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Autore: candiess    25/03/2014    0 recensioni
Mi chiamo Elizabeth, ma tutti mi chiamano Lizzie fin da quando ero bambina. Sono un'inguaribile romantica. Innamorata dell'amore, come mi definiscono spesso. Probabilmente alcuni pensano che sia soltanto una stupida ragazzina ingenua e sognatrice, ma credo in quello che dico. Sono profondamente convinta che ognuno abbia un'anima gemella da qualche parte nel mondo e io sento di aver trovato la mia. Si chiama Leo e ci conosciamo fin da quando eravamo bambini. Siamo sempre stati migliori amici,
finché da un bacio dato per scherzo è iniziata la nostra bellissima storia d'amore. Amo la mia vita, ma tutto sta per cambiare...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Universitario
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BEHIND BLUE EYES
PROLOGO
Amóre s. m. [lat. amor -ōris, affine ad amare]
1.Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.
2.Sentimento che attrae e unisce due persone.
Possono queste parole così gelide descrivere un sentimento così profondo?
***
Mi chiamo Elizabeth, ma tutti mi chiamano Lizzie fin da quando ero bambina. Sono un'inguaribile romantica. Innamorata dell'amore, come mi definiscono spesso. Probabilmente alcuni pensano che sia soltanto una stupida ragazzina ingenua e sognatrice, ma credo in quello che dico. Sono profondamente convinta che ognuno abbia un'anima gemella da qualche parte nel mondo e io sento di aver trovato la mia. Si chiama Leo e ci conosciamo fin da quando eravamo bambini. Siamo sempre stati migliori amici, finché da un bacio dato per scherzo è iniziata la nostra bellissima storia d'amore. Mi sentivo come se stessi vivendo un sogno, la mia vita era fantastica. Tutt'a un tratto, però, il mondo perfetto che mi ero costruita attorno è crollato. I miei genitori hanno divorziato, mia madre è voluta tornare in Italia dalla sua famiglia e io mi sono trovata davanti a una scelta che nessuno vorrebbe affrontare: sarebbe meglio restare con mio padre, nella città in cui sono nata, dove vivono tutti i miei amici e il mio ragazzo, o seguire mia madre in una città che non conosco, con persone che non conosco? Infine non ho potuto fare a meno di vivere con mia madre, dopotutto non sono ancora pronta a lasciarla andare. Lei è il mio sostegno, il mio punto di riferimento. Da molti anni trascorriamo le nostre vacanze in Italia e penso che sia un bellissimo Paese, ma non mi piace viverci, mi sento un estranea. È come se la mia vita si fosse fermata, non riesco ad abituarmi alla mia nuova casa. Il giorno del mio diciottesimo compleanno ho deciso di fare le valigie e tornare a Oxford, la mia vera casa.
***
19 giugno
Mi sveglio sentendo la voce dell'hostess che comunica l'imminente atterraggio. Guardo l'orologio, sono le sei del mattino. Sono esausta, ma l'idea di essere vicina a casa mi riempie di allegria. Dopo alcuni minuti, la stessa voce di prima ci dice che possiamo togliere le cinture e che le porte saranno a breve aperte. Non riesco a stare un attimo ferma, sento l'adrenalina circolare nel mio corpo. Prendo i bagagli e mi affretto a uscire, facendo un respiro profondo.
"Mmh aria di casa!"
Fuori è una bella giornata, stranamente. Fa quasi caldo.
Raggiungo la sala degli arrivi e mi guardo in torno, cercando mio padre.
E' un uomo alto e molto attraente, nonostante la sua età.
Eccolo!
E' seduto insieme a Celeste, la sua compagna, e Candice, la mia migliore amica. Gli corro incontro, lui mi nota e viene verso di me, mi solleva e mi fa volteggiare mentre mi stampa un rumoroso bacio sulla guancia.
"Buon compleanno, tesoro"
"Mi sei mancato papà"
Entrambi scoppiamo a piangere e restiamo abbracciati per alcuni secondi. Non appena ci separiamo, la mia amica mi si fionda addosso e quasi mi stritola tra le sue braccia.
"Auguriii!! Questa sera si festeggiaa!"
"In questo momento voglio soltanto un letto, non chiudo occhio da due giorni e una lunga
dormita è tutto ciò di cui ho bisogno."
Mi giro e abbraccio Celeste.
"Buon compleanno, cara."
"Grazie Celeste, stai benissimo!"
"Oh, come sei carina, grazie mille."
Mi rivolge un sorriso affettuoso e prende la borsa, che faccio fatica a sostenere. Sono davvero stanca. Celeste è molto simpatica e so che mio padre è davvero felice con lei. Penso proprio che siano una coppia perfetta: ogni loro piccolo gesto, ogni sguardo sembra esprimere l'amore che provano l'una per l'altro. Mio padre prende le valigie, afferra con dolcezza la mano di Celeste e ci dirigiamo verso l'auto. Sembrano due ragazzini. Guardandoli realizzo quanto mi siano mancati e mi rendo conto che non sarò più costretta a lasciarli.
"Come è andato il viaggio?"
"Bene, grazie."
"Ancora non riesco a credere che resti qui! Ci sei mancata tantissimo!"
"Anche voi mi siete mancati da morire"
Candice mi prende la mano e la stringe leggermente.
"Adesso dobbiamo assolutamente recuperare il tempo perso... e potremmo cominciare subito! Sarà perfetto sta sera, è già tutto pronto!"
Dice con occhi sognanti. "Devo soltanto passare a prendere i vestiti in lavanderia e ritirare le nostre maschere super sexy."
Mi strizza l'occhio con sguardo malizioso.
"Quali vestiti? Quali maschere? Di cosa stai parlando?"
"Ah, ho dimenticato di dirti che ho organizzato una bellissima festa in maschera in un locale
poco distante da qua. Alle undici."
"Che cosa hai combinato C?"
"Beh, non mi guardare in quel modo. Non potevo lasciarti passare la serata più importante della tua vita davanti ad uno stupido film strappalacrime! E' il tuo diciottesimo compleanno!Dobbiamo festeggiare con una festa degna di questonome."
"Oh mio Dio Candice! Sei sempre la solita! Non ti si può lasciare un attimo da sola!"
"Oohw sapevo che ne saresti stata felice!Adesso scappo, ci vediamo alle otto a casa mia. Non tardare, dobbiamo essere bellissime!"
Nel frattempo siamo arrivate al parcheggio, Candice mi abbraccia un ultima volta con il suo solito sorriso raggiante e si incammina verso la sua macchina. Mio padre sta caricando i bagagli e dopo alcuni minuti siamo pronti per partire. Nel traggitto mi perdo ad ammirare il panorama che scorre dietro finestrini. E' così familiare, che bello essere a casa!
***
Appena arrivata corro in camera, al piano di sopra. Tutto è perfettamente in ordine e delle rose fresche profumano la stanza. Getto la pesante valigia sul letto e la apro per a disfarla. Per prima cosa, devo tirare fuori tutti i miei libri e ordinarli nella libreria di fronte il letto. Poi ripongo i vestiti nella cabina e sistemo i vari prodotti nel mio bagno. Adesso merito un po' di riposo. Il viaggio è stato lungo e ho propro voglia di fare un lungo bagno caldo, mi aiuterà a rilassarmi. Riempio la vasca e verso un po' di bagnoschiuma alla vaniglia, il mio preferito. Mi immergo nell'acqua bollente e chiudo gli occhi inebriata dalla senzazione. È passata mezz'ora. Potrei rimanerci tutto il giorno, è così rilassante, ma l'acqua sta iniziando a raffreddarsi e sono costretta ad asciugarmi. Prendo l'accappatoio morbido e spugnoso appoggiato al gancio, lo inodsso e vado in camera per vestirmi. Credo che sceglierò un vestito a fiori e delle ballerine. Adesso in cucina a fare colazione, ho una fame da lupi!
Mio padre e Celeste sono seduti al tavolo e discutono di un viaggio di lavoro che mio padre farà tra qualche settimana. Si impegna molto nel suo lavoro e spesso partecipa a dei congressi in giro per il mondo. E' un medico e ne è molto fiero. Prendo la caraffa con il caffè, ne verso la rimanenza in una tazza e mi siedo insieme a loro.
"Che bel vestito! Stai andando da qualche parte?"
Chiede Celeste con la sua voce dolce.
"Pensavo di fare una passeggiata, è una bella giornata."
"Hai propio ragione, sarebbe un peccato non uscire."
"Cos'è quel sorrisino, andrai per caso da Leo?"
"Non c'è nessun sorrisino papà e poi non so se vado a casa sua."
Gli faccio la linguaccia.
"Sappiamo tutti che non vedi l'ora di correre da lui, la mamma mi ha detto che non fai altro che parlare di questo da giorni"
"Papà!"
Divento tutta rossa e non riesco a evitare di ridere. Dovrei dire a mia madre di smettere di dire queste cose in giro, lo fa sempre. Da quando i miei hanno divorziato, non hanno mai smesso di sentirsi, sono rimasti in buoni rapporti. Come vecchi amici. Sul tavolo c'è una torta alla frutta che ha un aspetto proprio delizioso, ne assaggerò un pezzettino.
"L'ho fatta ieri sera apposta per te, è la tua preferita, dico bene?"
"Proprio così. E' buonissima!"
Finita la torta mi alzo e vado di sopra.
"Prendo la borsa e vado"
"Va bene, non fare tardi"
Guardo l'orologio, sono le undici.
"Torno per pranzo, a dopo"
"A dopo, tesoro"
Apro la porta ed esco. Non vedo l'ora di riabbracciare Leo, sono esattamente due mesi e quattro giorni che non ci vediamo. Lui non ha idea che io sia qua, gli ho detto che sarei arrivata la settimana prossima per fargli una sorpresa. Sono felice, ma allo stesso tempo molto nervosa. Senza accorgermene cammino velocemente e in un batter d'occhio mi ritrovo sotto casa sua. La macchina è parcheggiata al solito posto, quindi è sicuro che sia in casa. Cerco le chiavi di riserva sotto un vaso di margherite bianche accanto alla porta, le stesse che prendevamo sempre quando uscivamo di nascosto. Una volta Danielle, sua madre, ci ha scoperti mentre rientravamo da una festa. Era davvero tardi quel giorno e ricordo di essere diventata tutta rossa dall'imbarazzo, ma non appena Leo ha incrociato il mio sguardo siamo scoppiati entrambi a ridere. Che stupidi! Al ricordo sorrido, è indescrivibile quanto mi manchino i momenti come questo. Per un secondo credo che le chiavi non siano più li, ma poi... Trovate! Le inserisco nella serratura e giro il pomello attenta a non farmi sentire da nessuno. Entro e vado dritta nella sua stanza. La porta è aperta e lui è così concentrato che non si accorge della mia presenza. Poggio le mie mani sui suoi occhi e lui sobbalza dalla sorpresa.
"Jenny! Mi hai spaventato!"
Ride, mi prende le mani e le bacia, ma senza girarsi. Io, attonita, non so cosa dire e resto zitta. Lui si gira e sembra sconvolto. Quasi quanto me.
"Oh mio Dio. Che cosa ci fai qui?"
Nel frattempo entra in camera una ragazza.
"Amore cos... Chi è questa?"
La ragazza fa scivolare lo sguardo tra me e lui, con le braccia incrociate sul petto. Indossa una maglietta di Leo, lo so bene perchè è la mia preferita. In lacrime scappo via e inizio a correre più veloce che posso. Uscendo sbatto la porta, ma la sento riaprirsi pochi secondi dopo. Mi sento afferrare il braccio e quando sto per cadere due braccia forti mi sorreggono e mi avvolgono.
"Non scappare, aspetta."
"Lasciami andare."
Provo a liberarmi da quell'abbraccio soffocante, ma lui stringe di più la presa.
"Non andare."
"Mi stai facendo male. Lasciami."
"Perchè non mi hai detto che tornavi oggi?"
"Ti volevo soltanto fare una sorpresa, ma vedo che sei riuscito a rimpiazzarmi senza problemi. Sei uno stronzo!"
"Smettila. Mi sentivo solo. E' tutta colpa tua! Mi hai lasciato solo, cosa ti aspettavi? Un uomo ha delle esigenze dopotutto."
"Tu non sei un uomo, sei solo uno stupido ragazzino!"
Gli do un calcio in mezzo alle gambe con tutta la forza che ho e lui cade e si rannicchia
cominciando ad urlare.
"Mi fai schifo."
Con queste ultime parole ricomincio a correre. Non so cosa fare, non posso tornare a casa in
questo stato. Casa di Candice è a un paio di chilometri da qui, posso andare e parlarne con lei. Dopo una decina di minuti sono arrivata, ho il fiatone e non ho smesso neanche per un secondo di singhiozzare. Suono alla porta e lei viene ad aprirmi.
"Ehi, Liz, cosa è successo?"
Mi chiede subito preoccupata, abbracciandomi. Quasi non riesco a parlare, la mia voce è rotta dal pianto, ma mi faccio forza e cerco di spiegarle cosa è successo.
"L-eo... sono and-ata da l-ui e...u-na ra-ga-z-za er-a li."
"Oh mio Dio. Vieni, entriamo."
Le mie parole si alternano ai singhiozzi. Trattengo il respiro e chiudo gli occhi cercando di
smettere di versare queste lacrime inutili, sono una stupida.
"Piangi, non trattenerti. Sono qui."
"I-io...n-on ce la fac-cio."
"Shh, va tutto bene."
Sono stesa sul divano con la testa sulle sue gambe, lei mi accarezza i capelli per calmarmi e mi bacia affettuosamente la fronte. Parliamo per qualche ora e, poi, ci addormentiamo abbracciate, io con la speranza che al mio risveglio torni tutto come prima.



Ciao a tutte, ragazze! Questo è l'inizio della mia prima fanfiction. In realtà siamo in due a scriverla, quindi per prima cosa vorrei ringraziare J, che ha delle idee fantastiche ;) Spero vi piaccia la nostra storia e che amerete i personaggi quanto noi ❤ Grazie alle ragazze che aggiungeranno tra i prerferiti, seguiti, da ricordare e anche alle semplici lettrici silenziose C: Recensite in tanteee :D 
  
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