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Autore: FlyLoveBelieve    25/03/2014    1 recensioni
“Il segreto di questo mestiere sono i rapporti, i rapporti personali”.
Genere: Fluff, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PALLAVOLISTA FILOSOFO
 
Non fece in tempo a varcare la soglia che una scarica di adrenalina le percorse il corpo da capo a piedi, lasciandole la pelle d’oca..era dentro, di nuovo, ogni volta come fosse la prima. Ragazzi e ragazze di ogni età che si chiamavano, si salutavano, facevano pronostici sulla partita, vagheggiavano sulla bellezza dei loro giocatori preferiti, fantasticavano su incontri tanto romantici quanto improbabili, immaginavano già il momento della vittoria. Non sapeva resistere a tanta felicità, era più forte di lei, dovunque si girasse leggeva negli occhi di tutti ansia, trepidazione, gioia, felicità pura. Le rivennero in mente, come ogni volta che entrava in quello che per lei era un tempio, i mille ricordi e le mille emozioni che la pallavolo le aveva regalato e che continuava a farle provare da dodici anni a questa parte..non avrebbe mai scordato la sua prima vera partita, la sua prima medaglia, la prima coppa vinta di squadra, le tante amicizie che si era creata grazie a questo sport che unisce tutti, grandi e piccoli..per questo sarebbe stata per sempre grata alla pallavolo che tanto le aveva insegnato, sia da un punto di vista tecnico che caratteriale..palestra per il corpo, palestra di vita..

Era elettrizzata, quella sera si sarebbe disputata l’ultima partita di regular season che avrebbe definito la classifica per i play-off, uno scontro epocale tra quelle che riteneva essere le due squadre più forti in Italia: la Lube BdM Macerata e la Copra Elior Piacenza. Il suo cuore era da sempre stato biancorosso, da buona marchigiana che era..peccato che il bianco e il rosso fossero anche i colori del club emiliano..coincidenze? Non ci aveva mai creduto.. In entrambe le squadre vi erano i suoi idoli, i giocatori che la ispiravano e la stimolavano, i suoi miti..Jiri, Ivan, Marko, Luciano, Alessandro, Robertlandy…Luca.

Quel ragazzo in particolare la attirava da morire…non sapeva spiegare cosa ci fosse in lui, forse quel suo essere sempre silenzioso e riservato, o forse la dolcezza del suo sorriso da 23enne, o quello sguardo timido di chi a volte non si capacita di essere ormai un campione e un modello per molti ragazzi, o la sua intelligenza viva e brillante, o il suo essere sempre educato e cortese, responsabile e sicuro di sé, ma non per questo arrogante o presuntuoso. Sebbene fosse giovane non aveva un profilo twitter, ed aveva osato dichiarare che leggere un libro gli procurava più piacere di disputare una partita di pallavolo, perché aveva da sempre sottolineato l’importanza di avere un piccolo spazio per se stesso, per poter coltivare le sue passioni e i suoi interessi.  Insomma, non aveva nessuno degli ingredienti classici che facevano di uno sportivo un personaggio, eppure in pochissimo tempo era diventato un simbolo della pallavolo italiana. Questo suo modo di presentarsi aveva fatto sì che piacesse non solo ai ragazzini ma anche alle mamme e ai papà, che si trovavano di fronte un esempio vivente di quanto i genitori sostengono sempre: lo sport non deve mai lasciare in secondo piano lo studio e la cultura. Con le sue parole non smetteva mai di stupire, far riflettere e insegnare qualcosa di nuovo, senza però avere nessuna pretesa o richiesta in cambio. Ma tutti questi lati del suo carattere lasciavano il posto ad un leone ogni volta che scendeva in campo..la concentrazione saliva alle stelle, la si avvertiva da come si mordeva le labbra o dallo sguardo rapido e veloce, pronto a cogliere ogni sfumatura del gioco. Nei momenti difficili si faceva carico della squadra, sebbene fosse il più giovane, ed aveva coraggio e talento da vendere…

Fu una partita memorabile, una delle più belle serate della sua vita, che si concluse con la vittoria della sua amata Lube. Ma quella fu anche la sera in cui riuscì a realizzare un suo grandissimo sogno, quello di poter trascorrere qualche minuto con Luca. Era da una settimana che si preparava a quel momento, da quando i suoi le avevano permesso di  andare al Fontescodella con una sua carissima amica..aveva pensato a mille modi per rivolgergli la parola..avrebbe voluto raccontargli della scuola, dell’ansia per la maturità, delle paure e delle incertezze che la tormentavano, della poca autostima che aveva di se stessa e della sua fragilità. Avrebbe voluto dirgli che ammirava il suo talento, che adorava il fatto che in lui si conciliassero perfettamente gli ideali di sport e amore per la cultura e che era orgogliosa della splendida persona che era. Avrebbe voluto dirgli che era un campione spettacolare e che doveva essere fiero di sé e del suo percorso, che spesso le era stato di aiuto nei momenti difficili e che il suo esempio l’aveva aiutata a crescere, sebbene avesse ancora molta strada da fare. Avrebbe voluto dirgli che aveva un sorriso mozzafiato e che avrebbe dovuto sorridere per sempre.
Avrebbe voluto dirgli che lo amava alla follia, che gli voleva bene, che era la sua ispirazione, che la aiutava a credere nei suoi sogni e che per lei era la prova tangibile di come si possano compiere grandi cose se si ha voglia e forza di volontà.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, forse troppe, e quando se lo ritrovò davanti all’uscita degli spogliatoi, con i capelli umidi dalla doccia e un sorriso appena accennato in viso, il suo cervello si fuse e non fece altro che rimanere impalata ad osservarlo per poterne studiare ogni particolare e ricordarselo quando tutto ciò sarebbe finito…la dolcezza con cui accoglieva tra le sue braccia chi gli chiedeva un abbraccio, la disponibilità con cui si concedeva per le foto, la pazienza con cui aspettò fino a che tutti non ebbero avuto modo di poterlo salutare la incantarono. Poi si diresse verso di lei, e fu in quel momento che il suo cervello ripartì ed ebbe il coraggio di chiedere con un filo di voce:

“Luca posso..”

Non le diede nemmeno tempo di finire la domanda che allargò le braccia con un sorriso e disse:

“Certo, ti aspettavo!”

Non se lo fece ripetere due volte, e dopo appena dieci secondi si ritrovò circondata dalle sue braccia forti e sicure, con le sue mani grandi e calde strette intorno alla schiena. In quel momento, protetta da quell’abbraccio, si sentì per la prima volta al sicuro, come se avesse tutto ciò di cui aveva bisogno, e non fermò neppure le lacrime calde che cominciarono a scenderle lungo le guancie bagnando il giubbetto di Luca.
Era felice, in pace con se stessa e con il mondo.

Quando si dovette allontanare da quella stretta ed alzò lo sguardo, incontrò il viso dolce di Luca che le sorrideva..fu allora che sul suo viso comparve un sorriso che la illuminò e in quel momento non ci fu bisogno di parlare perché i suoi occhi dicevano tutto ciò che non riusciva a dire con le parole. L’unica parola che le uscì dalle labbra fu “GRAZIE” , il grazie più sincero e profondo che avesse mai detto. In quel momento Luca venne richiamato dal preparatore che lo esortava a muoversi perché dovevano partire, ma prima di voltarsi ed andarsene si rivolse per l’ultima volta a quella ragazza che stava in piedi davanti a lui con gli occhi lucidi e un sorriso limpido e luminoso:

“Sono io che devo ringraziarti, è per le persone come te che amo fare ciò che faccio! A presto!”

Lasciò che Luca se ne andasse così, portandosi via una parte del suo cuore che gli sarebbe sempre appartenuta ormai, con la consapevolezza che quello non era un addio, soltanto un bellissimo arrivederci !

Non so cosa mi sia preso quando oggi ho cominciato a scrivere, ma avevo bisogno di fissare i miei ricordi su carta per non perderli..perchè si, quello che ho raccontato è tutto vero, è ciò che ho vissuto Domenica 23 Marzo. Ogni volta che rivedo la foto con Luca, ora stampata e incorniciata sulla mensola in camera, mi viene da piangere…voi non potete capire che cosa mi fa provare quel maledetto ragazzo. E’ un’emozione che non so descrivere, infatti ciò che ho scritto è talmente riduttivo e banale in confronto a ciò che ho vissuto che poi mi vergognerò sicuramente  di averlo postato, ma pazienza … grazie mille a quanti si interesseranno al racconto di una povera squilibrata mentale, e se vi andrà di recensire non siate troppo severi ve ne prego!

A presto, Fly <2

P.S.: Io non ho altro da aggiungere. Luca Vettori è poesia. Cultura. Arte. Letteratura. Forse è un’illusione. Un giorno ci dirà che tutto questo è un piacevole sogno.

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