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Autore: Nocturnia    24/03/2014    2 recensioni
E maledici il giorno in cui sei nato, perché i Kenway portano la morte sulle labbra e il tradimento nei lombi, lupi di mare e lupi per necessità - per inganno.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Haytham Kenway, Kaniehtì:io (Ziio)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Connor Kenway, Haytham Kenway, Kaniethì:io e tutti gli altri personaggi appartengono alla Ubisoft e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"La gente ha bisogno di un mostro in cui credere, altrimenti siamo soltanto noi contro noi stessi."

- Chuck Palahniuk -


La tua croce, la tua catena


Fissi il silenzio del fallimento, nessun rumore in cielo, nessun sorriso tra le tende abbandonate.
Brucia l'amuleto sotto la tua pelle d'Assassino e sembra piangere la collana di Ziio, slabbrata e sfilacciata dalle troppe battaglie che hai combattuto.

"Ti sentirai solo."

E maledici il giorno in cui sei nato, perché i Kenway portano la morte sulle labbra e il tradimento nei lombi, lupi di mare e lupi per necessità - per inganno.

"Ma io sarò sempre al tuo fianco."

Annusi l'aria e cominci a scavare, una fossa per il tuo cuore e una per il tuo rimpianto più grande.

"Ti voglio bene, Ratonhnhaké:ton."

Umida, una carne debole e molliccia, la terra si apre sotto le tue unghie e scopre un alveo pronta ad accogliere ciò che rimane di te, un amore disgraziato e un destino già scritto.

"Non credere che abbia intenzione di farti una carezza."

Cade l'amuleto - la prima catena, l'inizio di tutto e la sua fine - e qualcosa produce un suono secco, aspro.

"Non piangerò e non mi perderò in rimpianti."

Cade anche l'ultimo frammento della tua infanzia, piume e pietre e il calore d'una donna come Kaniehti:io - e poi un altro crack, nella gola e nel petto.

"E tu mi capirai."

Da tua madre hai imparato il valore di una mano tesa, la sicurezza di un grembo in cui raccogliersi e il sapore della comprensione - dell'amore.

Figlio mio.

Da Haytham - padre. Chiamalo con il suo nome, vigliacco - la violenza che corre tra le parole e la tragicità - l'assoluta disperazione - della rinuncia.

"Mi dispiace..." mormori a un cielo senza stelle "vi ho deluso."

Quando chiudi quella tomba di sogni e speranze, non ti accorgi di averci lasciato anche ciò che restava del tuo cuore - misero, patetico, combusto; vuoto.

Tra le fronde di alberi che hanno visto tutto, lupi dagli occhi troppo umani e aquile coraggiose come leoni, sono solo pallidi fantasmi quelli che salutano un figlio mai posseduto davvero.
Un figlio nato - finalmente - libero.

"Ce la farà?"
"È determinato; una virtù nobile."
"Ma è solo."
"Anche io lo ero."
"Ma poi hai avuto me; hai avuto lui."
"Vuoi sempre avere l'ultima parola, uhm?"
"Sempre."

E Connor non capisce se siano solo illusioni quelle che gli sfiorano gli zigomi - dita leggere come nebbia - oppure le ombre del suo stesso dolore.
 
   
 
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