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Autore: YouCould    26/03/2014    6 recensioni
Mattina d'estate. Una ragazza arriva al Campo Mezzosangue: indossa jeans neri, una camicia argentata da cacciatrice. Non ricorda nulla del suo passato. Conosce poco più che il suo nome: Bianca.
Dal testo:
[...]
Un ragazzino più piccolo di lei, circa sui 14 anni, si fece avanti sgomitando. Indossava un giubbotto nero da aviatore, sulla sua maglia nera era stampata l’immagine di un teschio. Alla cintura portava una spada di ferro nero. La sua carnagione era molto pallida, gli occhi neri. I capelli, neri e abbastanza lunghi, erano arruffati da tutte le parti, e gli ricadevano davanti agli occhi. Anche lui appariva stupito.
-B…Bianca?
[...]
[E' da un po' che mi ronza in testa quest'idea, quindi niente, eccola qui. Dato che alcune cose potrebbero creare confusione, una breve spiegazione: la storia è ambientata in un periodo imprecisato, successivo a Sangue dell'Olimpo. Capisco che alcune cose risultino incomprensibili al primo capitolo, ma tranquilli, tutto verrà spiegato nei capitoli a seguire (il primo è dal POV di Bianca, che non sa cos'è
successo al Campo). Potrebbero essere presenti spoiler della Casa di Ade, riguardanti il megaspoilerone su Percy e Nico (che conoscono tutti, ormai!). Quindi... nulla! Ecco qua, buona lettura :) ]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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II- Jason
La verità era che Jason non ci aveva capito niente.
Nico non parlava mai di sua sorella Bianca, neanche con lui. Era un argomento tabù, anche se dopo la battaglia finale contro Gea Jason e Nico si erano avvicinati: Jason aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi liberamente, senza che venisse forzato a parlare e che non facesse domande, Nico aveva bisogno di qualcuno che gli facesse compagnia, ma che non cercasse continuamente di farlo diventare più aperto, o più amichevole. Entrambi avevano accettato silenziosamente il patto e, piano piano, avevano cominciato a diventare amici. Ora Jason si sentiva molto più a suo agio con Nico che con molti altri ragazzi del Campo Mezzosangue.
Ma Nico non parlava di Bianca, mai. Era chiaro che per lui era ancora un argomento doloroso, nonostante ormai fossero passati quasi 5 anni dalla sua morte. Jason non lo forzava: Nico si sarebbe sfogato quando si sarebbe sentito pronto. Poi all’improvviso spuntava fuori una ragazza vestita da Cacciatrice, inseguita da un mostro, e sveniva tra le braccia di Nico. Erano passati ormai due giorni dall’arrivo della presunta Bianca al Campo Mezzosangue, e fino a quel momento lei non aveva fatto altro che dormire nell’infermeria del Campo: il figlio di Ade era quasi sempre stato al suo capezzale, procurandole tutte le cure di cui aveva bisogno, e le poche volte in cui si era allontanato si era comportato in modo ancora più scontroso e chiuso del solito.
Jason però continuava a non capire come fosse possibile che la ragazza arrivata al Campo fosse effettivamente Bianca di Angelo: l’unica volta in cui aveva avuto il coraggio di sollevare con Nico l’argomento, lui gli aveva confidato che quando il dio della morte Thanatos era stato incatenato, aveva provato a riportare indietro sua sorella, ma che non l’aveva trovata negli Inferi. Bianca aveva scelto di rinascere, e lui non avrebbe mai più potuto incontrarla. Aveva riportato indietro un’altra figlia di Ade, Hazel, e si era comportato con lei come Bianca aveva fatto con Nico in precedenza. Ma Bianca di Angelo non poteva essere ritornata in vita così, come se nulla fosse stato, specialmente perché ormai le porte erano chiuse da tempo.
Jason si diresse verso l’infermeria, sperando che ci fosse qualche sviluppo nello condizioni della pseudo Bianca: la ragazza non aveva neanche fatto in tempo a dire il suo nome prima di perdere i sensi, e Jason immaginava che quel periodo di stallo ed incertezza stesse uccidendo Nico.  Quando spostò la tenda che separava il letto di Bianca dagli altri, scoprì che questa volta Nico non era da solo: Percy era seduto su una seggiolina di legno, e guardava Nico che, seduto su un angolo del letto, passava una pezza bagnata sulla fronte dell’ipotetica sorella.
-…Non lo so. – Stava dicendo Percy –noi non l’abbiamo propriamente…
Si bloccò alla vista di Jason, che lo salutò con un cenno del capo.
-Come sta?
Chiese.
-Prima ha sbuffato. Forse…
Rispose Nico. Il tono era casuale, ma c’era una specie di supplica nel suo sguardo. Svegliati, svegliati, svegliati.
-Io e Nico stavamo parlando di come… abbia fatto ad arrivare qui.
Spiegò Percy. Jason notò che non aveva detto “come abbia fatto a tornare dagli Inferi”.
-Insomma, io ero l’unico presente, quando…
Venne interrotto dalla ragazza, che espiro profondamente e si sollevò di scatto, con gli occhi sbarrati. A Nico cadde di mano la pezza.
L’ipotetica Bianca aveva dei lunghi capelli neri. Anche i suoi occhi erano neri, ma avevano una luminosità diversa rispetto a quelli di Nico- in un certo senso più allegra. Tuttavia, vedendoli insieme, Jason dovette ammettere che si assomigliavano molto: avevano la stessa carnagione chiara e le stesse labbra sottili, la stessa forma del viso. Bianca aveva una leggerissima spruzzata di lentiggini sul naso.
Lei fece scivolare lo sguardo su tutti e tre. Deglutì.
-Ditemi che sono ancora viva.
Forse non era la frase migliore da dire. Nico sembrava sull’orlo delle lacrime.
-Noi crediamo di si…
Intervenne Jason, cercando di soppesare con cura le parole.
-Ti dispiacerebbe dirci… chi sei?
Borbottò Percy. Il ragazzo forse non era stato proprio un campione di delicatezza, però Jason gli fu grato: in fondo era proprio quello  che avevano bisogno di sapere, quindi tanto valeva tagliare la testa al minotauro.
La ragazza scosse la testa.
-Speravo che poteste dirmelo voi.- Rispose.
-In che… in che senso?
Nico sembrava terrorizzato.
-Io… -la pseudo Bianca si prese la testa tra le mani. –Non lo so. Non mi ricordo niente.
-Come niente?
Sbottò Percy, poi si zittì: probabilmente si era ricordato che sia lui che Jason avevano passato parecchio tempo senza memoria per colpa di Giunone (o Era, tanto era insopportabile lo stesso), e che quindi non erano le persone più indicate per prendersela con qualcuno che aveva perso la memoria.
-Niente. Mi sono svegliata due giorni fa su una panchina e… non lo so. Mi ricordavo solo che dovevo trovare il Campo Mezzosangue. E, beh, tutta la parte sui Semidei. Anche se non saprei dirvi chi è il mio genitore divino… e poi mi ricordo il mio nome. O almeno credo che sia il mio.
Li guardò con le sopracciglia inarcate, come sperando che loro potessero avere delle risposte.
-Credo di chiamarmi Bianca.
Jason sentì il suo stomaco sprofondare: aveva sperato che la ragazza dicesse un altro nome, come Genoveffa, o Grimilde (sul serio, esisteva davvero qualcuno che si chiamava Grimilde?). Qualsiasi nome fuorché Bianca: Jason sapeva che ora Nico non si sarebbe dato pace fino a che non avesse scoperto se quella Bianca era davvero sua sorella o no.
-Ma è l’unica cosa che so su di me. Mi sono svegliata due giorni fa su quella panchina a Central Park e…
-Aspetta.- Nico deglutì –hai detto a Central Park? Esattamente dove a Central Park?
-Beh… -la pseudo Bianca ormai non più tanto pseudo appariva confusa –non lo so esattamente. Era… sotto un albero. Una driade mi ha tirato una pigna in testa. E… beh, lì vicino c’era come.. l’ingresso di una grotta. Solo che era bloccato. C’era stata una frana, o qualcosa del genere.
-Oh, Ade…
Mormorò Nico. Anche Percy appariva sconvolto: il suo sguardo correva velocemente tra Nico e Bianca, ma sembrava aver appena realizzato qualcosa di molto importante.
-Nico, a Central Park…
-Lo so.
Lo interruppe il Re degli Spettri.
-Allora, cosa c’è a Central Park?
Sbottò Jason. Nico assunse quell’espressione professionale che faceva ogni tanto, quando si metteva a spiegare cose sulla mitologia greca che nessun altro sapeva.
-A Central Park c’è uno degli ingressi per gli Inferi.
-Uno degli ingressi? Come uno degli ingressi?  Non c’è solo quello di Los Angeles?
Nico scosse la testa.
-Quello di Los Angeles è il principale, ma ce ne sono altri. A Central Park ce n’è uno… la porta che utilizzò Orfeo per riportare indietro sua moglie Euridice.
-O almeno per provare a riportarla…
Lo interruppe Percy. Nico lo ignorò e il suo volto rimase impassibile, ma Jason ormai conosceva abbastanza il figlio di Ade da capire quando si innervosiva: forse si era reso conto che era ormai un sacco di tempo che stava nell’infermeria con Percy, o forse l’aveva colpito quel commento fatto così, tanto per fare. Jason si chiese come facesse Nico a celare così bene le sue emozioni.
-Comunque, io e Percy ci siamo stati quando… - Nico deglutì  –quando ha dovuto fare il Bagno nello Stige. Sai, per sconfiggere Crono.
Jason conosceva la storia, Percy una volta gliel’aveva raccontata: Nico lo aveva convinto a immergersi nello Stige per diventare “invulnerabile” e sconfiggere Crono, ma arrivati sul luogo, lo aveva tradito e lo aveva portato nell’Erebo, al cospetto di suo padre. Nico non parlava mai neanche di quello, ma Jason intuiva che si sentiva ancora in colpa, nonostante poi si fosse rifatto andando a salvarlo e convincendo suo padre Ade a combattere contro Crono.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, che poi venne fortunatamente interrotto da Bianca.
-E tutto questo cosa c’entra con me? Non posso mica essere venuta dagli Inferi, no?
-Beh… sai, c’è stata un po’ di confusione con… i morti… in questo periodo. –cercò di spiegare Nico –circa un anno fa, qualcuno ha messo in catene Thanatos, il dio della morte. E da allora… alcune persone sono ritornate in vita, e altre che dovevano morire… non sono proprio morte. Questo fino a che Percy, mia sorella Hazel e il suo ragazzo, Frank, non l’hanno liberato. Solo che prima c’è stata parecchia confusione per questo motivo. E come ho già detto, qualcuno è tornato dagli Inferi.
Non accennò al fatto che anche Hazel rientrava nella categoria.
-Continuo a non capire io che c’entro.
Bianca sembrava nervosa e anche piuttosto esasperata.
Nico trasse un respiro profondo.
-Il fatto è che tu sei uguale a… la mia altra sorella. E… si chiamava anche lei Bianca.
-E… dove sarebbe il problema?
Gli occhi di Nico ormai erano pieni di lacrime. La sua voce era come vetro infranto.*
-Che lei… è morta quasi cinque anni fa.
 
NdA
Salve! Come mia abitudine la nota la vado a mettere a partire dal secondo capitolo J L’idea era di aggiornare lunedì, ma mi sono un po’ fatta prendere dalla frenesia e ho pubblicato subito! Nulla da dire in realtà: ho in testa quest’idea da un sacco di tempo e finalmente mi sono decisa a pubblicarlo. Come al solito: se fa schifo, ditemelo :D
Comunque ci tengo a ringraziare AxXx (spero di aver messo le x giuste!) e biancadiangelo (è un onore ricevere recensioni da te!) che hanno recensito, e soprattutto AxXx che è stato utilissimo con i suoi consigli!
Passo a voi la parola!
*questa è una citazione della Casa di Ade, risalente alla Croazia. (E’difficile parlare cercando di fare meno spoiler possibili D:D)
  
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