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Autore: loverdreamer_mj    25/03/2014    6 recensioni
- Possibile che tu non te ne accorga? - disse Rachel, e le prese le mani. -Guardami, ti prego ... Guardami. -
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Rachel/Santana
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

ISTERIA

 

 Sorseggiava la sua bevanda calda, avvolta in un larga felpa grigia, mentre osservava la pioggia cadere. Il vetro della finestra si appannava sempre di più a causa dell’umidità e quel “non vedere” il mondo al di fuori della finestra rispecchiava esattamente quello che Santana aveva dentro di sé: la paura, l’incertezza, un conseguente senso di abbandono.  Era sola nella sua stanza, lei e tutti i ricordi che non la lasciavano stare. Avrebbe voluto urlare, rompere ogni ricordo materiale che aveva sulla mensola, appeso al muro, sulla scrivania che le ricordava quei tempi, tutto quello che era e che in quel momento non era più.


Era così assurdo pensare di ricominciare?

Erano passati ormai mesi dalla rottura con Brittany, non aveva più senso pensarla, eppure la ritrovava in ogni cosa, in ogni secondo. Le era difficile pensare di fare persino cose banali, come andare a correre o uscire con gli amici. Lei viveva in funzione di quel ricordo e non si stava accorgendo che la stava consumando, quel fatidico errore la stava uccidendo. -Come ho potuto … -   ripeteva a bassa voce bevendo il suo caffè, assaporando ogni parola amara che pronunciava. A quel punto si illuminò la schermata del cellulare.

Era una chiamata.

Non una qualsiasi.

 

Era Quinn.

 

Indugiò a rispondere. Avrebbe voluto fermarsi ancora a pensare a tutti gli errori che aveva commesso in passato prima di provare a fare qualcosa di alternativo, come rispondere a quella chiamata. Avrebbe voluto che in quel momento qualcuno le dicesse: Santana, non puoi proseguire. Marcisci qui, con i tuoi ricordi.

Ma alla fine per non litigare con Quinn, per non peggiorare ulteriormente la sua situazione, rispose.

 

-Quinn- disse, pensando di pronunciare il nome della ragazza con chiarezza. In realtà quello che ne uscì fu un filo di voce, quasi impercettibile.

-Non dirmi che stai bevendo l’ennesimo litro di caffè. Avanti, cerca consolazione nella tua migliore amica e non in una stupida tazza di caffè. -

Santana sorrise. Quinn la conosceva meglio di chiunque altro. Anche se non era fisicamente con lei, era come se sapesse ogni movimento che faceva, ogni pensiero che le passava per la testa.

-Troppo tardi - disse Santana, e rise all’improvviso.

-Ridi. Oh, Dio mio, Santana Lopez sta ridendo. L’ultima volta che ti ho sentita ridere risale a millenni fa,  è un miracolo. Scherzi a parte, Santana … Io sono preoccupata. -

Il sorriso di Santana mutò in un’espressione seria e quasi spaventata. Amava che si parlasse di lei a scuola, ma odiava quando qualcuno si accorgeva che qualcosa in lei non andava.

- Quinn - , disse. - Se ho passato io l’esame, ce la puoi fare benissimo anche tu. Per qualsiasi cosa, sempre nei limiti della mia bravura, chiedi p … -

- Non fare finta di non capire - la interruppe bruscamente la bionda. - E’ da un po’ di tempo che non vieni al Glee Club, Mr. Schuester è preoccupato e mi ha chiesto di te. Non riesco mai a dargli una risposta soddisfacente, neanche io so più cosa ti sta succedendo Santana. Nessuno lo sa - . Quel “nessuno lo sa” suscitò ancora più solitudine nel cuore di Santana. Da una parte, però, quel sentimento le piaceva: non voleva essere aiutata e ascoltata. Le piaceva quel senso di abbandono.

- Quinn … Ti richiamo più tardi. - E riattaccò. Non ebbe modo di riflettere su quello che stava accadendo, fu come se qualcuno avesse pronunciato quelle parole al posto suo, come se qualcuno volesse lasciarla libera di stare male e così fu. All’improvviso le lacrime iniziarono a scendere e le rigarono il volto, gli occhi si fissarono su un punto vuoto,  il trucco nero si sbavò e le labbra cercarono di trattenere l’Urlo, tremando. Per quanto volesse stare sola inevitabilmente le faceva male e in quel momento non avrebbe negato neanche per un istante che le serviva un aiuto disperato. Fu inevitabile: scoppiò in un pianto liberatorio che si teneva dentro da troppo tempo, le labbra lasciarono passare quell’Urlo che non poteva più stare nel corpo della ragazza.

Non era più in lei.

Sapeva che stava facendo star male molte persone tra cui Quinn, sapeva inoltre che stava rinunciando a tutti i suoi sogni, ancor di più alla sua vita. Il suo completo panico la portò a strappare tutte le foto di lei e Brittany che si trovavano ancora appese al muro e lasciò cadere i resti sul pavimento. Non si rendeva conto di quello che stava facendo, sapeva solo che doveva farlo per sopravvivere a quel momento, in attesa della calma.

Trovò sulla scrivania, nascosta tra i libri, la catenina che le aveva regalato Brittany in segno del suo amore. Le vennero in mente le parole che le aveva detto al ballo dell’anno prima: Un giorno sostituirò questa catenina con un anello. Quell’anello sarà tutto quello che saremo.

Quell’anello non era mai stato indossato da nessuno, non era mai esistito. E se era davvero come diceva Brittany, la meraviglia dagli occhi color ghiaccio, allora Santana non era davvero più nulla. Era un essere che doveva cercare di sopravvivere solamente per vedere le sue grandi aspettative sparire, andare a pezzi, come delle vecchie foto strappate dalla furia di pochi attimi, per poi posarsi sul suolo e lasciare spazio al silenzio.

Il silenzio. Santana aveva solo bisogno di quello.

Si posò dolcemente sul letto disfatto, pareva un guerriero sfinito dalla battaglia. Si sdraiò, strinse il cuscino a sé, chiuse gli occhi e … silenzio. Si addormentò, in tutta la sua bellezza, con l’espressione serena di un neonato che ha smesso di piangere.

 

 

 

 

 

 

-SANTANA!- gridò Quinn, e nel suo grido già si capiva tutto quello che le doveva dire, tutta la rabbia che doveva sfogare. Correva come una forsennata verso di lei. - Santana, adesso non mi scappi!-

Santana era seduta a mensa. Indossava la divisa da cheerleader e aveva i capelli raccolti nella sua classica, alta coda. Benché fosse la bellissima ragazza di sempre, era sola, con lo sguardo perso nel vuoto. Soprattutto non aveva il vassoio davanti a sé.

Quinn afferrò bruscamente una sedia del tavolo a fianco e si sedette accanto alla  mora.

-Non mangi? Non parli? Non ascolti? Diamine Santana, sembri una bambina. Il mondo non sta facendo caso al tuo improvviso cambiamento, oppure il massimo che succede è Jacob che vuole assolutamente intervistarti? Quinn Fabray non si lascia sfuggire nulla. Soprattutto se riguarda la sua migliore amica.

-Beh- esclamò Santana – adeguati al mondo.-

- Io non sono il mondo, io non sono gli altri, io sono la tua migliore amica. Ed essere trattata così sappi che non mi piace per niente.-

Santana tolse lo sguardo incantato e si volse verso Quinn. Dalla sua espressione poteva chiaramente vedere tutta la sua preoccupazione, tutta la sua rabbia. Poteva vedere tutto quello che le stava causando.

- Santana, Santana ascoltami. Non parlare se vuoi ma ti prego ascoltami. Non sopporto vederti così, è più forte di me. E’ da tempo che non riconosco più Miss Lopez, una delle più belle ragazze della scuola, la mia forza. Esatto, la mia forza, perché è questo che sei per me. Se non sei più tu mi manca la forza per andare avanti. Non sei forte tu, non sono forte io. Dio mio, come posso minimamente pensare di ignorarti? Sarei una vera amica? Santana non è questo che vuoi, non vuoi essere lasciata sola.

Ci fu qualche secondo di pausa, secondi che sembravano interminabili per entrambe. Quinn, dopo aver pronunciato quelle parole, iniziò a piangere silenziosamente fissando Santana. Santana fissava Quinn negli occhi come per chiederle scusa per tutto quello che stava succedendo e aveva una forte voglia di abbracciarla, ma non lo fece per il suo solito orgoglio. In quegli istanti era come se si stessero dicendo tutto, il silenzio stava comunicando tutto.

-Io … Ti voglio bene.- singhiozzò Quinn – ti voglio bene e basta. Questo è tutto ciò che mi tiene in piedi quando ho paura di cadere. La nostra amicizia, Santana. Vedere la cosa più bella della mia vita in questo stato mi sta uccidendo. Rifletti non tanto per me, ma per te. Cerca di capire dove ti sta portando tutto questo malessere. Dove vuoi andare a finire?

Si alzò e si avviò all’uscita. Santana continuava a fissarla vedendola allontanarsi sempre di più. Dove voleva andare a finire? Santana non voleva saperlo, però sapeva che se non avesse fatto qualcosa al più presto, molte cose sarebbero andate perdute. Quinn, il suo futuro, tutto.

Fu in quell’attimo che qualcosa in lei si accese.

E non era furia.

  
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