Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: lete89    04/07/2008    21 recensioni
Un Principe potente.
Una Principessa straniera.
Un matrimonio combinato.
Accettato e subito.
Cosa accadrà?
I pensieri lenti si trasformano in haiku.
L’ haiku rivela uno specchio vuoto: si inscrive nello spazio senza simbolizzare nulla e senza la pretesa di avere un significato. È un'immagine opaca, priva di riflessi.
Commentare un haiku è dunque impossibile. Si può solo dire che, in tutta semplicità, qualcosa avviene e basta.
Unendo i destini di un giovane guerriero e di un fiore di ciliegio.
Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E scusate l’enorme ritardo!!!

Finalmente…HO FINITO!!

No, non la storia, ma i miei impegni scolastici…e questa volta… PER SEMPRE!!!

Nononono|

Calma!

Mi avete fraintesa di nuovo!!!

Non è vero che il nuovo governo ha abolito l’istituzione scolastica, ma io mi sono diplomata (fa più chick rispetto a dire “sono maturo, non trovate?)

E finalmente Sakura e Sesshy possono sposarsi… forse…

Beh, ho fatto questa introduzione iniziale per dirvi che adesso, finita la scuola, potrò dedicarmi di più alle storie!!!

Evviva!

La maturità comunque è una cosa che non auguro a nessuno (no dai, seriamente… a qualcuno la augurerei…. Ihihih!!!)

Dunque, DEDICO IL CAPITOLO A AVALON9 CHE MI HA SOPPORTATA DURANTE QUESTO PERIODO DI PAZZIA TOTALE…GRAZIE!!!!!!

E a proposito di maturità… voi ne avete dimostrata molto poca!!!!

Cielo che banda di arrapate!!! (ragazze, mi state sempre più simpatiche! ;-))

Mi avete sinceramente fatto paura!!!

Ma… praticamente TUTTE volete queste nozze e la prima notte… ma poverini!!!

Un po’ di privacy!

Comunque, ecco che inizia la cerimonia!

Io sono quella lì giù in fondo con i jeans blu a zampa e la maglietta rossa (quanto AMO quella maglietta!)… ecco, esatto, quella che si sta strafogando di tartine… ma … non riesco a resistere… sono TROPPO BUONE!!!! Sbrigatevi o finiscono!!!

Svelte svelte prendete posto!!!

E adesso silenzio!!!

E’ comunque una celebrazione, anche se obbligatoria e combinata, sacra…

 

Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

La stoffa struscia leggera sulla pelle.

L’odore di oli profumati inebria la stanza.

Un’atmosfera allegra.

Gioiosa.

Festosa.

E’ il giorno della cerimonia.

Un giorno di fasta per tutto il regno dell’Ovest…

Un vortice di figure variopinte e sorridenti, nei loro pregiati abiti lunghi e ricamati, si aggirano intorno alla Principessa.

Chiacchierano, ridono e scherzano.

Poche battute dettate dall’imbarazzo.

Dalla felicità.

Dalla contentezza.

Un applauso e un battito di mani.

Risa delle più giovani, impazienti di arrivare a quel giorno.

Lacrime delle più mature, memori delle emozioni di quel giorno.

Uno.

Un numero importante.

Il primo.

Un numero dal significato profondo.

L’inizio.

Della vita.

Nel mondo di Haru, dove era Principessa.

Nel Regno dell’Ovest, dove sarà presto Regina.

Con una mossa agile ma esageratamente frenetica, una delle Dame afferra un’importante contenitore di profumi, facendo cadere un po’ di polverina per terra.

Ha un odore acre.

Profondo.

Intenso.

Pian piano le voci si assopiscono, mentre la stoffa bianca ritorna prepotente sul suo corpo.

Due.

Altre risa.

Cori di smorfie.

Un numero infimo… a metà fra l’inizio e la fine.

Indica la condizione di mezzo….

Prima figlia…

Poi sposa…

Poi madre…

I tre stati che una donna deve superare.

I tre doveri ai quali una donna deve adempiere.

Altro profumo.

Sta diventando nauseante.

Ma è l’unica cosa che riesca a farla stare in piedi.

Le gambe sono tremanti e imbarazzate.

Il volto, arrossato, è nascosto sotto un sottile strato di cipria.

Perché la sposa deve essere perfetta il giorno del matrimonio.

Perché il rossore delle guance non deve deturparne la bellezza.

Sospira, inalando involontariamente un po’ di quelle polveri profumate dal sapore antico e orientale.

Qualche colpo di tosse.

Più nervosa che altro.

Nascosta dalle voci di chi le sta attorno.

Meccanicamente alza le braccia.

Sente la sottile seta del kimono frusciare lenta sulla pelle.

Chiude gli occhi.

E’ una sensazione magnifica.

Che la riporta indietro nel tempo.

A quel sapore della madre, quando, ancora piccola, le faceva indossare i kimoni da cerimonia.

All’intimità della sua piccola stanza nella reggia.

Al cielo azzurro e al mare terso che vedeva alzando gli occhi, fuori dalle sohjo.

All’improvviso…

Silenzio.

Nessuno ha il coraggio di dirlo.

Nessuno ha il coraggio di pronunciare quel numero.

Magico e mistico per il regno dell’Ovest.

Nessuna delle Dame ha il coraggio di parlare.

Né di ridere.

Né di piangere.

Stanno assistendo a una cerimonia storica.

Quel matrimonio segna la rottura di una grande tradizione dell’Ovest.

Quel matrimonio è un passo importante per due regni molto influenti nella politica attuale.

Tre.

La fine.

La completezza raggiunta.

Chissà perché quella strana usanza di far indossare alla sposa il vestito tre volte…

Cerimonia che aveva di sicuro le radici in qualche antica leggenda di quel paese…

Mito che aveva recitato e ripetuto in modo cantilenante alla Regina, fino a pochi giorni prima…

Ma che proprio adesso non riusciva a ricordare…

O non voleva ricordare.

Fra la commozione generale, le dame riprendono il loro lavoro.

E’ impegnativo indossare un vestito di quel tipo.

Stoffe e stoffe di preziosissima seta…

Candore della neve invernale prima che tocchi il suolo…

Prima che venga infettata dalla terra…

Quando è ancora vera.

Autentica.

Pura.

Apre piano gli occhi, osservando le gambe ricoperte da quel soffice lenzuolo candido.

Alza piano le mani.

Quello è il primo giorno che lo indossa.

E lo ha già fatto per tre volte…

E non lo farà più.

Muove piano la mano dentro la manica elegante…

Si muove libera…

Senza impedimento…

La stoffa è fresca e sensuale…

A Haru avevano fatto un ottimo lavoro…

Non aveva mai visto una stoffa così…

E il vestito le era perfetto, sebbene non lo avesse mai provato.

Erano stati bravi i sarti dell’Ovest.

Era un modello semplice e tradizionale.

Aderente e largo.

Sensuale e casto.

Perfetto per una cerimonia di quel tipo.

 

-Principessa… guardatevi! Siete fantastica!-

 

Una voce commossa e felice le obbliga ad alzare lo sguardo sullo specchio davanti a lei.

 

D’abito bianco

la donna è vestita.

Fiori d’arancio

 

Sobbalza.

Un’eterea figura bianca.

Un corpo perfetto.

Un abito perfetto.

Un’acconciatura perfetta.

Un volto perfetto.

E’ perfetta.

E falsa.

Perché un vero matrimonio non si misura dal livello di perfezione della sposa.

Ma dalla perfezione dei suoi sentimenti.

Chi è quella figura menzognera di fronte a lei?

Chi è quella sagoma in perfetto equilibrio su un piccolo sgabello?

Chi è quella demone circondata da sciocche donne festose?

Chi è quella sposa dagli occhi sorpresi e spaventati?

Non è lei…

Non è Sakura…

Quella è…

La Sposa del Principe.

La futura Regina dell’Ovest.

Chiude improvvisamente gli occhi.

Non vuole vedere!

Vuole cancellare quell’immagine fittizia davanti a lei!

Un cerchio alla testa…

Terribile…

Lancinante…

Con delicatezza si porta una mano alla tempia pulsante…

Cielo!

Che dolore…

 

-Principessa! Così vi rovinate il trucco!-

 

Un rimprovero…

Riapre piano gli occhi, sorridendole spaesata.

 

-Avete ragione… perdonatemi…-

 

La vecchia dama sorride comprensiva.

Le porge una mano, aiutandola a scendere dal piccolo podio.

Si avvicina al suo orecchio, in un gesto timido e impacciato.

Intimo.

 

-Non temete! Vi capisco… l’emozione è forte! Però, cercate di resistere!-

 

Sorride…

La Vecchia ha ragione…

Non è il momento per cedere.

Non ora che la salvezza di Haru è così vicina…

Certo, se il giorno prima fosse stata rassicurata da loro…

Adesso sarebbe diverso…

Ma Kamigawa e gli amici non pensavano a lei…

O meglio, non pensavano alle sue nozze…

Pensavano a come evitarle…

E lei a come impedire un massacro…

Forse però è stato un bene…

Chissà in che stato sarebbe se anche il giorno prima fosse rimasta a meditare su quelle nozze…

No, la tensione non avrebbe rovinato tutti quei sacrifici…

Bastava un gesto sbagliato, un’occhiata troppo prolungata… e quelle nozze sarebbero saltate.

Il cerimoniale era lungo.

E complicato.

E non permetteva errori.

Il cerchio alla testa si attenuava lentamente.

Calma.

Aveva bisogno di calma.

E lucidità.

L’ultimo sacrificio…

L’ultima fatica…

E poi…

Sarebbe tutto finito…

Tutto…

Anche la speranza…

 

-Potrei avere un po’ di tisana?-

 

Sorride imbarazzata, indicando il bicchiere su un tavolino.

La tisana di sua madre.

Un calmante efficace e duraturo.

Con cui aveva passato assieme l’ultima notte insonne…

L’ultima notte di solitudine…

 

-No Principessa! Lo sapete che non potete bere prima della cerimonia!-

 

Vorrebbe mordersi un labbro e darsi della stupida…

Certo che lo sa che non può bere…

Ma sente il bisogno di qualcosa che la calmi, che la tranquillizzi…

Vorrebbe che fosse già tutto finito…

Vorrebbe che la cerimonia e i festeggiamenti fossero terminati…

O forse no…

Forse era meglio che quella prima notte non giungesse…

Si umetta le labbra, facendo attenzione al rossetto.

Su invito di alcune giovani, si siede.

Il tempo stringe.

Ormai è giunto i momento di uscire.

Ma i preparativi non sono ancora finiti.

Osserva il bianco tsuno kakushi e la sua forma insolita.

Sospetta all’inizio.

Ridicola dopo averne sentita la spiegazione.

Quello strano cappello indossato dalle spose.

Una inusuale “coperta per nascondere le corna”.

Nell’Ovest "le corna" simbolizzano la rabbia, e portare questo cappello significa che la sposa sarà sempre docile e non si arrabbierà mai.

Bella e misteriosa.

Docile e sottomessa.

A qualsiasi richiesta.

Di qualsiasi tipo.

Di qualsiasi natura.

Si sposta nervosamente quel ciuffetto viola ribelle.

Era troppo corto per entrare nell’acconciatura tipica…

Nonostante le creme della dame, riesce sempre a sfuggire e a caderle sul viso…

E’ dannatamente fastidioso…

 

-Altezza… è tardi…Dobbiamo uscire!-

 

Sakura si risveglia dal suo torpore, ma solo per un attimo…

Le Dame sono quasi tutte uscite…

Solo la sua scorta femminile la sta aspettando.

Facendo attenzione si alza, suscitando l’ammirazione generale.

E’ bellissima.

Come ogni sposa.

Ma lei non è una sposa qualunque.

Lei sarà presto la Regina.

Lei non deve essere bella.

Lei deve essere unica.

Perfetta.

Si avvia con passo elegante e leggero alla porta.

Un soffio di vento la invita a voltarsi.

La sua stanza…

La camera che l’ha avuta come ospite per un anno…

Ora, è praticamente vuota.

I vestiti da fidanzata sono stati bruciati e tutti gli effetti personali portati nell’”altra stanza”.

Quella dei regnanti.

Dove andrà quella sera.

Dove starà fino al concepimento dell’erede maschio.

Poi potrà vivere tranquilla in una stanza per lei, la camera della Regina.

Sempre se il Sovrano lo concederà.

No!

Non doveva pensare anche a quello!

Non voleva pensare anche a quello!

Scosse la testa, cancellando l’immagine di tutti i momenti vissuti lì dentro.

Pochi felici,… e sicuramente poco sereni…

Ma cosa darebbe per tornare a quei momenti…

A quel giorno in cui Rin ,spaventata per un incubo era entrata di soppiatto nella sua camera…

Per tranquillizzarla avevano acceso una flebile candela e Sakura le aveva insegnato un gioco appreso da marinai stranieri…

Proiettare sulla parete l’ombra delle mani, creando misteriose figure di animali…

Per fortuna la Regina non le aveva scoperte…

Non era stata felice fra quelle quattro mura…

Ma lo era stata più che in quel momento…

E, probabilmente, più dei giorni a venire.

Inghiottì l’ultimo ricordo di una Rin sorridente che le chiedeva come aveva fatto a fare apparire quel coniglietto e uscì silenziosa dalla stanza.

 

 

 


Era una giornata calda.

Una magnifica giornata primaverile.

Il cielo era terso.

Il prato verde e l’erba fresca.

Solo Kamigawa era scuro in volto.

Circondato da indaffarati servitori che sistemavano tutto il necessario per la festa dopo il rito.

Sbuffò contrariato.

Aveva voglia di gettare tutto all’aria, prendere sua figlia e scappare lontano…

Che padre era?

Come poteva permettere che sua figlia finisse in sposa a un demone simile?

A un mostro simile?

Ma…

Che Sovrano sarebbe stato se avesse permesso la distruzione della sua patria?

Cosa era giusto fare?!?

Se ci fosse stata lei, la sua sposa, lei sì che gli avrebbe consigliato bene…

 

-Papà…-

 

Si voltò di scatto, restando affascinato.

Bellissima.

Sakura, imbarazzata in mezzo a quella cascata di bianco, era davanti a lui.

La sua bambina.

La sua piccola…

Sposa…

Sposa a quel damerino viziato…

A quel bastardo spergiuro…

Sorrise a fatica, avvicinandosi alla figlia.

Era nervosa.

Molto nervosa.

Glielo vedeva chiaramente.

Anche sotto tutto quel trucco, riconosceva comunque quella diversità di luce.

Quegli occhi spenti e ansiosi.

 

-Sei bellissima…-

 

Un sorriso e una risatina.

Nevrotica.

Kamigawa le avvicina una mano alla spalla, incapace però di toccarla.

Così pura in quel candore…

Ritira la mano, grattandosi la testa con fare imbarazzato.

Non sono situazioni da lui quelle!

Lui è fatto per i campi di battaglia!

Per le contrattazioni estenuanti con mercanti dalla lingua incomprensibile!

Lui non è fatto per quelle situazioni…!

Lui…

 

-Nel cuore dell’estate

Perduta sarà la freschezza

Del tuo canto, o usignolo.

Vorrei sentire ancora una voce

Ancora giovane e acerba-

 

Sakura sorride di nuovo.

E Kamigawa riprende la sua solita postura.

Ma perché è cresciuta?

Perché non é rimasta quel piccolo diavoletto viola che lo faceva impazzire?

Perché è dovuta diventare adulta?

Perché ha dovuto essere intelligente e bellissima?

Perché non potrà più restare con lui?

Già sarebbe stato difficile lasciarla andare con un uomo di cui si fosse innamorata…

Con uno straniero assassino poi…

Sakura voltò piano la testa, incantata a guardare le decorazioni del palazzo.

Gigli bianchi.

Il suo fiore preferito.

La purezza immacolata.

Ciò che doveva essere lei in quel momento.

Pura e casta.

Prima delle nozze.

Abbassò il volto, incassando la testa fra le spalle.

Voleva sprofondare…

 

-Un errore nell’agricoltura può portare

A una temporanea povertà, ma sposare

La persona sbagliata comporta

Una povertà eterna.

Basta una tua parola…-

 

…e ti porto fuori da quest’inferno.

Basterebbe un sì, e Kamigawa la porterebbe in salvo.

Ma sarebbe sufficiente anche una sola occhiata.

Con quel visino spaurito e bianco.

Sakura scuote la testa.

Non sarebbe cambiato mai…

Alza il volto, sorridendogli.

Gli occhi verdi erano tristi, ma non avrebbe cambiato idea.

Lo si capiva bene.

Cocciuta fino alla fine.

Ma senza fiato per parlare.

Il Vecchio Sovrano sopirò sconsolato.

Ci aveva provato…

L’unica cosa che gli restava da fare, era starle vicino in quel momento difficile.

Una prova dura che però, sapeva bene , avrebbe dovuto affrontare da sola.

Perché lui ci sarebbe stato fino al prato sulla collina…

Spettava a lui, al Padre, accompagnare la figlia dal Palazzo al luogo della cerimonia.

Ma una volta lì… sarebbe stata sua.

Per sempre.

 

 

 


Era come caduta in uno stato di strano torpore.

Un dolce dormi-veglia che le faceva vedere delle immagini poco definite e dai contorni sfuocati.

Fin da quando Kamigawa l’aveva preso sottobraccio e l’aveva portata fuori da Palazzo, seguiti da un silenzioso e rispettoso corteo.

Adesso…

Dopo chissà quanto tempo, minuti, secondi, ore… adesso era lì, sulla collina….

Circondata da demoni sconosciuti, agghindati nei loro abiti eleganti…

I più progressisti le sorridevano, fieri di quella piccola rivoluzione nella Famiglia Reale…

I più conservatori le lanciavano invece occhiate di fuoco, parlottando fra loro.

I giovani vedendola ridacchiavano con pensieri osceni, mentre le ragazze sospiravano invidiose.

Rin e alcuni piccoli demoni la osservavano incuriositi.

Dall’altra parte, i nobili di Haru, muti e alteri, erano silenziosi.

A lutto.

Perché quella cerimonia per loro non era un matrimonio.

Ma rappresentava la perdita di una Principessa.

Ami e Toryu erano in fondo alle file di demoni, con la piccola.

Izumy era invece in prima fila, al fianco dei nobili dell’Ovest più potenti.

Le aveva chiesto Sakura di andare lì.

Sperava che Kamigawa non facesse qualche sciocchezza…

E agli amici, quel saluto mancato costava tanto…

Non avevano potuto salutarla…

E neanche incrociare i loro sguardi…

Da quando era uscita da Palazzo Sakura non aveva trovato la forza per alzare il volto.

Fissava in trance la terra, l’erba e i fiori.

Piccoli petali.

Caduti.

Si bloccò di colpo, sentendo il padre fermarsi, ma non lasciando la presa attorno alla sua mano.

Doveva essere arrivato il momento.

Con uno sforzo immane, la demone alzò il volto.

Il Principe…

Sesshomaru era muto, di fronte a loro.

Bello e altero.

Con un elegante kimono nero e blu scuro…

Da Sovrano…

Con l’armatura da cerimonia e due spade al fianco…

Da guerriero…

Con lo sguardo fiero e altero.

Da vincitore…

Bellissimo e sovrannaturale nella sua staticità e perfezione.

Kamigawa ringhiò fra i denti, aumentando la stretta della mano su quella della figlia.

No!

Non gliela avrebbe data!

Sesshomaru, inespressivo, allungò la mano.

In attesa.

Doveva essere lui a consegnargliela.

Voleva che fosse lui a consegnargliela.

Un gioco pericolosi di sguardi.

Un duello di occhiate.

Kamigawa e Sesshomaru rimasero così, muti, di fronte agli Anziani dell’Ovest.

Iniziarono i mormorii dai gruppi di demoni, mentre la Regina stringeva il ventaglio, sperando che quel vecchio testardo non mandasse all’aria tutto in quel momento.

Un leggero fruscio.

E un piccolo movimento.

Sakura spinse la mano del padre in alto, facendo perno con la sua.

Fissando il Principe di fronte a lei.

Con gli occhi tremanti e impauriti.

Ma con la forza della disperazione.

Kamigawa abbassò lo sguardo.

Definitivamente.

Aveva vinto.

Girò la testa verso sinistra, il più possibile, socchiudendo gli occhi.

Non voleva vedere.

Non voleva essere partecipe di quel gesto.

Lentamente lasciò la mano della figlia.

Sakura assaporò la freschezza dell’aria sulla collina.

Ma solo per un attimo.

Ben presto si sentì stringere da qualcuno di sconosciuto.

E le sembrò di sprofondare in un baratro.

Sentì i suoi freddi artigli lambirle la pelle, accarezzarle la mano.

Stringerla.

Possessivi.

Avvicinandola a sé.

Si oppose debolmente, por poi ricadere in quello strano torpore.

Lasciarsi trasportare dagli eventi.

Quello sarebbe stato l’unico modo per sopravvivere.

Sentire le occhiate curiose e languide sulla sua pelle e restarne indifferente.

Non essere partecipe di cosa le accadeva attorno.

Kamigawa prese il suo posto vicino alla Regina dell’Ovest, incapace di alzare lo sguardo sulla coppia di sposi.

Fissava il terriccio per terra, spostando con la punta delle calzature un sassolino.

Sorrise maligna la Regina, osservando orgogliosa il frutto delle sue fatiche.

Era questo il momento che aspettava da molto tempo.

Il momento in cui suo figlio sarebbe diventato sovrano.

Lo osservò mentre trascinava la sposa davanti agli Anziani…

Bello.

Altero.

Regale.

Figlio.

Demone.

Sovrano.

Forte.

Ne era orgogliosa.

E anche la sposa.

Quel piccolo capolavoro era frutto del suo impegno.

Della sua fatica.

Delle sue lezioni.

L’aveva resa una perfetta sposa.

Una perfetta Regina.

Una perfetta amante.

Perfetta per lui.

Docile e mansueta.

Sottomessa e fedele.

Sesshomaru la fissò quasi incredulo, senza naturalmente mostrarlo.

Era bella.

Davvero bellissima.

La sposa perfetta per lui.

 

Solo da lontano

Ammirai l’incanto del fiore di ciliegio,

ora che è fra le mie manine comprendo

l’inesauribile delizia di colore e profumo

 

Le prime parole dell’anziano fenderono l’aria.

Tagliarono lo spazio, facendo zittire in segno di rispetto i Nobili dell’Ovest e facendo abbassare lo sguardo ai demoni dell’Est.

Silenzio.

Sesshomaru lanciò un’occhiata di traverso a Sakura.

Teneva gli occhi bassi, velati da uno strato di freddezza.

Paura.

Poteva sentire la sua pelle tremare sotto il kimono bianco.

Piccole scosse di agitazione.

Ma, nonostante tutto, restava lì.

Restava in piedi.

Al suo fianco.

Sakura non avrebbe saputo dire cosa stava dicendo il Vecchio.

Faticava solo a mettere a fuoco ciò che vedeva.

Era davvero su quella collina?

Era davvero giunto il giorno del suo matrimonio?

Sarebbe stato magnifico se adesso fosse arrivata una notizia insperata, un evento qualsiasi che facesse rimandare le nozze…

Come nelle fiabe che leggeva da piccola…

Prima della fine, c’era sempre quell’insperato colpo di scena.

Rabbrividì.

E veloce si portò la mano al petto.

Circondandola con l’altra.

Accarezzandola dolcemente.

Rassicurandola.

Cercando di cancellare il contatto di poco prima.

Le parole cantilenanti del Vecchio scorrevano placide sopra di lei.

Ma il Principe le aveva lasciato la mano.

Eppure, adesso, non si sentiva lo stesso libera.

Incatenata.

Prigioniera di quel contatto anche adesso che la aveva lasciata.

Sporca.

Rimaneva lì… immobile.

Stringendo la mano al seno, cercando di proteggerla.

Di difenderla.

Di difendersi.

Inutilmente.

Uno scintillio.

Un brivido.

Quella spada…

Odore acre di sangue…

Il Principe aveva estratto una spada…

Non una qualunque…

La spada del loro fidanzamento…

E si era segnato con la lama la mano…

Un segno profondo e sanguinante.

E con quella stessa mano, cercava quella di lei.

Alzò lo sguardo, restando allibita di fronte a quegli occhi ambrati.

Freddi e potenti.

Con riluttanza, la mano si staccò da lei.

Il percorso che li divideva sembrava infinito.

Toccò a fatica la sua.

Trepidazione.

Ansia.

Paura allo stato puro.

Sesshomaru lo sentiva bene… aveva una mano fredda e tremante.

Era spaventata.

Passò piano la lama di traverso su quella mano diafana.

Poco a poco… nacque la ferita.

Piccole stille di sangue.

Rosso acceso.

Oro rosso di vita.

Dal sapore dolciastro e intenso.

Non era una ferita profonda.

Ma leggera e calibrata.

Se n’era accorta.

Ma fissava in trance l’altra spada al fianco del Principe…

Dove l’ aveva già vista…?

La Tenseiga

Aveva anche quella spada al fianco.. ma perchè…?

E perchè in un momento simile badava a quei piccoli particolari…?

Uno degli anziani si avvicinò con passo lento e cadenzato.

Il fruscio di un nastro di seta bianco.

Il principe rinfoderò altero la spada.

Una stretta maggiore fra le loro mani.

E un fiocco a unirle.

Sakura non riuscì a reggere quella vista e, chiudendoli, abbassò gli occhi.

In tutta la collina regnava il silenzio.

In tutte le lande dell’ovest regnava il silenzio.

Quel nastro lasciava volteggiare le sue estremità mosse dal vento.

Insieme ai suoi capelli argentati.

Insieme ai suoi capelli violetti.

Re e Regina.

La loro unione di sangue.

La loro promessa di donare sangue per quella terra.

Mentre, piano, la stoffa bianca diventava sempre più rossa.

Ma bisognava aspettare.

Aspettare che alcune gocce di sangue bagnassero la terra.

Perché in quel modo dimostravano la loro unione di sangue.

Perché dimostravano la loro volontà di sacrificio per quella terra.

Perché dall’unione di quel sangue sarebbe nato il futuro protettore dell’Ovest.

La ferita di lei non era profonda.

Ci avrebbe messo un po’…

Chissà perché non aveva calcato di più la mano…

Avrà avuto paura di una reazione di dolore da parte sua…

Eppure quella ferita non le faceva dolore…

Eppure bruciava così tanto…

Le tolse il fiato.

Quella stretta maggiore.

Sesshomaru aumentò la stretta attorno alla sua mano.

 

Mano carezzi

mentre lasci promesse

alla mia pelle.

 

Il sangue accelerò a uscire.

Sentiva il cuore battere all’impazzata, incapace di sbattere le palpebre.

Stava stringendo la sua mano…

Con forza…

Con possessione…

All’improvviso…

Dei mormorii…

Sospiri di sollievo…

E piccole macchie rosse che bagnavano la terra dell’Ovest.

Alzò piano lo sguardo, incontrando quegli occhi inespressivi…

Non aveva tolto lo sguardo da lei…

Per tutto il tempo…

Eppure quello era anche il suo matrimonio…

Come faceva a restare così estraneo a quell’evento?

In un sospiro, la stoffa fu sciolta, ma le mani rimasero unite.

Uno dei vecchi si affrettò a medicarle.

Iniziando da quella della Principessa.

Guai se il sangue l’avesse sporcata!

Il matrimonio sarebbe stato nullo!

Non quel sangue impuro doveva sgorgare da lei, quel giorno… quella notte invece…

Appena possibile, strinse la mano chiudendola nell’altra.

Protettiva.

Sentendo il freddo contatto con la ruvida stoffa.

Regina..

Sentì la voce fredda di Sesshomaru ripetere cantilenante e distaccato un’antica formula, dopo il Vecchio.

Meccanicamente, lei ripetè la sua.

Senza pensarci.

Cosa aveva detto?

Non lo sapeva…

Qualcosa riguardo la sottomissione, il rispetto, la fedeltà…

Non ricordava…

Ma il Vecchio le sorrise compiaciuto.

Tutto andava bene.

Più o meno…

E in un attimo, senza quasi rendersene conto, nel silenzio più totale, si ritrovò in mano una piccola tazzina di fine porcellana.

Troppo veloce…

Era tutto troppo veloce…

Un vortice di sentimenti e emozioni..

Piccoli gesti e sguardi veloci…

Un odore acre.

Sakè.

Liquore trasparente.

Da cerimonia.

Allungò la tazzina, facendola scoccare con quella del Principe.

Tre giri in senso antiorario.

Per poi avvicinarla alla bocca.

Sentì l’odore pungente dell’alcolico.

Non ne aveva mai bevuto prima…

La lingue si ritrasse sul palato, punta da quella sostanza sconosciuta e molesta.

Era forte…

Forse però era la cosa migliore in quel momento…

Il Principe l’aveva già portata alle labbra e beveva lento, senza toglierle gli occhi di dosso.

Lo imitò.

Si sforzò di non allontanare quella bevanda dalle labbra.

La bocca tirava incredibilmente.

La gola sudava sangue.

Era forte.

Inebriante.

Sentì un leggero giramento di testa quando lasciò la tazzina…

Era forte per lei, già così provata…

Ma la trovò presto piena, nuovamente.

Per la seconda volta.

Si umettò le labbra…

Non aveva voglia di sentire di nuovo quel sapore acre in gola…

Il leggero tintinnio delle due tazze la svegliò dal torpore.

Il Principe aveva avvicinato la sua a quella di lei.

Per il secondo brindisi.

Sotto il monito di quegli occhi suadenti, si affrettò a bere.

Senza pensare.

Appena pochi sorsi generosi.

Meglio non pensare a cosa stava accadendo…

Meglio lasciarsi inebriare da quelle emozioni…

E di nuovo piena.

Per l’ultima volta.

Fissò basita la tazzina.

Era l‘ultima.

L’ultima cosa che la lasciava libera.

Dopo quella bevanda, sarebbe stata sua.

Sua sposa.

Sua proprietà.

Non poteva credere che tutto finisse così…

Fissò immobile il sakè trasparente, incapace di trovare il coraggio per portarlo alle labbra.

Kamigawa ebbe un fremito.

E, istintivamente, portò la mano sull’elsa della spada.

La Regina si morse, nonostante il protocollo, un labbro.

Doveva bere.

Doveva.

Sakura fissava impassibile la piccola tazzina, affogata nei ricordi e nelle premonizioni.

 

-Sakura…-

 

Sobbalzò.

Alzando di scatto gli occhi umidi di lacrime.

Sesshomaru aveva già restituito la tazzina.

E la fissava severo.

Con sguardo autoritario.

Di rimprovero.

Era in ritardo.

Sentì su di sé lo sguardo attento di tutti.

Degli amici, del padre della Regina, degli Anziani…

Il Suo.

Bevve quasi d’un fiato.

Giù!

Senza pensarci.

Tenendo la tazzina a due mani, rischiando quasi di soffocare.

In un attimo, senza avere il tempo di ripensare.

Senza avere i tempo per pentirsi.

Kamigawa abbassò la mano, sospirando.

Piccoli gridolini, acquietati sul nascere.

La mano fasciata di lui allontanò la tazzina.

Sentì la voce gioviale del Vecchio iniziare la predica finale.

Fissava assorta per terra, coccolandosi quella mano ferita e ricacciando indietro le lacrime.

A fatica.

La bocca aspirava a fatica aria fresca dopo quel viscido contatto con i liquido.

La mano fremeva per un po’ di acqua fresca…

Il volto troppo truccato tirava dannatamente…

Le gambe tremavano irrispettose…

Gli occhi si chiudevano cercando di dimenticare la realtà…

E la testa pulsava nervosamente…

Ma non poteva permettersi di piangere.

Non poteva gridare.

Non poteva scappare.

Non ora.

Poi…

Poi nessuno glielo avrebbe impedito…

Era la Sovrana dell’Ovest, adesso.

Era la sposa del Re.

Abbassò la testa, incassandola fra le spalle proprio alle ultime parole dell’Anziano.

Il ciuffetto ribelle ricadde a stuzzicarle dispettoso una guancia.

Era finito.

Era tutto finito.

Finito.

Finito.

Finito.

Era sua moglie.

Finito.

Sua consorte.

Finito.

Sua Sposa.

Finito.

Un tocco leggero.

Una mano sconosciuta che le sfiorava la guancia.

Che spostava lenta quel ciuffetto ribelle.

Di scatto alzò il viso, rispecchiandosi in quegli ammalianti occhi ambrati.

Così vicini…

Fu un attimo…

E sentì le labbra del nuovo Sovrano sulle sue.

Una leggera pressione.

Il bacio che sanciva l’accordo.

 

Un bacio lontano

una promessa strappata

e la dolce speranza

di vederti presto sorrider

felice al mio fianco...

Solo tristi illusioni

ma facile è creder vero

ciò che si desidera...

 

Trattenne d’istinto il fiato.

Rimanendo immobile, incapace persino di chiudere gli occhi.

Sorpresa e imbarazzata da quel gesto.

Sapeva che i sovrani dell’Ovest disprezzavano le effusioni pubbliche.

Quella era l’unica occasione in cui era consentito uno scambio pubblico d’affetto fra i Sovrani.

Come una firma, per sancire definitivamente il patto.

Le labbra bruciavano di sorpresa e disgusto.

Di rabbia e pianto.

Di odio verso quel Marito estraneo e quel bacio rubato.

Freddo e calcolato.

Unione di labbra senza sentimento.

Con gli occhi fissi gli uni negli altri.

Restando, come lui, a fissarsi reciprocamente.

Kamigawa volse lo sguardo, disgustato.

Sakura si sentiva pian piano mancare…

Il battito del cuore era troppo accelerato…

E le labbra del demone fredde e inespressive.

Non voglia, non passione, non bramosia.

Freddezza.

Inespressione.

Dovere.

Si staccò piano, senza rinunciare al contatto visivo con quegli occhi verdi.

Lasciando la mano che aveva allontanato i ciuffo sospesa a mezz’aria, accarezzandole la guancia.

Una carezza inespressiva.

Sentì le lacrime delle donne e le grida dei soldati.

I pianti e le congratulazioni.

La gioia dell’ex- Regina e la rabbia di Kamigawa.

Sesshomaru le afferrò una mano obbligandola a voltarsi verso il “pubblico”.

Le parole del Vecchio risuonarono taglienti nell’aria.

I Sovrani.

La coppia Regnante.

Marito e moglie.

Re e Regina.

I Regnanti.

 

 

 


Sorrise imbarazzata da tutti quei complimenti.

A fianco del marito aveva accompagnato tutti gli ospiti a palazzo, per la festa nuziale.

Aveva incontrato gli occhi di Toryu e di Ami solo per un attimo, per poi deviare lo sguardo.

Era incapace di parlar loro.

Non avrebbe saputo dire come avrebbe reagito nel vederli.

Pianto forse…

Delusione…

Rabbia…

E Sesshomaru al suo fianco, era attorniato dai suoi soldati, allegri e gioviali.

Mentre lui, freddo e altero, ascoltava i vari discorsi in ragionato silenzio.

Kamigawa naturalmente non era con loro.

Se ne stava in disparte, vicino a Rin.

Sofferente.

Con un liquore poco precisato fra le mani.

E un dolore acuto.

Ma non dato dalla vecchia ferita o dalla straniante malattia.

Ma dai sentimenti.

Si scusò un attimo con le ospiti e lo raggiunse sorridendo calma.

Rin le venne incontro seguita dal saltellante Kaminari che, imperterrito, continuava a mandare piccole scintille di disprezzo verso il Sovrano.

Fiori di campo.

Un mazzolino semplice ma sentito.

Provato da quelle manine tremanti che glielo porgevano.

Le sorrise, facendole una carezza sul capo.

Izumy, lì vicina, capendo la scena, convinse Rin ad allontanarsi.

Kamigawa bevve un’altra generosa sorsata, urlando sgarbatamente all’eunuco di portargliene un’altra.

Più forte.

 

-Non dovresti bere così tanto papà… Sai cosa dice Izumy… può farti male…-

 

Un sorriso tirato.

Alzò sospirando il capo, fissando il cielo a occhi chiusi.

 

-Non è stato così il nostro matrimonio… allora c’erano tutti… Il fratello di Toryu, i genitori di Ami, tuo cugino, tutti i nobili e i generali, e perfino lui, Inutaisho… ma prima di loro nobili, c’erano loro come amici venuti a festeggiare un evento sentito, non a onorare per clientelismo un evento imposto…-

 

Kamigawa sorrise, facendo una piccola pausa bevendo un’altra generosa sorsata.

Schioccò le labbra…

Quel liquore era fantastico…

Era proprio quello di cui aveva bisogno…

L’unica cosa che gli oscurasse la mente e gli permettesse di non fare fuori tutti i presenti…

Iniziò a tracciare strane figure in aria, ricordando eventi di molti anni prima…

 

-Eravamo su un monte immerso nelle campagne dove ci eravamo incontrati io e lei… e c’erano tutti.. e lei.. lei era stupenda, come sempre…-

 

Inghiottì a fatica, ricordando la moglie.

Sakura strinse la sua mano, avvicinandosi a lui.

Kamigawa, codardo, voltò la testa in un’altra direzione.

Gesto che la ferì.

 

-Vorrei tanto che fosse qui con noi…-

 

Sorrise, ricordando la gioia di quel giorno e l’amore che traspariva da ogni sua parola, da ogni suo gesto, da ogni suo sguardo.

Le assomigliava molto…

 

-No, io no. Ne avrebbe sofferto troppo…-

 

Kamigawa fece un gesto brusco, per allontanarsi dalla presa della figlia.

Sakura però lo trattenne con fermezza.

 

-Papà ti prego, guardami! Non è cambiato niente da stamattina… sono sempre io… tutto questo non mi cambierà… l’Ovest non mi cambierà …ma… io… io non ce la faccio senza il tuo aiuto….-

 

Nascose il volto sulla spalla del padre, asciugando subito le lacrime nella sua stoffa.

Sentì la sua risata imbarazzata e la stretta potente.

Era forte e indifesa.

Si mostrava tanto spavalda ma, in fondo, era ancora una bambina.

 

-Avrei dovuto fare di più… Sakura… io…-

-Sakura.-

 

La demone si staccò voltandosi di scatto.

Sesshomaru.

Sorrise al padre, facendogli una dolce carezza per poi tornare al fianco del marito e incamminandosi verso il loro posto d’onore.

Sesshomaru si voltò, ma non si mosse subito.

Aspettava qualcosa.

Ormai la sera si avvicinava lenta…

Aspettava qualcosa.

E Kamigawa lo sapeva bene…

Mosse anche un passo verso di lui ma…

Non ne ebbe la forza…

Non poteva chiedergli nulla…

Dopo le frasi scottanti del giorno prima, probabilmente avrebbe ottenuto solo l’effetto contrario.

Non poteva chiedergli di “avere cura” di sua figlia.

Non poteva chiedergli “delicatezza”.

Neanche quello.

Non aveva più alcun diritto su di lei.

La aveva persa.

Persa per sempre.

Ormai era sua.

Un duello di sguardi.

Un’unica certezza.

Non si sarebbe mai piegato.

Mai.

 

Attacco frontale

Preghiera che sostiene

Occhi negli occhi

 

Con fermezza, Il Sovrano si incamminò, raggiungendo presto la fresca sposa, falsamente sorridente vicino alla Madre del Sovrano, lasciandosi alle spalle il vecchio comandante.

 

 

 


La Regina si alzò elegante e severa.

Altera e raggiante.

Ormai erano giunti a fine serata.

Presto tutti si sarebbero ritirati negli alloggi previsti e preparati a Palazzo.

Ma adesso era il momento degli auguri e dell’ultimo pasto augurale.

Una fetta di dolce e le speranze degli amici.

Aveva una voce stanca ma profonda, che zittì tutti i presenti attirando su di sé l’attenzione.

Veramente quel discorso non sarebbe dovuto toccare a lei, ma al precedente Sovrano, però…

 

-Viva i sovrani

Per mille, ottomila Regni,

finché un ciottolo non diventi roccia

e il muschio non vi cresca!-

 

Applausi e sorrisi.

Niente di eccezionale, la formula rituale.

Kamigava si alzò lento.

Era il suo turno quello.

Alzò il bicchiere in chiaro segno di brindisi.

Quelli erano gli auguri delle due famiglie, i più importanti. Fissò la figlia, a capotavola al fianco del marito, senza degnare lui di un’occhiata.

Lo sguardo era liquido, forse per il troppo bere.

Forse per la commozione.

 

-Celebrando questa festa

Possa io in qualche modo

Continuare a vivere,

per assistere alla cerimonia

della vostra felicità…-

 

Una stretta al cuore e un applauso solo particolare da parte dei suoi veri sudditi.

Solo i demoni dell’est applaudirono e l’ atmosfera divenne improvvisamente pesante.

Le parole non avevano lasciato alcun segno di errore nell’interpretazione.

Il loro significato era chiaro a tutti.

Così come la sfida aperta al Sovrano.

Inaspettatamente, Sesshomaru alzò il bicchiere verso Kamigawa e bevve.

Rabbia da parte del vecchio demone e sollievo da parte di Sakura.

Incapace di resistere oltre, il precedente Sovrano dell’Est si allontanò dai conviviali.

Basta!

Non avrebbe retto oltre quello sguardo strafottente e vincitore.

Non avrebbe sopportato la vista della figlia che spariva fra le mura di quel palazzo.

Sapendo poi cosa l’aspettava.

E forse era un bene.

L’ora del ritiro si faceva sempre più vicina.

E adesso toccava agli altri invitati porgere i loro auguri.

Tutti i demoni dell’est tacquero mentre i nobili dell’Ovest fecero a gara per accattivarsi le simpatie della nuova coppia regnante.

I loro auguri erano sofisticati e palesemente falsi, per nulla sentiti.

Ma accettabili.

Purtroppo però, l’ora tarda e il vino accesero strane idee nell’animo dei soldati di Sesshomaru.

Un soldato si alzò quasi barcollando e versando del vino attorno ai compagni ridenti.

Aveva il fiato pesante e la risata volgare.

Sakura si sentì disgustata e immaginava che nulla di buono potesse provenire da quelle labbra violacee per il vino.

 

-Altezza, ricordate che il buon capo-famiglia educa i propri figli in salotto, la propria moglie in camera da letto!-

 

Risate.

Disgustose.

Sakura socchiuse gli occhi, cercando la calma.

Per fortuna Kamigawa non aveva sentito perché troppo lontano.

Umiliata.

Ecco come si sentiva.

E ecco come si sarebbe presto sentita.

Appena fossero rimasti soli…

Un altro sottoposto, ebbro di vino e euforia, si alzò da terra.

 

-I nostri più sentiti complimenti al Sovrano, il vincitore del mizu-age migliore che le terre dell’ovest ricordino e un augurio che ne colga presto i frutti migliori, assaporandoli fino in fondo!-

 

Depose la tazzina facendo un rumore sonoro, per fortuna attutito dalle risata.

Sesshomaru seguì i sue gesti con lo sguardo.

Sakura si mordeva un labbro, cercando disperatamente di non cedere alle emozioni.

La madre del Sovrano si avvicinò devota.

 

-Altezza, è ora di ritirarvi.-

 

Sakura alzò appena gli occhi verso il Demone.

Sesshomaru annuì impassibile per poi tornare a chiacchierare con i soldati.

Uno sguardo disperato.

La demone la accompagnò fino all’ingresso del Palazzo, seguite da un corteo di festanti dame.

 

-Allorchè ci si sposa non sono ammesse

 mezze misure:se vuoi un uomo, accoglilo

fra le tue braccia, se non lo vuoi, gettalo in

un burrone-

 

La abbracciò, forse per la prima volta, mostrando un po’ di affetto e comprensione nei suoi confronti.

In fondo, c’era passata anche lei in quella terribile situazione.

In quei momenti di paura.

Sapeva cosa si prova.

Sapeva il dolore che si sente.

Ma il male fisico è passeggero.

Passa in fretta.

Si staccò dall’abbraccio, tornando la dama di sempre.

 

-Preparatevi per la notte adesso, Altezza. Il Sovrano vi raggiungerà presto.-

 

 

 

 


Era davvero bellissima.

La stanza dei regnati era la più elegante del palazzo.

Quella sera poi…

Nell’aria candele galleggianti esalavano un profumo intenso e afrodisiaco, misto alle rose rosse che adornavano la camera.

Su un piccolo tavolino qualche biscotto.

Sakura sorrise nel vederli.

Erano proprio quelli che piacevano a Rin

E là accanto una coppia di tazzine e un bricco.

Un odore disgustoso di alcool e pazzia.

Il futon era doppio quella sera.

Ricoperto di sete pregiate e morbide.

Nessun rumore si sentiva dall’esterno…

E in fondo era prevedibile.

Nonostante la camera si trovasse al centro del palazzo, era completamente isolata.

E logicamente…

Le sohjo immettevano in una piccola porzione di giardino privato, chiuso dal resto da alte pareti di bambù.

La luna, inquieta, strillava dagli alberi la sua luce.

Sakura la fissò sconsolata…

Una prigione romantica e meravigliosa.

Le Dame impiegarono più tempo del solito quella sera a prepararla…

Forse perché più attente e minuziose.

Forse perché lei completamente refrattaria.

Lanciava piccoli sguardi d’odio verso quelle coperte…

Presto lei…

Loro…

Per quanto volesse, non riusciva a accettarlo…

Il kimono per quella notte era bianco.

Puro.

Ingenuo.

Ingenuità e purezza che presto avrebbe perso.

Sorrise imbarazzata alle dame che se ne andarono.

Non era ancora abituata a sentirsi chiamare Regina.

Adesso però doveva restare sola.

E in attesa.

In SUA attesa.

Lanciò un altro sguardo triste alla stanza.

Certo non si aspettava che l’inferno potesse essere così elegante.

 

Questo mondo

È sogno o realtà?

Non so se è realtà,

se è sogno,

chè esiste mentre non esiste.

 

 

 

 


Entrò silenzioso nella stanza.

Buio.

Incenso.

Silenzio.

Qualcuno doveva aver spento le candele.

Ma non c’era alcun motivo di riaccenderle.

Conosceva quella stanza a memoria.

Pochi ricordi di quando bambino cercava i genitori, trovandoveli.

A ignorarsi.

A litigare.

A confrontarsi.

A parlare.

Con una lentezza spasmodica si slacciò la pesante armatura da cerimonia…

Lì vicino c’era lo spazio ormai vuoto dell’armatura di suo padre.

E adesso, ci sarebbe stata la sua.

Finalmente, come ultima arma, si tolse dalla vita Tenseiga.

Suo padre…

L’accarezzò l’arma più volte, quasi come fosse un animale domestico, per poi riporla sopra tutto, con devota attenzione.

Si infilò un kimono scuro e abbastanza leggero.

Le notti si stavano facendo calde.

La dolce brezza che entrava dalle sohjo aperte rinfrescava appena la regale stanza.

Gli occhi ambrati iniziarono a scrutare la stanza, in cerca di qualcuno.

E l’unica cosa che trovarono fu un aspro sapore di sale.

Sakura era appoggiata alle sohjo aperte, con le gambe strette in un dolce abbraccio.

Cercando di proteggersi.

Di difendersi.

La testa era nascosta dalle ginocchia e sprofondata fra le spalle.

Aveva sentito che era entrato.

E aveva abbassato ulteriormente la testa.

No!

Non lui!

Non doveva entrare …

Non…

Lacrime…

Con un gesto nervoso se le asciugò nella manica del vestito, per poi ridere di quel gesto.

Ormai, non c’era più motivo di fingere.

Non doveva più mentire.

Ce l’aveva fatta.

Ce l’aveva fatta.

Era Regina.

Era sua sposa.

Haru era salva.

Era tutto finito.

I rumori metallici alle sue spalle non le erano interessati.

Continuò lentamente a piangere, coccolandosi in quel momento di oblio.

Aspettando.

Con trepidazione.

Con incertezza.

Con paura.

Ma con la determinazione che non si sarebbe tirata indietro.

Qualsiasi cosa…

Un rumore la incuriosì maggiormente.

Alzò appena il viso, incontrando il profilo del Principe…no, del Sovrano… di suo marito…

La luce tiepida della luna lo faceva apparire quelle due figure spettrali.

Entrambe assorte nella contemplazione del cielo, si ignoravano apertamente ma il pensiero di entrambi era unico.

L’altro.

 

-Perché stai piangendo?-

 

Si scosse appena.

Non era stato il tono della voce, freddo e distaccato anche in un ambiente di così profonda intimità a scuoterla, no, non era stato quello…

Con la manica del kimono si asciugò le ultime pigre lacrime.

Basta piangere adesso.

Non era il momento.

Sentiva il respiro tremarle, ma non aveva più paura.

Solo rassegnazione.

 

Lacrime disperate

Hanno intriso le mie maniche,

Eppure, se me lo chiederà,

risponderò che è stata

la pioggia primaverile.

 

-Non sapevi che le donne piangono sempre la prima notte di nozze?-

 

Ridacchiò sconsolata.

Già…

Quella seconda persona.

Era quella a sorprendere veramente.

Perché entrambi sapevano di non avere abbastanza confidenza per dirlo.

Sakura tornò a fissare il marito.

Era bellissimo.

Certo, questo era innegabile.

Eppure…

Eppure non lo conosceva.

Un demone lunare.

Ecco cosa sembrava.

Affascinante e etereo.

Impalpabile.

Sesshomaru accennò appena con il capo.

Sakura tornò a fissarsi le ginocchia.

Imbarazzo…

…e adesso?

Certo non era quello il tempo di parlare.

Rabbrividì nel sentire il demone voltarsi.

Chiuse istintivamente gli occhi.

Paura.

Paura.

Paura.

E la certezza che non si sarebbe opposta a nulla.

Qualsiasi cosa lui le avesse ordinato.

 

-Và a dormire. E’ stata una giornata pesante per entrambi.-

 

Sbarrò gli occhi.

Sorpresa.

Stupore.

Sakura alzò di scatto la testa.

Cosa…?

Cosa intendeva dire?

Sesshomaru, senza aspettare risposta, entrò nella stanza, lanciando una vaga occhiata alla sposa.

Per poi appoggiarsi alla parete davanti al futon nuziale.

Si sedette, appoggiando lento la testa e la schiena.

Così, con naturalezza, chiuse gli occhi.

Sakura lo fissò incapace di capire…

Cosa…?

Davvero…

Davvero lui non …

Lui non voleva…

Rimase così per un po’, interdetta da pensieri contrastanti…

Poi, con coraggio, si alzò lenta per infilarsi silenziosa sotto le coperte.

Percepiva appena il suo respiro lento e regolare.

La sua sagoma era appena un’ombra sulla parete opposta.

Sentì qualcosa sciogliersi…

Quel demone…

Non era come glielo avevano descritto…

Lui…

Senza volerlo, Sakura si addormentò, interrompendo il flusso incessante di pensieri e emozioni.

 

 

Ringraziamenti:

 

rosencrantz: Esatto!!!! Evviva Avalon!!!!! E… complimentosi a te e a Esbat!!!! Se a avalon dai la copia autografata io esigo quella con la dedica!!! Così dopo gliela rivendo e ci speculo un po’ sopra… iihih!!!! Cmq, grazie per i complimenti e, da esperta scrittrice qual ora sei, sinceramente: troppo romanticismo in questo capitolo? Non risulta troppo sentimentale o … stucchevole? SINCERA! Grazie del commento!!! Bacio!

 

Kaimy_11: Farli innamorare…? Ehi! E’ una buona idea! (lete sfoglia furiosamente il copione con penna rossa e bianchetto, iniziando a correggere il tutto…) ma forse…. Non è un po’ presto? Si sono scambiati appena poche parole! Non è meglio farli conoscere meglio? Il problema sarà farli avvicinare di più!!! La tua teoria sulle amanti è la più GIUSTA che io abbia mai sentito!!!! Finalmente qualcuno che ha davvero capito tutto della vita! O quasi… in fatti, dai retta a me. Meglio fare l’amante di uno bello e giovane, e sposarsi con uno vecchio (crepa prima) che ti possa lasciare tanti soldi in eredità! Se poi sei fortunata come me, che te ne trovi uno giovane e carino, meglio! Prendi due piccioni con una fava!!!! (setotiamo!!!!!!) Inuyasha arriverà… ma non così presto… sarà abbastanza importante nella storia, nonostante tutto… tutto cosa dici? Beh, ma tutto… tutto quello che gli è successo!!!! E adesso che ti vedo bene… quello secondo te è un vestito da lutto!?!?!? Ok, sarà anche nero, ma potevi almeno trovarne uno lungo fino all’inguine almeno! E adesso non fare finta di niente e non chiedermi perché improvvisamente una potente essenza di testosterone si è diffusa nell’aria… grazie del commento!!!! Bacio!!!

 

AYRILL:Ecco la prima delle arrapate! Ma tranquilla, sei ancora in tempo a salvarti… ecco, questo è il numero del mio psicanalista… inizialmente era bravo, adesso lavora…ehm… per strada… ma giuro che non è a causa della mia influenza! (o forse sì? Beh, fatto sta che adesso guadagna di più!) Spero di non averti delusa con il finale e di non lasciare nessuna romanticona con l’amaro in bocca… prometto che si rifaranno… a tempo debito… e …beh… non ho detto con chi!!! (AMO essere malvagia!!!!! Ihihihih!!!) Grazie mille dei complimenti e del commento!!! Lo aspettavo, come aspetto il prossimo!!!! Bacio!!!

 

KaDe: Sigh… hai toccato un tasto dolente… “memorie di una geisha” è un film che mi piacerebbe tantissimo vedere ma che non riesco mai a trovare! Cmq hai ragione, ho letto delle recensioni e credo sia una fonte abbastanza attendibile (dovrebbe essere tratto da una storia vera… e cmq ho studiato tanto sui riti del Giappone ma ad esempio in questo capitolo alcune parti sono inventate… l’inizio e il rito della triplice vestizione è vero, mentre il taglio del sangue è inventato e invece il sakè è vero… ma, in fondo, è un matrimonio fra figure mitologiche, no?^___^) accidenti! Meriti un encomio speciale per averla letta tutta di un fiato!!! Sono contenta che ti piaccia!!! E spero di non averti deluso con questo capitolo né con i prossimi!!!! Bacio!!!

 

Ary22: Allora? Hai trovato il vestito!!!! Bello…. Anche se secondo me quello blu ti stava meglio, ma non temere! Sei splendida anche così! Farai sicuramente colpo su Jaken!!! Ne sono certa! E non fare quella faccia! So benissimo che in realtà miri a lui… ce ne siamo accorte tutte ormai!!!! Grazie del commento!!! Bacio!!!

 

Uraniaglo: Non mi uccidere!!!! La solita visione romantica della prima notte di nozze è stata leggermente… stravolta… ma va bene lo stesso, no? GIURO che ci saranno momenti migliori per tornare su questo argomento anche se il tema del rapporto… ehm… “corporeo” fra i due è un tema presente fin dall’inizio della storia… ma in fondo credo sia normale! Cioè, se tu fossi promessa sposa a uno, appena lo vedi non penseresti anche al… ecco… “rapporto intimo” che dovrebbe nascere fra di voi? Anche per la questione dell’erede!!! Eh, è un tema che tornerà, eccome se tornerà!!!! Sperando di non aver distrutto la stima che avevi per la storia, ti ringrazio del commento e prometto di nuovo che le scene romantiche non mancheranno anche in seguito!!! Bacio!!!

 

Sesso_94: Eccolo! Non ti senti lusingata di partecipare a un matrimonio dei regnanti??? Beh, a giudicare dal vestito che hai scelto, direi proprio di sì!!! Spiacente, ma devo ricordarti che, purtroppo, la sposa è Sakura, non te… ihihih!!! Grazie del commento pieno di entusiasmo!!!! Bacione!!!

 

Poppi: Ma… se faccio sciogliere Sesshy, dopo come faccio a fare la notte… ?___? Okokok! Mi riprendo!!! Già, forse hai ragione, Sesshomaru è stato un pochino freddo con Kamigawa, ma in fondo anche quel vecchiaccio poteva trattenersi un po’!!!!! Non ti pare? Anche Sesshy ha dei sentimenti! Nascosti nascosti, ma li ha anche lui! Grazie del commento!!! Bacione!!!

 

Celina: Non me lo nominare neanche… quel farabutto di mio marito (stiamo divorziando e devo dire queste cose per avere più soldi!!!! In realtà… SETOTIAMO!!!!) Ma celina, con tutto il cuore… ti consiglio di stare lontana da Sesshy il giorno dopo il matrimonio… lui è andato… diciamo… in bianco e se tu ti presenti davanti a lui con quel vestito… non oso immaginare cosa potrebbe farti!!! BehKamigawa in effetti è un ottimo guerriero ma con i discorsi non se la cava moltoproprio l’opposto della madre di Sakura! Però… siamo proprio sicuri che Sakura sia così… basta basta o parlo troppo e dopo ti arrabbi perché ti ho tolto la sorpresa!!!! Bacione mia carissima maniaca!!!!!

 

Lucy6: Sai, devo ringraziarti… mi è piaciuta la definizione che hai dato “l’assenza di amore che muove tutte le vicende”… e hai ragione!!!! Non ci avevo mai pensato a in effetti qui c’è l’amore di Sakura per il sua patria, l’amore filiale di Sesshy per il padre, l’amore per il potere della Regina… ma non c’è l’amore classico, quello fra i due protagonisti (almeno per il momento!!!)… davvero, grazie! E’ un’espressione che mi ha fatto riflettere e che mi è piaciuta molto!!!!  Grazie del commento! Un bacio!!!

 

Sessydil: Ecco qui un’altra maniaca (ma tutte a me dovevano capitare!?!? Viene Seto, andiamo a discuterne nella nostra camera da letto…*censured*) Ecco, adesso che sei sulla strada giusta per quanto riguarda Sakura, devo depistarti!!!! Dico solo che è un personaggio che non ha ancora svelato tutto di sé e ci darà qualche sorpresa… Kamigawa ti ringrazia per l’apprezzamento e saluta con i suoi soliti modi “gentili”… ma, in fondo, è un buono! Ma… la prima notte di ha delusa? Dimmi cosa ne pensi della mia scelta!!! Bacio!!!

 

Crilli: Già, ho il sospetto che tu abbia inquadrato da subito Sakura in un certo modo… tranquilla! Fra un po’ capirai forse chi è veramente… In effetti il capitolo precedente è un po’ di transizione fra l’addestramento di Sakura a diventare moglie e il matrimonio!!! Secondo me era comunque importante per mettere in luce il carattere di Kamigawa e era indispensabile per lo svolgimento della storia (lo capirete in seguito… adesso non posso dare indicazioni o perde il mistero!!) Spero che questo capitolo invece ti piaccia di più! Anche per la scelta particolare della prima notte… Bacione!!!

 

Miriel67: Accidenti… un altro cuore spezzato! Niente romanticismo qui nella prima notte di nozze! O forse … sì? Magari diverso da quello solito e un po’ affettato che siamo abituati a sentire (ma che, me in prima fila, apprezziamo SEMPRE E COMUNQUE!!!!) grazie mille dei complimenti!!!! ^///^ in effetti devo ammettere che questa storia mi sta dando molte soddisfazioni e ne sono orgogliosa anche se ci metto molto a scriverla… spero che però ne valga la pena!!! Il vestito che hai scelto è perfetto!!! Davvero, complimenti… ma magari, la prossima volta, sarebbe meglio TOGLIERLO il cartellino del prezzo o la prossima volta lo spieghi tu a quel soldato che non eri in vendita!!!! Grazie del commento e della recenzione!!! Bacio!!!

 

Darseey: Unaltra matta che ha letto tutto d’un fiato!!!!!! Ma siete pazze!?!?!? ^///^ Davvero pensi tutte quelle cose???? Adesso vado a vantarmi con Avalon per tutta la serata (e la notte visto che parlo anche nel sonno…) e quindi non credo che a lei sarai così tanto simpatica quanto lo sei a me! Grazie mille del commento e dei complimenti!!!! Sempre graditissimi e ben accetti!!!! Bacio!!!

 

Flori: Eccomi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Scusa il ritardo ma ho avuto gli esami!!!! Questa è una giustificazione valida, no? Spero che questo capitolo ti piaccia!!! E, ti prego, metti quelle scarpette lucide che ti stanno tanto bene per il matrimonio!!!! Bacio!!!

 

 

Bene…

Ecco qui l’attesissimo matrimonio…

Deluse?

Sorprese?

Arrabbiata?

Contente?

In lacrime?

Che ne pensate della cerimonia?

E della prima notte di nozze?

Quante di voi ho deluso?

Quante sorpreso?

 

Vi ricordo che questo capitolo è, ovviamente, molto importate per la storia (ne è in  effetti il cuore…) e quindi… I COMMENTI SONO GRADITI!!

E un’altra cosa… Sesshy ha detto che ucciderà violentemente tutte coloro che hanno partecipato alla festa e hanno rubato il bicchiere di argento… insomma ragazze! Che modi!!! Almeno potevate prendere quello d’oro!!!!

 

Bacione a tutte quelle che leggono, bacio e abbraccio a quelle che commenteranno e bacio asfissiante e stritolamente acuto al mio Seto-amore!!! (scusate, ma dopo un capitolo così un po’ di romanticismo ci vuole, no?)

 

 

Ciao!!!!!

 

 

Lete

   
 
Leggi le 21 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: lete89