggipetto del suo balcone personale. Le nocche sbiancano, il battito del cuore accellera. Un’intera vita di bugie, e d'una in particolare, troppo grande: troppo grande persino per il Dio degli Inganni.

Credo si sbaglino coloro che l’hanno detto”
Sente pizzicare qualcosa sull’orlo delle ciglia. L’ennesimo segno di debolezza. Suo pad… Odino gliel’ha sempre detto. Gli ha sempre detto che era debole. Debole per un asgardiano, per il trono. Debole per essere il figlio d’Odino.

Eppure, per la prima volta non si vergogna di essere più indifeso. Nessuno più di lui si merita di piangere in questo momento.
I patimenti di una vita, i complessi mentali che per notti l’hanno accompagnato, hanno avuto fine.
Ma niente finale felice, per Loki, principe di Jötunheimr ed Asgard.

Non esiste niente di più crudele, del capire perché non si è stati amati. Perché si è stati derisi, odiati…”
Loki ha chiesto troppo per ciò che la sua vita gli riserva, e si ritrova quindi a piangere per una verità che l’ha scombussolato dentro. Ha fatto franare il terreno vacillante su cui ha camminato per secoli.

Assurdo, come il Dio del Caos sia potuto cadere in una trappola così maligna.
Si sposta dal terrazzo che per secoli ha accompagnato i suoi lamenti.
Nella stanza c’è uno specchio, ma ora non vede Loki, il principe asgardiano.

“…Non esiste niente di più crudele che essere diversi…”
Vede un bambino che per troppo tempo si è sentito diverso, e che tra i suoi pochi e miseri desideri, aveva quello di essere uguale agli altri.

 

*

 

Padre, ho imparato delle nuove rune!”

Bravo Loki, ma non credi sarebbe meglio se al posto di studiare tutto il giorno quei libri, tu ti allenassi con la spada?”

Ma padre… non sono bravo”

E mai lo sarai se continui a non volerti allenare!”

Ma la conoscenza è l’arma più potente…

Quali sciocchezze odono le mie orecchie! Credi che io abbia vinto le mie battaglie studiando qualche runa?”

Ma le rune sono importanti per manipolare il Seiðr! Madre mi sta insegnando ad usarlo e più rune conosco e più magie ed inganni potrei applicare in battaglia!”

Ciò che dici sono semplici eresie! Uno scontro vinto con l’inganno non è leale, e la magia è per le femmine!”

La magia è un’arte padre, potrebbe aiutare a vincere le battaglie agli asgardiani!”

Basta Loki! Sapevo che iniziarti al Seiðr era un grande sbaglio… Perché sei così diverso? Prendi esempio da Thor…”

I suoni erano diventati ovattati, quindi Loki era diverso? Doveva cercare di essere come Thor? Ma lui era lui. Come poteva essere qualcun altro? Ma per il Padre degli Dei, per suo padre, avrebbe fatto questo e molto altro. Se cercare di essere un’altra persona lo avrebbe aiutato a guadagnare gli occhi colmi di ammirazioni di Odino, non avrebbe certamente esitato.

Eppure, la consapevolezza di essere diverso agli occhi di Odino, era ciò che più gli provocava dolore.

Almeno per quel momento…

 

*

 

Rimesta nei ricordi con il cuore in mano. Gli occhi velati dall’odio per la sua esistenza. Niente può fargli cambiare idea ormai. Non si può più fidar di nessuno. Tutte le parole che vengono pronunciate dalle persone non sono altro che un mare di bugie, menzogne.
Persino il Dio degli Inganni ne è disgustato.

L’unico sui cui forse può ancora fare un po’ di affidamento, è solamente sé stesso.

 

“…Non esiste niente di più crudele che essere il diverso sbagliato…”
Perché quello che vede, sono le sue paure, il suo odio, il suo nemico.

Con sole poche parole, ha scoperto che la sua più grande nemesi non è altro che sé stesso.
Perché di natura è soltanto un gigante di brina. Un orrido mostro che sarebbe dovuto morire millenni orsù. È la diversità sbagliata che per i suoi misteri fa paura al popolo degli Ӕsir.

 

*

 

Madre, credi che gli Jötnar entreranno mai ad Asgard?”

Nessuno che non abbia il permesso di Heimdall può entrare nella gloriosa Asgard, Loki. Ma, perché questa domanda?”

Tra tutte le creature dei nove Regni, sono quelle che più paura ed allo stesso tempo odio mi provocano. Dicono che siano di orrido aspetto, e con un’indole meschina e viscida.”

Frigga pare turbata a quelle parole. Il piccolo principe è già stato contagiato dai pregiudizi asgardiani. L’odio è nato in questo ragazzo molto presto, ed avrà tutto il tempo di maturare, instaurare radici profonde nel suo cuore. E quando la verità arriverà, sarà impossibile, o molto difficile estirparle.

Per quanto siano diversi da noi, non significa che tutti siano a quel modo. Io credo che esistano giganti di brina buoni, e che un giorno potranno anche entrare ad Asgard, vivere al nostro fianco.”

Madre, come potete pensare una cosa del genere. Loro sono il nemico da sterminare. Non hanno riproposto guerra ad Asgard solo perché il Padre degli Dei gli ha portato via i loro beni più preziosi: uccidendo il figlio di Laufey e privandoli dello Scrigno dei Venti Invernali! Sono delle bestie, dei mostri dagli occhi rossi!” Thor prende la parola nel colloquio tra Loki e la madre.

Frigga, abbassa lo sguardo, consapevole che le speranze di far ragionare i propri figli sono vane.

Thor, non pensi che nostra madre, in fondo abbia ragione? Del resto, non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Forse, se uno Jötun fosse educato tra gli Asgardiani, potrebbe mutare la propria indole. Magari potrebbe allearsi dalla nostra parte!”

Gli occhi di Frigga brillano, certamente non si sarebbe aspettata un simile ragionamento da un suo figlio.

Loki! Con tali parole mi deludi immensamente! Come puoi solo pensare di far crescere una bestia tra mezzo a noi? Gli Jötnar sono diversi. Ma non semplicemente diversi, diversi sbagliati. Non potresti mai cambiare la natura di un assassino. Loro sono bestie, e come i lupi, perdono il pelo ma non il vizio.
Se tu portassi uno di quei mostri dentro Asgard, proclameresti inevitabilmente la fine della città gloriosa qual è.

E poi, se il mostro s’innamorasse d’un Ӕsir? Non si potrebbe mai concepire una tale relazione tra gli asgardiani.”

Frigga è profondamente delusa, questo è il colpo di grazia, che farà crollare ogni sua speranza che ha di portar Loki sulla giusta strada.

Hai ragione Thor, sono il diverso sbagliato”

Mi dispiace figlio, pensa tra sé la regina.

 

*

 

Sbatte un pugno sul muro vicino allo specchio.
Per quanto, più guardarsi più gli faccia male, non vuole ancora interrompere quella vista disgustosa.

Purtroppo, non riesce ancora a credere che tutto sia vero.
Com’è possibile che la vita gli abbia tirato un tale scherzo?
Vorrebbe togliersi la vita, ma a quel punto non potrebbe prendersi la sua vendetta.
Un sentimento che per troppo tempo ha tenuto represso dentro di sé, ha finalmente l’occasione d’uscire allo scoperto.
Vendetta.
Se prima, mentre collaborava con i giganti di brina, si sentiva in colpa, adesso crede che ciò che sta facendo sia la cosa più giusta dei nove Regni.

E con un solo inganno, potrà prendersi la vendetta su tutti quanti. Inizialmente era solo una questione tra fratelli, per riuscire a guadagnarsi ciò che per secoli ha bramato. Lo sguardo orgoglioso di Odino, solo per lui.
Facendo esiliare Thor sulla Terra, sarebbe diventato re, e Odino, avrebbe dovuto concedergli delle lodi. Ma adesso, con solo qualche cambio di programma, avrebbe potuto punire Laufey, Odino e Thor all’unisono.
Coloro che l’hanno fatto soffrire, sarebbero stati i primi a pagare, a sopperire sotto il suo potere, sotto la sua conoscenza che per secoli hanno ritenuto futile.

 

Dopo l’ultima occhiata allo specchio, al suo nuovo ‘io’,tira un profondo sospiro, comprendendo comunque che il suo dolore non svanirà mai. Sbatte nuovamente il pugno, questa volta però, sullo specchio che lo sta facendo soffrire più dei pensieri.
Il vetro va in frantumi, sfiorandogli la pelle blu ghiaccio, ma senza provocargli neanche un graffio.
In compenso a sanguinare è il suo cuore, che neanche con la vendetta, sarà mai risanato da ferite incise con una spada ardente.

“… Non c’è niente di più crudele che scoprire d'essere il mostro dagli occhi rossi”


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[1]Una delle frasi, che Loki dice ad Odino quando si trovano nella sala dello Scrigno dei Venti, e il Padre degli Dei gli rivela le sue origini. Io ho solamente cambiato la struttura della frase.

N.d.a.
Salve a tutti :)
Questa è la prima one-shot che scrivo in questo fandom, nonostante ne abbia lette varie.
Il momento descritto penso sia abbastanza chiaro; la situazione si svolge poco dopo che Loki ha scoperto d'essere in realtà figlio di Laufey, e di conseguenza un gigante di ghiaccio.
Questa parte, che non è presente nel film, me la sono sempre immaginata come un momento in cui Loki ripensa intimamente a come ha vissuto gli anni, ed il suo rapporto con i familiari, i quali non gli hanno mai dato ciò che lui desiderava veramente: l'affetto di una famiglia.
O comunque, non gliel'hanno dimostrato bene, dato che Loki ripete che è sempre stato secondo in tutto, anche nel ricevere l'amore dai genitori.
Credo che questo momento sia molto incisivo per lo svolgersi dei successivi eventi.
   
 
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