Solitudine.

E’ questo ciò che provo, quando sono immersa nei miei pensieri.

Non sono una studentessa modello come credono.

Se non fosse per voi due, non avrei neanche quei pochi amici che ho ora.

Fa freddo a stare qui, a pensare, a lasciarsi andare alla malinconia.

Ma non è freddo reale, e lo so bene.

E’ un freddo che ti colpisce dentro, e che rimane lì a farti soffrire.

In questa solitudine penso a te, e sorrido tristemente.

Dico che ti amo, eppure in passato sono stata io la causa delle tue lacrime.

In parte consciamente e in parte no, non esitavo a risponderti in quel modo, vedendo i tuoi occhi viola abbassarsi alle mie parole, tristi.

Sospirando, nascondo la mia testa tra le braccia, abbracciando le mie gambe, chiudendo gli occhi.

“Stern… Ehi, Stern, sveglia” – la tua voce mi fa riaprire gli occhi e mi sorridi, mentre noto il tuo sguardo preoccupato per me.

Nonostante tutto ciò che ti ho fatto, tu ti preoccupi ancora.

Sorrido anche io, o almeno tento di farlo e nascondo il viso nel tuo petto.

“Levi, grazie mille…” mormoro, e sento le tue dita passare tra i miei capelli, accarezzandomeli.

“E di che? Sono io che dovrei ringraziarti Stern, e lo sai.” Alzo la testa a guardarti e mi sorridi, un sorriso felice, dolce e innamorato.

Ti attiro a me e ti bacio, quasi per assicurarmi che non sto ancora dormendo. Tu ridacchi e ricambi il bacio, stringendomi a te. Sai come posso essere stupida a volte, così stupida da crearmi problemi che non esistono.

Mi stacco, ma rimango vicino a te, perché solo così posso smettere di pensare, per un po'.

“Ti amo, Stern”  A quelle tre parole sorrido come un idiota, dato che ti basta dirle per farmi dimenticare di tutto, tranne che di te.

“Ti amo anche io, Levi.”