Ricordare o rinunciare
Capitolo 2
Capitolo 2
- Ci ho riflettuto, sa? –
La ragazza si voltò, corrugando la fronte e fissandolo con leggero astio, solo per un secondo.
- Lei mi segue? –
- Ci ho riflettuto, riguardo al problema di noi tedeschi. –
Riprese lui, ignorando l’irritazione nei gesti della ragazza.
- Vuole sapere il suo problema? – Non le lasciò nemmeno il tempo di risponderle, che lui riprese a parlare:
- Lei ha un segreto. –
Per la prima volta, lo sguardo della fanciulla non sembrò sfuggirgli, anzi, Aaron riuscì addirittura a leggervi dentro, notando una grande paura. Dunque aveva ragione, lei aveva un segreto, che ovviamente desiderava nascondere.
- Cosa glielo fa pensare? –
- I suoi occhi. Sono così malinconici, pesanti, sfuggenti. –
Furono proprio quelli che si abbassarono verso il pavimento buio. La ragazza si voltò a guardare l’entrata del caffè, poi, indicò con la testa un punto nel buio, un vicolo.
- Vuole accompagnarmi fino a casa, tedesco? –
Quella volta Aaron non rimase offeso dall’ultima parola come normalmente faceva quando lei la pronunciava, forse perché quella volta lei non l’aveva usata con tono dispregiativo.
Così, insieme a lei, si incamminò, seguendola, fino a quando non giunsero ad una piccola casa, leggermente rovinata all’esterno, ma comunque graziosa, non quanto lei, che avrebbe dovuto vivere, secondo Aaron, in un castello, insieme a lui.
- Può svelarmi un segreto? –
- Elena. –
Come se gli avesse letto nel pensiero, lei rispose, quell’unica parola fece ridere entrambi, quasi fossero due ragazzini e non vi fossero guerre, tedeschi e compagnia bella intorno a loro.
- Aaron. Un giorno mi dirà quello che nasconde? –
Elena fece volare via il suo sguardo, che si perse a guardare il cielo stellato, Aaron attese, sicuro che lei avesse sentito e capito la sua domanda, non le mise fretta, anzi, rimase in silenzio, per tutti quei minuti, fino a quando la voce flebile di lei non sussurrò:
- Non penso. –
La ragazza si voltò, corrugando la fronte e fissandolo con leggero astio, solo per un secondo.
- Lei mi segue? –
- Ci ho riflettuto, riguardo al problema di noi tedeschi. –
Riprese lui, ignorando l’irritazione nei gesti della ragazza.
- Vuole sapere il suo problema? – Non le lasciò nemmeno il tempo di risponderle, che lui riprese a parlare:
- Lei ha un segreto. –
Per la prima volta, lo sguardo della fanciulla non sembrò sfuggirgli, anzi, Aaron riuscì addirittura a leggervi dentro, notando una grande paura. Dunque aveva ragione, lei aveva un segreto, che ovviamente desiderava nascondere.
- Cosa glielo fa pensare? –
- I suoi occhi. Sono così malinconici, pesanti, sfuggenti. –
Furono proprio quelli che si abbassarono verso il pavimento buio. La ragazza si voltò a guardare l’entrata del caffè, poi, indicò con la testa un punto nel buio, un vicolo.
- Vuole accompagnarmi fino a casa, tedesco? –
Quella volta Aaron non rimase offeso dall’ultima parola come normalmente faceva quando lei la pronunciava, forse perché quella volta lei non l’aveva usata con tono dispregiativo.
Così, insieme a lei, si incamminò, seguendola, fino a quando non giunsero ad una piccola casa, leggermente rovinata all’esterno, ma comunque graziosa, non quanto lei, che avrebbe dovuto vivere, secondo Aaron, in un castello, insieme a lui.
- Può svelarmi un segreto? –
- Elena. –
Come se gli avesse letto nel pensiero, lei rispose, quell’unica parola fece ridere entrambi, quasi fossero due ragazzini e non vi fossero guerre, tedeschi e compagnia bella intorno a loro.
- Aaron. Un giorno mi dirà quello che nasconde? –
Elena fece volare via il suo sguardo, che si perse a guardare il cielo stellato, Aaron attese, sicuro che lei avesse sentito e capito la sua domanda, non le mise fretta, anzi, rimase in silenzio, per tutti quei minuti, fino a quando la voce flebile di lei non sussurrò:
- Non penso. –