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Autore: Banana_s    26/03/2014    1 recensioni
Dalla storia:
[...] "«Scegli, scappi o rimani?» Sbotta, il moro dagli occhi azzurri."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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The daughter invisible.

Introduction.

 

10.10 mattina.

«Madre, sono arrivati altri uomini..» Dico, osservandoli dalle finestre.
«Sì, tesoro. Tu rimani qua, come sempre.» Mia madre mi da un bacio sulla fronte, e scende giù.
Ogni giorno arrivano nuovi uomini, i quali puntualmente spariscono nel nulla.
Decido di pettinarmi, con la spazzola creata da Afrodite: “Afrospazzoladite”, fa allungare i capelli e li lascia lucenti.

15.15 pomeriggio

Urla, vetri che si rompono, oggetti che volano.. tutto questo dalle dieci e un quarto di questa mattina. Mi alzo, scocciata, e decido di andare al piano di sotto.
Io, mia madre, e tutte le sue servitrici, viviamo in un'isola, non so precisamente dove.
Circe – mia madre – mi ha sempre nascosto al mondo intero, dicendo che la mia stregoneria è troppo forte e potrebbero uccidermi gli Dei dell'Olimpo.

 
Mia madre imprigionata con le sue serve fidate affianco. Mi nascondo dietro la porta, e ascolto cosa dicono.
«Dove sono i miei amici, strega?» Chiede un ragazzo dalla pelle ambrata, e dal fisico muscoloso.

«I tuoi amici porci, sono tutti nella stalla. - Ride: - Potrebbe liberarli mia figlia, ma non è così stupida... almeno credo.» Le sue serve ridono, di me.
Vado nella stalla, e vedo tanti maiali.
Ce n'erano quattro con una macchia nera nell'orecchia. Li fisso, curiosa.
Schiocco le dita e si trasformano in umani... o meglio, in mezzosangue.
Un riccio mi salta addosso e mi blocca la gola con il braccio, togliendomi quasi il respiro.
Mi portano nella stanza dove c'era mia madre. Mi guarda stupita.
«Ci lasci andare da quest'isola e non uccideremo sua figlia!» Urla un ragazzo moro, con gli occhi azzurri.
«Ah, uccidetela, finalmente me ne libero.» Dice, semplicemente.
Sento il cuore andare a fuoco, i capelli come se bruciassero, e il corpo.. leggero.
Stringo il braccio del riccio, e gli do la scossa, facendolo cadere in terra.
Gli amici vengono verso di me, ma il ragazzo dalla pelle ambrata li ferma.
Lo guardo, e mormoro un: «Grazie, mezzosangue.»
Sbatto velocemente le palpebre, e mi sento gli occhi bruciare.
«Madre, se non mi volete qua, basta dirlo... gli altri uomini, saranno felici di sapere che io non sono più dalla vostra parte.» Sorrido, malvagia. Mi guardo allo specchio, e noto che i miei capelli lunghi biondi sono diventati a caschetto neri, i miei occhi da azzurri sono diventati rossi.
Guardo un'ultima volta mia madre, e schiocco le dita.
Sussurro un: «Seguitemi, muovetevi.»
Andiamo nelle prigioni, dove ci sono molte mezzosangue intrappolate.
«Prima di portarci in qualche posto, ascoltami: mancano delle ragazze, figlie degli Dei..» Lo interrompo.
«Sta' zitto, per favore, se vi sto portando qua invece di portarvi direttamente al porto, ci sarà un motivo.» Dico, acida.
Pensare che per il resto della mia vita dovrò sopportare mia madre contro di me perché ho aiutato i figli degli Dei, mi fa venire i capelli bianchi. Schiocco le dita e libero tutte le ragazze.
«Seguitemi.» Mormoro, decisa. Tocco il muro, e mi concentro a farlo scoppiare.
«Non ti funziona più i poteri, streghetta?» Ironizza il moro a occhi azzurri.
«Non ho mai usato i miei poteri, prendevo delle pastiglie sino a un mese fa per bloccarli...» Dico, mordendomi il labbro sino a farlo sanguinare.
«Per gli Dei dell'Olimpo!» Urlo, e do un calcio al muro, il quale si sgretola in mille pezzi.
I maschi escono prima di me e un moro con gli occhi color cioccolato mi aiuta a camminare sui frantumi di muro.
«Grazie.» Dico poi, camminando da sola.
Mi fermo all'improvviso, e noto che ho il tacco rotto. Impreco in greco antico e mi tolgo le scarpe con i ragazzi che mi guardano a bocca aperta. Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare.

«Ecco qua, questa è la nave più robusta che abbiamo... buona fortuna, mezzosangue.» Sorrido debolmente, buttando i miei tacchi in mare.
«Vieni anche tu.» Dice il ragazzo con la pelle ambrata.
«Passereste le pene dell'inferno, mia madre vi cercherebbe per vendetta, sino alla vostra morte.» Dico, leccandomi il labbro morsicato precedentemente.
«Allora vieni. Ci farà piacere combattere ad armi pari con quella donna.» Dice una ragazza veramente bellissima.
«Figlia, vieni qua!» Urla Circe, da lontano.
«Scegli, scappi o rimani?» Sbotta, il moro dagli occhi azzurri.

  
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