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Autore: Sayaka_    24/03/2014    4 recensioni
Ed eccomi qui a scrivere sulla mia OTP (?)
"Finalmente non provavano malinconia, avevano trovato l'un l'altra la loro metà: Roxas, quel ragazzo freddo, insensibile e melanconico aveva scoperto la bellezza dell'amare e Naminé non si sentiva più sola. Tutto sarebbe andato bene, lo sapevano."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naminè, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era un'altra bella giornata, a Crepuscopoli. Nelle vie della città si sentivano le urla di Roxas, Hayner, Pence e Olette, quattro ragazzi del posto, che correvano contenti a comprare dei Ghiaccioli al Sale Marino. Successivamente sarebbero andati alla Twilight Tower, come sempre. 
-Ah, che buono che è il ghiacciolo!- esclamò Pence soddisfatto.
-E' la stessa frase che ti sento dire ogni giorno, rimodernati ogni tanto Pence!- disse Hayner scherzando.
-Già! E poi dovresti smetterla con tutti quei ghiaccioli, altrimenti la tua pancia crescerà ancora! 
-Ah, ah. Molto divertente Olette.- rispose Pence ironico -Guardate la vostra di pancia... 
I ragazzi scoppiarono tutti in una sonora risata, tranne Roxas, il più silenzioso e tranquillo del gruppo. La sua calma apparente nascondeva in realtà una tristezza della quale era continuamente alla ricerca dell'origine. I suoi occhi blu mare, perennemente vuoti alla ricerca di qualcosa, ne erano una prova.
"Cos'è che manca?" pensò portando il gelato alle labbra. "Cosa?"
Le sue riflessioni presero il sopravvento sul mondo che lo circondava e, non curante degli avvertimenti dei suoi amici, non si rese conto della persona davanti a lui.
Non fece in tempo ad alzare gli occhi che si scontrò contro una ragazza, come in un film, facendola cadere. Subito si chinò verso di lei.
-Ehi... tutto apposto?- le chiese imbarazzato. Il ragazzo si ritrovò abbagliato da una cascata di capelli biondi, un po' più chiari dei suoi, che ricadevano sulla spalla destra della fanciulla che aveva di fronte. Due occhi blu come l'oceano lo fissavano, quasi increduli, ma dopo pochi secondi cambiarono direzione.
-Tutto bene, non ti preoccupare- rispose impacciata. 
Roxas le porse la mano per aiutarla; dopo qualche sguardo titubante, la ragazza l'afferrò e si alzò. Si sistemò il vestito e prese qualcosa che sembrava essere un blocco da disegno, che l'era probabilmente caduto poco prima. 
-Scusami, sono davvero sbadato...- iniziò portando una mano dietro la testa -Non volevo farti cadere. 
-Dai, non preoccuparti, non è successo niente!- disse di rimando la ragazza, sorridendo -Il mio nome è Naminé, il tuo?
"Naminé..." sussurrò Roxas tra sé e sé.
-Aehm, piacere, Roxas. 
-Piacere mio!- Un sorriso dolcissimo continuava a tenerlo incollato a quel viso, quasi come se ne fosse stato rapito -Ci si vede in giro, allora.
-Come?- rispose Roxas intontito, come se si fosse appena svegliato- Oh, certo!
Naminé gli donò un ennesimo sorriso e, passandogli affianco, continuò per la sua strada.
"Naminé..."
-E così Roxas ha fatto colpo!- esclamò Hayner seguito da Pence e Olette, dando una forte pacca sulla spalla al biondo.
-Eh, cosa? Che stai dicendo?! Torna ai tuoi Tornei Struggle e non mi scocciare- rispose di rimando, sbuffando. 
-Come sei antipatico oggi, spero per quella ragazza che tu non l'abbia trattata così.

***

Era un nuovo giorno a Crepuscopoli. Il Sole splendeva attraverso la finestra, filtrando dolce nelle palpebre del ragazzo dal sorriso rubato. Roxas sbadigliò, alzò le braccia per poi lasciarle cadere pesantemente sulle coperte. 
"Non potevo continuare a dormire?" pensò sedendosi. "Non voglio uscire."
Si stropicciò piano gli occhi, per poi alzarsi. Posò lo sguardo sulla sua lampada a forma di stella, accennando un sorriso.
Scese le scale, arrivando alla cucina, dove ci trovò il solito biglietto scritto dalla madre in cui spiegava d'essere dovuta correre urgentemente al lavoro. 
-Come sempre. 
Aprì un pacco di biscotti, ne mangiò qualcuno e poi si andò a preparare.
-Cosa dovevo fare oggi? Ah già, andare con Pence alla Vecchia Villa- farfugliò lavandosi i denti. 
Una volta finito, si vestì e uscì di casa. Infilò le cuffie nelle orecchie ed intraprese un viattolo sottostante per raggiungere la Via del Mercato. 
Si scostò leggermente il ciuffo dagli occhi, quando si accorse di lei. Mai aveva visto nessuno camminare con tanta leggiadria. 
-Ehy, ciao Naminé- pronunciò appena. Giurò che il suo cuore volesse esplodere. 
-Ciao Roxas!- rispose lei, forse un poco più forte- Anche tu da queste parti?
-Già...- sussurrò. 
Ma cosa gli stava succedendo? Prese un bel respiro, si gonfiò il petto e cercò di non tremare.
-Come mai sola?
Naminé lo guardò malinconico, per poi posare lo sguardo sul suo blocco da disegno, lasciandosi scappare un sospiro.
-S-se non vuoi rispondere, non preoccuparti- continuò imbarazzato. 
"Stupido, che razza di domande poni?" pensò, sgridandosi. "Stupido!"
-No, tranquillo- rispose, accennando un sorriso -E' solo che non ho molti amici...
Roxas la capì: infondo, non è che avesse molti amici oltre Hayner, Pence e Olette. Un senso di tristezza lo pervase, sentendosi quasi come se scivolasse in un baratro profondo. All'improvviso, un pensiero gli guizzò nella mente.
-Vuoi venire con me?- disse porgendole la mano -Mi piacerebbe essere tuo amico.
Naminé sorrise, guardandolo. Roxas sentì sciogliersi. 
-Grazie mille per il pensiero carino- rispose, allungando la mano. Roxas gliela prese, l'avvicinò a sé e poi la staccò. 
Quanto avrebbe voluto continuare a tenergliela.
S'incamminarono, Roxas e Naminé raggiunsero Pence che li guardò con un'espressione sorpresa, successivamente divertita. Passarono il tempo in giro per la città, e rimandarono l'esplorazione della Villa.
A fine giornata, Naminé lasciò Roxas con un bacio sulla guancia. 
Il ragazzo diventò tutto rosso, lo stomaco si chiuse e dalla sua bocca non uscì un filo di voce.
I giorni passarono, i due diventarono amici sempre più stretti, quando, un giorno, Roxas le propose di andare ad un posto a lui speciale: la Collina del Tramonto.
Roxas, per la prima volta, cambiò il solito vestiario, scegliendo una camicia più adatta. Raggiunse il luogo stabilito con qualche minuto d'anticipo e si sedette, ad aspettare. 
Naminé arrivò puntuale: indossava una smanicata bianca insieme ad una gonna bianca e azzurra. Un fermaglio a forma di stella scostava dal suo viso una ciocca bionda ribelle, e quando Roxas la vide non svenne per poco. Il suo cuore iniziò a battere come se fosse impazzito, il rossore sulle sue gote era parecchio evidente, così come quello sulla ragazza. 
-Eccomi- sussurrò Naminé, leggermente.
-Eccoti... Siediti pure accanto a me.
L'imbarazzo diventò ormai palese. 
-Com'è bello il tramonto qui.
-Già, è uno dei miei luoghi preferiti, insieme alla cima della Torre dell'Orologio. Vengo spesso qui quando sono teso... è davvero rilassante. 
-Molto- aggiunse la ragazza -Ci farò un disegno.
Roxas la guardò, sorridendo. Fece per dire qualcosa, ma l'insicurezza lo frenò. Dopo qualche secondo riuscì a trovare coraggio, prese delicatamente il volto della bionda e lo avvicinò a sé.
-Naminé... 
-Roxas..?
-Sembrerà buffo detto da me, ma... ti amo.
Non fece in tempo a pronunciare quelle due parole così cariche che la ragazza portò le sue labbra su quelle di Roxas in un bacio casto, veloce e tenue, come la luce del crepuscolo. Le labbra di Naminé si contorsero in un sorriso dolce, come il primo che gli aveva rivolto. Il ragazzo ricambiò il sorriso e baciò a sua volta la bionda. 
Finalmente non provavano malinconia, avevano trovato l'un l'altra la loro metà: Roxas, quel ragazzo freddo, insensibile e melanconico aveva scoperto la bellezza dell'amare e Naminé non si sentiva più sola. Tutto sarebbe andato bene, lo sapevano.
   
 
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