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Autore: Athanate    05/07/2008    0 recensioni
L'ennesimo incarico. Che a Cody piacesse o meno. Ma si rivelerà essere solo quello?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cody Meyers
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ormai i rapporti con i ragazzi si erano consolidati. Conobbi anche Cameron, il compagno di stanza di Squib.
Per quanto riguarda invece Squib il nostro rapporto diventò molto forte. Purtroppo per me solo sul versante “amicizia” quando io avrei preferito il versante “qualcosa di più”. Ma finii per accontentarmi. Almeno per il momento.
In fondo non sapevo per quanto ancora sarei stata lì, ma sapevo che prima o poi, quando sarebbe stata ora di tornare a New York, avrei detto loro la verità. Almeno quel tanto che bastava per non metterli nei guai. Quello non l’avrei minimamente tollerato.
Quando ormai avevo perso le speranze di vedere alla Cascadia Justin, lui apparve. O meglio, uscì dal taxi che lo aveva portato fin lì.
Mi aspettavo un’entrata di maggior importanza dal delfino del boss.
Scattai qualche foto. Ma non fece nulla d’interessante. Era un normalissimo ragazzo arrivato lì come c’ero arrivata pure io. Però lui non doveva rotolare nel fango per avere una stanza.
Talvolta il mondo è ingiusto.
- ehi outsider! -
Mi voltai. Era Squib. Ma io lo sapevo già. Avevo riconosciuto il ritmo del suo passo che si avvicinava a me.
- ciao Squib. -
- osservavi il nuovo arrivato? -
- già. -
Fu una frazione di secondo, ma avrei potuto giurare che qualcosa cambiò nei suoi occhi. Gelosia forse? Non feci in tempo ad indagare oltre che cambiò subito argomento.
- sai cercavo proprio te. -
- ah sì? -
- già, guarda un po’ qua. –
Sfoderò da non saprei dire dove una rivista. La conoscevo. Non ne ero una grande estimatrice, era una di quelle su culti e misteri e cose simili. Non avevo mai prestato attenzione a quelle cose. Ora invece ne prestavo eccome. Tutto merito di Squib. Aveva una cattiva influenza su me.
- ehi Cody ci sei? -
- sì sì scusa, mi ero distratta un attimo. -
- dicevo. Guarda un po’. -
Mi mostrò fiero un articolo riguardante un certo mostro in un certo lago nelle notti di plenilunio.
Continuavo a non capire. Lui venne in mio soccorso.
- sai che lago è questo? -
- no. Non sono della zona. -
- è poco fuori dalla Cascadia. Nemmeno 10 minuti a piedi. E sai che notte è questa? -
Avevo capito dove voleva andare a parare. Brava Cody, anche se in ritardo avevi iniziato a carburare. Mi complimentai con me stessa.
- fammi indovinare: plenilunio? -
- esatto! -
Mi mostrò uno dei suoi magnifici sorrisi.
Dovevo ricordarmi di parlargli di alcune regole fondamentali come ad esempio smetterla di sorridere in mia presenza perché rendeva lui irresistibile ed io completamente in balia delle sue proposte.
- visto che tu sei appassionata di foto sai quanti soldi potresti ricavare vendendone una? -
Non mi presi la briga di spiegargli che i soldi non erano il mio problema.
- ma Squib, non ci sono mostri nei laghi…-
- sì ma sarà buio e tu potresti fotografare qualsiasi cosa spacciandola per quello. Faresti soldi comunque! -
Intelligente il ragazzo.
Non saprei dire se furono i suoi occhi puntati insistentemente su di me, o il mio scarso autocontrollo in sua presenza, fatto sta che cedetti e gli dissi che sarebbe stata una buona idea.
- sapevo che avresti fatto la scelta giusta outsider! -
Mi abbracciò di slancio, poi se ne andò salutandomi.
Me ne rimasi lì imbambolata. Mi aveva abbracciata. Repressi una risata isterica. Mi sembrava troppo presto per dover indossare la camicia di forza.
Evitai di comunicare ad Adena la notizia primo perché per quanto ne sapevo io non c’era nessun doppio fine, punto secondo perché volevo evitare la sua reazione esagerata. Ah, e punto terzo sospettavo che tenesse delle cimici da qualche parte e che me le avrebbe attaccate addosso per il puro gusto di godersi tutta la scena.
Preparai meticolosamente l’attrezzatura per quella sera. Già che c’ero cercai di rendermi un po’ più presentabile del solito.
In ansia per un appuntamento? Chi, io? Ma per favore.
Squib mi aveva spiegato la strada, così mi incamminai poco prima dell’ora prestabilita in modo da non dover essere in ritardo.
Uscii dalla Cascadia stando ben attenta a non farmi scoprire. Anche se in realtà non mi sarebbe dispiaciuto vedere che cosa avrebbe risposto il capo ad un’eventuale telefonata di Bates causa comportamento indisciplinato da parte mia. Sorrisi tra me e me mentre, camminando nel boschetto, spostavo i rami di un albero per agevolare il passaggio.
- bu! -
Balzai di lato. Avevo il fiato corto e il cuore batteva a mille. Mi ero messa in una quasi posizione di difesa che abbandonai subito quando realizzai che era Squib l’autore dello scherzo.
- ma dico sei impazzito? -
Rise.
- non ti facevo così paurosa Cody! -
- no ti sbagli, non sono paurosa. Mi hai solo preso alla sprovvista. -
- certo Cody, come vuoi tu. -
Riprese ad avanzare continuando a ridere.
In fondo come potevo spiegargli che avevo i nervi a mille visto che qualcuno non avrebbe esitato a spuntare da dietro un albero come aveva fatto lui e a trasformare la mia testa in un soprammobile? Anche se in realtà prima speravo che avrebbe dato delle spiegazioni.
Squib continuava a ridacchiare.
- pensi di ridere ancora per tanto? – feci finta di essermi offesa.
Si girò verso di me sorridendo.
- dai Cody non te la prendere! -
Lasciò che lo raggiungessi. Esitò un istante e poi mi mise un braccio intorno alle spalle.
- non ti preoccupare. C’è il tuo Squib qua con te! -
Ecco ora sì che mi preoccupavo. Della mia reazione però.
Camminammo così ancora per un po’. Io abbandonai l’imbarazzo ben presto, in fondo quel suo abbraccio era estremamente confortevole e protettivo.
Poi lui scattò in avanti per spostare gli ultimi rami che intralciavano il passaggio e così ebbi la visuale libera per vedere una piccola spiaggia.
- eccoci arrivati – annunciò.
Mi guardai un po’ in giro. Scattai qualche foto. Mi piaceva. Ok, più che altro mi piaceva l’idea di essere lì con lui.
Dettagli.
Quando si avviò per mettere in acqua una delle barche non mi presi la briga di chiedergli se avesse un permesso per prenderla. Insomma, per una volta tenni la mia boccaccia chiusa.
Salii sulla barca un po’ titubante. Diciamo che io e il nuoto non avevamo mai raggiunto un compromesso. Sperai che la barca fosse molto solida altrimenti Squib mi avrebbe vista anche in versione “sasso in acqua”. Ben poco accattivante.
Accese il motore e guidò la barca in mezzo al lago fino a quando decise che era il punto giusto per fermarsi. Mi guardai intorno. Si vedevano a malapena le sponde e l’acqua era piatta.
- sicuro che sia il punto giusto? – chiesi.
- oh ma certo. Qua è perfetto. -
Sfoderò una canna da pesca e buttò tutto soddisfatto l’amo.
Cominciai ad intravvedere il suo piano malefico. Mi aveva incastrata.
- mostro del lago eh? -
Sorrise.
- oh andiamo Cody. Per ammazzare il tempo. -
- come no Squib. Era il tuo piano fin dall’inizio vero? -
- sei perspicace Myers. -
Era per questo che il mio capo mi pagava un sacco di soldi.
Certo, se magari l’avessi capito prima sarebbe stato anche meglio.
Mi rassegnai ben presto all’idea di farlo desistere dalla sua battuta di pesca. Calò il silenzio, però non fu uno di quelli spiacevoli. Semplicemente trovavamo confortevole stare insieme anche senza parlare.
Venne buio prima del previsto e nel mentre Squib non aveva ancora pescato niente.
- non credi che dovresti rinunciare? -
- non pensare male. Non è sempre così, è oggi che è una giornata storta. –cercò di scusarsi.
- certo, colpa del plenilunio vero? -
- può darsi. -
Lo guardai sorridendo. Aveva messo su il finto broncio. Era bellissimo.
No ok. Stop. Non potevo far prevalere quei pensieri. Non su una barca in mezzo al nulla da sola con lui. No.
- Cody tutto bene? -
- uh sì certo non ti preoccupare. -
Mise a posto la canna da pesca.
- direi che è ora di tornare alla Cascadia. Prima che arrivi l’ora del coprifuoco. -
- sì, questa mi sembra una buona idea. -
Lasciai correre l’allusione al fatto che forse quella di metterci su una barca invece era stata una pessima idea.
Squib si alzò e cominciò a smanettare con il motore che però non accennava a partire. Dopo vari tentativi si girò verso di me.
- non parte. – fu quasi un sussurro.
Rimasi senza parole.
- quando siamo partiti hai controllato il livello della benzina? -
Mi guardò come se avesse appena avuto un’illuminazione. Lo presi come un no.
- ed ora che cosa facciamo? – chiesi.
- bè, non ci resta che remare! -
- ah sì? E da che parte? -
Si guardò in giro realizzando che l’oscurità non ci permetteva d’individuare da che parte fosse la riva.
Sospirai.
- immagino che a questo punto ci tocchi aspettare l’alba. -
Lui abbassò lo sguardo.
- mi dispiace. Non l’ho fatto apposta. -
Mi sentii subito in colpa per aver usato un tono duro.
- non ti preoccupare Squib, lo so che non è colpa tua. -
- ma se avessi controllato quello stupido motore adesso non saremmo bloccati qua. -
- un errore può capitare a tutti. Non è colpa tua, anche io avrei potuto controllare ma non l’ho fatto. -
- sì, ma l’idea è stata mia. -
- ed io ti ho detto di sì. La colpa è a metà. -
Alzò finalmente lo sguardo su di me. Mi persi nei suoi bellissimi occhi che mi guardavano con dolcezza per chiedere scusa. Non sapeva che l’avevo già perdonato da tempo.
Restammo fermi in quella posizione per un tempo indefinito fino a quando io non abbassai lo sguardo arrossendo.
Sentii il tocco leggero della sua mano sulla mia guancia. Si spostò sotto il mento e con una lieve pressione mi obbligò ad alzare nuovamente lo sguardo su di lui.
Ancora non lo guardavo negli occhi. Così portò il suo viso all’altezza dei miei occhi. Poi lentamente si avvicinò.
Mi baciò dolcemente. Ero così sorpresa che non riuscii nemmeno a chiudere gli occhi. Si allontanò continuando a guardarmi.
Ci fissammo a lungo. Poi fu la mia volta di avvicinarmi. Lo baciai anche io. Dolcemente.
Aveva le labbra più morbide che avessi mai baciato. Assaporai lentamente quel momento e quelle sensazioni.
Fu incredibile. Sembrava che prima di lui nulla avesse mai avuto senso, che nessuno fosse mai stato realmente importante.
L’alba arrivò che noi eravamo ancora abbracciati ed intenti a scambiarci carezze.
Alzai lo sguardo su di lui e con voce un po’ roca chiesi –
questo vuol dire che non siamo più solo amici? -
In realtà avevo paura della risposta. Avevo paura che quel gesto fosse dovuto solo al momento che si era venuto a creare.

Ma lui mi guardò con dolcezza e sorridendo rispose - già - Lo baciai.
  
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