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Autore: ielma    25/03/2014    1 recensioni
Remus Lupin sfoga il suo dolore dopo la morte di James, (la presunta) di Peter e la cattura di Sirius.
"Finché si trovava sotto forma di mostro, la sua anima non poteva essere scalfita da alcun tipo di tristezza. Tuttavia, ben presto i primi raggi solari si infiltrarono fra le chiome fitte degli alberi. I suoi grossi artigli si ritrassero nella pelle, tutto quel pelo scomparve dal suo corpo e riacquistò la sua normale statura. Quando tornò ad essere se stesso, rimase supino sul terreno a tremare. Ormai non gli importava più nulla di quello che sarebbe stato. Poteva vivere, morire. Remus Lupin fino a quel momento solo una cosa aveva ricevuto di buono dalla vita: l'amore dei suoi migliori amici. Quella stessa notte, nel giro di poche ore, gli era stata completamente sottratta. Due assassinati e un assassino. Era solo. Non gli restava che rifugiarsi nei ricordi e attendere lì, fino all'arrivo della morte. Tanto valeva che venisse a prendere anche lui."
Questa storia si è classificata prima al contest "La scelta del destino: quale sarà la tua casa?" di Sophie97
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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"A volte qualcuno rimane"


«Svegliati, Lunastorta!» gridava James.
«Sai, Remus, sono ammirato dalla tua capacità in Difesa contro le Arti Oscure» disse Peter sgranando gli occhi.
«Non ci crederai mai, Lunastorta, hai presente quella ragazza bionda di Corvonero che se ne stava sempre sulla riva del lago a studiare?» gli stava raccontando Sirius con un largo sorriso.
«Sono già le otto e dobbiamo ancora fare colazione»
«Io non sarei mai riuscito ad eseguire un incantesimo del genere»
«Come non ti ricordi? Quella che ti dicevo sempre che era bellissima con il vento che le scompigliava i capelli»
«Ti senti bene? Riesci ad alzarti? Altrimenti posso portarti un vassoio qui in camera. Te lo meriti, per tutto quello che fai per me»
«Ti ringrazio per aver accettato di darmi ripetizioni, sei davvero un grande amico»
«Bene, sono riuscito a parlarle. E indovina? Grazie al tuo consiglio. Ti voglio bene, Lunastorta»


Un terribile ringhio si levò dai meandri del bosco e quasi fece ondeggiare le cime dei possenti abeti. Una bestia colossale sradicò un albero in un solo colpo. Prese a correre, il vento gelido sferzava con violenza sul suo muso. Mentre cercava di arrampicarsi su una roccia ricoperta da uno spesso strato di muschio bagnato, scivolò giù e si accasciò sull'erba fresca. Tentò di rialzarsi ma le sue gambe esili cedettero sotto il suo peso. Sfoderò gli artigli e li conficcò nel terreno. Cercò di trascinarsi in avanti ma ogni tentativo fu vano. Non si mosse. Emise un guaito disperato. Il suo lamento echeggiò per tutta la foresta assieme al fruscio soffuso delle foglie. Il suo corpo giaceva lì, nel mezzo di una radura, illuminato dai raggi della luna piena. Finché sopra di lui risplendeva quel disco dalla flebile luce, era in salvo dal dolore. Finché si trovava sotto forma di mostro, la sua anima non poteva essere scalfita da alcun tipo di tristezza. Tuttavia, ben presto i primi raggi solari si infiltrarono fra le chiome fitte degli alberi. I suoi grossi artigli si ritrassero nella pelle, tutto quel pelo scomparve dal suo corpo e riacquistò la sua normale statura. Quando tornò ad essere se stesso, rimase supino sul terreno a tremare. Ormai non gli importava più nulla di quello che sarebbe stato. Poteva vivere, morire. Remus Lupin fino a quel momento solo una cosa aveva ricevuto di buono dalla vita: l'amore dei suoi migliori amici. Quella stessa notte, nel giro di poche ore, gli era stata completamente sottratta. Due assassinati e un assassino. Era solo. Non gli restava che rifugiarsi nei ricordi e attendere lì, fino all'arrivo della morte. Tanto valeva che venisse a prendere anche lui.
«Ti aiuteremo noi, Remus, non sarà difficile. Ora che sappiamo il tuo segreto ti staremo sempre accanto. E' una promessa» gli stavano dicendo i suoi amici ancora bambini, così come li aveva incontrati la prima volta. «Ci siamo noi, Rem, intesi? Hai capito, Remus? ...Remus? Riesci a sentirmi? Coraggio amico, alzati»
Lui con fatica si riscosse dai suoi pensieri.
«Sei tu la morte?»
«Magari tutti i problemi si potessero risolvere con la morte»
Arthur Weasley afferrò la sua mano e si smaterializzò con lui. Quando toccarono terra, le narici di Remus furono pervase dal profumo squisito dell'arrosto di Molly.
«Ora sei al sicuro. Forza, hai bisogno di energie»

 
  
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