Ringrazio chi ha recensito e messo tra i preferiti..grazie sono stata a saltare per la contentezza un bel pò! In effetti avevo paura che Edward fosse un pò troppo depresso ma non ho potuto evitare di metterci un qualcosa del mio stile...
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Nuove emozioni
Mi
sentii strano. Le occhiate
di chiunque mi infastidivano, ma non questa. E non fu la sola cosa ad
attirare
la mia attenzione. Non riuscivo a percepire le sue emozioni. Era un mio
sesto
senso, di cui andavo molto fiero, una delle poche cose di cui andavo
fiero, per
essere precisi. Lei era una pagina bianca, e nello stesso tempo una
pagina che
mi attirava come mai prima d’allora. Mi stupii di come una
perfetta sconosciuta
fosse in grado di scatenare in me tante emozioni nuove, diverse
dall’odio e
dall’indifferenza che mi accompagnavano da ormai troppo
tempo, che rivolgevo al
mondo intero e a me stesso, e anche di come in realtà
perdendomi nel buio dei
suoi occhi non mi importava nulla di questi che ero arrivato a
considerare
dettagli.
Ero
pericolosamente incantato
dalla sua bellezza. Sentendo gli altri occhi puntati su di me non avevo
alzato
la testa, ma questo era diverso, i suoi occhi erano una calamita. E non
riuscivo ad abbassare lo sguardo. Avvertii
inoltre un’istintiva sensazione di pericolo, come quando
metti una mano nel
fuoco e devi staccarla, e mi chiesi perché. Come potevo
essere in pericolo di
fronte ad un angelo così bello da mozzare il fiato?
Due
occhi grandi e profondi
di un nero scuro come la notte, capelli setosi che la luce risaltava in
un modo
spettacolare, pieni di boccoli candidi, labbra rosse e carnose, pelle
chiarissima e lineamenti perfetti. Era una visione paradisiaca, e
soprattutto speciale,
in qualche modo che non compresi. Diventò ancora
più bella ai miei occhi, se
possibile, quando mi accorsi della sua tremenda e tremendamente
irresistibile goffaggine.
La
vidi voltarsi di scatto e
sorridere a una ragazza bionda seduta di fronte a lei. Mi
sembrò che stesse
parlando, ma non ne ero sicuro. Non capii perché fossi
dispiaciuto, era una
ragazza qualsiasi, del resto. Almeno questo era ciò che mi
suggeriva la
ragione, ma nel profondo sapevo che non era come le altre. Un solo
sguardo
durato appena un istante era bastato a cancellare le mie sicurezze, la
barriera
di ghiaccio intorno al mio cuore era diventata improvvisamente fragile.
La
bionda si girò a guardarmi.
Era statuaria, impossibile negarlo, una bellezza algida, sovrumana. Ma
per me era
una qualsiasi. I suoi occhi, dello stesso colore dell’altra,
neri come la pece,
non mi attraevano. Notai che era infastidita, irritata, ma
poiché non mi interessava,
tornai alla realtà. Nel frattempo al mio tavolo era arrivato
un altro ragazzo,
che, distratto com’ero, non avevo avuto il tempo di notare.
“Accipicchia, primo
giorno e catturi già l’attenzione delle belle
della scuola. Grande Edward.
Dammi il cinque!” Nonostante sentissi il bisogno impellente
di lanciargli
un’occhiataccia, gli rivolsi un sorriso. Non mi era mai
risultato difficile
mentire, perché non c’era niente e nessuno capace
di coinvolgermi o intimorirmi,
e non lo fu neanche stavolta. Decisi di assecondarlo, per scoprire
qualcosa
dell’angelo seduto così distante. “E
dimmi, cosa sai delle belle della scuola?”
domandai nascondendo il tono ironico nella mia voce e fingendo un certo
interesse,
in parte era vero perché stranamente volevo sapere di quegli
occhi dolci e
profondi. La risposta non tardò ad arrivare. “Loro
sono Emmett, Alice e Bella
Cullen e Rosalie e Jasper Hale. Sono tutti figli adottivi del dottor
Cullen e
di sua moglie Esme. Rosalie Hale è proprio uno schianto,
vero?”
“Già.
Interessante...e dimmi,
chi è quella con i capelli castani?”
“Bella
Cullen...sì è una
favola anche lei, ma non pensarci nemmeno. E’ già
fin troppo strano che ti
abbiano rivolto un’occhiata.” Istintivamente la
ricercai con lo sguardo, e vidi
che cercava di trattenersi dal ridere. Che strano. Non
c’è dubbio che la
situazione mi apparisse anche un po’ divertente, anche
perché mi ero accorto
del fatto che il ragazzo, che avevo scoperto chiamarsi Mike, era un
po’ irritato,
ma era possibile che lei avesse ascoltato tutto? No, probabilmente
rideva per
fatti suoi.
Comunque,
la pausa pranzo era
finita, perciò mi alzai e andai a lezione. Biologia. Entrai
in classe, il
professor Banner mi presentò agli altri alunni e mi disse di
prendere posto,
dopo aver firmato il modulo. Notai con rammarico che non vi erano posti
completamente liberi, ma il dispiacere scomparve, non appena rividi
l’angelo
dagli occhi dolcissimi. Sentii di nuovo quella
strana sensazione, gli
occhi che
mi attraevano con la stessa forza con cui una calamita attira il ferro.
Si
stava accomodando con infinita grazia ma anche con la sua
caratteristica
goffaggine al suo posto, accanto a me. Non riuscivo a captare alcun
sentimento
sul suo viso paradisiaco, ma notai che stringeva i pugni e che
allontanò il suo
banco da me ulteriormente. Mi chiesi il motivo. Ero forse stato troppo
invadente? Pensai di scusarmi, ma mi trattenni. Cosa mi stava
accadendo? Perché
m’importava di questa ragazza?
La
curiosità occupava tutte
le zone del mio cervello, e non capii nulla della lezione, ma comunque
mi
sforzai di apparire intento a seguire.
Per
tutta l’ora rimase
impassibile, e mi sembrò che non respirasse, così
cercai di non badare a lei,
per quanto mi risultasse praticamente impossibile. Al suono della
campanella si
alzò dal banco a velocità inaudita, quasi stesse
scappando.
Prima
di riuscire a scappare
via evitando di essere travolto da tutta quella gente, la guardai
incantato e
curioso uscire dalla classe, e così rimasi impalato pochi
istanti davanti alla
porta. Mossa sbagliata. Mike fece la sua ricomparsa e mi diede una
pacca sulla
spalla. Avrei voluto prenderlo a pugni, chi diavolo era questo
irritante
ragazzo che si comportava come se mi conoscesse da una vita? Ma pensai
che non
era colpa sua se ero così irritabile, perciò
alzai gli occhi al cielo e
sospirai.
“Ti
piace proprio quella
Bella.”
Che
ragazzo fastidioso. “No,
mi è solo sembrata...strana. Volevi qualcosa,
Mike?”
“In
effetti volevo invitarti
a una minigita che sto organizzando. Edward, questo fine settimana
andrò a
Mentalmente
risi, pensando che
se mi chiedeva qualcosa del genere proprio non mi conosceva. Era
palesemente ovvio
che avrei rifiutato.“
“Non
fare il difficile. Ci
sono la spiaggia, il bosco, le ragazze! Ci sarà da
divertirsi, te l’assicuro.
Allora, ci hai ripensato?”
Ma
sì, mi dissi. Forse avrei
potuto divertirmi, o almeno avrei potuto provare a rilassarmi un
po’. “Ci sto.
Sembra una bella idea. Grazie per l’invito, Mike.”
“Ti
farò sapere presto i
dettagli. Devo scappare adesso.”
‘Scappai’
anch’io, in modo da
non incappare in altri spiacevoli inconvenienti. Mi misi in macchina e,
con la
bruciante sensazione di uno sguardo penetrante, combattendo con il
desiderio di
sapere chi fosse, irrazionalmente sapendo che era lei,
tornai a casa con la massima velocità consentita dal mio
rottame.