Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: heartbreakerz    24/03/2014    8 recensioni
[ AU, Derek Hale x Stiles Stilinski. ]
Stiles afferma di avere un ragazzo. Nessuno l'ha mai visto, questo ragazzo.
Ma una mano veloce e forte lo afferrò per lo zaino e lo rifece accomodare gentilmente sulla panca.
«Parlaci un po' del tuo fidanzato.» Ovviamente era stato Jackson. Chi altri poteva essere?
«Perché volete parlare del mio ragazzo? Non voglio parlare del mio ragazzo, al mio ragazzo non piace che io parli del mio ragazzo, capito? Non gli piace, perché è il mio ragazzo!»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: Tutti i personaggi e le ambientazioni contenuti all’interno di questa storia non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e non intende infrangere il copyright dell’autore originale.


Il ragazzo immaginario

 

«Di cosa state parlando?» domandò Stiles, accomodandosi al tavolo. In mano aveva il vassoio della mensa e il cellulare, che pareva non voler smettere di suonare. E lui, dal canto suo, non pareva aver voglia di rispondere.

«Di fidanzati, fidanzate...» rispose Lydia.

«Bene, addio!» Non fece nemmeno in tempo a sedersi che già era saltato in piedi per evitare di dovere affrontare, ancora una volta, quel discorso. Ma una mano veloce e forte lo afferrò per lo zaino e lo rifece accomodare gentilmente sulla panca.

«Parlaci un po' del tuo fidanzato.» Ovviamente era stato Jackson. Chi altri poteva essere?

«Perché volete parlare del mio ragazzo? Non voglio parlare del mio ragazzo, al mio ragazzo non piace che io parli del mio ragazzo, capito? Non gli piace, perché è il mio ragazzo!»

Jackson si era infilato le mani tra i capelli e resisteva dalla voglia di strapparseli. Lydia ogni volta rimaneva a bocca aperta, chiedendosi come Stiles facesse a parlare così velocemente e così stupidamente senza nemmeno rendersene conto. Scott, Danny e Allison, invece, ormai se n'erano fatti una ragione, anzi: Danny spesso scoppiava a ridere per le cavolate che Stiles riusciva ad inventarsi pur di cambiare discorso. Proprio come quella volta.

«Okay, Stiles. Parliamone» ritentò Lydia, trattenendo un sospiro stanco.

«Ma ho detto che non vuole!»

«E perché non vuole?»

«Perché non gli piace che si parli di lui. È scontroso.» Gli altri rimasero sbalorditi. Era la prima volta, dopo mesi, che Stiles si lasciava scappare qualcosa di nuovo sul suo ragazzo. Sul suo ragazzo che, molti di loro, avevano cominciato a pensare fosse semplicemente immaginario.

«Quindi è scontroso e tu non vuoi parlarci di lui perché hai paura che...?»

«Ho paura che si arrabbi!» esclamò, guardando tutti loro come se quella fosse una cosa tanto ovvia. Be', per lui lo era.

«Stiles. La cosa non ha senso. Lui non è qui, no? Come fa a sapere che tu stai parlando di lui se non è presente?» domandò Jackson, ormai sull'orlo di una crisi di nervi.

«Sentite. Voi non lo conoscete, okay? Non potete capire. Lui si arrabbia davvero con niente, e poi mi guarda male, mi minaccia e poi mi trascina via, ed è davvero inquietante a volte, e io non voglio che sia inquietante, perché quando è inquietante mi inquieta davvero tanto, mi inquieta l'anima, davvero. Se solo lo conosceste, capireste di cosa sto parlando.» Stiles addentò un pezzo del suo panino e cominciò a masticarlo. «Ma visto che non lo conoscete...» cominciò, parlando a bocca piena.

Ma, prima che potesse finire la frase, fu interrotto da una voce musicale che arrivò da dietro di lui. «... non possiamo saperlo» concluse Isaac per lui.

«Sì, lo sappiamo Stiles, lo dici ogni volta» parlò poi Erica. Entrambi i nuovi arrivati si accomodarono di fianco al loro alfa, Scott, uno alla sua destra e l'altra alla sua sinistra.

«E vuoi deciderti a rispondere a quel telefono?» sbottò Scott. «Quella vibrazione mi sta facendo venire i nervi.»

Stiles alzò gli occhi al cielo, prima di puntarli sullo schermo del suo telefono. Gli altri, speranzosi, continuavano a fissare lui, a fissare Stiles, per vedere chi l'avesse chiamato: era strano che qualcuno lo chiamasse, contando che tutti i suoi amici erano comodamente affollati in quel tavolo e che suo padre chiamava solo la sera tardi.

Ma Stiles non rispose.

Rabbioso, chiuse la chiamata e ripose il cellulare in tasca, continuando a mangiare il suo panino come se nulla fosse.

Jackson cercò di riportare la conversazione al punto iniziale.

«Vuoi almeno dirci come si chiama?»

Stiles rimase a fissarlo un secondo. Poi rispose.

«Derek. Si chiama Derek.»

 

* * *

 

All'uscita da scuola, i ragazzi si trovarono come loro solito a parlottare vicino alla Jeep di Stiles – Jeep che, per la maggior parte di loro, fungeva persino da taxi.

«Ragazzi, ditemi che lo sentite» esclamò Jackson, arrivando praticamente di corsa da loro. Agitato com'era, lasciò sorpresi gli altri lupi, che, preoccupati, aguzzarono il loro udito e si concentrarono sui vari rumori.

Tutti si voltarono verso Scott, chiedendosi cosa dovessero fare. Perché se Jackson aveva solamente sentito il rombo di un'auto sportiva, gli altri avevano accolto anche l'odore di un nuovo licantropo. Un licantropo che, a quanto pareva, aveva un'auto sportiva.

Auto sportiva che, tempo pochi istanti, comparve nel parcheggio e si fermò non molto lontano da loro.

I lupi, pronti all'attacco, si posizionarono davanti agli umani del branco e si misero in posizione di difesa, pronti a proteggere i loro cari, anche a costo della loro stessa vita. E la luce che brillava nei loro occhi lo dimostrava chiaramente.

Stiles all'inizio non comprese cosa fosse tutto quel trambusto. Danny, Lydia e Allison neppure. Ma, quando vide la macchina sportiva, quella Camaro che conosceva così bene, Stiles cominciò a sentire il cuore battere all'impazzata. Nessuno se ne rese conto: lo presero come un segno di paura, e, per un umano, in una situazione del genere era normale avere paura. Ma Stiles li sorprese tutti, tentando di fare un passo avanti.

«Stiles, stai indietro» ringhiò Scott, posizionandosi meglio davanti a lui.

Stiles scosse la testa. «No, ragazzi, non capite. Voi dovete stare indietro.» Nonostante le sue proteste, Scott non lo fece spostare nemmeno di un centimetro, mentre dalla macchina usciva un giovane uomo, quasi completamente vestito in nero, occhiali compresi.

Lydia lanciò un fischio. Danny rimase a bocca aperta.

Era strano vedere bellezze del genere a Beacon Hills. Certo, nessuno si poteva lamentare di Jackson o Scott, anzi; ma, di uomini come quello, potevano tutti affermare che non ne avevano mai visti in vita loro: il suo petto era ampio e ristretto in una T-shirt estremamente attillata, che metteva ben in mostra i suoi muscoli marmorei; le sue gambe, invece, erano fasciate da dei jeans scuri, tendenti al grigio, che gli avvolgevano le cosce quasi al limite della decenza. E non c'era una persona, in tutto il parcheggio, che non si fosse fermata per fissarlo. Ma lui sembrava non prestare attenzione a nessuno in particolare.

Togliendosi gli occhiali, l'uomo si avvicinò a loro, al branco. I suoi occhi verdi fiammeggiarono alla ricerca di qualcosa, qualcosa appostato sopra la spalla di Scott, qualcosa che, allo stesso tempo, cercava di farsi notare e nascondersi.

Scott la prese come una sfida e gonfiò il petto, mentre i suoi occhi si tingevano di un rosso vermiglio.

L'uomo si avvicinò a loro e si fermò proprio davanti a Scott, guardandolo perplesso, con un sopracciglio alzato.

«Stiles, spero tu abbia una spiegazione per tutto questo.»

Tutto il branco si ammutolì. Tutti gli occhi si fissarono su Stiles.

«Lo conosci?» domandò Scott, interrogativo.

Stiles alzò gli occhi al cielo e poi annuì. Fece due passi avanti e si ritrovò davanti all'uomo, guardandolo leggermente arrabbiato.

«Ti avevo detto di non venire!» Stiles incrociò le braccia al petto e sbuffò.

Anche l'uomo fece un passo avanti. «No, tu non hai risposto alle chiamate, è diverso.»

«Ma ero a scuola!»

«Non durante la pausa pranzo.»

«Be', tecnicamente ero a scuola.» L'uomo lo freddò con uno sguardo. «Okay, Derek, forse non avevo voglia di risponderti.» Stiles si imbronciò.

Ogni componente del branco spalancò la bocca. E poi ci fu il boom di domande.

«Lui è Derek? Scherzi?» urlò praticamente Lydia. Le stesse parole uscirono dalla bocca di Erica.

«Stiles?» Questo era Scott, ancora sorpreso dalla situazione.

Altri, invece, come Allison o Danny, rimasero semplicemente a bocca aperta. Jackson era un caso tutto suo: non riusciva ad allontanare gli occhi dalla Camaro brillante da cui Derek era uscito.

«Quindi,» esclamò Derek, senza nemmeno prestare attenzione a quei ragazzi, «mi stai dicendo che non mi hai risposto di proposito?» Nel suo sguardo balenò una furia cieca.

«Tu non saresti dovuto venire! Perché sei venuto? Lo sai che non voglio causare problemi dentro al branco!»

Derek parve spaesato. «Ma tu sei il mio compagno.» Parve persino un po' deluso.

I ragazzi del branco si erano seduti per terra – praticamente tutti, tranne Jackson – e continuavano a guardare quella scena, cercando di capirci qualcosa. E, ancora, Stiles non si accorse di loro, troppo preso com'era a trovare una risposta a quelle parole.

Poche volte Derek si lasciava sfuggire cose del genere. Non che comunque Stiles sentisse il bisogno di sentirselo dire: era solo piacevole. Molto piacevole. Perché quello era più di un “Ti amo”, più di un “Ti amerò per sempre”. Forse era persino più forte di un giuramento di matrimonio. E Stiles non riuscì più a resistere, si fiondò tra le braccia di Derek, che subito furono pronte ad accoglierlo; e i due si lasciarono andare ad un bacio affiatato, un bacio che lasciava ben intendere che a Derek non era sfuggito nemmeno uno degli sguardi dei ragazzi appostati dietro di loro: Derek stava marcando il territorio.

Quando Stiles se ne rese conto, si allontanò subito da lui e lo guardò male.

«Avevi promesso di smetterla.»

Derek si leccò le labbra, provocando a Stiles un leggero tremito. «Non ho resistito» fu la sua semplice risposta. «Hai il loro odore addosso» disse quasi con disgusto.

«Questo perché ho passato l'intera giornata con loro, forse?»

«Non m'importa. Non mi piace.»

Ai ragazzi, Derek sembrava semplicemente un lupetto un po' troppo cresciuto. E forse succedeva così, forse trovare un vero compagno significava anche tornare ad amare come quando si è piccoli: senza pressioni, senza preoccupazioni. Senza delusioni.

«Quando fai così mi viene voglia di mangiarti.»

«Certe cose dovresti tenerle private, Stiles.» Stiles fu percorso da un altro brivido. Succedeva sempre così quando Derek pronunciava il suo nome.

«E bravo Stiles!» Le risate dei ragazzi dietro di loro si fecero sentire forte e chiaro e Stiles si rese conto solo in quell'istante di aver dimenticato chiunque non fosse Derek. Derek, che, davanti a lui, sorrideva con gli occhi. Perché Stiles era appena arrossito. E Derek adorava quando Stiles arrossiva.

«Non vuoi presentarci?» domandò Scott, facendo un passo avanti, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di Derek. Quel ragazzo non gli piaceva.

«Uh... Non credo che sia...» Ma Derek lo interruppe, facendo un passo avanti e mettendosi davanti a lui, come a fargli da scudo. Stiles, però, non sembrava dispiaciuto, anzi. Si avvicinò e si attaccò praticamente alla schiena dell'uomo.

«Tu devi essere Scott» disse Derek, allungando una mano, in un gesto forzatamente gentile. Si vedeva lontano un miglio che non desiderasse fare la sua conoscenza. Ma, a quanto pare, per Stiles questo e altro.

Derek salutò con un cenno del capo tutti gli altri. Lui li conosceva già: Stiles parlava sempre di loro. Questo però evitò di dirlo.

E, una volta finito il giro di presentazioni, Derek notò che tutti gli sguardi della scuola erano puntati su di loro. E ciò non gli piaceva.

Si girò verso Stiles e lo guardò.

«Dai le chiavi del tuo rottame al tuo amico dagli occhi rossi e sbrigati a salire sulla mia macchina.» I suoi occhi brillarono di un'intesa luce scarlatta. «Ora.» Non ammetteva repliche.

Stiles lanciò le chiavi a Scott e li salutò velocemente, seguendo Derek come farebbe un cagnolino col suo padrone.

E, in quel momento, tutto il branco cambiò opinione sul giovane Stiles: no, Derek non poteva decisamente essere un “ragazzo immaginario”.

 

Quando Stiles salì in macchina, Derek gli regalò un secondo bacio; un bacio mozzafiato che lasciò entrambi ansanti e desiderosi di continuare ancora e ancora, fino allo sfinimento. Ma, sfortunatamente, il cellulare di Stiles li ridestò.

Stiles sbloccò il telefono e lesse il messaggio.

«Domani ci dovrai delle spiegazioni.» Era Lydia.

Stiles gemette disperato.

«Portami via con te» disse rivolto a Derek.

«Subito» rispose il lupo.

I due si guardarono e Stiles capì che, forse, Derek non scherzava.

E, forse, a Stiles andava bene così.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: heartbreakerz