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Autore: Kagedumb    24/03/2014    5 recensioni
Svoltò il primo angolo e fece ancora qualche passo, prima di accorgersi di essere in prossimità di un locale particolare, come lo avrebbe definito chiunque. - Un locale per checche -, mormorò lui, mentre accennava un sorriso divertito.
Tommy Joe non avrebbe mai messo piede in un posto come quello, nonostante avesse voglia di cambiare aria.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Vino Veritas
 


Non era propriamente sicuro di cosa stesse per fare, ma credeva che fare un salto ad un locale diverso avrebbe potuto migliorare la serata peggiore della sua vita. Magari avrebbe potuto trovare qualcosa con cui distrarsi, o qualcuno da conoscere.. Ma si ripetè che si sarebbe fatto bastare un bicchiere di Vodka liscia, forse due; non si aspettava granchè.

Che altro gli restava da fare, dopotutto?
Il lavoro l'aveva ormai perso, il capo l'aveva sostanzialmente licenziato, Liz l'aveva scaricato ed aveva litigato persino con i suoi genitori. Aveva deciso così di scappare dal suo nido, per una volta. Per la prima notte della sua vita, a dire il vero.
Come se gli anni stessero retrocedendo in un batter di ciglia, proprio come se fosse ancora un quindicenne spaesato. Era solo, totalmente solo, in una notte di Marzo, tra le strade di Burbank.

Infilò una mano nella tasca dei suoi pantaloni stretti, e tirò fuori un pacchetto di sigarette stropicciato. Parve chiedersi da quanto tempo era lì dentro, ma si limitò ad abbassare lo sguardo e a sfilare una paglia dalle restanti, per portarsela alla bocca e appoggiarsela sulle labbra, come se non assaporasse il fumo da secoli. Era atrocemente stressato e niente avrebbe potuto alleviare i suoi mali.
Con l'altra mano portò l'accendino a sè, appoggiando la fiamma calda e giallastra sul mucchietto di tabacco che fuoriusciva dalla cartina. L'accese e guardò in cielo, un cielo notturno, che sembrava un'infinità oscura costellata da piccole lucine.

Gli bastò un solo tiro per aspirare fin troppo fumo, amaro com'era.


Le sue creepers nere e alte, calciavano una lattina che rotolava veloce sull'asfalto. Sembrava annoiarsi. Non aveva neanche idea di dove si stesse dirigendo, e si affidò al caso, come se sentisse che il destino aveva in serbo qualcosa di sublime, per lui.
Svoltò il primo angolo e fece ancora qualche passo, prima di accorgersi di essere in prossimità di un locale particolare, come lo avrebbe definito chiunque. - Un locale per checche -, mormorò lui, mentre accennava un sorriso divertito.
Tommy Joe non avrebbe mai messo piede in un posto come quello, nonostante avesse voglia di cambiare aria. Era perfettamente etero, a cosa diamine gli sarebbe servito frequentare le checche?


Stava per fare retro-front, quando si accorse che tutti i locali vicini avevano chiuso da un pezzo. Era incredulo. - Ma che ore sono? Possibile che non c'è ne sia uno normale da queste parti? Hanno già chiuso tutti? Non vorrà mica dire che frequentano tutti quella merdaccia.. - Decise di avvicinarsi al Diva's, come per accertarsi che c'avesse visto giusto. - L'unico locale aperto è un locale gay? Scherziamo?
Non osò entrare, ma spiò dalla vetrata tutto quello che stava succedendo all'interno, e all'apparenza non c'era niente di strano, ambiguo, o spaventoso. Il barista sembrava scambiare quattro chiacchiere coi clienti abituali, qualcuno se ne stava a bere in disparte, qualcun'altro cercava nuove amicizie.. E gli sembrò una situazione piuttosto semplice, nonostante lì in mezzo ci fossero solo uomini intenti a flirtrare tra di loro. Con altri uomini, s'intende. - Pazienza. Si può fare, che sarà mai? -, disse tra sè e sè, prima di prendere coraggio ed entrare. Coraggio TJ, un drink, ti sballi, poi ti rimetti in macchina e fitti una camera in un motel vicino. Non è difficile.
Con un passo non proprio sicuro, si avvicinò al bancone e prese posto, accomodandosi su uno sgabello libero. Tutti i presenti lo ignorarono, mentre lui, chissà perchè, pensava lo avrebbero assalito con le domande da checca. Ma nessuno sembrò accorgersi che fosse entrato, e pensò che in fin dei conti era meglio così. Altrimenti, quante cose gli avrebbero chiesto, e a quante sentenze, pensava, avrebbe risposto con un Sono etero amico, sparisci o ti spacco il muso. Era semplicemente pieno di paranoie, e si complimentò con se stesso per aver pensato a tante cazzate in un solo e piccolissimo istante. Non ne aveva motivo.

Appoggiò sul bancone degli spiccioli e guardò il barista, con degli occhi color nocciola che mai erano stati più vuoti e stanchi di allora. Non sapeva nemmeno cosa chiedere, o se volesse davvero ordinare. La confusione nella sua testa era davvero troppa.

- Uh.. Senta, mi riempia di alcol. Qui ci sono i soldi, mi faccia sentire bene.

Il barista lo guardò con incertezza, un'espressione stupita sul volto. TJ faceva sul serio, voleva dimenticare, fuggire dalla sua realtà, rintanarsi nella tristezza di  una sbronza. Non si rendeva conto neanche di cosa avesse appena detto, ma non appena l'uomo di mezza età s'accorse che i soldi erano tanti, e che erano abbastanza per comprare quasi tutto quello che c'era nel locale, non seppe dire di no. - Sì signore. Benvenuto al Diva's. -, aggiunse con un sorriso sul volto, prima di ritirare avidamente i soldi dalle mani del biondino rockettaro e ficcarseli nelle tasche. - Diva's, eh? Diciamo che, insomma, non si capisce mica che è un locale per checche, questo. Non ci avrei mai scommesso -, ironicamente, riuscì a strappare una risata persino al signore, proprio un momento prima che gli servisse un drink, il più carico che avesse mai preparato. - Già, abbiamo avuto fantasia nella scelta del nome, devo dire. Ecco a lei.

Tommy Joe  afferrò pigramente il bicchiere di vetro luccicante e iniziò a bere lentamente. Dopo aver fumato la sua sigaretta, anche il drink aveva un sapore inspiegabilmente amaro e difficile da buttare giù, ma preferì non pensarci.

- Le serate sono sempre così tranquille? -, chiese ad un certo punto. Si guardò in giro: c'era troppo silenzio. Se non fosse stata per la musica di sottofondo, probabilmente sarebbe sembrato un cimitero. E lui che pensava che ogni volta in questo tipo di posti ci fossero delle serate stile Gay Pride! Non ci poteva credere.

- Diciamo di no.

- Allora ho beccato la serata giusta per godermi la tranquillità?

- Non proprio. Non ne sa nulla, eh?
Stasera al Diva's c'è un evento importante, tutti i clienti mantengono l'emozione e le esplosioni di allegria per dopo. Se lei sa cosa intendo.. -, un sorrisetto gli si dipinse sul volto, mentre Tommy Joe fissava l'uomo con fare indagatore.

- Oh, no. Ti prego. Spogliarelli? Stronzate simili? Penso proprio che filerò in stanza tra poco, allora. Grazie per il drink.


Prima che potesse alzarsi, il cinquantenne lo trattenne posandogli una mano sul braccio. - Non è uno spogliarello, se quelli non le piacciono può tranquillamente restare. O forse non è una questione di gusti? - sorrise ancora, in un modo irritante. Ma TJ si trattenne dal rispondergli male, o peggio, dal colpirgli il muso con un destro potente. - Sono etero, sono qui per caso. -, si discolpò. Erano definibili gusti, quelli di essere o non essere gay? Non ne capiva un accidenti. - Gli altri locali erano tutti chiusi ed io dovevo solo bere qualcosa, così mi sono trovato a questo vostro Diva's. Ha qualche problema se una persona normale mette piede qui? Stavo giusto per togliere il disturbo, in effetti.
L'altro non riuscì nemmeno a parlare, che le luci calarono e assieme ad esse la musica di sottofondo. I riflettori si spostarono sul palco al centro del locale, e Tommy Joe si voltò lentamente a guardare. - Cazzo, iniziamo.. -, sussurrò. Il barista incrociò le braccia al petto e in risposta gli lanciò un'occhiatina fulminante. Voleva bruciarlo con lo sguardo. - Non dica così, siamo molto fortunati noi del Diva's, per riuscire ad organizzare questo tipo di serate. Ne andiamo fieri.

Finalmente da dietro le quinte uscì un uomo, più o meno dell'età di TJ. Alto, dai capelli neri, corvini, abiti attillatti, stivali alti, occhi di ghiaccio. Il suo culo era stretto in dei pantaloni di pelle nera che lasciarono tutti senza fiato. L'uomo camminò con decisione fino al centro del palco e impugnò il microfono. Non disse nulla, nè un salve, che piacere, oppure un buonasera a tutti, sono felice di essere qui stasera. Era decisamente il tipo di persona che irritava Tommy Joe: quel tipo era fin troppo sicuro di sè. - Ma chi è?

Non ottenne risposta perchè, il giovane sul palco, col microfono tra le mani sciolse le spalle, si rilassò, e fece partire una base. Jackson. Tommy Joe la riconobbe subito, di Johnny Cash e June Carter, una canzone decisamente old school. Il giovane iniziò a cantare con troppa grinta, azzerando tutte le altre voci, rumori, suoni che fino ad un momento prima rimbombavano caoticamente in tutto il locale.
Camminava sù e giù con l'aria di una regina della scena. Atteggiamenti decisamente gay, che TJ non aveva mai visto da nessun'altra parte. Le braccia muscolose che si agitavano per aria, stonavano di gran lunga con tutto quel fare effemminato che non gli andò a genio. Spalancò gli occhi, incredulo.
Ma oh, quella voce.
Era sicuro di non aver mai ascoltato niente di più potente, vero, meraviglioso. Calda come le fiamme dell'inferno, capace di toccarti il cuore e bruciartelo in un millesimo di secondo. Una voce sexy, provocante, come una lingua che corre sul solco della schiena. Delicata sulle prime note, gentile, prima di esplodere in una serie di acuti alti e seducenti. Quel timbro gli stava implodendo nel cervello. Non riusciva più a sottrarsi a tutto ciò, e se un momento prima avrebbe voluto andare via, adesso si sarebbe venduto gli organi per restare ad ascoltare almeno tutta la canzone. E perchè no, anche qualche altro pezzo.
Quella voce lo accendeva, gli dava speranza, lo colorava. E forse era solo l'alcol che aveva ormai in corpo, ma si sentì  incredibilmente attratto da quell'uomo. Era di una bellezza indiscutibile, sicuramente almeno quanto la sua voce. Il calore saliva e scendeva nel corpo di lui, in ogni parte. Una scarica di rock 'n roll che gli aveva infuocato un'intera serata. E i movimenti del moro, sul palco, erano qualcosa di indescrivibile. Un chiaro invito a scatenarsi, un palese invito a lasciarsi andare a quello che sarebbe successo da lì a poco.

Poi finì. Finì Jackson. Finì lo spettacolo. Ma non finì l'eccitazione del biondo. Tutti i presenti regalarono al cantante un applauso scrosciante, infinito. In parecchio si erano alzati in piedi ed esultavano come se la loro squadra di calcio preferita avesse segnato il goal decisivo. I più giovani ululavano il proprio entusiasmo con fischi e complimenti sconci. Tutto quel fare egocentrico, allora, non aveva acceso solo l'animo di Tommy Joe.
Incapace di riprendersi, restò seduto a guardare da lontano quella puttana, che ora s'inchinava per acciuffare ogni complimento e ringraziare chiunque gli capitasse. Ci volle un secondo per farlo saltare giù dal palco ed incrociare gli occhi nocciola e profondi del biondino al bancone.

Tommy era sbiancato per un secondo, prima di diventare rosso come un peperone. In quegli istanti s'era cercato di convincere di non aver provato attrazione per quel tipo neanche un secondo, ma.. in vino veritas. Buffo, l'alcol gli mostrò le cose con maggiore chiarezza, e nonostante avesse lo sguardo basso, fisso sul suo drink, sentì che il bel cantante si stava a poco a poco avvicinando.


- Bravo, bravo Adam Lambert! Ci voleva proprio una serata del genere! Sei stato grandioso! Forza tesoro, bevi, offre la casa! -, il barista sembrava il più entusiasta in assoluto, o almeno era quello più bravo ad esternarlo, in assoluto. Adam Lambert? Tommy incise nella sua mente questo nome, nonostante la sbronza, la confusione, le cento cose di cui cercava di convincersi.. Sapeva che si sarebbe ricordato l'esistenza di questo tipo, fino alla fine dei suoi giorni.

- Grazie, grazie. Ma non è stato niente di particolare, in realtà avrei potuto fare di meglio.. Grazie per l'accoglienza comunque, molto gentili.

I suoi occhi azzurri, fantastici, si posarono sul biondino che gli sedeva affianco. Gli scappò un sorriso, prima di rivolgergli la parola.

- E tu? Nuovo da queste parti?

Tommy non capì nemmeno se ce l'avesse con lui o con qualcun'altro, ma quando finalmente alzò il capo dal bancone, realizzò che il cantante voleva intrattenere una chiacchierata proprio con lui. Ne incrociò nuovamente gli occhi, e ancora, una sensazione di calore divampò nel suo corpo.

- Sì. Non sono posti per me -, mormorò. Si fermò a fissarne le labbra, mentre lo colpiva una forte emicrania a cui però non volle badare, per un istante. Quelle labbra così belle, carnose, che ora si schiudevano lentamente per pronunciare qualcosa, gli stavano dando alla testa. L'avevano catturato, sin da quando erano lontane da lui. Ed ora, così vicine, lo facevano sentire dannatamente eccitato. I pensieri più sconci gli saltarono alla testa in un batter d'occhio. Sentiva il fascino di Adam tutto addosso: il suo profumo si era improvvisamente andato ad incastrare in tutto il locale.
Gli sorrise. Un sorriso che Tommy trovò bello quanto l'idea di farselo succhiare per tutta la notte da lui, da quello sconosciuto, con la voce di un dio e l'atteggiamento di una puttana. Fanculo la repressione che aveva forzato su se stesso fino a quel momento, ora non gli importava più niente.

Schiuse le labbra proprio come stava facendo il moro, e lo baciò.


 
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N.d.A

Salve ragazzi, dopo tanto tempo sono tornato in questa sezione e su EFP in generale.. Che bello, mi siete mancati tutti!
Ho passato un periodo bruttissimo, pieno di problemi, complicazioni, litigi e discussioni varie.. Ma sono vivo, yeee. Sono successe tantissime cose per me, da novembre circa. Avevo interrotto con le fanfiction, non ne volevo sapere più niente.. Ma poi mi sono reso conto che questo sito, assieme a tutti i fans di Adam (e Tommy) è la mia famiglia, e che non avrei potuto abbandonarvi mai del tutto! Scusate se sono sparito.

Mi ripresento dopo una linghissima assenza (che spero perdonerete), ma ovviamente non sono tornato a mani vuote! Ho scritto questa OneShot praticamente in una qualsiasi notte insonne, ero parecchio su di giri e avevo bisogno di distrarmi. Conclusione? Ne è uscito fuori questa schifezzuola! Spero non sia niente di troppo scontato, banale o ripetitivo, e spero davvero che vi piaccia.

p.s. ho lasciato la mia ragazza, quella che aveva qualcosina che assomigliava aTJ :<..

 

Come al solito, se la FF vi è piaciuta lasciate una recensione. Vi adoro tutti.

  
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