Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Caffelatte    25/03/2014    1 recensioni
Anna sembra proprio una di quei protagonisti di film horror, una di quelli ingenui, che se sentono un rumore provenire da qualcosa che potrebbe essere potenzialmente pericoloso pensano— « Andiamo a controllare! » [...] e poi, uh, quella cosa era davvero potenzialmente pericolosa e, come dire, il protagonista schiatta. Ops.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 5
/Ed evviva il campeggio/
 

Ho sempre pensato che il campeggio sia una bella cosa: tende, sacco a pelo, buona compagnia e natura. E soprattutto marshmallow.
L’unica difficoltà che si potrebbe incontrare andando in campeggio è, ecco, l’ignoto. Diciamo che nella famiglia di mio padre non hanno un gran senso dell’orientamento e mio zio Mario potrebbe vincere il guinness dei primati come persona con meno senso dell’orientamento dell’universo.
Però ha ventisette anni, è simpatico e carino, quindi in qualche modo sopperisce, ma non quando si deve andare in campeggio.
« Per me hai sbagliato strada. » borbotto rigirandomi il tablet tra le mani, con aperta la schermata di Google Maps.
Zio Mario non stacca gli occhi dalla strada sterrata – almeno quello … - « Tranquilla principessina, pianterete le vostre tende prima delle otto. Ti affidi troppo a quell’aggeggio ».
Sento la risata soffocata di Jean, che sta seduto dietro, e la sua voce che ripete « Principessina ». Mi giro pronta a tirargli dietro il tablet, ma vedo Andrew che se ne sta addormentato sulla sua spalla e in un moto di dolcezza mi trattengo – in ogni caso nulla mi vieta di minacciarlo.
Alle otto ci fermiamo, ma non perché lo volessimo, più che altro perché è scesa la nebbia e ci siamo ritrovati – non chiedetemi come – in mezzo ad un cimitero in ricordo dei caduti in guerra.
E non si vede altro se non le croci bianche.
Ci sarà una strada davanti a noi? Un burrone? Se c’è un burrone ci scaravento zio Mario, credo riceverei una standing ovation come riconoscimento.
« Entusiasta all’idea di passare la serata in un cimitero, principessina? »
Facciamo che nel burrone ci butto anche Jean.
Mio zio borbotta qualcosa sul fatto che non è proprio il posto più bello in cui passare la notte.
Davvero? E cosa te lo fa pensare? Le croci, la nebbia spettrale, o il fatto che il silenzio tombale in certi film dell’orrore farebbe una sega al nulla assoluto che ci circonda?
« È sempre meglio di nulla. » continua lo zio.
Dove diavolo è il burrone.
Mia cugina Elisa è già terrorizzata all’idea di passare la notte qui, così provo a rassicurarla « Elly, tranquilla, non può succedere nulla, questo cimitero è assolutamente desert— » e si sente belare.
Che cazz—
Pecore. Ovunque. Davanti all’auto.
Un gregge intero in compagnia di un cane pastore nero.
E la domanda “che diavolo ci fa qui un gregge” è legittima, penso. E che ci stanno a fare qui, da sole, tra l’altro.
Però nessuno sembra farci caso. Mio zio scende dall’auto e cerca un posto decente in cui mettere la tenda, ma rinuncia subito appena una pecora tenta di banchettarci.
« Direi che dobbiamo arrangiarci. » dice dopo un po’ Mario, ma nessuno si arrabbia, perché in fondo è meglio che girare a vuoto in auto ascoltando canzoni di Renato Zero.
Massì, godiamoci i migliori anni della nostra vita in un cimitero per caduti di guerra, fa tanto figo.

Qualsiasi cosa vi venga in mente di fare nel weekend non andate in campeggio. E non fatelo con qualcuno che non ha senso dell’orientamento ma crede di averlo.
E non fatelo con una cugina che ha paura delle storie di fantasmi e con due amici che fomentano tale paura.
« El, sapevi che in questo cimitero si dice ci sia il fantasma di un soldato che— » inizia Jean, ma prontamente gli tiro addosso il sacco dei marshmallow ed Andrew con nonchalance ne mangia un paio sedendosi sullo stomaco del suo amico.
Jean sibila « Ti odio, ti odio davvero. » poi gli tira addosso un sacco a pelo. In meno di dieci minuti tutti si sono trovati una sistemazione più o meno decente, mentre il cane salito sul cofano dell’auto ha preso a leccare il parabrezza, così, perché leccare i parabrezza è bello.
Mio zio Mario ha deciso di provare le brezza di dormire fuori, con le pecore e il cane, e se ne sta sul tetto dell’auto. Io e Jean abbiamo scommesso che prima di domani mattina cade. O una pecora sale sul tetto della macchina – non chiedetemi come – e si mangia il sacco a pelo.
Vorrei accadesse la seconda.
A qualcosa come l’una di notte, Andrew parte di nuovo all’attacco con una storia dell’orrore: « El, sapevi della storia delle pecore mannare? ».
Elly si alza di scatto e guarda le pecore fuori « Come scusa? » dice e io mi esibisco in un palmface, mentre Jean cerca di non ridere e continua la storia « Massì, le pecore mannare. Si dice che nelle notti nebbiose un gregge di pecore si aggiri per le colline … » cerco di soffocare le sue parole con il cuscino, ma Jean scappa al posto del guidatore, accanto ad Andrew, e riprende a raccontare « Dicevo. Queste pecore se ne vanno a spasso per le colline senza un padrone e a notte fonda, quando tutto tace, loro iniziano a belare e si trasformano in mostri assetati di— »
Dovrebbero darmi un premio come miglior lanciatrice di cuscini, potrei vincere l’oro olimpico.
Però ormai il danno è fatto, Elly è altamente impressionabile ed ora fissa impaurita fuori dal finestrino. Io faccio per scavalcare i sedili posteriori e lasciarmi cadere a peso morto sopra il sacco a pelo di Jean, ma quando ci riesco mi accorgo che quello stronzetto è ancora nei posti anteriori – dannato buio.
No, sono troppo stanca, meglio rotolarsi di nuovo nel bagagliaio, lo picchierò domani.
 
Verso le due inizia il vero incubo: le pecore si mettono a belare, ed Elly lancia un urlo epico che mi sfascia i timpani. All’urlo seguono le risate di Jean ed Andrew e di fatto nemmeno io riesco a trattenermi. Elly ci lancia una maledizione collettiva, ma questo non ferma le pecore, che belano ininterrottamente per una buona mezzora. In mezzo a quel rumore, sento la voce di Andrew che mi chiama « La senti anche tu, l’atmosfera magica del campeggio, principessina? » mi chiede.
Sarà, ma io sento solo pecore che belano.
« Sapete » mormora Jean « volevo raccontare la storia dei sacchi a pelo carnivori … ».
Mi alzo e lo raggiungo ai sedili anteriori, al diavolo la stanchezza, e Jean continua « Poi mi sono accorto che è tardi, quindi meglio dormire ».
Ottima scelta.





 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Caffelatte